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ASIMMETRIA DELL’INFORMAZIONE

Sono consapevole di comportarmi in modo diverso a seconda delle differenti situazioni e

contesti in cui mi trovo, quindi metto in atto un’attribuzione esterna quando il mio

comportamento cambia al variare delle situazioni (Es: se in una certa situazione qualcuno mi

fa notare di essere stato poco paziente, io rispondo dicendo che in realtà io sono una persona

paziente, ma quella determinata situazione mi ha portato a non esserlo in quel momento) 

ho infatti più informazioni io su di me di quante ne abbiamo gli altri.

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TEORIA DELLE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI - Moscovici

Questa teoria ci consente di spostare lo sguardo dall’individuo, dal modo in cui funzionano i

processi cognitivi individuali, alle interazioni sociali, ovvero al modo in cui le persone fanno le

cose insieme.

Moscovici infatti sostiene che noi costruiamo e sviluppiamo insieme agli altri il linguaggio, i

ideologia,

pensieri, ecc. La psicologia sociale secondo lui deve occuparsi dell’ ovvero delle

credenze delle persone (es: in cosa credono le persone? Come facciamo ad essere convinti di

ciò di cui siamo convinti?). Moscovici dice che una caratteristica della modernità è il fatto che

un peso fondamentale nel pensiero sociale ce l’hanno la scienza e la tecnologia: esse

entrano nel quotidiano delle persone con i loro prodotti e le loro teorie.

Moscovici si occupò in particolar modo di psicoanalisi e si chiese: “le persone che non si sono

mai occupate di psicoanalisi che cosa pensano della psicoanalisi?” Le persone che pur non

sanno nulla di psicoanalisi parlano infatti di inconscio, lapsus freudiano, complessi, ecc.,

ovvero usano concetti provenienti dalla psicoanalisi. Questo spiega proprio il fatto che la

scienza ci fornisce concetti che ci permettono di conoscere noi stessi e gli altri.

Quel che dicono le persone è la rappresentazione socialmente condivisa che loro hanno

dell’oggetto sociale (per oggetto sociale intendiamo in questo caso la psicoanalisi). Questa

rappresentazione che acquisiamo si forma a mano a mano nell’interazione con gli altri.

Freud considera la psicoanalisi come la terza rivoluzione:

1. rivoluzione copernicana= viene scardinata l’idea che la terra sia al centro dell’universo

e che tutti gli altri corpi celesti le ruotino intorno

2. rivoluzione di Darwin= pensavamo di essere unici e originali, mentre Darwin scopre che

l’essere umano è l’esito di un’evoluzione animale.

3. rivoluzione freudiana= l’uomo era convinto che il proprio comportamento dipendesse da

scelte personali, mentre Freud scopre che in realtà un ruolo fondamentale è esercitato

dall’inconscio, ovvero scopre che una parte del comportamento non è possibile controllarlo.

CHE COSA SONO LE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI? Moscovici dice che esse sono l’elaborazione

che un gruppo fa di un certo oggetto. L’uomo mette in atto questo processo perché in questo

modo sa come comportarsi e sa come parlare di quel dato oggetto. L’informazione serve

infatti per condividere un punto di vista sulla realtà. Le rappresentazioni sociali sono quindi

teorie, pezzi di conoscenza della realtà; in esse troviamo quindi anche valori.

Moscovici scopre che un modo fondamentale che le persone hanno di costruirsi sistema di

rappresentazione è quello che viene definito ancoraggio: quando le persone raccontano cosa

è per loro la psicoanalisi, ancorano questo oggetto a una cosa che conoscono bene, lo

riconducono a qualcosa che già sanno

trasformazione di quella teoria/conoscenza in qualcosa che è possibile maneggiare,

comunicare agli altri.

Un secondo processo è l’oggettivazione, che è un processo che avviene nel momento in cui

i gruppi trovano le parole per parlare di certo oggetto sociale. Oggettivazione quindi vuol dire

rendere un concetto astratto con un’immagine concreta. L’oggettivazione consiste quindi nel

fatto che ci sono alcuni oggetti nei quali incarniamo una determinata rappresentazione. Nel

caso della psicoanalisi, l’oggettivazione prende però un’altra forma e cioè le persone

trattengono alcuni elementi della teoria e se ne costruiscono uno schema; in questo caso

l’oggettivazione è lo schema che le persone si costruiscono, in cui ci sono alcuni elementi

conscio,

della psicoanalisi. Secondo questo schema le persone parlano del che una cosa che

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dell’inconscio,

sta sopra, e che è una cosa che sta sotto, e dicono che lo scontro tra conscio e

inconscio provochi processi di rimozione (le persone sostengono che in seguito al processo di

rimozione si sviluppino i complessi).

Moscovici nota quindi che le persone, quando devono parlare di qualcosa che non conoscono,

schema figurativo.

hanno trattenuto alcuni concetti e se ne sono costruiti un’immagine, uno

Quello che è interessante è che in questo schema figurativo manca una cosa fondamentale: le

persone non parlano di lìbido. Però recuperano questo concetto di libido quando gli viene

detto che la libido è simbolo della psicoanalisi.

Altri modi in cui il processo di oggettivazione può funzionare sono la:

• personificazione: se alle persone viene chiesto cosa viene in mente loro in relazione al

termine psicoanalisi, ess risponderanno “Freud”la disciplina è personificata attraverso la

figura del suo fondatore. Questo processo non vale solo per la psicoanalisi (es: fisica =

Einstein). La personificazione serve per veicolare significati.

• figurazione: prendo delle metafore e le faccio sostituire a immagini complesse (es:

l’invasione degli immigrati è un esempio di metafora che mi serve per rappresentarmi un

processo molto complesso come quello migratorio).

Ciò che ci interessa di Moscovici è proprio lo sguardo sui gruppi, cioè l’importanza di capire

che queste rappresentazioni sono prodotti dell’interazione e allo stesso tempo che

l’interazione va letta come un fenomeno ideologico, ovvero che produce ideologia (ideologia=

modo in cui le persone hanno idee sulla realtà che servono loro per spiegarsela).

Le rappresentazioni possono essere patrimonio di un gruppo ampio, di un’etnia, oppure

possono essere patrimonio di un gruppo più piccolo, perché magari esso ha una particolare

forma di vicinanza al problema. La rappresentazione che elabora un gruppo può essere molto

diversa da quella che possono elaborare altri gruppi ciò da luogo a problemi di

incomunicabilità.

Queste rappresentazioni servono perché attraverso esse prendiamo qualcosa che è a noi

estraneo, nuovo, e lo trasformiamo in qualcosa che ci è familiare, ovvero costruiamo universi

consensuali= mondi basati sul fatto che ci troviamo d’accordo e nei quali il consenso

all’interno del gruppo è criterio di verità. 24 ott. 2018

CAP. 3: SÉ, IDENTITÀ E SOCIETÀ

Il sé è un costrutto cognitivo, ovvero un concetto teorico, astratto, inventato dagli psicologi

per spiegare qualcosa. Il sé non lo vediamo, non lo misuriamo; è un’idea che abbiamo

riguardo al fatto che ogni persona ha dentro di sé un sé.

Questa percezione che noi abbiamo di avere un sé è però una caratteristica della modernità.

Moscovici dice infatti che l’individuo è un’invenzione della modernità, nel senso che per le

persone l’idea di avere un sé individuale non è un dato scontato, ma dipende dallo stare in un

contesto nel quale la propria individualità è un valore ed è soggetta a processi di

cambiamento. A noi è così ovvio avere un sé perché è una caratteristica che pian piano nel

corso del tempo è diventata scontata.

Fino a quando le società hanno avuto un carattere di stabilità, la vita delle persone non era

modellata sulla base di ciò che loro erano, ma sulla ripetizione di una tradizione (es: ora,

quando ci chiediamo che lavoro possiamo fare da grandi, ci rispondiamo dicendo che faremo

un lavoro che ci piace, mentre un tempo la risposta era “farò il lavoro che facevano mio nonno

e mio padre”. La stessa cosa vale per dove vivremo da grandi. A un certo punto della storia le

persone quindi iniziano a voler fare ciò che piace loro).

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Questa modernità inizia in relazione a quattro dimensioni del cambiamento, dimensioni che

da una parte riguardano la dimensione culturale e dall’altra quella materiale:

•secolarizzazione= cambiamento che riguarda la dimensione culturale. Consiste nella

diminuzione dell’influenza che la chiesa esercita sulla società. Nella scelta dei comportamenti

da attuare, le persone fanno infatti meno riferimento che nel passato ad autorità o a precetti

di tipo religioso e fanno più riferimento a precetti che hanno invece a che fare con la propria

decisione personale. Diventa un problema della persona stessa il decidere ciò che è giusto e

ciò che è sbagliato.

•industrializzazione= cambiamento che riguarda la dimensione materiale. Implica un

cambiamento delle condizioni materiali del lavoro, tali per cui la gran parte delle persone che

fino a quel momento avevano fatto i contadini, e che quindi erano stanziali, legati alla loro

terra da seguire, giungono a un cambiamento radicale: cambio di lavoro (fabbrica), cambio

dei tempi di lavoro, cambiamento delle relazioni sociali, spostamento dalla campagna alla

città. Il processo di industrializzazione si porta quindi dietro un processo di inurbazione.

L’identità inizia così a definirsi sulla base dei lavori svolti.

•illuminismo= cambiamento che riguarda la dimensione culturale. Porta con sé l’idea di

uguaglianza tra le persone: tutte le persone nascono infatti dotate di intelletto. Ciò non

significa che siamo tutti uguali, ma semplicemente che siamo tutti dotati di una competenza

che si lega a un sistema di diritti io decido per me stesso. Allora chi dice che ci sia qualcuno

che ha il diritto di decidere sugli altri? Sulla base di questa idea, l’illuminismo porta infatti al

crollo di monarchie di tipo assolutista.

•psicoanalisi= da una parte introduce il concetto di inconscio, dall’altra rende possibile

l’indagine di questo inconscio, attraverso l’analisi dei sogni degli individui. Ciò significa che

viene fornito all’uomo un mezzo per pensare come l’identità possa essere indagata

nonostante sia inconscia.

Queste quattro dimensioni portano oggi a pensare all’identità come un prodotto personale,

che orienta le persone nelle scelte che fanno.

Il concetto di sé implica due ulteriori concetti:

•IO= capacità me

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Publisher
A.A. 2018-2019
67 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giogio345 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Montali Lorenzo.