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Il processo di riadattamento della famiglia dopo l'impatto con l'evento stressante
(C). Il processo di riadattamento della famiglia dopo l'impatto con l'evento stressante prevede tre periodi: un periodo di disorganizzazione, un periodo attivo di ricerca e il raggiungimento di un nuovo livello di organizzazione. Burr introduce i concetti di "vulnerabilità allo stress" e di "potere rigenerativo".
- La vulnerabilità allo stress è la diminuzione, l'assenza o la paralisi delle risorse ed è direttamente influenzata dalla definizione che la famiglia dà della situazione. È legata ad una dimensione di forza, di pienezza e di consapevolezza di sé che la famiglia può possedere e che la espone meno ai fattori stressanti e al rischio di patologia.
- Il potere rigenerativo indica la capacità del sistema familiare di ristabilirsi dalla disgregazione causata da un evento stressante. È quel potere che, dopo una fase di crisi dovuta ad un evento stressante, permette alla famiglia di tornare ad un nuovo equilibrio e ad un livello di funzionamento adeguato.
Antonovsky, emerge che il paradigma "salutogenico" è opposto al paradigma "patogenico". Secondo Antonovsky, la crisi non è necessariamente negativa, ma può essere un'opportunità per la famiglia di sviluppare maggiori capacità di benessere. Olson, d'altro canto, ha cercato di integrare la prospettiva dello stress familiare con quella dello sviluppo. Ha creato un modello chiamato MASH, che si concentra sull'interconnessione tra la ricerca sullo stress e il funzionamento della famiglia. Secondo questo modello, quanto più una persona, una coppia, una famiglia o un gruppo di lavoro privilegia la vicinanza emotiva (coesione) e la flessibilità (adattabilità) durante i momenti di stress, tanto maggiori sono le possibilità di superare l'evento stressante.Olson è emerso come l'impatto degli eventi stressanti sulle relazioni familiari sia in buona misura determinato dallo specifico funzionamento della famiglia e come la coesione e l'adattabilità influenzino il grado di attivazione delle risorse che hanno una funzione di cuscinetto rispetto agli eventi stressanti. Dalla fine degli anni '70, l'interesse maggiore della Family Stress and Coping Theory si sposta più sul coping familiare che sugli eventi stressanti. McCubbin e Patterson propongono il modello FAAR secondo il quale ogni famiglia attraversa nel tempo dei cicli ripetuti caratterizzati dalle seguenti tre fasi: il funzionamento, la crisi e l'adattamento. La fase di funzionamento è un periodo della vita familiare relativamente stabile e prevedibile durante il quale la famiglia riesce a far fronte alle richieste interne ed esterne utilizzando le capacità di cui dispone. È caratterizzato da una relativa serenità efluidità. La fase di crisi emerge quando la famiglia è sottoposta ad una serie di sfide che superano le risorse che possiede e che creano uno squilibrio che richiede dei profondi cambiamenti nell'organizzazione familiare.La fase di adattamento è un processo fisiologico che porta il nucleo familiare a riattivarsi per "fare fronte a", rivedendo l'intero sistema familiare al fine di riadattarlo. È la fase più importante per la ricerca perché da essa emergono le risorse che la famiglia ha a disposizione e che utilizza per fronteggiare gli eventi destrutturanti.
Coping: termine inglese non traducibile in italiano che indica strategie messe in atto dalla famiglia per ridurre gli effetti negativi degli eventi stressanti.
Fattori di mediazione dello stress (i modulatori dello stress)
Negli ultimi anni l'attenzione è stata rivolta al legame tra:
- coping e senso di coerenza
- coping e sostegno sociale
Per quanto riguarda
Il legame tra coping e senso di coerenza, Antonovsky ritiene che le abilità di coping di una famiglia dipendono dal suo senso di coerenza. Il senso di coerenza è un costrutto che viene indagato per scoprire quanto un soggetto crede che esista un senso nel mondo e quanto crede di poter trovare la strategia di adattamento di fronte ad ogni evento stressante destrutturante perché ritiene che nel mondo ci sia coerenza e tutto abbia un senso.
Le ricerche condotte suggeriscono che le abilità di coping di una famiglia sono maggiori se i suoi membri hanno una visione ottimistica e realistica della vita e hanno fiducia nel mondo esterno.
Per quanto riguarda il legame tra coping e sostegno sociale, numerose ricerche hanno dimostrato come il sostegno sociale contribuisce a diminuire gli effetti negativi di una situazione stressante e favorisce l'attivazione delle risorse che la famiglia possiede. Questo perché maggiore è il contesto sociale in cui un soggetto
interazione e il suo funzionamento è influenzato da diversi fattori, come ad esempio le risorse disponibili, le norme sociali e culturali, e le esperienze individuali dei suoi membri. Secondo l'Approccio dello Sviluppo, la famiglia attraversa diverse fasi nel corso del suo ciclo vitale. Queste fasi sono caratterizzate da specifici compiti e sfide che la famiglia deve affrontare e superare per adattarsi ai cambiamenti interni ed esterni. Durante ogni fase, la famiglia si adatta e si sviluppa, acquisendo nuove competenze e risorse per affrontare le sfide future. Questo processo di sviluppo familiare è considerato naturale e prevedibile, e non necessariamente stressante o traumatico. L'Approccio dello Sviluppo sottolinea l'importanza del supporto sociale nella promozione del cambiamento familiare. Più una famiglia si sente supportata e sostenuta, maggiori sono le probabilità che si apra e richieda aiuto sociale quando ne ha bisogno. In conclusione, l'Approccio dello Sviluppo è un modello teorico che spiega il cambiamento familiare come un processo naturale e prevedibile. Riconosce l'importanza del supporto sociale nel favorire l'apertura della famiglia nella richiesta di aiuto sociale.crescita e cambiamento, impegnate reciprocamente a portare a termine diversi compiti di sviluppo nel corso del suo ciclo di vita. È proprio l'assunzione di precisi compiti di sviluppo che consente alla famiglia di far fronte ai cambiamenti che si presentano insieme alla riorganizzazione dei ruoli di ciascun membro. In ogni famiglia ciascuno ha un ruolo legato all'età e al tipo di relazione che intrattiene con gli altri membri del gruppo familiare. Al seguito degli inevitabili cambiamenti cronologici e del mutare dell'ampiezza della struttura familiare per nuove acquisizioni o per perdite dei suoi membri, la famiglia deve riorganizzare le caratteristiche dei ruoli di ciascuno dei suoi membri e far fronte a questi cambiamenti costituisce il compito di sviluppo della famiglia. La Duvall (1948), autrice della Teoria dello Sviluppo, propone per la prima volta la suddivisione del ciclo di vita familiare in otto stadi indicando per ognuno di essi i relativi compiti di sviluppo.I tre criteri da lei proposti per suddividere il ciclo di vita in stadi e per individuare i cambiamenti lungo il ciclo di vita sono:
- I cambiamenti nelle dimensioni della famiglia dovuti all'acquisizione o alla perdita di componenti della famiglia stessa, ad esempio le nascite, i matrimoni dei figli che portano all'ingresso in famiglia di generi o nuore, le adozioni, la morte, l'allontanamento del figlio da casa e l'adolescenza;
- Il cambiamento di età del figlio maggiore perché si ritiene che il figlio maggiore costringe la famiglia ad aprirsi, a cambiare e a riadattarsi mentre con il secondo figlio la famiglia tende a comportarsi come aveva già fatto con il primo;
- I cambiamenti nello status lavorativo di chi contribuisce al sostentamento della famiglia. Questo criterio è meno marcato nella nostra cultura e più tipico della cultura americana.
Questi tre criteri portano ad evidenziare che il CICLO DI VITA FAMILIARE
È, per forza, INTERGENERAZIONALE perché comprende sempre almeno tre generazioni ed è formato dall'intreccio dei compiti evolutivi che le caratterizzano. È proprio tale intreccio che permette alla famiglia di crescere. La generazione di mezzo può essere descritta come il ponte tra gli anziani e i giovani e come quella generazione che "da in avanti per ricevere indietro" ossia per ricevere dopo nel tempo. Si tratta della dimensione intermedia all'interno della famiglia su cui gravano delle aspettative di cura da parte dei figli e che gioca il ruolo di regia. Tuttavia il suo ruolo di regia è centrale fino a quando i figli giocano, a loro volta, il ruolo di "figli" ma nel momento in cui essi crescono la "generazione di mezzo" diventa la "generazione di anziani". Tra gli anni '60 e gli anni '70 appaiono con chiarezza i limiti dell'Approccio dello Sviluppo: difficoltà aspiegare il cambiamento tra uno stadio e l'altro perché l'attenzione è concentrata sugli eventi e sui ruoli che si verificano all'interno di ciascun stadio mentre i processi che si realizzano nel passaggio tra uno stadio e l'altro non vengono presi in esame; - dal fatto che il cambiamento sembra un passaggio automatico, generato dalla presenza di un evento critico. Il ciclo di vita della famiglia viene inteso come una specie di percorso obbligato formato da una serie di fasi predeterminate per cui l'Approccio dello Sviluppo sembra analizzare più la fase statica che la fase di cambiamento. Il paradosso che ne risulta è che il modello dell'Approccio dello Sviluppo spiega meglio la stabilità strutturale piuttosto che i periodi di cambiamento. I limiti di schematismo e di rigidità nel concepire il cambiamento all'interno della famiglia vengono poi superati grazie alla possibilità di ampliare lasu come i confini familiari si aprano nei confronti del sistema sociale, grazie al confronto con la Teoria Generale dei Sistemi. Inoltre, si sottolinea l'importanza della collaborazione con professionisti dell'intervento sociale e clinico per creare un approccio temporale multigenerazionale. Infine, si evidenzia come il confronto con la Family Stress and Coping Theory permetta di spostare l'attenzione dagli elementi strutturali della famiglia a quelli di "processo", evidenziando la discontinuità nel passaggio da uno stadio all'altro del ciclo di vita familiare. Questa convergenza tra l'Approccio dello Sviluppo e la Family Stress and Coping Theory ha portato a focalizzarsi non solo sugli elementi descrittivi/strutturali della famiglia, ma anche sui processi familiari e sull'adattamento attivo.sui fa