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L'APPORTO DELLE SCIENZE UMANE

Oggi proprio le scienze umane portano il contributo più debole allo studio della condizione umana, in quanto sono disgiunte, frazionate e compartimentate. Difatti, mentre il frazionamento delle scienze biologiche sminuisce la nozione di vita, così il frazionamento delle scienze umane sminuisce la nozione di uomo.

Eppure tutte le discipline, sia delle scienze naturali sia delle scienze umane, possono e devono convergere nello studio della condizione umana. Perciò si devono recuperare come conoscenze non minori, anche la letteratura, il cinema e la poesia che si possono considerare vere e proprie scuole di vita, in quanto sono scuole delle lingue, della qualità poetica della vita, della scoperta di sé e della complessità e ci rivelano l'essenza dell'uomo che la scienza da sola non ci può dare (e quindi ci fanno comprendere l'umano che è complesso).

A ben guardare il romanzo, ma anche il...

  1. Il cinema ci offre ciò che è invisibile alle scienze umane.
  2. Il romanzo si è riempito della complessità della vita degli individui e ci fa vedere che l'essere più comune ha molte vite e interpreta diversi ruoli.
  3. La poesia ci introduce alla dimensione poetica dell'esistenza umana e ci rivela che abitiamo la terra non solo prosaicamente ma anche politicamente.
  4. Le arti ci schiudono la dimensione estetica dell'esistenza, ci insegnano a guardare il mondo esteticamente.
  5. In ogni grande opera della letteratura, del cinema, della poesia, della musica, della pittura, della scultura c'è un pensiero profondo sulla condizione umana.

Ogni insegnante di letteratura, di poesia, di musica dovrebbe prendere coscienza del fatto che a partire dal XIX secolo si opera una divisione culturale nella storia europea.

L'insegnamento invece, può efficacemente tentare di "far convergere (sull'uomo) le scienze naturali, le

Scienze umane, la cultura umanistica e la filosofia, nello studio della condizione umana. Solo così si potrebbe giungere a una presa di coscienza della comunità di destino, in cui tutti gli umani sono messi a confronto con gli stessi problemi vitali e mortali."

CAP. 4 APPRENDERE A VIVERE p. 45

Apprendere a vivere significa apprendere a trasformare le informazioni in conoscenza e la conoscenza in sapienza, significa affrontare l'incertezza, sforzarsi di pensare bene.

Secondo Durkheim, l'oggetto dell'educazione non è dare all'allievo una quantità sempre maggiore di conoscenze ma insegnargli a trasformare quelle stesse conoscenze in sapienza.

Apprendere a vivere, infine, è apprendere a diventare cittadini, cittadini "glo-cali": cittadini del proprio villaggio ma anche, contemporaneamente, del mondo fattosi villaggio globale.

Per arrivare a ciò e per affrontare le difficoltà della comprensione umana Morin

suggerisce una "pedagogia congiunta". Letteratura, poesia, cinema, psicologia, filosofia, dice Morin, dovrebbero convergere per divenire 5 scuole di comprensione. E infatti è proprio partendo dalla comprensione che si può iniziare a lottare contro l'odio e l'esclusione. 5 AFFRONTARE L'INCERTEZZA p.55 Per Morin, il contributo più importante, del sapere del XX secolo, è stato la conoscenza dai limiti della conoscenza e quindi, di conseguenza la scoperta dell'impossibilità di eliminare l'incertezza nelle azioni e nella conoscenza. Sembrano sconfitte, in realtà sono vere conquiste della mente umana che ci mettono in condizione di affrontare le incertezze. Per imparare ad affrontare le incertezze sarebbe conveniente far convergere più insegnamenti, più scienze e discipline. Ma perché questa incertezza nella conoscenza? Secondo Morin, con il XX secolo si è innescata una sorta di rivoluzione.quando nelle scienze è entrato il concetto di incertezza, cioè, una conoscenza scientifica, con il 2° principio della termodinamica e non solo, non è più certa edunque c'è incertezza anche nella conoscenza classica e viene inoltre a decadere anche la validità assoluta del principio deterministico. Secondo Morin, la condizione umana è caratterizzata da una Incertezza Cognitiva (che si divide, a sua volta, in tre tipi) e da una Incertezza Storica. INCERTEZZA COGNITIVA: 1. Cerebrale: la conoscenza comporta rischi ed errori, in quanto non è mai come si rappresenta la realtà, ma è sempre traduzione e ricostruzione. 2. Cerebrale: Fisica: la conoscenza dei fatti è sempre debitrice dell'interpretazione. 3. Epistemologica: è legata alla crisi dei fondamenti di incertezza nella filosofia e nella scienza. INCERTEZZA STORICA è legata al carattere caotico della storia umana stessa. Una storia, quella dell'uomo,

Iniziata 10mila anni fa e segnata da creazioni e scoperte favolose ma anche dalla distruzione di intere civiltà. Conoscere la storia, del resto, ci serve non solo a riconoscere la fragilità del destino umano ma anche ad accettare l'incertezza del futuro.

Per imparare a vivere nell'incertezza Morin suggerisce 3 viatici, (o strumenti)

  1. Il primo viatico suggerisce di dare vita ad un pensiero che si sforzi di contestualizzare e globalizzare le informazioni e le conoscenze.
  2. Il secondo viatico è la Strategia. La strategia si oppone al programma anche se essa stessa prevede una programmazione. Inoltre la strategia prevede più possibilità di azione in vista di un obiettivo e può essere ulteriormente modificata strada facendo in seguito a nuove informazioni raccolte. Il programma invece non può essere modificato in corso d'opera ma anzi davanti a un intoppo si blocca.
  3. Il terzo viatico: Scommessa. Una strategia che porta dentro dei

Sé la consapevolezza delle incertezze che dovrà affrontare comporta sempre una scommessa.

CAP. 6 APPRENDERE A DIVENTARE CITTADINI

In questa sua elaborazione Morin propone anche una sorta di educazione alla mondialità, cioè una educazione che non solo contribuisce all'autoformazione, ma insegni anche diventare cittadini, e non solo del proprio paese, al quale, evidentemente, si è legati da vincoli affettivi, culturali, storici, politici, ma allarga il concetto di cittadino al di fuori dei confini del proprio territorio, quindi all'Italia tutta, (o alla Francia, o alla Germania) ma anche all'Europa e alla Terra. Non a caso Morin parla di comunità di destino poiché tutti gli uomini sono messi a confronto con gli stessi problemi.

Dunque "dobbiamo estendere la nozione di cittadino" all'Europa e allo stesso pianeta terra. Del resto "Si è veramente cittadini quando ci si sente solidali e responsabili."

Solidarietà e responsabilità che non possono arrivare da pie esortazioni o da discorsi civici, ma da un sentimento profondo di affiliazione, un sentimento che dovrebbe essere coltivato in ogni singolo Stato, in Europa, sulla terra" p.75. CAP. 7: I TRE GRADI p.77 La scuola deve tradurre in insegnamenti quanto finora affermato. Morin definisce le finalità dell'insegnamento nei 3 gradi di istruzione scolastica. Scuola primaria: Morin suggerisce che è importante incoraggiare sempre la curiosità nel bambino, a partire da un programma di domande esistenziali sull'essere umano, solo così si potrà tendere a raggiungere il fine della "testa ben fatta". Partendo dall'analisi dell'evoluzione dell'uomo, a partire dalla scuola primaria si potrebbe innescare un processo che legherebbe le domande sulla condizione umana alle domande sul mondo. Si dovrebbero impartire lezioni sulle connessioni bio-antropologiche chemostrino come l'uomo sia, al tempo stesso, totalmente biologico e totalmente culturale, che il cervello studiato in biologia e lamente studiata in psicologia sono due facce della stessa realtà. Solo così si formerà una conoscenza capace di affrontare la complessità. La scuola primaria deve diventare una sorta di apprendistato alla vita che si potrebbe attualizzare seguendo due vie, la via interiore e la via esteriore. La via interiore passa per l'esame di sé, l'autoanalisi, l'autocritica. La via esteriore sarebbe l'introduzione alla conoscenza dei media. I ragazzi di oggi si trovano immersi precocemente nella cultura mediatica, di conseguenza il ruolo dell'insegnante è quello di far conoscere questa nuova moderna cultura. Naturalmente l'insegnamento della lingua, dell'ortografia, della storia, dell'aritmetica vanno mantenuti integralmente nel corso del primo grado d'istruzione. Scuola

secondaria: dovrebbe essere il “luogo dell’apprendistato a ciò che deve essere la veracultura, quella cioè che stabilisce il dialogo fra cultura umanistica cultura scientifica, non solosviluppando una riflessione sulle acquisizioni sul divenire delle scienze ma anche considerando laletteratura come palestra d’esperienza di vita. La storia dovrebbe giocare un ruolo chiave nellascuola secondaria, permettendo all’allievo di riconoscersi nella storia della sua nazione ma anche disituarsi nel divenire storico dell’Europa e più ampiamente dell’umanità”.

“I programmi dovrebbero essere sostituiti da guide di orientamento che permettono agli insegnantidi situare la disciplina dei nuovi contesti: l’universo, la terra, la vita, l’umano”.

Deve essere privilegiato l’insegnamento umanistico, che come si è già detto, introduce nello stessotempo alla condizione umana e all’apprendere

A vivere. Gli insegnanti dovranno imparare ad accettare anche la cultura mediatica, fino ad oggi rimasta fuori dalla scuola, ma necessaria per comprendere lo spirito del nostro tempo. Gli insegnanti, anziché ignorare le serie televisive, mentre i loro allievi se ne nutrono, potrebbero mostrare che queste parlano come la tragedia o il romanzo delle aspirazioni, delle paure, delle ossessioni delle nostre vite.

L'Università: da sempre conservatrice, rigeneratrice, generatrice. Conserva, memorizza, e integra un'eredità culturale di saperi, idee, valori; riesamina e rigenera, attualizza, trasmette e genera sapere. La sua è una missione transecolare che attraverso il presente, va dal passato verso il futuro. "Questa riforma dovrebbe comportare una riorganizzazione generale, con la creazione di facoltà, dipartimenti e istituti consacrati alle scienze che abbiano già operato un riaccorpamento polidisciplinare intorno a un nucleo organizzatore."

sistemico (come ad esempio, ecologia, scienze della terra, cosmologia)" p.86

E poi, "al fine"

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
14 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale della famiglia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Castelli Luigi.