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Universalismo: Razzismo o Mescolanza totale
Eterofobi e Eterofili: imperialista A A 88
Razzismo: Rispetto delle differenze differenzialista
Relativismo
Eterofobia: odio, paura e disprezzo per gli altri che si può dividere in due: il razzismo differenzialista implica un atteggiamento totalmente negativo, rimandate a casa l'immigrato.
Eterofilia: mescolanza totale e rispetto per le differenze
Dal melting pot al salad bowl
Melting pot o "crogiolo". Fondamento dell'integrazione statunitense, società come un mortaio nel quale differenze e origini culturali venivano "pestate", assimilate, come un bel pesto genovese. Ritenuto un modello per le società multietniche. Ma, col tempo, il pesto è andato a male.
Multiculturalismo nuova ricetta, non più un pesto in cui uniamo tutte le differenze per creare un'insalata mista per creare qualcosa di nuovo, ma i singoli colori e sapori vengono tenuti separati, potendo lo stesso.
convivere. Valorizzazione e rispetto di tutte le differenze di costume, cultura, religione o etnia. Nato negli anni 80', le radici risalgono a quando ha cominciato a farsi strada nelle società occidentali la questione della "differenza" con la contestazione della cultura tradizionale nel '68, le rivendicazioni etniche nazionalistiche della decolonizzazione. L'intensificazione dei fenomeni migratori e della globalizzazione hanno poi sancito il passaggio definitivo da una cultura dell'unicità a un vero e proprio culto della differenza. L'Italia è un Paese con un numero relativamente basso di immigrati, anche perché ha iniziato molto recentemente ad avere dei migranti (i primi sono arrivati negli anni '70). In confronto con l'Inghilterra, che aveva già le prime colonie all'estero. La Svezia è il Paese più ambito da tutti i migranti, tanto è vero che tutti coloro che passano.d'integrarsi completamente nella società francese, sentendosi emarginati e discriminati. Allo stesso tempo, molti migranti si sono sentiti oppressi dalla pressione di dover abbandonare la propria identità culturale e religiosa. Nel Regno Unito, la politica multiculturalista ha portato a una frammentazione della società, con comunità etniche e religiose che vivono in isolamento l'una dall'altra. Questo ha creato tensioni e conflitti, oltre a una mancanza di coesione sociale. Oggi, l'Europa si trova di fronte alla sfida di trovare un equilibrio tra l'assimilazione e l'integrazione. È importante garantire l'accoglienza e l'inclusione dei migranti, rispettando al contempo i valori e le norme della società ospitante. Ciò richiede politiche che promuovano l'apprendimento della lingua, l'accesso all'istruzione e all'occupazione, nonché il rispetto reciproco delle diverse identità culturali. In conclusione, l'assimilazione e l'integrazione sono due approcci diversi alla gestione dell'immigrazione. Entrambi hanno avuto successi e fallimenti, ma è fondamentale trovare un equilibrio che permetta ai migranti di sentirsi accolti e integrati, preservando al contempo la coesione sociale e i valori della società ospitante.L'assimilazione old style di stampo repubblicano - vedi rivolte nelle periferie o proteste contro la legge del 2004 che vieta l'uso islamico del velo islamico nelle scuole. In Gran Bretagna ampi settori del mondo musulmano hanno rifiutato di riconoscersi nelle leggi del Paese, costituendo una minoranza ostile e isolata. L'opinione pubblica britannica potrebbe essere riassunta da una frase del labourista afrocaraibico Trevor Philips, presidente della Commissione per l'eguaglianza delle razze pubblicata in un articolo sul Times: "Multiculturalismo non significa che ciascuno può fare quel che vuole in nome della sua cultura".
Immigrazione: Seconda generazione, problemi doppi
Destrutturazione dei ruoli famigliari: individualismo rispetto ad obbedienza al gruppo, ruolo diverso delle donne
Bilateralità di riferimenti culturali e sociali: mancanza di una socializzazione univoca nasci e cresci tra due unità: la tua famiglia di origine,
però ti devi adeguare all'identità che ti impone il Paese in cui approdi. Un immigrato può essere arrivato in Italia da piccolo, è cresciuto nella nostra nazione e sentirsi un italiano a tutti gli effetti, ma non viene riconosciuto come tale a tutti gli effetti.
Svanire della coscienza operaia e di forme di integrazione ad essa legate (Es. migrazione italiana in Usa e Germania)
Seconda generazione: integrazione o devianza
A pochi è riservata una mobilità ascendente
Ai più, vulnerabilità sociale molto alta: insuccessi scolastici, disoccupazione o i lavori peggiori, disagio psichico molti extracomunitari non arrivano a fare la scuola superiore perché vengono bloccati o sospesi prima.
Stigmatizzazione ed esclusione sociale che in parte può portare alla delinquenza (Merton e il "conformismo deviante") Merton intende che in realtà i ragazzi extracomunitari sono conformisti: accettano
A pieno i valori fondanti della società in cui si trovano, ma non riuscendo ad ottenere il successo che vorrebbero, loraggiungono in altri modi
Il modello dell'acculturazione (Berry,1977)
Mantenimento delle proprie caratteristiche ed identità culturali
SI
Mantenimento delle
relazioni con altri
gruppi
Evoluzione storica nella concezione del pregiudizio
Da:
Patologico normale
Psicodinamico cognitivo
Contenuto processi -> nel caso del pregiudizio all'inizio si studiavano i contenuti
Sviluppi nella concezione del pregiudizio
Inizialmente il pregiudizio è stato considerato come una caratteristica
dell'individuo, e quindi associo a componenti irrazionali, psicodinamiche, cioè
legate a particolari tipi di personalità anche al limite della patologia (es. Adorno e la
"personalità autoritaria", anni 50')
In seguito il pregiudizio è stato
Visto come esito di relazioni intergruppo, cioè legato alle dinamiche e ai conflitti dei rapporti fra gruppi diversi (Sherif, Tajefel)
Infine, si studia il pregiudizio come costruzione sociale (bias linguistici-attributivi, repertori linguistici...)
Ottica individualistica del pregiudizio:
- Freud (1921): Teoria frustrazione/aggressività (capro espiatorio;1939)
- Adorno et al (1950): Deprivazione relativa
- Adorno e la personalità autoritaria (1950): Sottolineato il ruolo della struttura di personalità. Il pregiudizio sarebbe legato alla personalità disturbata e non a processi normali e universali.
- Adorno e collaboratori (1950) individuano a tal proposito una struttura caratteriologica ansiosa, insicura, autoritaria e bisognosa di protezione
- Gli atteggiamenti di un individuo formano un pattern coerente che sono espressione della sua personalità
- Regime disciplinare troppo severo, spostamento dell'aggressività dai...
genitori alle minoranteScala F fascisti Vs democratici Persone dogmatiche, conservatrici, convenzionali, ideologicamente rigide, incapacità di tollerare ambiguità e incertezze e razzisteCaratterizzata da: rimozione delle tendenze ritenute socialmente inaccettabili (quali paura, debolezza, sentimenti aggressivi verso figure genitoriali o autoritariein genere), proiezione delle tendenze rimosse sugli altri, perciò visti come ostili eminacciosiDeprivazione relativa- Stoffer et al- Gurr (1970)La deprivazione relativa deriva dalla percezione di una discrepanza fra aspettative ecapacità di valori e beniAspettative quei valori o quei beni ai quali un individuo pensa di avere dirittoCapacità quei valori o quei beni che pensa di poter ottenere nella realtàDeprivazione 2- Davies (1969): gli individui fanno previsioni sulla base delle proprie esperienzepassate e recenti e si aspettano che il futuro sia simileIpotesi della curva
J: Ribellione dopo un periodo di aumento costante del benessere e un suo repentino declino Runciman (1966): deprivazione relativa di tipo egoistico (confronti interindividuali) e di tipo fraternalistico (confronti intergruppi) Critiche all'approccio delle differenze individuali Persone non autoritarie, o senza problemi legati alla personalità, sono a volte razziste Uniformità di atteggiamenti razzisti in certe società (ad esempio il Sud Africa di pochi anni fa: tutti erano razzisti, non regge una spiegazione solo individuale) Specificità storica del razzismo e suo esordio troppo rapido in certi periodi (es. Nazismo), non è possibile spiegarlo in termini di sviluppo di personalità predisposte verso il razzismo Il pregiudizio come risultato di "normali" processi cognitivi Categorizzazione = raggruppare gli stimoli in base alle loro somiglianze, mettendoli in contrasto in base alle loro differenze → 91IG = gruppo conIl quale gli individui si identificano e del quale si sentono membriOG= gruppo con cui gli individui non si identificano- Sopravalutiamo le differenze FRA categorie- Sottovalutiamo le differenze ENTRO categorie per rendere più semplici le distinzioni categoriali (es. i cinesi sono tutti uguali, noi siamo diversi...) omogeneità dell'OGIl paradigma del gruppo minimo (Tajfel, 1982) ingroup bias: tendenza a favorire il proprio gruppo, valutazione più benevola nei confronti dei membri del proprio gruppo, identità sociale
Le cause del pregiudizio: processi di cognizione sociale
Salienza: prestiamo più attenzione ad eventi/comportamenti/ persone salienti, evidenti, particolari anomali (e spesso gli immigrati meno integrati sono più "visibili")
Stereotipo: usiamo gli stereotipi applicati ai singoli
Generalizzazione: generalizziamo dal singolo alla categoria di appartenenza
Bias cognitivi: euristiche, attribuzione
La correlazione illusoria: è più probabile quando gli eventi o le persone sono caratteristici Le cause del pregiudizio: - Meccanismi attribuzionali - Spiegazioni disposizionali Vs. istituzionali errore fondamentale di attribuzione - Stereotipo (Steele e Aronson, 1995: i neri e i test di intelligenza; le donne e la matematica) - Aspettative e distorsioni (Ickes e coll, 1982: "Finge solo di essere amichevole") - Biasimare la vittima (Lerner, 1980) - Le profezie che si autoadempiono (Word, Zanna e Cooper, 1974) Le cause del pregiudizio: - La teoria del conflitto realistico - Quando le risorse sono limitate nasce il conflitto - Competizione economica e politica (Dollard, 1938) i pregiudizi nascono