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Importanza dell'interazione sociale

Una prova di quanto sia importante l'interazione sociale sono i "bambini selvaggi", i quali dopo aver vissuto lontano da ogni forma di contatto umano, dopo esser stati ritrovati presentavano uno sviluppo percettivo, linguistico e sociale molto diverso dal nostro (non reagivano agli stimoli sensoriali, non sapevano parlare...). Gli psicologi conclusero che un ambiente adeguato e il contatto con i propri simili sono determinanti per l'acquisizione dei tratti umani e anche le possibilità di apprendimento risultano impoverite. Sostenendo quindi che l'essere umano è condizionato soprattutto dai valori, dalle norme e dalle credenze della propria cultura.

Imparare dagli altri ha basi biologiche. L'etologia, la disciplina che studia i comportamenti degli animali nei loro abituali contesti di vita, le aveva già individuate. I nostri comportamenti non sono

di modello. Secondo Bandura, l'apprendimento sociale avviene attraverso quattro processi principali: 1. L'attenzione: l'individuo deve prestare attenzione al modello e ai suoi comportamenti per poter apprendere da essi. 2. La memorizzazione: l'individuo deve essere in grado di ricordare le informazioni acquisite osservando il modello. 3. La riproduzione: l'individuo deve essere in grado di riprodurre i comportamenti osservati nel modello. 4. La motivazione: l'individuo deve essere motivato a imitare il modello e a mettere in pratica i comportamenti appresi. Attraverso il modellamento, gli individui possono apprendere nuovi comportamenti, acquisire nuove conoscenze e sviluppare nuove abilità. Questo processo di apprendimento sociale è fondamentale per la trasmissione culturale e per l'adattamento all'ambiente sociale.

dimodello.

Nel 1961 Bandura condusse una ricerca sperimentale sull'aggressività (stili aggressivi), ovvero l'esperimento "Bobo Doll"; con l'obiettivo di dimostrare che molti comportamenti violenti possono essere prodotti dall'imitazione, cioè osservare e riprodurre (emulare). Dimostrare quindi che il comportamento aggressivo può essere modellato, cioè appreso per imitazione (es: programmi tv).

Il modello da imitare funge da stimolo rinforzante e avviene:

  • nel caso di comportamenti violenti, in cui il bambino percepisce che la condotta aggressiva produce risultati positivi (es. il modello vince una competizione, ottiene un riconoscimento...).
  • quando il modello è una persona autorevole, oggetto da ammirare (come un genitore, un educatore...).

In questi casi il modello funziona da rinforzo vicario, cioè che

«sostituisce» unaricompensa vera a propria.

Nel testo “Autoefficacia: teoria e applicazioni” del 1997, Bandura ha sviluppato il concetto di autoefficacia, ovvero, l’insieme delle convinzioni che la persona possiede in relazione alle proprie capacità di organizzare pensieri e azioni per raggiungere obiettivi prefissati: l’atteggiamento che la persona assume nei confronti delle sfide da affrontare. È la fiducia che ogni persona ha sulle proprie capacità di ottenere gli effetti voluti con la propria azione.

Ci sono due tipi di persone:

  • Quelle che fronteggiano le difficoltà della vita con padronanza e sicurezza, non si fanno intimidire da eventuali fallimenti, prevedono le loro azioni, le loro scelte hanno un esito positivo.
  • Quelle che invece sono spesso incerti e dubbiosi di fronte le difficoltà, diminuiscono i loro sforzi o abbandonano.
l'atteggiamento degli altri può influenzare la nostra autostima e autoefficacia. Ad esempio, se riceviamo costantemente critiche e giudizi negativi, potremmo sviluppare una bassa autostima e una scarsa fiducia nelle nostre capacità. Per aumentare l'autoefficacia, Bandura suggerisce di sperimentare direttamente situazioni in cui siamo in grado di gestire efficacemente le sfide, di osservare e imparare dagli altri che hanno successo, di ricevere incoraggiamenti e supporto verbale da parte di persone fidate e di mantenere uno stato fisiologico e affettivo positivo. È importante distinguere tra autoefficacia (la convinzione di poter avere successo) e autostima (la valutazione globale di sé). Entrambi sono importanti per il benessere psicologico, ma possono essere influenzati da fattori diversi. Inoltre, è importante essere consapevoli dei bias, che sono errori sistematici di interpretazione che facciamo in modo automatico e spontaneo. Questi bias possono distorcere la nostra percezione della realtà e influenzare il modo in cui interpretiamo il nostro comportamento e quello degli altri. In conclusione, sviluppare una buona autostima e autoefficacia è fondamentale per affrontare le sfide della vita. Possiamo migliorare la nostra autostima e autoefficacia attraverso esperienze positive, modelli di ruolo positivi, incoraggiamenti verbali e mantenendo uno stato emotivo positivo. Dobbiamo anche essere consapevoli dei bias e cercare di interpretare in modo obiettivo il nostro comportamento e quello degli altri.quellodegli altri, si basano: - sulla base dell'esperienza personale - sul contesto culturale e del sistema di credenze a cui aderiamo - in base all'influenza del giudizio altrui - sugli schemi mentali che ci siamo costruiti Alcuni meccanismi di distorsione sono: 1. la parzialità: un comportamento di parte che ci porta a privilegiare una posizione a discapito di un'altra (motivati da opinioni o inclinazioni del tutto personali) 2. il self-serving bias (bias di auto-protezione): nasce dal desiderio di considerarci positivamente. Consiste nell'attribuire il successo di un evento a cause dipendenti da noi e il fallimento a cause esterne. Meccanismo che si attiva anche per interpretare il comportamento degli altri ma in senso contrario: siamo portati a interpretare le difficoltà in cui si imbattono gli altri come conseguenza di cause interne e i loro successi dipendenti da cause esterne. 3. il group-serving bias (bias di protezione del gruppo): si differenzia dalself-serving per il fatto che avviene nell'ambito dei gruppi e non tra individui: consiste nell'attribuire a fattori esterni le situazioni problematiche in cui incorre il nostro gruppo di appartenenza e mettere invece in discussione il gruppo se è a noi estraneo. 4. Il confirmation bias (bias di conferma): è un processo mentale che ci porta a valorizzare i dati dell'esperienza che confermano la nostra tesi e a trascurare quelli che la contraddicono. Mantenere un'idea anche in presenza di prove contrarie. Meccanismi che, secondo alcuni psicologi, assicurano una vita più serena e soddisfatta, ci permettono di deresponsabilizzarci e di prendere decisioni con il minimo sforzo. _______________________________________________________________________________________ GLI STEREOTIPI, il termine "stereotipo" nasce dalla tipografia, nella stampa venivano fatti dei timbri tutti uguali. Composto dal greco stereos (duro, rigido) e da typos (impressione). Le

Le interazioni con gli altri sono condizionate dagli stereotipi sociali, ovvero generalizzazioni che si applicano in modo rigido ed eccessivamente semplificato a determinate categorie di persone (senza tenere conto delle variazioni e delle differenze individuali).

Allport individua l'origine degli stereotipi nei "normali" meccanismi cognitivi della mente umana. Secondo Allport, la nostra mente adotta una strategia di semplificazione dei dati, detta categorizzazione, per non essere sovrastata dalle tante e molteplici informazioni che riceve ed elabora. La categorizzazione consiste nell'organizzare le informazioni in categorie o in concetti generali facilmente utilizzabili per valutare oggetti o situazioni. È una strategia efficace, ma che porta alla generalizzazione: da un numero inevitabilmente ridotto di esperienze noi extrapoliamo.

conoscenze e valutazioni di portata universale. Una volta fissati, gli stereotipi definiscono le nostre aspettative nei confronti delle persone. Si chiama autoconvalida, il meccanismo in base al quale un'affermazione o una convinzione viene mantenuta nonostante evidenze contrarie. Ci sono diversi effetti nei vari campi d'azione degli stereotipi:
  1. Condizionano la nostra percezione: la mente tende ad amplificare le differenze tra gli elementi che rientrano in categorie diverse e, viceversa, minimizzare le differenze tra gli elementi di una stessa categoria.
  2. Influenzano anche la selezione delle informazioni e la memoria: siamo inconsapevolmente orientati a privilegiare le esperienze che confermano la nostra visione stereotipata della realtà rispetto a quelle che la smentiscono.
  3. Guidano la nostra interpretazione delle caratteristiche delle persone. Una stessa qualità può

essere letta in maniera differente, a seconda della«categoria» in cui inseriamo la persona che la possiede.


I PREGIUDIZI, il termine “pregiudizo” dal latino: composto di pre (prima) e iudicium(giudizio).

Il pregiudizio è legato alla nozione di atteggiamento: grado di favore o sfavore concui ci poniamo interiormente nei confronti di un oggetto sociale (persona, gruppo,istituzione, evento, tema di un dibattito). La manifestazione esterioredell’atteggiamento è il comportamento, non sempre in sintonia con la disposizioneinteriore.

I pregiudizi sono in riferimento ad un gruppo o una categoria sociale, che possonoessere:

  • positivi: in favore e apprezzamento.
  • negativi: ostilità e disprezzo.

Se il pregiudizio positivo può portare all’ammirazione verso una

Cultura o un popolo, il pregiudizio negativo può produrre effetti distruttivi con spesso conseguenze drammatiche.

I principali pregiudizi negativi sono:

  • Antisemitismo: disprezzo per gli ebrei
  • Xenofobia: disprezzo per gli stranieri
  • Pregiudizio etnico: disprezzo per le culture diverse
  • Omofobia: disprezzo per gli omosessuali

Una delle conseguenze più pericolose è la discriminazione, ovvero trattare in modo non paritario alcune persone solo perché appartenenti a certe categorie o a certi gruppi sociali. Una delle conseguenze è la chiusura di gruppo, che ha forme diverse a seconda del contesto socioculturale in cui si verifica. Questa chiusura/isolamento/separazione può manifestarsi attraverso la segregazione:

  1. Microsegregazione: separazione dei gruppi che costituiscono una popolazione multietnica, riguardante non solo i luoghi di abitazione e di ritrovo ma anche le scuole, i servizi pubblici, le professioni (esempio Stati Uniti d'America: fino
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valerie07 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Scienze Storiche Prof.