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Lo sviluppo della capacità di mentalizzare

Il sviluppo della capacità di mentalizzare si basa sul contributo di diverse abilità cognitive e esperienze sociali. I correlati della teoria della mente, infatti, includono abilità linguistiche, conversazioni su stati mentali, la mind-mindedness materna e il gioco di finzione. Le funzioni esecutive sono abilità che permettono a un individuo di anticipare, progettare, stabilire obiettivi e attuare progetti finalizzati a uno scopo e adeguare il proprio comportamento alle nuove condizioni. Durante lo sviluppo si migliorano le funzioni esecutive e aumenta la capacità di impegnarsi in attività mentali, di ricordare gli obiettivi e compiere i passi necessari per realizzarli. Per seguire un obiettivo, il bambino deve ricordarne lo scopo. Queste abilità sembrano necessarie per risolvere i compiti di teoria della mente. Lo sviluppo del legame tra funzioni esecutive e teoria della mente non è stato compreso del tutto ma è stato solo

Ipotizzato sulla base di alcune osservazioni. Ad esempio i bambini di età prescolare hanno difficoltà ad attribuire stati mentali a se stessi e agli altri nello stesso periodo in cui manifestano problemi di autocontrollo. Quindi le tappe evolutive dello sviluppo dell'autoregolazione sembrano essere parallele a quello dello sviluppo della teoria della mente.

Inoltre, le funzioni esecutive comprendono processi cognitivi associati a operazioni della corteccia prefrontale in cui risiedono alcune attività di mentalizzazione. I deficit esecutivi limitano la capacità di esprimere le proprie competenze mentalistiche e difficoltà nella teoria della mente si accompagnano a difficoltà esecutive.

Nonostante i risultati promettenti, gli studi su tale rapporto sono ancora limitati. Tuttavia, il lavoro interculturale di Sabbagh e colleghi ha mostrato che le funzioni esecutive sono necessarie ma non sufficienti per risolvere compiti di teoria della mente (t.d.m.).

Benché esse consentano di capitalizzare i fattori necessariall'acquisizione della t.d.m, lo sviluppo di quest'ultima si nutre anche di esperienze sociali. Per comprendere meglio i meccanismi di tale rapporto (t.d.m e funz. esecutive), bisogna valutare i legami fra le funzioni esecutive precoci e le interazioni dei bambini con famiglia e coetanei.

I C SORRE LA T I OC IA LI

Le nuove ricerche si sono concentrate sulle differenze individuali e sugli aspetti socio emotivi dellacomprensione degli stati mentali. Le differenze di comprensione dei bambini sono connesse a vari fattori (sviluppo linguistico, dimensione della famiglia, stile genitoriale, classe sociale). Gli studi suicorrelati sociali della teoria della mente nell'infanzia sono eterogenei ma si riferiscono essenzialmente alla prospettiva teorica culturale di derivazione vygotskjiana, secondo cui i processi psichici hanno un'origine socioculturale e la cognizione si forma attraverso la partecipazione.alle pratiche sociali, e alla teoria dell'attaccamento, in cui l'acquisizione della teoria della mente è vista come parte di un processo intersoggettivo fra il piccolo e il caregiver.

3.1. L'attaccamento nella relazione madre-bambino

Nell'ambiente familiare il bambino sviluppa la sua capacità di comprensione sociale. Il primo ambiente relazionale è importante perché serve a dotare l'individuo di un sistema di elaborazione mentale che successivamente produrrà rappresentazioni mentali. Elisabeth Meins e Peter Fonagy hanno messo in relazione lo sviluppo delle capacità di pensare agli stati mentali con la qualità del rapporto di attaccamento del bambino alla figura che ne ha cura. Secondo Meins l'aspetto specifico della relazione madre-bambino è la propensione a trattare il figlio come un individuo dotato di mente, più che come di un portatore di bisogni da soddisfare. Tale propensione accresce per il bambino.l'opportunità di impegnarsi attivamente con gli stati mentali propri e altrui. Secondo l'autrice, la mind-mindedness influenza la capacità del bambino di interagire con l'altro a livello mentale. L'ipotesi è supportata dall'individuazione di associazioni positive fra diverse misure della mind-mindedness e della sicurezza di attaccamento e le successive prestazioni in compiti di falsa credenza e di comprensione delle emozioni. Il concetto di mind-mindedness amplia quello classico di sensibilità materna, ma i due concetti descrivono due aspetti distinti del comportamento della madre. Peter Fonagy contribuisce a portare il concetto della mentalizzazione anche al di fuori della relazione madre-bambino e definisce la funzione riflessiva del Sé come la capacità di riflettere sugli stati mentali e di ragionare sulle azioni in termini stati mentali, sull'impatto dei conflitti psicologici e sui limiti del controllo cosciente nel.

monitorare l'attività psichica. Tale capacità implica la predisposizione a ragionare sugli stati mentali, ma non necessariamente la capacità di comprenderli. L'abilità di mentalizzazione è una chiave fondamentale dell'organizzazione del Sé e della regolazione affettiva ed emerge nell'ambito di un legame di attaccamento sicuro. Il bambino capisce di avere sentimenti e pensieri attraverso l'apprendimento delle sue esperienze interne che ricevono risposte da parte della madre. L'emergere della mentalizzazione è radicata in questa relazione di rispecchiamento con il caregiver, e la sua risposta implica la capacità di non essere sopraffatti dall'angoscia, ma di gestirla. L'interpretazione della madre dello stato mentale del piccolo favorisce in lui la simbolizzazione del proprio stato interiore e una migliore regolazione affettiva, cioè la capacità di modulare gli stati affettivi, connessa con

il bambino deve nascondere una moneta sotto uno dei tre bicchieri e far credere all'altro giocatore che la moneta si trovi sotto un bicchiere diverso da quello effettivamente scelto. Questo compito permette di valutare la capacità del bambino di comprendere che gli altri possono avere credenze errate rispetto alla realtà. 4.2. La teoria della mente e l'empatia La teoria della mente si sviluppa anche attraverso l'empatia, cioè la capacità di comprendere e condividere le emozioni degli altri. L'empatia permette al bambino di mettersi nei panni degli altri e di comprendere i loro stati mentali. Questa capacità si sviluppa grazie alle interazioni sociali e alle esperienze di condivisione emotiva. 4.3. L'importanza delle relazioni interpersonali Le relazioni interpersonali giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo della teoria della mente. Attraverso le interazioni con gli altri, il bambino impara a comprendere che gli altri hanno stati mentali diversi dai propri e che possono avere credenze e desideri differenti. Le relazioni affettive sicure e stabili favoriscono lo sviluppo di una buona funzione riflessiva e di una maggiore sicurezza emotiva. In conclusione, lo sviluppo delle capacità di mentalizzazione avviene attraverso le relazioni interpersonali e l'empatia. La teoria della mente si evolve grazie all'esperienza di comprendere e condividere gli stati mentali degli altri.vengono valutati i seguenti aspetti:
  • Se la moneta viene nascosta dietro la schiena in modo che non sia visibile allo sperimentatore;
  • Se entrambe le mani sono portate in avanti per essere mostrate allo sperimentatore;
  • Se entrambe le mani sono tenute chiuse di fronte allo sperimentatore;
  • Se la moneta risulta nascosta e non visibile nella mano.

Per ogni sessione viene attribuito un punteggio per ogni condizione soddisfatta.

4.2. La produzione del gioco di finzione

La produzione del gioco di finzione consiste nel fornire al bambino materiale ludico più o meno realistico e nel valutare la sua capacità di produrre con esso un gioco di finzione. Il compito prevede tre condizioni: una di base in cui il bambino ha a disposizione due oggetti realistici, una di sostituzione singola in cui il bambino dispone di un oggetto realistico e uno astratto, e una di sostituzione doppia in cui il piccolo ha due oggetti astratti. Per ogni condizione si osserva:

La capacità del bambino di usare il materiale per produrre il gioco di finzione, fornendo tre diversi gradi di sostegno: dimostrazione (sostegno minimo: "mostrami come si gioca"), modellamento (sostegno medio, lo sperimentatore mostra come si gioca) e suggerimento (sostegno massimo: suggerimento verbale "dai da mangiare al cavallo"). Per ogni grado di sostegno viene assegnato un punto se il piccolo produce azioni di finzione nei 10 secondi successivi.

Il compito chiamato "Can't sleep story" è una versione semplificata di una prova di falsa credenza realizzata con il supporto di un libro illustrato e di un pupazzo. In ogni pagina del libro l'attenzione viene richiamata su un cerchio nero simile ad un occhio che spunta da un buco della pagina e che nell'ultima pagina viene notato come una macchia della pelle di un serpente. A questo punto viene chiesto al bambino cosa credeva fosse.

Quella macchia prima di girare la pagina è (domanda di falsa credenza e di controllo). Poi viene introdotto il pupazzo e si chiede al bambino cosa il pupazzo penserà di quella macchia e cosa in realtà è. Viene poi attribuito un punteggio per ogni domanda solo se si risponde correttamente alla domanda di controllo.

Negli ultimi quindici anni la ricerca si è concentrata sullo studio delle prime manifestazioni di teoria dellamente, indagando ciò che avviene nello sviluppo evolutivo prima dei 2 anni per individuare i possibili precursori della teoria della mente. Le procedure di osservazione sviluppate hanno documentato la relazione fra alcune abilità infantili e il successivo sviluppo di capacità mentalistiche. Questo filone di ricerca sarà probabilmente affiancato dallo studio sulla presenza di una teoria rappresentazionale dellamente in un'età precedente.

ai canonici 4 anni (già la falsa credenza è stata anticipata ai 2 anni). Sono state elaborate, infatti, alcune tecniche che consentono di verificare l'esistenza della teoria della mente senza ricorrere al linguaggio e che sono quindi particolarmente indicate per l'indagine sui bambini con deficit linguistici o cognitivi (es. autismo), in quanto adattate alle capacità del bambino. Nuove prospettive di diagnosi e terapia dell'autismo provengono dagli studi sui correlati neuronali dell'attività cognitiva: si ritiene che i neuroni specchio possano contribuire alla teoria della
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Publisher
A.A. 2012-2013
31 pagine
8 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Anto1412 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Basilicata o del prof Mininni Giuseppe.