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VANTAGGIO LINGUISTICO
“Breve storia dell’Italia unita” è il libro in cui Tullio De Mauro mostra la diffusione dell’italiano nella comunità nazionale: come la comunità nazionale è passata dall’essere pluriforme (tanti dialetti), ad essere italofona nella sua competenza linguistica. È bastato circa un decennio a far sì che la lingua italiana fosse nota e padroneggiata dalla maggior parte degli italiani. La lingua è diventata nazionale grazie al fatto che bambini hanno visto in televisione e poi da adolescenti hanno parlato. Una alta fruizione televisiva comporta l’apprensione del codice linguistico. La preoccupazione che gli psicologi hanno è che le tecnologie portino conseguenze. Il rapporto con i media è un rapporto difficile che bisogna affrontare con un atteggiamento critico, come ci viene suggerito da Umberto Eco. Con questo atteggiamento critico ci si pone il problema di indagare le
conseguenze che i media comportano nello sviluppo umano. Le risposte a questa domanda sono state molteplici. All'inizio, e tendenzialmente questo "paradigma degli effetti certi" permane, si pensava che i media una volta che catturano le menti (catturano richiama lo scenario bellico), una volta che vanno a bersaglio lo colpiscono e lo modificano. All'inizio si pensa che il rapporto tra le menti e i media sia asimmetrico, che le menti sono passive e soprattutto inconsapevoli, non si accorgono delle trasformazioni che subiscono (i bambini che vedono tanta televisione hanno delle trasformazioni nel loro sviluppo ma non se ne accorgono). Ad un certo punto questo modo di rispondere alla domanda comincia a non essere così sicuro, alcuni cominciano a mettere in dubbio che effettivamente ci sia un tale potere dei media rispetto alle menti. Il filone di ricerca che ha permesso di ritenere che gli effetti dei media sulle menti siano limitati, è psicologico, dovuto ad.Hovland il quale avvia questa ricerca sul cambiamento degli atteggiamenti. Ha permesso di introdurre la nozione di atteggiamento, nozione importante per capire il funzionamento dell'mente. La mente ha degli atteggiamenti e a volte le condotte umane sono in difficoltà perché nella mente si crea una discordanza tra gli atteggiamenti finché non prevale uno sull'altro. L'atteggiamento è una serie di credenze valorizzate sul piano affettivo (comportano un vissuto emotivo particolare a favore o sfavore dell'oggetto). Un tipo di effetto che si può avere quando i media tentano di informare l'uomo su quello che accade. Compito anche del/la maestro/a è quello di far crescere nei bambini la considerazione dell'importanza dell'informazione. Utilizzare i giornali come materiale di acculturazione in classe è rilevante per guidare la capacità dei bambini e distinguere il vero dal falso, in maniera tale da potersi.Muovere da sole nel are delle informazioni. È importante rendersi conto che la costruzione di notizia - news making, processo in cui si costruisce la notizia - risponde a precisi meccanismi psicologici:
- SELEZIONE: la realtà, essendo estremamente ricca, complessa, numerosa, non tutto diventa rilevante a tal punto da diventare notizia. L'operazione istitutiva di una notizia è il risultato di un'operazione di selezione. Ciò che guida il funzionamento mentale è l'attenzione per determinate attività; l'attività di multitasking è possibile quando i compiti sono diversi. L'attenzione, in quanto selettiva, contiene un punto di attacco sullo sfondo mentre si orienta sulla figura, tanto che se dallo sfondo arriva un'informazione importante, allora si sceglie di cambiare l'attenzione. L'attenzione contiene sempre un vincolo di selezione.
- VALORIZZAZIONE: non tutte le notizie hanno lo stesso valore.
C'è un "agenda setting" che determina quali notizie sono più importanti di altre. L'agenda risponde al bisogno della mente di dare ordine e valore alle cose in base a diversi fattori.
- Localizzazione/organizzazione spaziale, indizio di valore generico. Nell'informazione cartacea conta lo spazio della notizia che si può trovare in prima o in terza e di conseguenza ha diversa rilevanza.
- Temporizzazione. Nell'informazione radio o televisiva, cosa quello che si dice/mostra prima.
- Ampiezza della notizia. Quantità di spazio e di tempo dedicati alla notizia.
- Grandezza del carattere.
- Ricchezza di sistemi di segni. Riportando solamente a voce una notizia, questa ha un certo peso; se invece in una notizia scritta si riportano foto, grafici, quella notizia sarà più importante della precedente.
- Dialogicità. Se in una notizia intervengono esperti contrapposti che confrontano le loro opinioni, la notizia è
importante; se il confronto non è, la notizia è meno rilevante. Ad esempio, questi indizi di valore mostrano il bisogno della mente di sapere di che cosa occorre essere informati, ma anche che valore bisogna dargli.
III. NOTIZIA COME RACCONTO: la notizia si costruisce tendenzialmente come un racconto. I giornalisti "raccontano il mondo", fanno riferimento al modulo narrativo dei testi. Per capire questo bisogna avere chiara la distinzione tra testo narrativo e descrittivo:
a. Testo narrativo
- voce narrante, punto di vista che valuta quello che si dice;
- matrice temporale, si presenta un mondo che ha un certo ordine temporale;
- presenza di azione da parte di attori ed agenti;
- struttura dell'intreccio/fabula e della peripeteia - momento in cui l'ordine stabilito subisce un crollo, che l'eroe cerca di stabilire.
b. Testo descrittivo
- presentazione del mondo nell'assoluto, la prospettiva singolare è oscurata;
- non è richiesto
pubblica, ci si riferisce ad aspetti della realtà su cui è possibile avere più opinioni, per i quali esiste anche un'opinione minoritaria. Ci sono aspetti della realtà su cui abbiamo delle conoscenze autorizzate, certe, scientifiche che possono anche essere messe in dubbio se la scienza progredisce, con i criteri della scienza. L'opinione maggioritaria è detta pubblica per il riferimento implicito ad un aspetto psicologico, è sostenibile in pubblico, che autorizza la persona a sostenerla senza timore di essere ostacolato, ridicolizzato. La sua funzione è estremamente importante nella storia perché emersa in connessione con la stampa. Altro ambiente mediatico importante che ha un impatto anche sullo sviluppo infantile, è il testo pubblicitario, la cui connessione ha prodotto delle indagini. La pubblicità è un testo orientato alla persuasione, la cui natura consiste nell'influenza del comportamento. Gli
spot pubblicitari inseriscono nella loro composizione anche riferimenti all'infanzia, per cui rientra nella strategia complessiva, quella di mostrare che i bambini possono essere attori di persuasione.
Persuadere è il tentativo di ottenere l'assenso dell'altro, il consenso dell'altro. Nel meccanismo persuasorio c'è lo sforzo di portare l'altro dalla propria parte assumendo la propria parte come valida, giusta, dove il persuasore assume di avere già fatto la ricerca e di aver già ottenuto la posizione più valida, si tratta solo di portare l'altro dalla sua parte.
Convincere l'altro invece indica che si può mostrare che si può vincere insieme. Convincere l'altro vuol dire anche poter mettere in discussione la posizione di partenza in un percorso fatto insieme con l'altro, per arrivare insieme a condividere una posizione. Nella pratica del convincimento, chi vuole convincere vuole fare
insieme una ricerca sulla posizione migliore da assumere in modo che tutti e due la condividano. La pubblicità è una strategia di persuasione. Nella pubblicità o propaganda politica, il meccanismo di persuasione funziona indirizzando la mente su due percorsi: 1. percorso centrale: la pubblicità deve fornire il più possibile conoscenza; 2. percorso periferico: percorso più marginale, è sufficiente il ricorso ad un testimonial. In alcuni casi, la mente per essere persuasa deve compiere un processo di elaborazione analitico, dettagliato, di tutto ciò che riguarda un certo oggetto. L'idea che sostengono Petti e Cacioppo, psicologi che hanno pubblicato "Il modello duale della persuasione", mostra che la pubblicità opera in maniera differente a seconda della merce pubblicizzata. Una ricerca ha mostrato la differenza di capacità di memoria, sia rispetto agli spot che alle immagini pubblicitarie, dove sembrerebbe che ibambini di scuola primaria abbiano più capacità di memoria nel ricordare spot pubblicitari rispetto agli adulti, ma ciò non è sufficiente a sostenere che i bambini la capiscano. La ricerca documenta che i bambini possono memorizzare qualcosa che non capiscono, poiché è ancora in una fase di sviluppo della mente egocentrico, secondo l'approccio piagetiano. La comprensione del testo pubblicitario è indipendente dalla memoria."Perché c'è lo spot? - le risposte possibili:
- A 5 anni, i bambini mostrano una totale incomprensione di cos'è la pubblicità; le spiegazioni date sono incentrate sulla propria esperienza durante il momento della pubblicità.
- A 7/8 anni i bambini mostrano che qualcuno vuole darci informazioni sugli oggetti, risposta con un livello di comprensione più elevato, ma pur sempre inadeguata perché il bambino non coglie lo scopo persuasorio del