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L’aggressività porta ai sensi di colpa e questo spesso rende intollerabile parlare di tali sentimenti ritenuti

fisicamente nocivi e distruttivi. Sarà quindi importante aiutare il paziente a comprendere la differenza tra

fantasie e pensieri aggressivi e azioni reali affettivamente aggressive. Questo ridurrà il senso di colpa e di

responsabilità verso i propri pensieri. Associato al senso di colpa sono poi le aspettative punitive da parte degli

altri e le autopunizioni. Spesso la rabbia verso gli altri si trasforma in castrazione verso se stessi, intesa come

sentirsi impotenti, e questo porta alla frustrazione al sentirsi continuamente in pericolo di abbandono, rifiuto e

derisione.

Spesso l’aggressività viene ricondotta anche alla competizione: a causa delle esperienze di rabbia precoce, i

soggetti depressi sono molto sensibili ad ogni forma di fantasie aggressiva o di attacco verso l’altro e la

competizione può essere intesa come tentativo di danneggiare, distruggere e umiliare l’altro. Anche la

competitività, quindi, viene rifiutata e negata, o se lo si è ci si sente in colpa. T, per esempio, era molto

competitivo con il fratello che assorbiva tutte le attenzioni dei genitori, ma allo stesso tempo si sentiva in

colpa di essere stato così arrogante con lui e aveva paura che il suo comportamento avesse portato il fratello

ad una vita di fallimenti a causa di una bassa autostima. Questo creava in T dei sensi di colpa che lo portarono

a convincersi che non era giusto che lui avesse una vita migliore del fratello e che quindi doveva autopunirsi

in qualche modo In ambito lavorativo, il simbolo del suo successo, T aveva rinunciato ad espandere il suo

campo d’azione o a suggerire idee creative al capo, insomma aveva evitato di essere troppo bravo e

competitivo sia come autopunizione sia per vivere più serenamente il rapporto con i colleghi.

L’affrontare i temi legati all’aggressività porta i pazienti a sentirsi gradualmente più sicuri nella loro

espressione e questo li rende più assertivi, ad esprimere in modo chiaro ed equilibrato le proprie emozioni, e 14

questo migliora di solito le relazioni. T, per esempio, decise di parlare alla moglie della sua paura del

tradimento e essa reagì aumentano l’affetto nei suoi confronti; il paziente si stupì del risultato. L’esempio di T

è un esempio classico: a causa dei sentimenti e delle fantasie aggressive in infanzia verso le persone amate il

paziente si sente in colpa e abbassa di più la sua autostima, temendo anche eventuali punizioni e ritorsioni. La

comprensione di queste dinamiche ha però permesso la liberazione e l’espressione di tali sentimenti in modo

adeguato, sollevando il soggetto dal senso di impotenza, frustrazione e inadeguatezza.

I sentimenti aggressivi, vissuti come distruttivi, vengono rivolti al sé in modo da alleviare il senso di colpa

legato alla paura di provocare danno agli altri. È possibile anche che il soggetto si identifichi con l’altro,

sviluppando reazioni negative ad ogni aspetto del sé che sia simile a ciò che viene odiato. In ambito

terapeutico sarà importante individuare gli attacchi rivolti al sé e portare il paziente a comprendere la loro

gravità e disfunzionalità. Ciò sarà possibile indagando il significato nascosto dietro e autoaccuse, la sua

origine, e il modo in cui le persone potenzialmente aggressive vengono rappresentate.

W, per esempio, racconta di come la madre fosse molto rigida, di come lo punisse per ogni minima infrazione

delle proprie regole e che dava amore e affetto solo quando il bambino si adeguava alla sua volontà. W riesce

a collegare queste esperienze con il fatto di essere molto rigido con i suoi dipendenti (ha uno studio legale) e

di togliere affetto a chiunque mostri un minimo disappunto nei suoi confronti. Allo stesso tempo, avendo

subito l’impatto negativo di tale comportamento della madre, W si sente in colpa per i sentimenti che prova

verso i suoi colleghi e quindi rivolta verso di sé la rabbia. Egli ha paura che mostrando la sua rabbia rimarrà

solo, e allora sfoga tutto verso di sé, trascurandosi, fumando molto, non essendo assertivo in ambito lavorativo

e quindi compromettendo ogni forma di relazione con i colleghi. Riconoscere che tali comportamenti avevano

in realtà il significato di autodistruggersi per punire e vendicarsi rispetto ai genitori, permise a W di

comprenderne la natura irrealistica, di comprendere che stava facendo solo del male a se stesso e soprattutto

che era improbabile che il manifestare in modo adeguato la sua rabbia verso i colleghi avrebbe provocato in

loro lo stesso risentimento che W provava verso la madre. Questo gli permise di ridurre i comportamenti

autodistruttivi e migliorare le relazioni.

Super –Io severo e senso di colpa

A causa della vulnerabilità e della rabbia, spesso i soggetti depressi sviluppano forti vissuti di indegnità, colpa

e vergogna che li portano ad eccessiva autocritica e autopunizione di comportamenti aggressivi, competitivi

ma anche di eccessiva sensualità. Alcuni pazienti, invece, non sembrano essere consapevoli dei sensi di colpa

e ma sembrano invece esserlo dei sentimenti di rabbia verso i genitori che però ritengono assolutamente

giustificati; nonostante ciò mostrano comportamenti inconsci di autodistruzione.

Alla base di tali comportamenti c’è il concetto di Super-Io severo che si identifica come un incontrollabile

senso di condanna continua. Il Super-IO è una struttura psichica interna che svolge 3 funzioni:

- Di giudizio: valutare se i comportamenti e i pensieri sono accettabili e moralmente sostenibili o, al

contrario, pericolosi per sé e gli altri

- Di limitazione: limitare i comportamenti ritenuti inadeguati inibendo gli impulsi

- Di ricompensa o punitiva: riguarda la responsabilità sulle proprie azioni e quindi prevede la presenza di

punizione in caso vengano infrante delle norme morali.

La punizione può assumere la forma di senso di colpa o di comportamenti autodistruttivi che di solito sono

inconsci. La presenza dell’Super-Io severe può essere spiegata da diverti tipi di esperienze infantili:

- Internalizzazione di accuse di genitori percepiti come eccessivamente punitivi, accusatori o esigenti

- Genitori frustranti e incapaci di premure e affetto verso i quali si sviluppano fantasie aggressive. In questo

caso si immagina che la rabbia possa andare fuori controllo e creare un reale danno ai genitori, quindi deve

essere repressa e punire. Questo porta ad inibire o limitare eccessivamente qualsiasi pensiero venga

ricollegato a quelle fantasie 15

- Impulsi ostili e competitivi verso genitori percepiti come fisicamente e psicologicamente fragili, nei

confronti dei quali tale aggressività può essere deleteria

- Genitori troppo indulgenti che portano i figli a pensare che se facessero qualcosa di grave e sbagliato,

comunque potrebbero farla franca. Questa mancanza di regole e punizione porta il soggetto ad

un’eccessiva limitazione degli impulsi aggressivi e sessuali come comportamenti compensatori,

trasformandosi in eccessiva scrupolosità

Sarà importante indagare la specifica funzione che il Super-Io severo svolge per il soggetto, comprendendo i

suoi comportanti punitivi e alleviando, così, i sensi di colpa.

Lavorare con il Super-Io severo

Un primo passo è quello di aiutare i pazienti a riconoscere i sentimenti nascosti di colpa e autopunizione nei

loro comportamenti e sentimenti depressivi. Spesso esaminare questi temi è abbastanza illuminante per il

paziente poiché l’autodistruzione li porta a punirsi per ogni aspetto positivo ed ogni successo della loro vita

poiché non meritato e frutto di inaccettabili comportamenti e sentimenti; allo stesso tempo essi non riescono a

capire perché si sentono così tristi e depressi se hanno avuto un successo oggettivamente riconosciuto.

Spesso i sentimenti depressivi vengono usati in senso protettivo: se mi sento in colpa per i miei sentimenti

aggressivi e ho paura di essere punita e abbandonata dagli altri, mi autopunisco con i sentimenti depressivi in

modo da essere così impotente e fragile da non poter essere attaccata dagli altri( caso della donna che era

molto arrabbiata con un amica, ma quando si accorse che forse lei aveva compresa il suo astio cadde in

depressione ed evitò di vedere di nuovo questa persona).il terapeuta dovrà lavorare per rendere consci i sensi

di colpa e quindi spiegare che è il paziente stesso che si punisce e “crea” la sua depressione ed impotenza

come comportamento compensatorio. L’obiezione classica di questi tipo di pazienti è il fatto di sentire di

essere impotenti, di sentire che ciò sia inevitabile, e non che ciò sia creato da se stessi e quindi reversibile e

controllabile. Spesso è utile spiegare il concetto del super-io severo o comunque l’idea che non sempre i

contenuti della nostra coscienza sono consci, che essa si forma nell’infanzia e può avere caratteristiche molto

irrazionali. Per esempio, per una paziente il comprendere il concetto di super-io giudicante come

interiorizzazione delle continue accuse e critiche della madre permise di ammettere che in lei ci fossero delle

fantasie di colpa e punizione che poteva agire fuori dal suo controllo.

Ora che la speranza ci fantasie di colpa è stata resa consapevole, si passerà ad esplorare il contenuto di tali

fantasie. Z scoprì che l’avere successo nel suo ambito lavorativo, quello artistico, significava in qualche modo

superare e umiliare la figura della madre, che aveva avuto una vita poco ricca di occasioni e frustrante. A

causa di ciò, Z non riusciva ad accettare i suoi successi, poiché rivelavano un atteggiamento aggressivo e

competitivo verso il genitore. Spesso i sensi di colpa sono talmente forti che per quanto il soggetto ne

riconosca la presenza non è comunque in grado di parlare apertamente delle proprie fantasie. Al terapeuta sarà

allora utile un approccio empatico che verbalizzi, per il paziente, le possibili reazioni di rabbia giustificate dal

comportamento dei genitori di quest’ultimo o di altre figure significative. In questo modo il paziente allevierà

la sua colpa poiché percepirà che essa può avere un senso e può essere condiva anche da altri.

Alcuni pazienti mostrano delle improvvise ricadute e non solo conseguentemente ad una riduzione dei

farmaci. Si ritiene che ci siano alcuni fattori caratteriali, dei tratti caratteristici che creano una propensione alle

ricadute, che conducono verso sentimenti depressive e distimici. Per esempio, l’istaurarsi del Super-io severo

porta il soggetto alla tendenza all’inibizione e alla limitazione, quindi anche a limitare il proprio piacere,

l’impossibilità di godere delle cose positive della vita, soprattutto nell’ambito della ses

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
26 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Atreyu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Madeddu Fabio.