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TRASCURARE LA TRASCURATEZZA: IL CONTRIBUTO DI NEUROSCIENZE,
TEORIA DELL’ATTACCAMENTO E PSICOLOGIA EVOLUTIVA ALLO SVILUPPO
DELLA TECNICA PSICOANALITICA
Introduzione
I bambini trascurati ricevono scarsa attenzione dei genitori e delle figure di cura, e finiscono perfino
con l’essere doppiamente deprivati, poiché non accedono a cure disponibili per loro ma di cui non
sono a conoscenza. Inoltre tendono ed essere ignorati o trascurati anche dagli adulti e dagli altri
professionisti, compresi quelli che si occupano di salute mentale, cosicché si arriva a una tripla
deprivazione. A differenza dei bambini che hanno subito abusi o violenze conclamate, i cui agiti,
sono molto difficili da ignorare, i bambini trascurati sembrano spesso piatti e privi di vitalità, con
menti che funzionano spesso in modo pedestre. Di solito non chiedono aiuto e sembra che non ne
abbiano bisogno. La traiettoria evolutiva che segue alle trascuratezze emozionali é spesso piuttosto
diversa da quelle del trauma evidente, e difatti la prognosi può essere più severa, oltre il fatto dei
bambini trascurati possono facilmente essere dimenticati: lontano dagli occhi lontano dalla... mente.
Alcuni concetti psicoanalitici
Nelle psicoanalisi con gli adulti viene impiegato il concetto di normotico per descrivere pazienti che
visti come non nati dal punto di vista psicologico, che sono spesso cresciuti in famiglie dove i loro
sé reali non sono stati rispecchiati o facilitati, con genitori poco vigili rispetto alla realtà interna dei
loro bambini. Il paziente normotico, mostra scarsa capacità di introiettare un oggetto, di identificarsi
con l'altro o di entrare in empatia. Tali pazienti possono essere stranamente privi di oggetto, e
piuttosto che proiettare un senso di morte, potremmo dire che sono psicologicamente insensibili,
cosicché le parole piene di significato da loro espresse con vitalità ed energia possono essere in un
attimo private di significato. Tali pazienti non attaccano il legame in quanto non hanno ancora
sviluppato sufficienti legami psicologici, cosa che pare vada di pari passo con la mancanza di
connessioni sinaptiche, in particolare tra gli emisferi destro e sinistro del cervello, viene descritta
una categoria di pazienti simili e che si chiamano normopatici, ai quali manca una reale vita
affettiva, sono descritti come coperti da una corazza armata, e non sembrano essere mai diventati
psicologicamente vivi.
Bambini trascurati: provare a capire il gruppo
Non esistono categorie diagnostiche chiare per descrivere il tipo di undraw-ness, quell'essere senza
presenza, ma quella che si avvicina di più è la variante sottotipo inibito/ritirato del Disturbo
Reattivo dell'Attaccamento (RAD), descritto da DSM-IV-TR e ICD-10 come un disturbo
caratterizzato da ritiro emozionale, con scarsa propensione all'interazione sociale e ridotta
esplorazione in generale. Questi soggetti mostrano emozioni "smorzate" e dunque non esprimono
molto affetto o bisogno di conforto. Questo disturbo si osserva in molti bambini istituzionalizzati e
trascurati, e tuttavia le categorie diagnostiche descrivono solamente una forma di trascuratezza
estrema e, cosa strana, non includono, per esempio, i Disturbi Pervasivi dello Sviluppo. La
trascuratezza, come la maggior parte dei sintomi ovviamente, si presenta di rado in forma pura.
Esistono diversi tipi di trascuratezza emozionale, un esempio meno estremo si osserva in alcuni
bambini classificati come evitanti in termini di attaccamento e che mostrano sintomi simili. Nel test
della strange situation essi si comportano come se non gli importasse che le madri li lasciano, la
loro fisiologia se ne libera. Noi non vediamo la loro sofferenza, e sembra che non sanno di soffrire,
poiché a loro manca (o hanno perso) la capacità di leggere i propri segnali emozionali e corporei. In
altre parole, i loro mondi emozionali sono stati trascurati e loro stessi continuano a trascurarli.
Sappiamo che le figure di cura di bambini evitanti tendono a mostrare quello che viene definito uno
stato mentale distaccato, e quando descrivono le proprie vite, i racconti sono brevi e privi di dettagli
o colore. Quando raggiungono l'età scolare, i bambini evitanti hanno una minore capacità di
empatia, non consolano gli altri bambini che piangono, tendono a non iniziare l'interazione e hanno
pochi amici. Una ricerca ha dimostrato che i bambini con attaccamento sicuro hanno minore
probabilità di diventare alessitimici (privi di contatto con le emozioni) rispetto a bambini insicuri.
Un simile deficit nell’elaborazione dell’affetto, nella "capacità di agire" e nella vivacità, e spesso
rilevato nei figli di madri affette da depressione postnatale. Tali bambini mostrano un senso di sé
maggiormente appiattito e passivo mano a mano che crescono.
Con l’impiego dell’esperimento dello still face, volto immobile, di Tronick, si dimostra che i
neonati di madri depresse reagivano appena quando le madri iniziavano a tenere il volto immobile. I
neonati di madri depresse si aspettano madri piatte e meno vive nel rapporto con loro, se la
relazione madre-bambino è priva di contatto, il traffico psicologico tra le menti si è quasi interrotto
e i bambini trascorrono la maggior parte del tempo in un mondo tutto loro.
Sentimento di morte e vita
Sentiamo facilmente di fallire nel lavoro con questi pazienti difficili da raggiungere. Mondi interni
piatti, mancanza di fantasia a gioco immaginario, scarsa empatia: tutto contribuisce a rendere le
sedute poco gratificanti. In pazienti di questo tipo le funzioni dell'emisfero destro emotivo non sono
ben connesse all’emisfero sinistro, sede del pensiero più logico e razionale. Questi bambini a volte
sono logici, ma hanno poca profondità emozionale. I bambini trascurati, e forse in particolare quelli
classificati come evitanti, hanno un sistema nervoso attutito, l’opposto di quello dei bambini
iperattivi e che mostrano agiti, il cui sistema nervoso simpatico e molto sviluppato. Al contrario dei
bambini che hanno subito traumi o intrusioni, non devono preoccuparsi degli altri eccessivamente,
nei confronti dei quali hanno poche aspettative, e si concentrano piuttosto sul mantenimento della
propria omeostasi corporea.
Sostenere il pensiero, l’empatia e la libertà interna
Hanno notevole importanza gli atti di libertà interna, e il lavoro interiore portato avanti
mentalmente durante le sedute, che è elemento assolutamente cruciale per conservare la vitalità.
Bisogna rimanere costantemente in guardia per evitare la trappola di un lavoro che sembri
psicoterapia, ma che è, di fatto, una forma di pseudo-terapia. E’ difficile alimentare una posizione
empatica e gestire i sentimenti che vengono suscitati in noi, quali il senso di inutilità e di noia. Il
compito principale e più importante è quello di non farsi distruggere; non da un’aggressione
concreta da parte del paziente, ma dal rischio di essere distrutti che si corre se il terapeuta non è
presente qui ed ora della seduta. Molto facilmente cadiamo in un mondo morto analogo al loro e
non è il risultato dei sentimenti di morte che proiettano su di noi, ma è piuttosto una forma di
sensibilità al ruolo, un rispecchiamento inconsapevole delle esperienze e dei gesti del paziente, che
possiamo chiamare anche contagio emozionale, per il quale i nostri neuroni specchio svolgono una
mole centrale. Quelli che sembrano interventi terapeutici effettuati con le migliori intenzioni, sono a
volte vie di fuga dal contagio emozionale derivato dal vivere nel mondo tagliato fuori di un
paziente. Questo é un paradosso, poiché abbiamo entrambi bisogno di alimentare un atteggiamento
empatico e di non farci risucchiare troppo dal sentimento mortifero dei pazienti, sebbene questi
pazienti spesso non colgono la nostra empatia, e l’empatia é spesso l'ultimo dei sentimenti che si
prova per questi pazienti, diventa dunque una sfida impegnativa utilizzare il controtransfert con
l’intento di aiutarli. Se vogliamo aiutare i bambini trascurati a svilupparsi, dobbiamo
necessariamente tollerare anche i sentimenti meno facili. Quando pazienti cosi insensibili
cominciano a sciogliersi o a tornare alla vita, spesso percepiamo aggressività o sadismo, che sono
difficili da tollerare. Tuttavia, ironia della sorte, proprio l’espressione di aspetti così sgradevoli delle
loro personalità può costituire parte della loro salvezza, la loro reale linfa vitale. Occorre un
approccio terapeutico mirato ad autorizzare qualunque cosa vi sia nel paziente, nel modo più
inclusivo possibile. Alcuni pazienti psicopatici hanno in realtà bisogno di comportarsi da psicopatici
mentre sono in cammino verso il raggiungimento di un apparire più onesto e depressivo. Se
interpretiamo le loro azioni e impulsi come distruttivi o aggressivi in modo affrettato e con un vago
sapore di giudizio, allora si perde una possibilità di evoluzione. Freud sosteneva qualcosa di simile
quando diceva che dobbiamo accettare gli impulsi dell’Es che potranno poi essere messi al servizio
dell’istinto di vita. A volte il disagio di fronte ad aspetti distruttivi o crudeli della personalità
conduce a pseudointerpretazioni, che di fatto frustrano lo sviluppo di qualcosa di più ricco di
sentimenti e vivo. A volte, quando qualche elemento congelato inizia a sciogliersi, al suo posto
potrebbero manifestarsi tratti per noi ripugnanti, e poterli tollerare costituisce una pietra miliare del
suo sviluppo, senza liberare alcun mostro psicopatico. Una parte importante di questo lavoro
consiste nell’incoraggiare la vitalità, e la psicoanalisi ha dimostrato che la vita non è sempre bella o
piacevole.
Piacere e godimento
I bambini trascurati in genere hanno conosciuto queste emozioni molto poco, manca loro la capacità
di agire, e non credono di poter diventare partner attivi di interazioni sociali. La ricerca infantile
spiega come ai neonati piaccia essere causa di eventi, sia che si tratti di produrre un suono tirando
un filo o far venire la mamma con un grido o una risata. L'imitazione del neonato è un esempio
tipico, così come lo sono i tentativi attivi di regolare l'altro, o la giocosità. Quando tutto procede
bene, i neonati partecipano attivamente alla vita sociale sin dall’inizio, e questa diventa
un'esperienza di comunicazione con l'esterno spesso gioiosa, e non solo una regolazione emozionale
o il contenimento del dolore psichico. I bambini trascurati mostrano raramente la capacità di
provare questo tipo di godimento. Se con certi bambini deprivati interpretiamo frettolosamente
come una difesa quello che vediamo, otteniamo solo di sgonfiare i pazienti. Alcune recenti ricerche
suggeriscono che è utile che un bambino si veda leggermente più sicuro di quanto sia, poich&