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La fase conclusiva del colloquio clinico
Durante la fase conclusiva, informa il paziente che il tempo a loro disposizione sta per terminare e fornisci ulteriori informazioni in modo da spingerlo a introdurre nuovi argomenti valutati con attenzione. Fissa un nuovo appuntamento per il colloquio successivo. L'obiettivo è formulare una diagnosi secondo i criteri del DSM-IV, informando il paziente sulla natura ed entità della sua malattia e valutando la sua reazione al momento della diagnosi. Discuti anche sulle strategie terapeutiche a cui sarà sottoposto, considerando l'aderenza alla terapia, da cui dipende il successo del trattamento. Le tecniche di sostegno sono utili per condurre un colloquio clinico efficace. Queste tecniche consentono di costruire un ottimo rapporto medico-paziente, utilizzando domande a risposta libera o domande aperte. Alcune di queste tecniche includono la riflessione e il riepilogo, in cui il medico periodicamente fa dei riassunti o ripete tutte le informazioni date dal paziente con lo scopo di far capire al paziente che è ascoltato e compreso.stato attento ed ha compreso i suoi problemi.- Facilitazione: il medico invita il pz a continuare il suo discorso mediante il linguaggio verbale (continui pure!) e il linguaggio non verbale (annuire con la testa), mostrando interesse, attenzione e partecipazione al colloquio.
- Rinforzo positivo: il pz deve sentirsi a suo agio senza temere la reazione e i giudizi del medico in modo da affrontare gli argomenti che gli suscitano dei sentimenti particolari.
- Rassicurazione vera sincera: il medico può affermare di "rendersi conto della situazione che sta vivendo il pz e che farà tutto il possibile per aiutarlo" rassicurare il pz, aumentare la fiducia nei suoi confronti e migliorare la compliance.
- Silenzio: consente al pz di distaccarsi emotivamente da quanto emerso dal colloquio e di assimilare ciò che gli viene detto dal medico. Alcune volte il silenzio rappresenta una forma di resistenza verso il medico che, a sua volta, può
Interrompere chiedendo al paziente cosa sta pensando: interpretazione: consente al paziente di comprendere le motivazioni e significati dei suoi comportamenti, sentimenti e pensieri, consentendogli di comportarsi o reagire in modo diverso e consente al medico di valutare il tipo di relazione che si sta stabilendo con il paziente.
Transizione: il medico guida il paziente nel passaggio da un argomento ad un altro, in base agli elementi emersi durante il colloquio.
Autorivelazione: alcune volte il medico può rivelare al paziente alcune informazioni sulla sua vita per farlo sentire più a suo agio o per rispondere alle domande fatte dal paziente (è sposato?, ha figli?).
Riconoscimento delle emozioni: il medico deve saper riconoscere le emozioni del paziente e deve aiutare il paziente a non sentirsi imbarazzato o a temere le reazioni del medico.
Confronto: il medico deve richiamare l'attenzione del paziente su particolari aspetti emersi durante il colloquio ma trascurati, sminuiti o negati dal paziente.
aiutando il pz ad affrontarli. Spiegazione: il medico deve spiegare al pz con un linguaggio semplice e comprensibile l'iter e l'eventuale impressioni cliniche, diagnostico piano terapeutico, consentendo al pz di replicare e fare domande, utile soprattutto nella fase conclusiva del colloquio. Consigli: bisogna dare consigli solo quando ha realmente capito le problematiche del pz o se sono richiesti in maniera esplicita dal pz, altrimenti possono essere vissuti come invadenti e inappropriati. Tecniche Ostruttive: interferire con il flusso delle informazioni espresse dal pz possono ostacolare la costruzione di un buon rapporto medico-pz, per cui bisogna evitare di usarle: - Domande eccessivamente dirette: evitare di fare domande a cui il pz può rispondere solo si o no. - Domande in serie: il medico deve fare una domanda per volta e attendere la risposta del pz. - Cambiamenti preventivi di argomento: evitare di cambiare argomento in modo prematuro. - Consiglio prematuro: evitare di dare consigli prima di aver compreso appieno le problematiche del pz. - Falsa rassicurazione: evitare di dare false rassicurazioni al pz.deve evitare di rassicurare il pz mediante delle false informazioni con lo scopo di tranquillizzarlo o migliorare la compliance, perché se il pz scopre che il medico non gli ha detto la verità, non gli crederà nemmeno quando la rassicurazione sarà vera, compromettendo il rapporto medico-pz e la compliance. critiche: il medico non deve criticare, disapprovare o deridere le affermazioni del pz. intrappolare il pz con le sue stesse parole: bisogna ignorare le contraddizioni che emergono dal discorso del pz, per evitare di interrompere il flusso di informazioni e la fiducia verso il medico. messaggi non verbali di disimpegno o disapprovazione: evitare di sbadigliare, guardare l'orologio, continuamente fare disegni su un foglio, fare delle smorfie..., perché rivelano scarsa attenzione da parte del medico verso il pz. Inoltre, evitare di prendere appunti durante il colloquio e ricordare mentalmente tutte le informazioni fornite dal pz.lemainformazioni ottenute dall’anamnesi esame psichico del pzed e solo quando il pz sarà andato viainiziare a fare un’ipotesi diagnostica.potrà scrivere tutti i dati emersi dalla visita edPsichiatria di Consultazione e di CollegamentoPsichiatria di Consultazione e di CollegamentoLa (PPC) è una branca della psichiatria che haobiettivo di studiare i pz affetti da una malattia organica globalmente unità bio-l’ come un’cioèpsico-sociale integrando l’aspetto biologico della malattia somatica all’aspetto psico-sociale del,pz influenzare il suo rapporto con la malattia rapporto medico-pz complianceche può , il e la .consulenza psichiatrica che viene richiesta dal medico diIl termine consultazione indica unabase o dai medici dell’ospedale partecipazione attivamentre il termine collegamento indica ladello psichiatra al processo diagnostico-terapeutico e alla gestione del pz .Per cui la psichiatria diconsultazione e collegamento deve dare risposte al pz e al medico inviante.- Invio del pz allo psichiatra:
- Inquadramento generale del pz: per una richiesta generica di valutazione del paziente.
- Indagini strumentali: per escludere la presenza di malattie organiche.
- Pz con disturbi del comportamento o condotte non accettate dallo staff sanitario.
- Richiesta di custodia-controllo: in caso di necessità di trattamento del paziente in una delle strutture psichiatriche (CSM, SPDC...).
- Consultazione:
- Valutazione del pz: propriamente detta diagnosi e trattamento del disturbo psichiatrico.
- Prosecuzione del rapporto: monitoraggio psichiatrico.
- Refertazione:
La consultazione psichiatrica può essere richiesta per 4 motivi principali:
Le fasi della consultazione sono:
La refertazione è molto importante perché lo psichiatra deve informare il medico curante sulla natura ed entità del disturbo psichico del paziente, indicando eventualmente se è ospedaliero circa la necessità del trattamento del paziente in una delle strutture psichiatriche (CSM, SPDC...).
Base o ospedaliero ha individuato la presenza di un disturbo psichiatrico e richiede il supporto specialistico. Obiettivi della PCCGli sono:
- diagnosi e terapie precoci ed adeguate del disturbo psichico in un pz affetto da malattia organica riducendo i rischi di cronicizzazione del disturbo psichico migliorando il decorso, della malattia organica < la durata media della degenza ospedaliera evitando le condotte, disadattative migliorando la qualità di vita del pze
- evitare di sottoporre il pz ad indagini strumentali o di laboratorio inutili o a varie visite specialistiche < notevolmente i costi sanitari, con lo scopo di < il carico emotivo per il medico di base o ospedaliero per migliorare il rapporto medico-pz e < il rischio di sindrome del burn-out
- prevenzione della morbilità psichiatrica nei pz con malattia o sintomi somatici
- studio e terapia di pz con sintomi fisici in assenza di malattie organiche
La prevalenza dei disturbi psichici nella popolazione generale è molto più elevata rispetto all'esiguo numero di pazienti che giunge all'osservazione e assistenza psichiatrica. Un modello proposto da Goldberg e Huxley nel 1980 prevede 5 livelli assistenziali e 4 filtri per i pazienti affetti da disturbi psichici.
I livelli assistenziali sono: disturbi psichici presenti nella popolazione generale, pazienti con morbilità psichiatrica cospicua o nascosta, pazienti afferenti ai servizi psichiatrici tradizionali e pazienti ricoverati in struttura psichiatrica.
I filtri sono: decisione di consultare il medico di medicina generale, riconoscimento da parte del medico di medicina generale del disturbo psichico, invio allo psichiatra e decisione dello psichiatra di ospedalizzare il paziente.
Alcuni studi epidemiologici hanno evidenziato che il 40% dei pazienti viene inviato ai servizi psichiatrici dai medici di medicina generale.
medici di base 26% dai medici─ il , ildell’ospedale generale 23% accede direttamente ai servizi psichiatrici, il .medici di medicina generale sono in grado di riconoscere solo il 50% dei pz affetti da─ idisturbi psichiatrici giunti alla loro osservazione non sono in grado di formulare, ma in genereuna diagnosi corretta e di prescrivere farmaci .spesso i disturbi psichiatrici sono sottovalutati dai medici di base sfuggono─ eall’osservazione dei medici ospedalieri senza richiedere la consulenza psichiatrica sottoporre, ei pz a trattamento psicofarmacologico e psicoterapeutico .prevalenza dei disturbi psichiatrici nei pz affetti da malattie organiche e ricoverati in─ laospedale generale oscilla tra il 23% e il 61% incidendo notevolmente sui costi sanitari, , .disturbi affettivi disturbiTra i disturbi psichiatrici più frequenti abbiamo i (20-45%), poi icognitivi e mentali organici disturbi d’ansia disturbi di personalità disturbi somatoformi, , e
Possiamo fare una distinzione tra: disturbi mentali organici
patologia psichiatrica secondaria a patologia organica: (psicosi, disturbi psichici, depressione pz affetti da malattie croniche, tossiche, delirium), come la ininvalidanti o ad alto rischio di mortalità. 18disturbi
patologia somatica dovuta a somatizzazione di un disturbo psichico: i pz affetti da somatoformi rifiutano o negano di essere affetti da disturbi sono definiti "alti utilizzatori" perché