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Contributo della psicologia all'attività investigativa
La psicologia e l'investigazione hanno in comune l'obiettivo di "indagare", esplorare, trovare. Oggi la psicologia riveste un ruolo importante nell'ambito criminalistico: tecniche di interrogatorio, attendibilità dei testimoni, profili di personalità, tecniche di negoziazione. Lo psicologo viene sempre più convocato per l'indagine di quegli aspetti non rilevabili fisicamente che caratterizzano, ad esempio, la scena di un delitto, soprattutto quando essa non presenta aspetti chiari di patologia. Lo psicologo ha proprio il compito di ricercare quei segni che, come sintomi di una malattia, possono essere caratteristici di un determinato modo di agire. Il corpus scientifico che comprende psicologia, criminalistica e scienze forensi rientra sotto il nome di psicologia investigativa. Non essendo una scienza esatta, la psicologia possiede diversi orientamenti teorici e diverse teorie.della personalità, e resta da capire quale di questi modelli sia il più efficace nello studio del crimine. La quantità del materiale e delle fonti disponibili, comunque, non permette una lettura basata su un'unica ottica, ma una lettura "diversificata". Ad esempio, Freud basa l'analisi della personalità sull'accesso alle informazioni sull'infanzia del soggetto, mentre la psicologia dell'Io si riferisce alle modalità di adattamento e alle difese messe in atto. Per mettere insieme diversi punti di vista teorici si deve, secondo Ellemberger:- non dare mai niente per scontato;
- verificare tutto;
- ricollocare tutto nel proprio contesto;
- tracciare una netta linea di distinzione tra fatti raccontati e loro interpretazione.
87Tra criminologia e criminalistica esiste un rapporto interdisciplinare e una collaborazioneriguardanti i metodi e la logica operativa. La criminalistica si pone come disciplina empiricache fonda le proprie conoscenze su dati e fatti assunti attraverso un procedimento induttivoe osservativo (tipico della polizia scientifica), grazie a cui è possibile compiere deduzioni.
L'attività investigativa, infatti, si basa proprio sulle deduzioni che è possibile compierepartendo da fatti osservati. Il contributo che la psicologia può dare all'investigazione,quindi, è quello di supportare la criminalistica nelle operazioni di reperimento, valutazione eutilizzazione delle informazioni raccolte, in modo da renderle più efficaci.
Il nuovo ruolo dello psicologo lo porta ad utilizzare nuove metodologie e procedureavanzate. La sua
La presenza sulla scena di un crimine, soprattutto di un crimine violento, è fondamentale per una migliore comprensione e una valutazione del comportamento deviante, dove per devianza si intende un comportamento che si allontana dai modelli socialmente dominanti. In caso di stabilità di questi comportamenti devianti si parla di delinquenza e pericolosità sociale. Si definisce quindi come un comportamento violento messo in atto con particolare efferatezza verso una o più persone che però manifesta la presenza di una perversione. In questi crimini violenti il compito dell'esperto di psicologia è quello di partecipare all'analisi della scena e costruire l'offender profiling, ovvero la valutazione di caratteristiche di personalità e socio-demografiche dell'autore di reato. Tale profilo si basa sulla raccolta e valutazione di informazioni riguardanti le modalità di comportamento che egli ha messo in atto sulla scena del crimine.
Lo psicologo partecipa quindi all'analisi investigativa criminale, che si concentra su aspetti come il modus operandi, la scelta della vittima e le condizioni di opportunità per attuare il proposito criminale. La psicologia investigativa contribuisce ad effettuare un'analisi psicologica e criminologica dei fatti accaduti, ricostruendo la cronologia dei fatti anteriori e posteriori all'omicidio (dimensione storica del reato) ma anche costruendo un identikit psicologico dell'autore del reato, attraverso una comparazione con altri casi simili alla ricerca di analogie. Lo psicologo, oltre a concentrarsi sull'autore del delitto, deve concentrarsi anche sulla vittima, che collega il criminale a quella scena del delitto. Il corpo della vittima è infatti il testimone muto dell'azione violenta, ne riporta i segni. Lo psicologo si concentra sulla posizione del corpo, sulle ferite inferte, su tutte quelle azioni non necessarie a uccidere che possono essere.
segno di psicopatologia, o della volontà dell'assassino di lasciare un messaggio; egli si concentra inoltre sull'analisi di quelle azioni che sono state pianificate e organizzate dal soggetto e su quelle azioni che invece non erano pianificate, sono sfuggite al controllo. Altro elemento importante è il compiacimento tratto dal delitto compiuto. La vittima, anche se non può parlare, racconta l'azione violenta, e ne rappresenta l'esito. Importante quanto il corpo della vittima è la rappresentazione, il teatro in cui si è svolto il delitto, che manifesta una sorta di "linguaggio" estremo e violento usato dal criminale per liberarsi della pressione psichica. Tutto questo richiede uno sguardo globale, che coinvolge l'esame della scena del crimine, l'analisi dell'azione compiuta e infine l'analisi delle informazioni raccolte. Solo in seguito a queste interpretazioni si arriverà alla costruzione del
profilo: prima di cerca di collegare unarealtà passata alla realtà oggettiva del presente, al fine di descriverla, e solo a quel punto sicercherà di spiegarla. Collegando gli elementi sparsi sulla scena, dando loro unasequenzialità spaziale e temporale e dando loro un significato, lo psicologo investigativoanalizza, descrive e “spiega” l’evento criminoso, in un certo senso “risolvendolo”.88
Altro compito dello psicologo investigativo è quello di raccogliere le testimonianze dieventuali soggetti coinvolti nell’atto criminoso, perché queste testimonianze rese sarannoprove importanti ed è necessario non solo che qualcuno di competente ottenga informazioniutili, ma che sappia ricavare una testimonianza utilizzabile in aula. La testimonianza resanon è mai, infatti, un resoconto imparziale dei fatti accaduti, ma un’interpretazionecompiuta dal soggetto, che interviene con la sua personalità.
valutare in modo accurato la testimonianza di un individuo, tenendo conto della sua cultura e dei suoi inevitabili pregiudizi. Lo psicologo è la persona adatta, che può verificare non solo l'accuratezza di una testimonianza (aspetti percettivi e cognitivi), ma anche aspetti soggettivi e motivazionali. Le maggiori considerazioni in questo ambito riguardano il sistema della memoria, la sua natura assimilativa e ricostruttiva, le caratteristiche di percezione degli eventi e le possibili domande fuorvianti e suggestive, che possono creare "falsi ricordi", sostituti di eventi reali. Senza considerare l'effetto che eventi molto traumatici possono causare nel riportarne la testimonianza. La memoria è quindi un sistema fragile e vulnerabile, che può essere sondato, ricostruito e quindi alterato da informazioni successive all'evento, da pregiudizi, aspettative, caratteristiche proprie dell'individuo o del contesto in cui vengono riportati i fatti. La psicologia permetterebbe all'autorità giudiziaria di valutare in modo accurato la testimonianza di un individuo.individuare le alterazioni implicite della testimonianza, le eventuali contraddizioni, iproblemi relativi al recupero delle tracce mestiche e le eventuali resistenze del soggetto.
La psicologia investigativa risulta quindi essere una sorta di raccordo tra la psicologiagiuridica e quella clinica, ma anche tra la criminologia (poiché studia le varie formedell’azione criminale e violenta) e la criminalistica (poiché ne inserisce i dati raccolti in unsistema di significati coerente).
Omicidio seriale
Un soggetto non può essere identificato totalmente col reato commesso, perché lacorrelazione tra comportamento e personalità è solo probabilistica. Non esiste quindi unrapporto speculare tra tipologia di reato e personalità.
Le chiavi di lettura dell’omicidio seriale sono passate, nel tempo, attraverso spiegazionigenetiche, comportamentiste, cognitiviste, psichiatriche, sistemiche. Secondo una certapsicologia della personalità,
tale personalità sarebbe formata da tratti relativamente stabili nel tempo e misurabili, che determinano il comportamento normale e anormale di un soggetto.