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MEMORIA SENSORIALE O ICONICA
È una memoria quasi fotografica. Fu studiata per la prima volta in modo sistematico da Sperling. Ha a che fare, non tanto col contenuto dell'informazione, ma con la capacità di ricordare l'immagine dello stimolo (parola, viso...).
Quante immagini/unità di informazione posso vedere? E per quanto tempo?
Sperling si inventa una procedura per riuscire a capire quante unità di informazione si possono immagazzinare visivamente (lo studio classico di Sperling).
Lo stimolo di Sperling è una matrice 4x3 di lettere. Cioè 12 lettere distribuite in una matrice 4x3 (12 lettere su 3 righe). Presentata per pochissimi secondi (addirittura 50ms). Poi viene chiesto "quante lettere ricordi?".
L'idea di Sperling è che noi riusciamo a vederle tutte. Solo che, il tempo necessario che ho per rievocarle è già il sistema si è svuotato. Perciò il massimo che riesco a dire sono 4 lettere. Ed
è questa la realtà. Con diversi soggetti, sempre 4 lettere ricordavano. Non perchénon vedessero tutte le lettere, ma perché il sistema si è svuotato e quindi non riesco poi aricordarle. Questo limite lui lo chiama “livello di resoconto totale”, cioè il massimo che siriesce a ricordare.
Il soggetto riesce a vedere tutte le lettere ma ne ricorda solo 4 o 5. Ma perché? Perché nonvede le altre? Allora si inventa una modifica. Se fosse così, significa che lui vede solo unadelle righe. Allora si inventa un sistema per dimostrare che effettivamente lui le vede tutte e12 e le registra tutte. Solo che poi non riesce a gestirle, perché la memoria si svuota. Quindimise a punto un sistema per far si che si focalizzasse l'attenzione solo su una delle righe,ma dopo che aveva visto tutte e 12 le lettere. Quindi questa era una dimostrazione, se luiriusciva a ricordare, una delle righe dopo che aveva visto, significa
che le aveva immagazzinate tutte e 12. Si inventa la cosiddetta "sonda". Cioè dopo che ti fa vedere lo stimolo con la matrice 4x3, quindi tutte e 12 le lettere, al soggetto viene ricordato di ricordare solo le 4 lettere di una delle 3 righe. Evidentemente può ricordarle solo se le hai viste tutte e 12. Come fa a selezionare una delle 3? Con dei suoni. Un suono la prima riga, due la seconda, tre la terza. Questo suono poteva essere fatto udire dal soggetto ad intervalli differenti. Cioè, immediatamente dopo aver fatto vedere le lettere. Oppure ci poteva essere un ritardo. Il massimo che lui riusciva a ricordare, cioè della riga che erano 4 lettere, lo moltiplicava per 3 e aveva una stima del resoconto parziale che in qualche modo potrebbe coincidere con il resoconto totale. Se io do l'informazione sonora subito dopo lo stimolo visivo, quindi richiama l'attenzione del soggetto su una delle 3 righe immediatamente dopo che ha visto, il soggettotenderà avere 4 lettere, che x3 fa 12. Quindi vede tutto, qualsiasi sia la riga. Significa che siccome lo sa dopo qual è la riga, non è che ci fa attenzione mentre guarda, lo sa dopo. Se le ricorda tutte e 4, indipendentemente da quale riga sceglie, significa che in memoria si è mantenuta quell'informazione. Queste 4 lettere che ricorda, man mano che il suono ritarda, cioè più aspetto e meno ricordo. Fino a ricordare una sola lettera della riga, che moltiplicata per 3, riporta a livello di resoconto totale. Cioè a quello che ricorderei senza aver avuto questo suono che mi permetteva di fare attenzione solo ad una porzione dello stimolo. Questa modifica del paradigma è servito solo a dimostrare che la persona riesce a vedere tutte e 12 le lettere. E che immediatamente dopo ricorda tutte e 12 tanto che ti ricorda tutte e 4 le lettere della riga che tu stai indicando dopo. Questo ricordo si perde man mano che passa il tempo. Si svuota in un
secondo.
MEMORIA A BREVE TERMINE
Tutto ciò che passa il livello sensoriale, passa a questo sistema… Non è un sistema permanente. È un sistema in cui l'informazione rimane il tempo necessario ad essere utilizzata da altri sistemi e così via. È un sistema di lavoro che permette all'informazione di essere ripetuta e di passare nel sistema a lungo termine.
La memoria di lavoro è una memoria limitata. Per cui, più lavori che si contendono la stessa funzione, potrebbero andare in conflitto. Quanto materiale si riesce a mantenere qui?
Miller nel 1955 fece una serie di studi che dimostrarono che la mente umana riesce a gestire nella memoria a breve termine più o meno 2 unità di informazione. Da un minimo di 5 a un massimo di 9. 7 + o - 2. Cioè un range che va da 5 a 9. Esistono delle differenze individuali.
Si parla di unità di informazioni perché si parla di stimoli anche complessi, che
hannoun'unità funzionale. Non solo di immagini, lettere, suoni. Potrebbero essere frasi, strofe di canzoni. Unità compiute che vengono ricordate e gestite.
Per quanto tempo rimane l'informazione in memoria?
Peterson si inventa un compito. Da dei trigrammi, per non permettere la ripetizione, che aumenta la probabilità di ricordare le cose, chiedeva alle persone di contare all'indietro. Dopo circa 3 secondi dall'apprendimento, in memoria rimane l'80% dei trigrammi. Dopo 18 secondi, solo 10%. Si svuota in 18 secondi.
Nella realtà le informazioni nella memoria di lavoro le manteniamo per più tempo perché generalmente non contiamo all'indietro... C'è un sistema di ripetizione mentale delle informazioni normalmente.
MEMORIA A LUNGO TERMINE
Sistemi a lunga durata, in cui tendenzialmente si possono immagazzinare illimitate informazioni e per un tempo illimitato (anche tutta la vita). Sono molto potenti, sia in
Termini di quantità di informazioni che di qualità. Bisogna distinguere tra 2 tipi di informazione differenti:
- Sistema a lungo termine che racchiude tutte le informazioni che possono essere esplicitate/dichiarate. Cioè, le informazioni facili da acquisire. Il COSA. Questa si chiama memoria dichiarativa o proposizionale, cioè che può essere espressa attraverso proposizioni, cioè frasi. Può essere raccontata. Dentro c'è di tutto: significati delle parole, eventi di vita... tutto ciò facilmente acquisibile e che può essere dichiarato a voce. Si suddivide in sottosistemi: (è facilmente costruibile)
- Memoria semantica: ha a che fare coi significati delle parole. Il significato però non ha a che fare con un tempo specifico. Non temporale. Es: il nome di un fiume.
- Memoria episodica: ha a che fare con un tempo ben specifico. Ha a che fare con eventi di vita. Temporale. Es: cosa ho
mangiato ieri.
- Memoria procedurale: procedure, gesti, schemi motori, cioè il COME si fa una cosa. È difficile esprimerlo a parole, è più facile farlo. È più difficile da acquisire. Sono sistemi più duraturi, meno attaccati dal tempo. Sia nell'invecchiamento naturale che in quello legato a patologie tipo l'Alzheimer, i sistemi procedurali sono quelli meno attaccati. Le persone arrivano a non ricordare più chi sono, ma sanno andare in bicicletta.
7 - LA MOTIVAZIONE
Ha a che fare con una serie di processi motivazionali che spiegano perché iniziamo e manteniamo alcune azioni nel corso della nostra vita. Perché le azioni rispondono a alcune richiamano esigenze necessità oppure vogliono raggiungere degli obiettivi. Spesso usiamo sinonimi del termine motivazione. È il motore delle nostre azioni. Ha a che fare con il perché del comportamento, cerca di spiegare in modo scientifico, attraverso
dei modelli motivazionali, attraverso questionari che cercano di dimostrarla… Varia da individuo ad individuo. Alla base dello stesso comportamento si possono avere una gamma di motivazioni, anche molto differenti tra loro. Ci sono modelli motivazionali che cercano di distinguere questo tipo di motivazione. Il motivo incide particolarmente su alcuni aspetti del comportamento. La motivazione (bisogni, motivi) può spiegare cosa spinge una persona a fare certe cose e rifiutarsi di farne altre (scalare una montagna, impegnarsi nello studio, lavorare più del dovuto…). È importante spiegare il perché dei comportamenti perché ci permette di vedere come questo abbia effetti su alcune dimensioni del comportamento.
Una definizione più precisa:
La motivazione è un termine generale per tutti quei processi implicati nell'iniziare, perseguire e mantenere qualunque attività fisica o psicologica.
La motivazione spiega perché
inizio a fare qualcosa che prima non facevo; perché la perseguo (cioè ci metto impegno); perché la mantengo nel tempo, a fronte di difficoltà, di richieste maggiori date da quell'azione ecc... Es: attività fisica. Il più grande problema è iniziare. Fa bene eppure lo fa una piccola parte della popolazione. Il problema è motivazionale: le persone non trovano un valore a quell'attività e quindi neanche la iniziano. Sono processi che mi spingono ad iniziare. I bambini che iniziano hanno una motivazione esterna (genitori o amici). Poi sostiene anche l'impegno che uno ci mette (una cosa è andare in palestra regolarmente, una cosa è farlo mettendoci impegno, testa, cuore)! E la motivazione su questo fa la differenza. Allenarsi tanto per o allenarsi mettendoci impegno fa la differenza. Perseguire (qui) = metterci impegno. (3 livelli: iniziare, eseguire e mantenere. La motivazione ha a che fare con queste)tre cose)Mantenere un attività. Posso iniziare un'attività, posso metterci impegno, ma che succede nel lungo periodo? La costanza è infatti un altro problema dell'attività fisica. Molti iniziano (per svariati motivi, interni ed esterni - es sconto iniziale), poi magari non si divertono e lasciano stare ("drop-out"). Perché? Perché la motivazione ha a che fare con il mantenimento di un'abitudine anche a fronte di una serie di difficoltà (soldi, lavoro, casa, impegni vari, studio, tempo, ma anche difficoltà interne all'attività stessa: diviene man mano più complicata, richiede più tempo e attenzione...) La motivazione non è un processo semplice. Riguarda diversi aspetti. La qualità e la quantità della motivazione incidono su diversi aspetti del comportamento. La risposta dello sport al drop-out, è fare abbonamenti annuali, così si è quasi
obbligati a finire. Tendenzialmente