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METODO DI RICERCA EMPIRICA IN PSICOLOGIA:
Psicologia generale: ricerca teorica/empirica, convalidare con ricerca sperimentale teorie e
sostanziarne la bontà attraverso esperimenti.
A seconda dell’area di psicologia valgono certi metodi (es. psicologia sociale ->
questionario).
Ricerca empirica:
1. Definire l’oggetto di studio. A seconda di questo può variare il modo con cui
indaghiamo. Ad esempio, se si volesse studiare l’aggressività si potrebbe definire in
modo molto specifico “comportamento che danneggia gli altri”, si deve dare una
definizione operativa (oggetto di studio è la variabile dipendente). Bisogna anche
studiare gli elementi che influiscono sull’oggetto di studio e vengono manipolati
durante l’esperimento (variabile dipendente). Ad esempio sull’aggressività possono
influire il rapporto con i genitori (variabile indipendente). Studiare in che modo si
modifica la variabile dipendente in relazione alla variabile indipendente
2. Variabile dipendente: l’oggetto di studio definito in modo chiaro ed articolato
assume questo nome.
3. V. indipendente: elementi che influiscono sull’oggetto di studio e vengono
manipolati (cambiati) durante l’esperimento.
Es. aggressività: possono incidere stimoli esterni quali la provocazione,
competitività.
Impostare la ricerca:
1. Tipo di ricerca:
Sperimentale: permette di avere il massimo controllo sulle variabili, messa in
atto con conoscenza approfondita del fenomeno
Correlazionale: mette in relazione tra loro una o più variabili, nessun controllo
su di esse. indaga una serie di elementi già presenti su cui non posso avere
controllo diretto, studia situazioni ambientali già definiti. Osserva un
fenomeno presente in natura.
Descrittivo: si mette in atto quando si sa poco di un determinato fenomeno.
Si inizia con una spiegazione. più semplice forma di ricerca di tipo
esplorativa.
2. Metodi di raccolta dati. Come raccogliere i dati? Il metodo di raccolta dei dati
può essere :
1) Soggettivo: quando si chiede direttamente ai soggetti di esprimere
un’opinione rispetto a un certo stato di cose, tipicamente ci sono dei
questionari dove viene chiesto quanto si è d’accordo con una determinata
affermazione (scala di Dicketr?), qui il soggetto dà la sua opinione.
2) Oggettivo (osservazione del comportamento). Un altro elemento
importante è dove condurre la ricerca: 1) sul campo direttamente (dove
avviene il fenomeno), oppure 2) in laboratorio, o una stanza di osservazione.
Si intende sempre il tipo di osservazione (naturalistica o artefatta), non tanto
il luogo fisico. Il modo in cui queste ricerche possono combinarsi dà luogo a
diverse combinazioni, diversi profili di ricerca L’elemento più determinante è
il metodo di ricerca.
3. Luogo dove condurre la ricerca:
Laboratorio: non è un setting naturale, faccio interagire bambini in
contesto artificiale. Meno ecologica ma massimo controllo sulle
variabili.
Sul campo: osservare direttamente un fenomeno come accade es.
aggressività dei bambini in una scuola durante intervallo. Più
ecologica ma scarso controllo sulle variabili.
-> Dipende dal fenomeno che voglio indagare.
Fondamentale: deve essere valutata una variabile per volta.
METODO DESCRITTIVO:Si mette in atto quando non si hanno ancora sufficienti
conoscenze, consiste nell’osservare il fenomeno e usa stime numeriche riguardo ad esso. Si
utilizza quando non si possono mettere in atto gli altri due. Si deve stabilire che cosa
osservare dell’oggetto di studio. Poi si deve decidere come compiere le osservazioni
(telecamera oppure a contatto)e in seguito dove studiare il fenomeno. Poi tradurre
l’osservazione in dati il più possibili oggettivi, ad esempio facendo una tabella.
Immaginando di volere descrivere l’accudimento materno vs. paterno nei confronti dei
figli, per prima bisogna definire l’oggetto di studio (accudimento = giochi, attività ludiche
insieme, contatto fisico, in una ricerca che sia specifica è necessario essere il più possibile
essere specifici). In seguito stabilire dove compiere questa osservazione (a casa) e poi
creare una tabella. Non posso cambiare le variabili ad esempio per limiti etici.Chi codifica i
dati è giudice cieco rispetto a chi raccoglie i dati, così lo sperimentatore non influenza il
risultato.
Si inizia ad osservare il fenomeno con dati numerici.
Devo stabilire (dichiarandolo in anticipo):
Cosa osservare: es. linguaggio del bambino, se fa giochi violenti -> check list
quando i comportamenti vengono messi in atto.
Come compiere l’osservazione: es. se il bambino sa di essere osservato può
cambiare comportamento, si usano telecamere, guardare disegni prodotti.
Dove svolgere l’osservazione: es. giardini, scuola, laboratorio.
METODO CORRELAZIONALE: permette di studiare variabili sulle quali non si ha controllo,
consente quindi di studiare fenomeni naturali. Consente di studiare variabili sulle quali
non si ha nessun controllo. Non sempre è possibile ricreare situazioni per studiare ciò che
voglio. Consente di studiare fenomeni molto naturali. Consente di studiare le correlazioni
(come queste variabili si relazionano tra loro). Metodo statistico è il coefficiente di
correlazione (correlazione positiva: tanto più è lesionata una parte del cervello tanto
maggiore sarà la percentuale di errori in un test; correlazione negativa: tanto più è
lesionato il cervello tanto meno faccio pochi errori; correlazione nulla: quando non c’è
correlazione tra due variabili). È importante avere un’ipotesi di partenza, devo essere sicuro
di poter escludere fattori che potrebbero influire sul fenomeno. Cioè l’ipotesi deve essere
forte e indipendente da fattori esterni. Limite: potrebbe essere difficile stabilire un rapporto
di causalità tra le due variabili. Esempio correlazione negativa tra il tempo dedicato a
guardare la televisione e l’insuccesso scolastico in un gruppo di bambini scolastici. Tale
correlazione è sufficiente per affermare che guardare la televisione causa un cattivo
rendimento? No, ci possono essere altri fattori (ad esempio giocare tutto il giorno o i
genitori non se ne prendono cura). Bisogna pensare alle altre variabili in gioco quindi, ma
anche la vita relazionale dei bambini in famiglia, oppure confrontare il gruppo in oggetto
con i bambini che non guardano la televisione ed hanno problemi scolastici per verificare
l’eventuale ruolo della variabile. Il metodo correlazionale è dunque molto utile ma bisogna
essere cauti nell’interpretazioni che si possono dare.
Es. > lesione emisfero cerebrale, > errori in un test di riconoscimento dei volti.
Limite: può essere difficile stabilire la casualità tra le variabili, ci possono essere correlazioni
non dirette.
Metodo statistico: coefficiente di correlazione, comunica quanto una variabile è collegata
all’altra. Correlazione positiva: % lesioni critiche del cervello con % di successo del
test. I risultati si dispongono lungo la retta di “massima correlazione”.
Soggetti outlayer: non si comportano come la maggior parte degli altri
soggetti. Ha un peso ma non è tale da sabotare la media di correlazione.
Correlazione negativa: l’andamento della retta è inverso, all’aumentare della
% di lesione diminuisce la % di risposte esatte.
Correlazione nulla: altezza di paziente e % errori, non c’è correlazione tra i
due dati implicati.
Talvolta per casualità possono esserci correlazioni, quindi è importante avere un’ipotesi
iniziale.
Es. correlazione negativa tra tempo dedicato a guardare TV e prestazione scolastica alle
elementari.
Tale correlazione è sufficiente per affermare che guardare la TV causa cattivo rendimento?
Non posso affermarlo, devo tenere in conto troppe variabili.
1) Ore passate davanti alla TV
2) Rendimento scolastico
3) Vita relazionale dei bambini in famiglia (quanto tempo trascorrono coi genitori).
Bisognerebbe confrontare il gruppo in oggetto con bambini che non guardano tv ed
hanno problemi scolastici per verificare il ruolo della variabile 3.
METODO SPERIMENTALE: massimo controllo su variabili.
Si isola variabile dipendente e si fanno variare le indipendenti studiando le relazioni di
causa ed effetto.
Limite: non sempre si può riprodurre la situazione che si desidera indagare in laboratorio,
non è sempre possibile manipolare tutte le variabili.
Gruppo sperimentale e di controllo:
es. per decidere se un farmaco migliora la memoria si sottopongono dei soggetti ad
un test di memoria (il gruppo deve rappresentare la popolazione in teoria).
Si somministra il farmaco per un mese.
Si sottopone di nuovo il test di memoria e si monitorano le prestazioni ->
miglioramento.
Possiamo attribuire il miglioramento alle prestazioni del farmaco?
Per evitare l’effetto placebo si utilizza il gruppo di controllo (omogeneo all’altro, si
utilizza per paragonare l’effetto della variabile che si vuole studiare) al quale non si
dà il farmaco ma una zolletta di zucchero -> effetto placebo.
I soggetti sono tenuti allo scuro dello scopo della sperimentazione -> problemi
etici. Si dice ai soggetti una mezza verità sugli effetti del farmaco.
Non bisogna usare forme equivalenti dello stesso test in fase 1 e 2.
Fonti di errore:
Lo strumento d’indagine non è valido o attendibile (il test di memoria indaga
qualcos’altro, per questo si utilizzano test standardizzati, che indaghino quello per
cui sono stati creati).
Il campione sperimentale non è causale o rappresentativo della popolazione.
I giudici non sono ciechi rispetto alla ricerca.
Lo sperimentatore o i soggetti influenzano inconsciamente gli esiti della ricerca.
Problemi di tipo etico: prima di una ricerca bisogna chiedere il permesso al comitato etico.
Non si indaga su fenomeni già comprovati, deve esserci un avanzamento nella
ricerca.
Esporre le persone al minimo rischio.
Soggetti volontari, non vengono pagati.
Consenso informato: i soggetti devono sapere cosa stanno facendo -> informazione
generica per non influenzare le prestazioni.
Diritto all’anonimato e privacy per dati sensibili.
CENNI DI NEUROPSICOLOGIA (cap.3, studiare solo cose dei lucidi sul libro):
Sistema nervoso: apparato fisiologico che supporta il funzionamento della nostra mente.
Cervello: ogni nostro comportamento deriva dai processi del sistema nervoso che ci
permetti di interagire con il mondo.
Es. semaforo rosso: onde che formano il raggio luminoso di un particolare colore.
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