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TEORIE DELLE EMOZIONI:

1-Senso comune (stimolo--->emozione--->reazione fisiologica);

2-James-Lange=teoria periferica delle emozioni (lo stimolo scatena l’attività del sistema e tutta la parte

involontaria--->produce un’esperienza di emozione); Commentato [ls5]: Stimolo--->reazione--->consapevolezza

che si sta provando una determinata emozione (es. piango,

3-Cannon-Bard=teoria centrale delle emozioni (lo stimolo scatena istantaneamente l’esperienza mi accorgo che sto piangendo e quindi capisco di essere

emozionale e la reazione fisiologica); triste).

Critiche alla teoria di James-Lange da parte di Cannon-Bard.

4-Schacter e Singer (stimolo--->attivazione (arousal) indifferenziata--->valutazione cognitiva (appraisal)

dell’attivazione e dello stimolo--->consapevolezza), esperimento dell’adrenalina=la parte cognitiva crea

differenze;

5-Teoria delle emozioni oggi: aveva ragione James=le attivazioni sono tutte diverse;

aveva ragione Cannon=non abbiamo una perfetta sensibilità;

aveva ragione Schacter=dobbiamo produrre inferenze sulle nostre emozioni.

6-Teoria di Plutchik: le emozioni sono schemi adattativi di base, hanno una base genetica, sono costrutti

ipotetici, cambiano la nostra “situazione di base”, possono essere rappresentate su un modello

multidimensionale, sono legate alla personalità. DOMANDA POSSIBILE PER L’ORALE CON LA RAGAZZA--->Le

emozioni negative non sono una brutta cosa, se il nostro cervello mette in atto determinate reazioni, se

non sono disregolate, sono funzionali. Il lutto ad esempio, siamo inizialmente tristi, poi arrabbiati.

Neurobiologia delle emozioni (arousal)

Attivazione del sistema nervoso autonomo simpatico con consumo di energia--->disattivazione del sistema

nervoso autonomo parasimpatico (ci fa immagazzinare risorse).

Sindrome di Kluver-Bucy=la scimmia smette di aver paura con l’esportazione del lobo temporale, in realtà è

perché avevano esportato anche l’amigdala. L’amigdala elabora l’informazione dello stimolo decidendo se è

positivo o negativo, è inoltre fondamentale per l’apprendimento del significato emotivo. Due vie per

l’elaborazione del contenuto emozionale. Una via rapida che va direttamente all’amigdala che mette in atto

un comportamento e una lenta che invia l’informazione alla corteccia visiva e, a livello inconsapevole, ci fa

capire la natura dello stimolo. Ecco perché a volte ci spaventiamo prima ancora di aver capito esattamente

di che natura sia lo stimolo.

Le funzioni delle emozioni:

comunicazione;

informazioni a livello interpersonale;

funzioni euristiche, suggerisce come gestire una determinata situazione prima che noi ce ne rendiamo

conto;

dispone l’organismo all’azione;

funzione di integrazione.

Emozioni fondamentali e complesse (Darwin, Tomkins & McCarter, Ekman).

Ekman: sei emozioni di base (felicità, rabbia, tristezza, paura, disgusto, sorpresa), poi aggiunge il disprezzo.

Le emozioni sono geneticamente trasmesse, non solo tra gli esseri umani. Abbiamo 43 muscoli che possono

creare più di 10.000 configurazioni diverse. Alcuni di questi muscoli sono involontari quindi se li sappiamo

riconoscere possiamo dire se una persona sta esprimendo un’emozione genuina oppure no.

46 unità d’azione. Sorriso: unità d’azione 6, 12 e 25. Bisogna sempre valutare il contesto. Esperimenti in Commentato [ls6]: 6=occhi

12=labbra

Papua Nuova Guinea con la tribù dei Fore. Facevano fatica solo a discriminare sorpresa e paura, perché 25=altezza sorriso

nella loro civiltà le sorprese erano sempre accompagnate da paura (natura). Espressioni su persone non-

vedenti e non-udenti. Espressioni nei neonati.

Ipotesi del feedback facciale di Tomkins: se invece di analizzare l’emozione provassimo a indurla a livello

comportamentale? Se imitiamo l’emozione a livello posturale e facciale non proviamo quell’emozione ma

qualcosa di simile. Se mi comporto come se provassi un’emozione, provo effettivamente qualcosa di simile.

22/11/2016

RAPPRESENTAZIONI MENTALI

Gli psicologi studiano le rappresentazioni mentali che le persone hanno. Che cos’è? Un simbolo che sta al

posto della realtà, la rappresenta come in una rappresentazione teatrale. Nessun simbolo può raccogliere la

realtà nella sua pienezza. Rappresentazione mentale=rappresentazione interna. Una rappresentazione

esterna invece ha natura pittorica e linguistica (non fa parte della mente ma del mondo). Le

rappresentazioni interne sono analogiche o proposizionali. Nella rappresentazione pittorica abbiamo una

singola unità la cui relazione è implicita (perché è interpretabile, il significato spesso è nascosto). Nella

rappresentazione linguistica invece la situazione è esplicita. Nella rappresentazione pittorica non vi sono

regole per l’ordine degli elementi, con le parole invece si deve seguire una sintassi, la grammatica regola le

relazioni degli elementi. Nella rappresentazione pittorica abbiamo una dimensione

concreta/multisensoriale, abbiamo un accesso diretto al simbolo (lo vediamo). Nel caso della

rappresentazione linguistica invece perdo il contatto coi sensi. Nelle rappresentazioni MENTALI

distinguiamo tra quelle di natura analogica e quelle proposizionali. Le rappresentazioni mentali analogiche

sono concrete, mantengono un rapporto coi sensi che le hanno generate, mantengo i colori, il movimento,

l’olfatto ecc.. anche se è una rappresentazione grossolana. Sono implicite, possiamo dire in che rapporto

sono gli elementi ma ciò non è intrinsecamente nella rappresentazione. E’ un’elaborazione parallela: ho

accesso a più informazioni che posso tenere attive nello stesso momento (quando immagino un volto). Le

rappresentazioni mentali proposizionali sono astratte, perdono il contatto coi sensi. Sono esplicite. Richiede

un’elaborazione sequenziale (analizzo gli elementi uno alla volta). Kosslyn ha proposto la teoria più

avanzata su cosa sia una rappresentazione mentale di tipo analogico. Pylyshyn sostiene che in realtà le

immagini mentali non abbiano potere causale, non può spiegare cosa sia il pensiero, cioè hanno natura

epifenomenica: (esempio della bistecca che cuoce e fa il fumo) tutto il formato del pensiero è

proposizionale. Come dimostrare che le rappresentazioni analogiche hanno un ruolo che permette di

svolgere un compito? Serie di esperimenti. Due principi: 1-rotazione mentale; 2-esplorazione delle

immagini.

Esempio della mappa. Ho mantenuto un rapporto spaziale degli elementi, manipoliamo gli oggetti mentali

come manipoleremmo gli oggetti fisici. Il soggetto tende a comportarsi in modo ragionevole, “come se”.

Nei soggetti con lesioni che provocano problemi di percezione, si notano i medesimi problemi con

l’imagery. Neglect visivo--->si estende nell’imagery (es.immaginare una piazza a Milano e descriverla).

L’attività cerebrale in determinate aree della corteccia è la stessa sia durante un compito percettivo sia

durante un compito di imagery (a volte con l’imagery vi è addirittura un aumento poiché richiede più

“lavoro percettivo”).

Esempio della R. Il soggetto non si può comportare in modo ragionevole. Ruotare mentalmente o

fisicamente un’oggetto richiede più tempo quanto più è ruotato. Le immagini mentali sembrano avere tutte

le caratteristiche degli oggetti reali. Ma se l’oggetto da immaginare supera un certo livello di complessità i

soggetti sono meno abili nel formare giudizi corretti: ciò non avviene nel mondo fisico--->rotazione dei

volumi. Problema connesso col taccuino visuo-spaziale della working memory. Le aree cerebrali attivate

durante l’immaginazione sono un sotto insieme delle aree (V1 e V2) attivate per la percezione. Simulazione

magnetica transcranica (TMS), viene creato un campo magnetico che inibisce il funzionamento delle aree

cerebrali sottostanti la zona del cranio a cui questa bobina viene applicata. E’ come creare una lesione

cerebrale virtuale. Kosslyn sviluppa un modello più esplicito--->medium spaziale=luogo in cui vengono

formate le immagini mentali. Tempi più lunghi per “vedere” parti o dettagli del coniglio nella coppia

elefante/coniglio rispetto alla coppia mosca/coniglio: difficoltà nel vedere proprietà con granularità

differenti. Più un oggetto è piccolo, più ho difficoltà nel coglierne i dettagli.

La conoscenza è categorizzata (es. gatto). Categorizzare=mettiamo insieme elementi che hanno in comune

determinate caratteristiche, ci permette di semplificare l’interazione con l’ambiente. Gerarchie di concetti:

le categorie sono gerarchiche, abbiamo un insieme di concetti (pera, mela) che vanno nella categoria

“frutta”. Ogni concetto ha delle proprietà, che sono a loro volta dei concetti, che appartengono a dei

concetti. (mela rossa, mela gialla…). Esplorare una rete di concetti richiede più tempo se si tratta di concetti

sovraordinati. Teoria dei prototipi: Eleanor Rosch parte dal fatto che la nostra conoscenza è costituita da

categorie e da una rete di concetti. Il nostro pensiero si organizza prevalentemente intorno al livello di

base, è quello che i bambini apprendono prima. Alcuni concetti sono più tipici di una categoria che di

un’altra. Concetto di prototipo: tendiamo a riconoscere uno stato del mondo come un qualcosa che

appartiene a una certa categoria concettuale. Le cose a livello della categoria base non sono organizzate in

base a una lunga serie di caratteristiche ma in base ad un immagine, il prototipo di quella categoria, la

“forma media” degli oggetti. Commentato [ls7]: Cerca su “Il metodo della scienza

cognitiva”

Es. concetto=gatto, rappresenta un’intera categoria, categorizzazione=processo di assegnazioni di un

oggetto ad un concetto, prototipo del concetto=insieme della caratteristiche descrittive dei migliori

esemplari del concetto. Es concetto “nonna”, prototipo=vecchia, capelli grigi, ama passare il tempo coi

nipoti. Nucleo=caratteristiche essenziali per far parte di un concetto=madre di una madre=nucleo di

“nonna”. Quante più caratteristiche del prototipo ha un esemplare, tanto più sarà considerato tipico si un

certo concetto. Il grado di tipicità di un concetto esercita maggior effetto sulla categorizzazione; i mettiamo

più tempo a dire che il pollo è un uccello piuttosto che dirlo di un pettirosso. I prototipi di concetti naturali

sono universali, per altri come “nonna”, la cultura esercita un’influenza maggiore. Persone di diverse

culture concordano sulla tonalità tipica dei colori. Sappiamo anche come sono legati tra di loro i diversi

concetti. Ci sono vari livelli ma esiste

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
20 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lorsky di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Adenzato Mauro.