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EEG
Mediante l'utilizzo dell'elettroencefalografo, si consente di definire, suddividere e classificare differenti livelli di attivazione corticale e stadi del sonno. Questa misura dell'attività cerebrale viene generalmente accompagnata alla registrazione dei movimenti oculari e dall'attività muscolare.
Studi elettrofisiologici portarono alla scoperta rivoluzionaria di due stadi fondamentali del sonno: sonno ad onde lente e sonno Rem. Negli esseri umani, il sonno onde lente può essere ulteriormente suddiviso in quattro stadi differenti.
Quando chiudiamo gli occhi e ci rilassiamo, compare un ritmo EEG distintivo, caratterizzato da un'oscillazione regolare con una frequenza compresa tra gli 8 e i 12 Hz al quale ci si riferisce comunemente come ritmo alfa. All'insorgere della sonnolenza, il tempo trascorso in attività alfa decresce, e nell'EEG compaiono eventi di minore ampiezza e frequenza regolare.
all'interno del quale si distinguono onde pronunciate denominati 11 al vertice. Questi eventi annunciano l'inizio del sonno a onde lente, definito stadio 1 del sonno, al quale si accompagna un decremento e la frequenza del battito cardiaco e una riduzione del tono muscolare; inoltre lo stadio 1 dura generalmente diversi minuti e lascia successivamente il posto allo stadio 2, caratterizzato da onde con una frequenza compresa tra i 12 e i 14 Herz denominati fusi del sonno che si presentano in scarico e periodiche e da complessi K. Se si è svegliati durante una di queste due fasi, i soggetti tendono a essere consapevoli di essere addormentati. Lo stadio 2 viene seguito dallo stadio 3, caratterizzato dalla comparsa di onde ampie molto lente, le cosiddette onde delta. Lo stadio successivo, stadio 4, è caratterizzato da una presenza ancora maggiore di onde delta. Le onde lente di potenziale elettrico che caratterizzano il sonno di lente, sono dovute a un'estesasincronizzazione di attività corticale, la quale può essere considerata analoga a una stanza piena di persone impegnate a ripetere al unisono la medesima frase. Dopo un'ora di sonno, si manifesta qualcosa di completamente diverso. Nel tracciato EEG compare prossimamente un segnale caratterizzato da una bassa ampiezza e da una elevata frequenza, per molti aspetti simile a quello osservabile in un individuo sveglio, ma in questo caso la muscolatura scheletrica è completamente rilassata e priva di tono. Il tracciato EEG simile alla veglia e l'assenza di tono muscolare sono tratti distintivi del sonno REM. In aggiunta ai momenti oculari rapidi osservabili al di sotto delle palpebre, responsabili del nome conferito a questa fase del sonno, la respirazione e le pulsazioni cardiache divengono irregolari. E all'interno di questa fase inoltre che si producono i sogni. I cicli variano in modo lieve ma regolare durante il corso del sonno. I cicli eventi luogo nella primametà di una notte di sonno sono caratterizzati da preponderanza delle fasi 3 e 4 di sonno a onde lente. Nella seconda metà della notte si osservano una riduzione delle fasi 3 e 4 e un incremento progressivo di sonno Rem. Il primo periodo di sonno REM ha una durata breve di circa 5-10 minuti circa; l'ultimo periodo REM, il quale precede la veglia, può durare anche 40 minuti. Risvegli transitori si possono presentare in seguito a una fase di sonno REM e possono essere accompagnati da un cambio di postura da parte dell'individuo. I nostri sogni sono più vividi durante il sonno REM. A rendere distintivi i sogni nella fase R.E.M. è la connotazione visiva e immaginativa dei loro contenuti; i sogni compiuti nelle fasi non-REM sono invece di natura più "concettuale". I sogni in fase R.E.M. prevedono come una mente una storia dei contenuti bizzarri, e la percezione da parte del soggetto di trovarsi "lì" e di star provando emozioni reali.prima persona le sensazioni che si accompagnano all'evento sognato. Soggetti svegliati durante la fase di sonno non-R.E.M. riferiscono tendenzialmente di aver pensato a problematiche alle quali non vi sono abbinati contenuti di tipo immaginativo. Gli incubi sono definiti lunghi sogni terrificanti in grado di svegliare un individuo impegnato in una fase di sonno R.E.M. Gli incubi vengono spesso confusi con i terrori notturni, rappresentati invece da risvegli improvvisi dagli stati tre o quattro del sonno a onde lente e caratterizzati da una sensazione di paura intensa e da una forte attivazione autonomica. In seguito a un terrore notturno l'individuo non ha il ricordo di contenuti immaginativi vividi, ma può avere il ricordo di una sensazione di soffocamento causata da un peso opprimente sul petto. I pattern del sonno variano nel corso della vita. Un ciclo sonno-veglia chiaramente delineato richiede varie settimane di tempo prima di emergere nei neonati. Un ritmo di 24 ore sievidenzia in modo chiaro solo dopo 16 settimane di vita. I piccoli dei mammiferi esibiscono un’elevata percentuale di sonno REM. Negli esseri umani, per esempio, il 50% del sonno nelle prime due settimane di vita è svolto in fase REM. A differenza degli adulti, i neonati sono in grado di transitare direttamente da uno stato di veglia a una fase di sonno REM. Ai quattro mesi di vita circa, le fasi di sonno REM sono invece preceduti da fasi di sonno onde lente. Il sonno REM nei neonati è particolarmente attivo, accompagnato da spasmi muscolari, sorrisi, smorfie e vocalizzazioni. I cuccioli di orche delfini passano pochissimo tempo dormendo nel loro primo mese di vita, presumibilmente in risposta alle loro esigenze di dover riaffiorare frequentemente in superficie per respirare. Questa osservazione consente di fare i tuoi ipotesi: o il sonno REM non riveste un ruolo cruciale nello sviluppo del sistema nervoso dei cuccioli di mammifero, oppure nel caso delle orche e dei delfini taleruolo è stato compensato mediante un altromeccanismo. La maggior parte degli individui dormono significativamente di meno con il passare degli anni. I parametri del sonno variano più lentamente nell'età anziana rispetto alle prime fasi di crescita. L'assenza di sonno, o insonnia, rappresenta un disagio di cui soffrono frequentemente le persone anziane, anche se va tenuto in conto che il sonno pomeridiano può esacerbare l'insonnia notturna. Degli individui di sessant'anni si osserva una riduzione di circa il 50% del tempo trascorso negli stadi 3 e 4 rispetto a valori di quando avevano vent'anni, giunti novant'anni, gli stadi 3 e 4 scompaiono del tutto. Come in tante altre cose, l'attitudine di un individuo potrebbe interagire con la percezione della qualità del proprio sonno. Dati oggettivi suggeriscono che un individuo anziano insoddisfatto rispetto al proprio sonno potrebbe in realtà dormire un numero maggiore di.Ore rispetto a un individuo che si ritiene soddisfatto. Manipolando il sonno se ne evidenzia la struttura di base.
Il sonno può essere influenzato da una serie di fattori ambientali, sociali e biologici. Gli effetti prodotti dalla deprivazione del sonno sono di particolare interesse in quanto forniscono informazioni interessanti sui meccanismi sottostanti al sonno.
Gli effetti della deprivazione del sonno: I primi studi compiuti sulla deprivazione di sonno suggeriscono un parallelismo tra i comportamenti "bizzarri" indotti da tale manipolazione e la schizofrenia. Un tema ricorrente all'interno di questi lavori era la nozione del sonno inteso come "custode della sanità mentale".
Gli effetti di una prolungata deprivazione totale del sonno variano considerevolmente da individuo a individuo e sembrano essere dipendenti da fattori quali l'età e le caratteristiche di personalità del soggetto in questione. In diversi studi di deprivazione di sonno, sono stati osservati effetti come:
La sonnototale prolungata (205 ore) ha causato episodi allucinatori in alcuni soggetti sperimentali. Tuttavia, gli effetti più comunemente osservati riguardano un incremento di irritabilità, una maggiore difficoltà a concentrarsi e la comparsa di episodi di disorientamento.
I soggetti volontari che hanno dormito 4 o 6 ore per notte durante due settimane di esperimento hanno mostrato un calo dell'attenzione e una ridotta reattività rispetto a un gruppo di controllo che aveva dormito otto ore ogni notte.
Si è osservato che la deprivazione di sonno nei mammiferi determina un deficit nel sistema immunitario che può condurre alla morte.
Il recupero del sonno: nella prima notte di recupero del sonno, lo stadio quattro ha mostrato la maggiore discrepanza rispetto ai valori di base. L'incremento dello stadio quattro determina comunemente una riduzione del sonno nello stadio due. Tale incremento, tuttavia, non compensa pienamente il deficit accumulato nel periodo di deprivazione.
Il recupero del sonno trascorso in stadio 4 non è maggiore di quello che si osserverebbe in seguito a periodi di deprivazione di metà durata. Il sonno REM ho recuperato in seguida una prolungata deprivazione di sonno mostra il suo maggior recupero durante la seconda notte di sonno post-deprivazione. Il sonno REM prevede anche un'altra forma di compensazione, ovvero un incremento della sua intensità: il sonno REM in notti di recupero è più intenso rispetto alla norma, con un maggior numero di movimenti oculari rapidi per periodo di sonno. Quindi, le ore di sonno perse non vengono mai recuperate del tutto, ma tale perdita può comunque essere compensata facendo sì che si dorma più intensamente per un po' di tempo. Quali sono le funzioni biologiche del sonno? Le quattro funzioni attribuite più comunemente al sonno sono: 1. Conservazione di risorse energetiche: il sonno a onde lente, per esempio, è caratterizzato da unduzione del sistema immunitario,4. consolidamento della memoria,5. riparazione e rigenerazione dei tessuti,6. regolazione dell'umore e delle emozioni,7. promozione della crescita e dello sviluppo. Il sonno è un processo fisiologico essenziale per il benessere e la salute dell'organismo. Durante il sonno, il corpo svolge diverse funzioni importanti che contribuiscono al mantenimento di un equilibrio metabolico e al corretto funzionamento del sistema nervoso. Una delle funzioni del sonno è quella di conservare le risorse energetiche dell'organismo. Durante il sonno, infatti, si osserva un ridotto tono muscolare, una minore frequenza cardiaca, un abbassamento della pressione circolatoria e una riduzione della temperatura corporea. Questa attività metabolica ridotta suggerisce che il sonno permetta di risparmiare energia. Inoltre, vi è una correlazione tra il numero di ore di sonno trascorse per notte e il tasso metabolico osservato durante la veglia: gli animali più piccoli tendono a dormire più a lungo rispetto agli animali più grandi. Questo suggerisce che il risparmio energetico durante il sonno potrebbe essere influenzato dalle dimensioni dell'organismo. Oltre al risparmio energetico, il sonno svolge altre importanti funzioni. Ad esempio, durante il sonno avviene il consolidamento della memoria, cioè il processo attraverso il quale le informazioni apprese durante la veglia vengono stabilizzate e memorizzate a lungo termine. Il sonno è anche importante per la riparazione e la rigenerazione dei tessuti. Durante il sonno, infatti, si verifica un aumento del rilascio di ormone della crescita, che favorisce la riparazione dei tessuti danneggiati e la crescita dei tessuti nuovi. Inoltre, il sonno svolge un ruolo nella regolazione dell'umore e delle emozioni. La mancanza di sonno può influenzare negativamente l'umore e aumentare il rischio di sviluppare disturbi dell'umore come la depressione. Infine, il sonno è importante per la promozione della crescita e dello sviluppo, soprattutto durante l'infanzia e l'adolescenza. Durante il sonno, infatti, si verifica la produzione di ormone della crescita, che favorisce la crescita e lo sviluppo fisico. In conclusione, il sonno svolge diverse funzioni essenziali per il benessere e la salute dell'organismo. Oltre al risparmio energetico, il sonno contribuisce al consolidamento della memoria, alla riparazione e rigenerazione dei tessuti, alla regolazione dell'umore e delle emozioni, e alla promozione della crescita e dello sviluppo.