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PSICOLOGIA FISIOLOGICA
- Le basi della psicofisiologia
Non esiste una distinzione tra mente e corpo, perché non vi è nessuna mente che non
derivi da un sistema biologico. Non esiste alcuna capacità mentale che non sia basata su
una struttura in continuo funzionamento e modifica. Cartesio era già arrivato a questa
conclusione ma, per le convinzioni del tempo, se lo avesse detto avrebbe rischiato la vita.
Egli si limitò a studiare approfonditamente il corpo umano ed animale, rendendosi conto
che fosse una macchina perfetta, e che tutto ciò che ne derivava lo era, perché
l’organizzazione meccanicistica di questo lo rendeva tale – lo ha paragonato ad un
orologio. Cartesio, per salvarsi, affermava che la mente fosse invece divina, quindi
derivante da Dio, e che non fosse allora studiabile, separandola dunque dal corpo. Lui non
credeva in questo, ma gli è servito solamente per fare una divisione fra mente e corpo, più
concepibile per il tempo. Ad oggi questo pensiero è comunque presente nella cultura
moderna, come se il corpo fosse un qualcosa di fisiologico e la mente un qualcosa di più
alto. Il cervello è l’unico organo così complesso da avere la possibilità di studiare sé
stesso (seppur non lavori da solo).
Il termine psicobiologia sottolinea l’importanza dell’aspetto biologico nella psicologia.
Le neuroscienze comportamentali sono una macroarea della conoscenza ed impongono il
fatto che varie discipline, ricercatori e scienziati comunichino l’uno con l’altro. È importante
che ci sia un’interazione tra più discipline, perché il comportamento e i suoi correlati sono
così complessi da non poter prescindere dall’utilizzo di una sola conoscenza o tecnologia
per studiarlo. Quando si parla di comportamento, lo si può descrivere, ne si può studiare
l’evoluzione sia di per sé che all’interno di un arco di vita, e ne si può analizzare
l’importanza in relazione al benessere e all’avanzamento dell’uomo. Le neuroscienze
comportamentali si basano tutte su un assunto fondamentale: lo studio del
comportamento non può prescindere dall’esame dei correlati funzionali e strutturali. La
relazione che esiste tra il comportamento e i suoi correlati fisiologici, strutturali e funzionali
è biunivoca. Il comportamento modifica la struttura biologica – grandissima innovazione
che annulla il pensiero di Cartesio, il quale non aveva gli strumenti per arrivarci.
La psicologia fisiologica, nell’ambito della psicobiologia e delle neuroscienze
comportamentali, ha preso una svolta epocale sulla base di due grandissime scoperte
quali la neuroplasticità e l’epigenetica: la neuroplasticità è il concetto attraverso il quale il
nostro sistema biologico, cervello compreso, non è una struttura rigida ma plastica e che
modula l’esperienza; l’epigenetica è la scienza che studia la relazione tra l’ambiente e
l’espressione genica.
Il comportamento è studiabile anche prendendo in considerazione gli aspetti di filogenesi e
di ontogenesi. In neuroscienze si dice che l’ontogenesi rispecchia la filogenesi. La
filogenesi è l’evoluzione nel corso della storia di sviluppo delle varie specie. Darwin ha
iniziato a studiare l’evoluzione delle specie capendo che vi fossero delle strutture
biologiche e dei comportamenti che ritornavano tra differenti specie, quindi che si potesse
pensare ad un antenato comune tra queste. Il fatto che l’evoluzione selezioni in maniera
accurata dei processi, che funzionano bene e garantiscono l’adattamento tra una
generazione e l’altra ed in comune tra diverse specie, non presuppone sempre il fatto di
avere un antenato comune, bensì può darsi che quella funzione sia talmente ben regolata
da garantire la sopravvivenza ad individui molto differenti l’uno dall’altro. Molto spesso,
processi presenti nella filogenesi sono anche presenti nella ontogenesi, quindi durante
l’arco della nostra vita, ed è per questo che si dice rispecchiare l’altra – alcuni aspetti sono
così adattivi che vale la pena conservarli.
La sperimentazione in Europa e in America è regolamentata da una normativa ferrea. La
ricerca animale si basa sul principio delle 3R: riduzione (reduce), per via del ridotto
numero di animali analizzabili; sostituzione (replace), per cui se è possibile l’analisi su
cellula è obbligatorio farla al posto che sull’animale; affinamento (refine), per cui tutto
quello che garantisce la salute dell’animale va messe in atto.
- Struttura e funzioni del sistema nervoso
Il sistema nervoso si suddivide in sistema nervoso centrale (SNC) e sistema nervoso
periferico (SNP): il sistema nervoso periferico, che si differenzia in somatico e autonomo,
riguarda tutti i nervi al di fuori del midollo spinale e del cranio che si innervano in tutto il
resto del corpo, i quali possono trasportare le informazioni verso le parti periferiche del
nostro corpo o raccoglierle per convogliarle verso il sistema nervoso centrale, e possono
controllare aspetti volontari o controllare tutta una fisiologia involontaria; il sistema nervoso
centrale, invece, è composto da cervello e midollo, quindi da tutto quello che si trova
all’interno della scatola cranica e della colonna vertebrale.
Tutto il nostro corpo è formato da cellule; quelle del sistema nervoso centrale sono
differenti da quelle appartenenti al resto del corpo. Il sistema nervoso è formato da due
principali tipi di cellule quali i neuroni e le cellule gliali.
I neuroni (che non sono gli unici costituenti del sistema nervoso centrale), infatti, hanno
delle caratteristiche uniche non ritrovabili in nessun altro compartimento del nostro corpo.
Queste cellule, come tutte le altre, hanno un rigonfiamento, che può essere posizionato in
vari punti, chiamato corpo cellulare, soma, o somata, e che svolge un ruolo chiave nella
vita della cellula neuronale perché è la sede in cui si svolge la vita metabolica della cellula
neuronale. Dal corpo cellulare partono delle diramazioni, i dendriti, che sembrano la
chioma di un albero, e vi è una parte più grande a livello di diametro, che sembra un fusto,
chiamato assone.
Ci sono stati degli studiosi che, all’inizio del ‘900, hanno iniziato a giocare con il tessuto
cellulare, impregnandone col colorante delle fettine piccolissime. Facendo ciò hanno
scoperto che il tessuto era composto da cellule, i neuroni. Camillo Golgi pensava che le
cellule di questo tessuto avessero una continuità, e quindi che non ci fosse una
separazione tra l’una e l’altra, ma che i segnali potessero passare tranquillamente.
Santiago Ramón y Cajal era convinto, invece, che vi fosse uno spazio fra queste cellule, e
che quindi si dovesse presupporre un metodo speciale di comunicazione. Strutturalmente
aveva ragione Cajal, infatti i neuroni non sono realmente in continuità fra loro ma separati
da uno spazio piccolissimo chiamato inter-sinaptico, mentre a livello funzionale aveva
ragione Golgi, perché le varie strutture che compongono il cervello elaborano il segnale in
parallelo.
I dendriti e gli assoni sono circondati da una membrana con doppio strato lipidico, che è
composta di grasso (lipidi) sia internamente che esternamente; questo perché il
compartimento interno e quello esterno sono composti da acqua, ed il grasso è l’unico
elemento resistente all’acqua e quindi non può disperdersi. Il nucleo cellulare è
importantissimo ed è a sua volta protetto dalla membrana nucleare. All’interno del nucleo è
contenuto il materiale genetico, il DNA, composto da una serie di basi di adenina, timina,
guanina e citosina che formano una doppia elica che costituisce i cromosomi. I cromosomi
sono separati da tantissime righe rappresentate dai geni, ed ogni gene codifica per una
proteina. I geni possono avere delle forme diverse, chiamati alleli. Attraverso i fori della
membrana nucleare entra l’RNA, che legge le istruzioni che il DNA contiene in sé e le
trascrive sulla base dell’appaiamento precedente: la doppia elica del DNA si divide e si
insinua l’elica singola di RNA, che gli passa al di sopra e la legge. Queste istruzioni, una
volta che l’RNA le ha trascritte, devono uscire dal nucleo; questa trascrizione lascia il
nucleo sempre attraverso gli stessi fori dai quali era entrato, e raggiunge gli organelli che
si trovano nel corpo cellulare. Alcuni di questi organelli sono definiti ribosomi, delle
strutture tondeggianti che possono essere o libere o agganciate ad una struttura più
grande chiamato reticolo endoplasmatico rugoso. Nel momento in cui l’RNA raggiunge i
ribosomi, questi assemblano gli elementi dell’RNA e creano le proteine. All’interno del
corpo cellulare troviamo anche il reticolo endoplasmatico liscio, che serve a rifinire le
proteine, e l’apparato di Golgi, che serve a far sì che le proteine prendano la loro forma
funzionale. Nel corpo cellulare, ma soprattutto nella parte terminale del neurone, chiamato
bottone terminale o bottone sinaptico, più specificatamente nella parte in cui comunica con
il neurone vicino, si trovano dei grossi ‘‘fagiolini’’ chiamati mitocondri, e che sono
fondamentali perché costituiti da una matrice e da creste al cui interno viene sintetizzata
l’energia che serve al neurone. In particolare, i mitocondri trasformano le sostanze che
trovano sciolte all’interno della cellula, il citoplasma o citosol, in ATP.
Un neurone non riceve un solo segnale dalle cellule vicine, ma ne può ricevere differenti.
L’assone serve a riprogettare l’informazione agli altri neuroni, ed ha un potere sia di
convergenza che di divergenza; esso mette in contatto i neuroni attraverso le sinapsi
elettrochimiche. I dendriti hanno molte spine dendritiche che servono per aumentare la
superficie su cui possono arrivare i contatti dagli altri neuroni. Le spine dendritiche sono
l’unico altro punto in cui troviamo i ribosomi, quindi in cui può avvenire la sintesi delle
proteine. Un neurone che ha dendriti pieni di spine vuol dire che funziona e che verrà
mantenuto grazie alla legge ‘‘usalo o buttalo’’. Ciò che fa spineggiare un neurone sono, ad
esempio, l’attività sociale, l’apprendimento e la memoria, l’attività fisica e il sesso.
I neuroni possono essere di tanti tipi: i motoneuroni sono quei neuroni che permettono la
comunicazione trasportando un’informazione relativa all’attività motoria; i neuroni
sensoriali sono quei neuroni che trasportano l’informazione sensoriale dall’esterno
all’interno; gli interneuroni sono quei neuroni che garanti