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I PARADIGMI:
I paradigmi si devono basare sulle risposte comportamentali che producono spontaneamente (vedi movimento gambe e capo).
Osservano situazioni critiche e controllate. Esempi di risposte non verbali utilizzate nelle ricerche sulle competenze percettive
14
infantili: movimenti oculari, suzione nonnutritiva (ritmo e pressione),orientamento della testa in direzione di uno stimolo (visivo o
acustico), movimenti degli arti inferiori e superiori, indici fisiologici (ritmo cardiaco e respiratorio, attività elettrica cerebrale).
I paradigmi sono:
Preferenza visiva: il bambino sposta attenzione nello spazio che lo circonda. Serve per vedere se nel gruppo di bambini ce sto
studiando. Si vuole vedere dove manifestano le preferenze. Il neonato guarda più attentamente un volto piuttosto che un volto
girato. Si misura la direzione dello sguardo e il tempo con cui il bambino rimane su quell’immagine. Se alla fine quel gruppo mostra
di guardare più a lungo in maniera statisticamente descrittiva, una di quelle immagine, posso dire che ha colto la differenza tra le
immagini e che c’è una qualche ragione per cui oltra a cogliere la differenza, è più attratto da una elle due immagini.
C’è una telecamera dietro lo schermo. Osservo le fissazioni
del bambino sulle immagini. I bambini alla nascita
(1mese),hanno una preferenza per gli stimoli sociali, oggetti
curvilinei, stimoli in movimento, grandi, contrastati.
• Abituazione visiva
: c’è un punto intermittente al centro dello schermo che fa si che il bambino ponga lì l’attenzione.
Appena pone l’attenzione lì, io metto un’immagine (che familiarizzerà, abituo). La guarda. Si stufa. La riguarda. I tempi di
fissazione decrescono. Allora ripropongo il punto intermittente al centro dello schermo. Poi ripresento la figura di prima e
una nuova. Poi le cambio di posizione. I tempi di fissazione scendono con l’immagine familiarizzata, ma aumentano con
quella nuova. So quindi che ha colto la differenza tra le due immagini. Viene usato per studiare il
riconoscimento. La capacità di
memorizzare un’informazione si
modifica in base all’età). short
Bisogna tener conto delle differenze individuali con cui i bambini esplorano l’informazione percettiva. Ci sono bambini detti
lookers, long lookers
in cui i tempi di attenzione sono più bassi avendo un’esplorazione globale. Altro sono i che presentano
tempi di attenzione maggiore e hanno una modalità di esplorazione più analitica, impiegando quindi più tempo. Chi ci mette meno
a elaborare l’informazione è chi ci mette meno ad apprendere concetti linguistici.
CATEGORIZZARE:
Serve per organizzare. Vuol dire mettere insieme una serie di concetti, immagini, creando dei gruppi sulla base di una caratteristica
comune. Non significa perdere le differenze. So trattare degli stimoli discriminabili. È una capacita molto importante perché implica
la capacità di non trattare ogni cosa che vediamo come nuova, ma applicare già una distinzione, in base al gruppo in cui la
mettiamo. Inoltre strutturano e organizzano la percezione superando le naturali variazioni dell’esperienza percettiva. Le categorie
percettive sono funzionali alla cognizione e alla memoria poiché facilitano il riconoscimento delle nuove informazioni, che vengono
“assimilate” a quelle già rappresentate nella mente. La capacità di categorizzare è un principio elementare di organizzazione
dell’attività cognitiva.
La si può studiare attraverso il paradigma dell’abituazione: 15
LA TEORIA ECOLOGICA DI GIBSON :
Lo sviluppo percettivo ha a che fare con la crescente capacità del bambino di estrapolare le informazioni dall’ambiente che lo
circonda. Non è un processo cognitivamente e elaborato e costoso, ma un processo che ha a che fare con la capacità i estrarre
informazioni sempre più sofisticate. Lo studio dello sviluppo percettivo cerca di aprire in che modo cambia la corrispondenza tra le
affordance
informazioni parenti e le azioni del bambino. Introduce il termine (disponibilità) nel senso che le informazioni ambientali
acquistano rilevanza solo quando acquistano importanza per il bambino. Un aspetto dell’informazione è li, ma il comportamento del
bambo, in quel momento, non lo porta a focalizzare lì l’attenzione.
Il bambino impara a prestare attenzione alle informazioni minime dell’ambiente, a come può usare quegli oggetti in relazione a sé
stesso. Diventa più economico e la capacità del bambino di estrarre diventa sempre maggiore. Ciò si realizza attraverso lo sviluppo
di 3 capacità:
1. Selezione delle caratteristiche distintive: discriminazione distintiva
2. Estrarre le caratteristiche invarianti: categorizzazione per esempio
3. Individuazione delle strutture percettive: colgo alcune regolarità. Per esempio si tolgono le melodie da un brano musicale.
attentivi
I processi aumentano e aumentano quindi le strategie visuoesplorative. SINCRETISMO
Ad evidenziare questo incremento dell’attenzione vi è anche un aspetto curioso del sistema percettivo: il
INFANTILE (fino all’età prescolare). L’attenzione del bambino si concentra sull’organizzazione globale del
bambino che polarizza la sua attenzione. Il bambino individua più facilmente
un elemento quando non appartiene a una struttura organizzata ma
disorganizzata; in caso contrario il bambino vede la struttura organizzata e
non riesce a vedere facilmente il target. Il bambino fa fatica ancora e ha
strategie rigide. I bambini fanno anche fatica a riconoscere
immagini lacunose figure
(frammentate) e le
mascherate. Anche essi sono esempi di
sincretismo.
A partire dai 7 anni, il sincretismo si supera grazie a una serie di cambiamenti. 16
ARG: 6: LO SVILUPPO COGNITIVO:
Significa cercare di capire come un individuo arriva a costruire un patrimonio di conoscenze. Indaga quindi sul modo che l’uomo
usa per codificare, strutturare e organizzare le informazioni che immagazzina nella propria mente in relazione a fenomeni e
contenuti differenti.
Ci sono diversi approcci e quindi teorie, classificabili in due categorie:
• Strutturaliste
: usano il comportamento del bambino come finestra sull’organizzazione del sistema cognitivo. (Piaget)
• Funzionaliste (cognitivismo): si focalizza s come funziona in quel momento dello sviluppo il sistema di elaborazione delle
informazioni. Esamina quindi i processi.
ARG: 6.1: PIAGET:
LA TEORIA STRUTTURALISTA DI PIAGET :
Negli Stati Uniti arriva a fine degli anni ’50, mentre in Europa vi era già negli anni ’20. È la teoria dello sviluppo più nota perché è
una teoria formalizzata e perché Piaget è stato il primo psicologo dello sviluppo che si è chiesto come funziona la mente del
bambino. Si è concentrato molto più che sul comportamento corretto dei bambini, sui loro errori compiuti nei test che misuravano la
capacità di ragionamento logico. 17
Secondo Piaget si trasforma la struttura del sistema cognitivo nella sua totalità. Implica una modificazione sostanziale delle
Strutturalismo
strutture mentali. Ciò che è sottoposto a cambiamenti nel tempo è l’organizzazione d questa struttura. perché
osserva il comportamento del bambini (errori sistematici) per cercare di capire la natura e l’organizzazione delle strutture cognitive.
strutture organizzative
I principi logici che usano i bambini cambiano e diventano sempre più vicini a quelli nostri. Le sono i
principi organizzativi del sistema cognitivo e riflettono le modalità di organizzazione dei dati della realtà utilizzate dal bambino ad
ogni età. Sono descritte da principi astratti che sottostanno e controllano il pensiero e il comportamento. Sono ciò che si modifica.
Piaget identifica 4 possibili strutture cognitive detti stadi (periodo di tempo governato da una struttura cognitiva he vincola i possibili
comportamenti). Ogni stadio ha delle caratteristiche: hanno un’organizzazione, un ordine fisso invariante, sono universali (posso
avere differenze nella velocità e quindi avere minime differenze di età), integrazione gerarchica ( aumento quelle che avevo prima).
Gli stadi sono:
Periodo SENSOMOTORIO
1. (dai 0 ai 2 anni): avvengono tantissime cose.
La struttura cognitiva è lo schema d’azione. Il bambino usa il gioco
simbolico (un pezzo di legno, per esempio, come un aereo), ed è
quindi in grado di usare forze rappresentative.
Possiede dei riflessi senso motori che mette in atto se stimolata. Passa da l’essere dotato di riflessi, a essere in grado di
mentalizzare questi schemi d’azione in schemi mentali. Questo stadio si divide in altri 6:
• RIFLESSI.
Dai 0 ai 2 mesi ci sono i
• Dai 2 ai 4 mesi mette in atto i riflessi, finché produce gli schemi motori in modo più volontario perché si accorge
CIRCOLARI PRIMARIE).
che questi comportamenti hanno effetti piacevoli. (REAZIONI
• REAZIONI CIRCOLARI SECONDARIE
Dai 4 agli 8 mesi ci sono le che il bambino attua perché nota le
conseguenze non solo su d lui, ma anche sul mondo che lo circonda. È in grado di modificare l’ambiente che lo
circonda. Non è più solo stimolato, ma anche lui produce stimoli (cade oggetto e sente suono).
• COORDINAZIONI DI SCHEMI SECONDARI.
Dagli 8 ai 12 mesi ci sono le
• CIRCOLARIE TERZIARIE
Dai 12 ai 18 mesi ci sono le reazioni in cui si serve delle variazioni che causa
nell’ambiente. Score nuovi mezzi per raggiungere nuovi fini. È il culmine dell’intelligenza motoria (il bambino
avvicina a sé l’oggetto che deve avere utilizzando altri oggetti).
• RAPPRESENTAZIONI MENTALI:
Dai 18 mesi ai 24 mesi ci sono le il bambino sa fare le cose, non più agendo,
ma pensando. Pensa e poi esegue l’azione.
Gli schemi d’azione sono i programmi motori che il bambino pianifica per le azioni. Una delle proprietà degli schemi di
azione è che tendono a generalizzarsi ( il succhiare prima il seno della madre, poi gli oggetti, il pollice). L’azione è il
“mattone” su cui si costruisce l’intelligenza cognitiva. Dai riflessi nascono le azioni, rese possibili dagli schemi
d’azione. Non può immaginare la madre. La sa riconoscere ma la deve vedere, se no non può pensarla. Può solo
vivere nel qui ed ora. Per il bambino il giocare a nascondere la faccia è divertente perché la madre appare e
scompare magicamente. Se un bambino di 1 anno non trova più l’oggetto con cui giocava, smette di giocarci. Il
bambino non ha nessuna aspettativa sul fatto che gli oggetti che lo circondano esistano. 18
In un compito il b