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Architettura della mente e della conoscenza
Qual è il legame con lo sviluppo di altre capacità?
-linguaggio
-emozioni
-socialità
La mente nel suo complesso è una realtà unica? Come funzionano i legami tra le diverse abilità di ordine cognitivo: alcune possono essere considerate con funzionamento distinto, oppure esistono meccanismi generali che valgono per tutte le abilità? Le abilità cognitive sfruttano tutte gli stessi meccanismi o sono differenziati?
L'architettura della mente è più simile a una mela (dominio generale: concezione più globale che considera la mente come un tutto connesso e globale. Ipotesi per cui ci sono funzioni con molti processi simultanei nei molti domini che interagiscono quindi in maniera omogenea perché se c'è un cambiamento di un abilità della cognizione c'è un effetto anche sugli
influenza quello semantico? Sì, perché il significato delle parole influisce sulla comprensione dei concetti. Inoltre, il linguaggio può influenzare anche il pensiero, poiché le parole che utilizziamo possono influire sulla nostra capacità di pensare in determinati modi. Un altro esempio di rapporto tra linguaggio e pensiero è quello della grammatica. La grammatica di una lingua determina le regole per la costruzione delle frasi e la disposizione delle parole. Queste regole possono influenzare la struttura del pensiero, poiché la grammatica di una lingua può determinare quali tipi di pensieri sono più facili da esprimere e comprendere. In conclusione, il linguaggio e il pensiero sono strettamente legati e si influenzano reciprocamente. Il linguaggio ci permette di comunicare e pensare in modi complessi, mentre il pensiero influenza la nostra capacità di utilizzare il linguaggio in modo efficace.influenza quellogrammaticale. C'è quindi interferenza tra i sottodomini? Tutti questi processi che possono confluire nel linguaggio parlato sono legati o indipendenti?- dominio:
- insieme specializzato delle aree che fanno da supporto ad una specifica area della conoscenza e delle procedure che servono per manipolare tali rappresentazioni (es. linguaggio, matematica, fisica, musica...)
- sottodomini/micro domini:
- sottoinsieme di conoscenze (es. linguaggio: fonologia, morfologia, sintassi...)
RAPPORTO PENSIERO/LINGUAGGIO
Linguaggio ha due funzioni diverse:
- comunicazione:
- "espressione" di idee, sentimenti, ecc. del parlante
- effetto di "evocazione" nell'ascoltatore sovrapponendosi ad altri canali di comunicazione che usiamo durante l'interazione come i gesti ecc.
- Permette di plasmare con estrema precisione gli eventi nel cervello altrui. Trasmette:
- esperienze emotive (es. poesia)
- esperienze cognitive (conoscenze, credenze...)
atteggiamenti...)-pensiero: funzione simbolica e di astrazione, per comunicare nella nostra mente con noi, riflettere e ragionare. Però non pensiamo solo a parole ma abbiamo anche dei processi non linguistici (es Piaget: sua figlia aveva in mano un mazzo di fiori e per aprire la porta doveva liberarsi la mano liberandosi dei fiori. Appoggia i fiori a terra ma in modo tale che ci sia una distanza per poter aprire la porta senza far sbatterla sui fiori: ragionamento molto rapido fatto non linguisticamente ma sulla base di ragionamenti di tipo spaziale es: se la porta si apre fino a dove arriva? Noi quando abbiamo problemi pratici da risolvere non ci limitiamo a processi di riflessione linguistici ma per es anche imitiamo altri)
Diverse teorie hanno cercato di rispondere a quesiti su come può essere concepita la cognizione facendo riferimento a modelli a dominio generale o a domini specifici.
Principali teorizzazioni:
classiche:
- piaget
- vygotskij
Attuali:
- hip
cognitivismo-bruner
IPOTESI DI PIAGET
Il linguaggio dipende dal pensiero:
- è un sottoinsieme della capacità simbolica
- assume caratteristiche diverse a seconda dello stadio di sviluppo cognitivo
Mente vista come dominio generale. Strutturalista: la cognizione umana ha un organizzazione generale e tutte le diverse abilità funzionano sulla base di principi generali di funzionamento che valgono per tutti gli ambiti della cognizione.
Processi di assimilazione e accomodamento delle informazioni nuove che vengono strutturate in uno schema+ equilibrazione. Dall’applicazione di questi processi derivano le azioni legate alle attività cognitive.
Egli illustra una traiettoria specifica rispetto allo sviluppo della mente nel tempo: il bambino nasce predisposto ad apprendere solo dall’esperienza. Avvengono processi di maturazione in una mente biologicamente predisposta ad apprendere ma che funziona diversamente dalla mente poi dell’adulto.
Il neonato non ha la
Percezione di spazio e tempo (attualmente si sa che in realtà la percezione dello spazio nel bambino si costruisce molto rapidamente, legata alla vista. Mentre la percezione del tempo è molto più impegnativa: per lo spazio può esserci una percezione vera o errata, mentre la percezione del tempo è molto soggettiva).
Sappiamo oggi che le informazioni visive e acustiche fanno parte di un quadro integrato fin dall'inizio, secondo Piaget invece il bimbo aveva dei quadri percettivi scissi. Il linguaggio risentiva di quello che era l'organizzazione del bimbo in una certa fase dello sviluppo. In ogni fase i progressi fungono come base di partenza per essere trasformati in qualcosa di nuovo.
Nel primo stadio senso motorio ci sono trasformazioni del pensiero. Piaget considera linguaggio (fenomeno di produzione di segni di ordine linguistico) quando non è più un atto di semplice denominazione ma esistono le prime regole grammaticali e connessioni di parole (es.
Esprimere osservazioni sulla realtà e predicazioni), così il linguaggio emerge come segno di una attività cognitiva che inizia a trasformarsi. È la prova che esistono rappresentazioni mentali di ordine astratto nel pensiero del bambino. Se il bimbo pensa con parole significa che ha già abilità di astrazione. Ma in questa fase queste abilità sono ancora limitate quindi il bimbo risente di queste limitazioni cognitive.
Nel periodo preoperatorio, il secondo stadio, c'è un immenso cambiamento nelle abilità linguistiche. Il pensiero non è ancora del tutto astratto ma ha caratteristiche ancora concrete e legate all'azione: il linguaggio dei bambini, detto egocentrico, ha un deficit perché è ancora legato alla concretezza. Rigidità del pensiero, non sa tener conto del contesto specifico di comunicazione e delle informazioni che l'altro interlocutore ha. (Piaget pensava che all'interno di uno stadio le
abilità cognitive funzionassero allo stesso modo, anche se sono periodi di tempo ampi). Nel periodo operatorio concreto il bimbo ha capacità di pensare in maniera più funzionale, ma il pensiero non è ancora staccato dal concreto e per questo i pensieri di ordine linguistico sono difficili per i bambini. È un abilità che si sviluppa nel periodo operatorio formale con abilità di ordine logico, quando si possono risolvere i sillogismi. La traiettoria di sviluppo della cognizione è già prefissata da una mente che all'inizio era quasi vuota e poi alla fine abilità di ordine superiore. A livello universale il pensiero umano ha questa direzione. Quindi se il linguaggio dipendeva dal pensiero nella sua evoluzione ne presentava tutti gli aspetti e i limiti principali. Lo sviluppo della logica matematica o della capacità di sillogismi non è così universale come crede Piaget: non tutti sono bravi neanche da adulti. Vygoskij gli critica diconfondere aspetti cognitivi della mente con aspetti derivanti da processi di acculturazione.IPOTESI DI VYGOTSKIJ
Linguaggio e pensiero nel loro sviluppo ontogenetico hanno radici diverse e assolvono a funzioni diverse, i due processi di sviluppo seguono per un certo periodo linee differenti indipendenti l'una dall'altra, ad un certo punto le linee si incontrano e il linguaggio diviene razionale mentre il pensiero diviene verbale.
Concezione della mente umana non così strutturata come Piaget che ha costruito un sistema filosofico molto organizzato.
Secondo Vygotskij la relazione tra linguaggio e pensiero non è di dipendenza del linguaggio dalla cognizione ma il linguaggio nasce come funzione a sé. Man mano che il bambino
impara a usare il pensiero il linguaggio diventa sempre più razionale e aumenta la possibilità di esprimere concetti di ordine superiore. Contemporaneamente il bambino impara a usare il linguaggio per pensare e il pensiero diventa linguistico.IPOTESI DI BRUNER
Il linguaggio è uno strumento del pensiero:
- la forma più potente di rappresentazione è quella linguistica
- viene utilizzato sia dal pensiero logico-paradigmatico che dal pensiero narrativo
Ricalca la posizione di Vygotskij in relazione ai legami tra linguaggio e pensiero ma in maniera approfondita.
Il linguaggio viene acquisito in un contesto comunicativo e ci sono dei fenomeni di ordine generale che rendono possibile l'acquisizione come la condivisione di attenzione, la capacità di focalizzarsi sullo stesso tema, imparare alternanza di turni e routine di gioco dove c'è il contesto facilitato per l'apprendimento di alcune parole. Nel secondo anno c'è un salto perché il
Il linguaggio si struttura in maniera più abile e i bambini iniziano a codificare le informazioni anche sotto forma di linguaggio. Per Bruner l'aspetto importante per pensare è avere dei mattoncini base per mettere insieme le idee, codici con cui possiamo immagazzinare le informazioni dall'esterno e costruire le nostre conoscenze e la memoria.
Rappresentazioni di 3 tipi:
- Esecutiva, basata sull'azione, la più usata dai bimbi nei primi anni: l'azione è la base attraverso cui memorizzare il concetto.
- Codici legati alla percezione, rappresentazione iconica, ad esempio visuospaziale.
- Man mano che progredisce il bimbo usa codice linguistico che dai 7 anni diventa il più utilizzato nel pensiero.
Comunque i 3 coesistono: per Piaget ciò che c'è prima smette di esistere e si ricodifica in qualcosa di superiore, mentre per Bruner nulla viene soppiantato da nulla.
Teorie sull'acquisizione del linguaggio differiscono secondo i...