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FORME DI AGGRESSIONE
Diretta:
- Due o più attori coinvolti in cui uno prevale sull'altro e lo può fare attraverso comportamenti fisici (più atteso nei bambini più piccoli) o verbali - più frequentemente strumentale
Relazionale:
- Si esprime all'interno delle relazioni sociali ed è un'aggressività molto più difficile da cogliere, molto più nascosta e raffinata, richiede un certo sviluppo cognitivo (non c'è nei bambini piccoli, ma dagli 8 anni) - deridere, escludere... (volta all'isolamento e alla denigrazione dell'altro) - solitamente ostile
Per quanto riguarda l'uso dell'aggressività:
- Strumentale: finalizzata a un obiettivo - prendere quello che voglio - tipica del bambino più piccolo
- Ostile: Volta a far male all'altro - l'obiettivo non è ottenere qualcosa dall'altro ma farlo soffrire (tipico)
(deibulli) Distinzione che riguarda l'esordio del comportamento aggressivo:
Reattiva: risposta ad azioni o eventi percepiti come attacchi (non per forza fatti intenzionalmente), caratterizzata da rabbia
Proattiva: meno attivazione emotiva, uso pianificato della forza per uno scopo
SVILUPPO DEL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO
Primo anno: la rabbia si differenzia da altre emozioni; si usa anche a scopo comunicativo
Dai 12 mesi: rabbia verso le persone, anche verso altri bambini
Prima fanciullezza: distinzione tra aggressività ostile e strumentale
Media fanciullezza: comparsa di aggressività proattiva; le aggressioni diminuiscono, ma in alcuni casi compaiono problemi seri di condotta; la prepotenza (bullismo) comincia a costituire un problema
Adolescenza: i soggetti che hanno manifestato alta aggressività nella media fanciullezza hanno maggiori probabilità di mostrare, anche in adolescenza, aggressività
Il comportamento aggressivo è
Un comportamento che noi ci aspettiamo nei primissimi anni di vita, ma poi deve andare riducendosi e scomparendo → nella scuola primaria ci aspettiamo che i bambini sappiano interagire tra di loro senza ricorrere al comportamento aggressivo, altrimenti bisogno intervenire, poiché il comportamento aggressivo ha alti livelli di continuità → bisogna aiutare il bambino a gestire la propria aggressività e bisogna farlo in periodi sensibili, ovvero quello pre-scolare.
POPOLARITÀ, RIFIUTO, ISOLAMENTO E AGGRESSIVITÀ Ipotesi di Dodge: deficit socio cognitivo nei bambini aggressivi → in particolare interpretano come azioni aggressive nei loro confronti azioni ambigue da parte dei coetanei reagendo con l’aggressione.
Il bambino rifiutato viene rifiutato perché non ha capacità sociali o comunque delle carenze nelle abilità di stare con gli altri, ed il fatto di essere rifiutato, messo da parte, accentua queste.
sue difficoltà e quindi tende a persistere nel suo comportamento aggressivo → ci si aspetta che quel bambino si comporterà così, quindi lui si comporterà di conseguenza, si adatterà ad essere rifiutato. Si può intervenire con un sistema di regole, un sistema di eteroregolazione imposto dall'adulto. COMPORTAMENTO PROSOCIALE Al termine "prosocialità" vengono riferiti diversi aspetti relativi all'aiutare, al prendersi cura, al condividere, al cooperare ed al provare solidarietà; con esso intendiamo un insieme di azioni finalizzate a beneficiare l'altro o gli altri. Non si tratta tanto di una condotta globale ed unitaria, quanto piuttosto di comportamenti legati ad ambiti specifici, guidati da motivazioni differenti e connessi a situazioni che possono incoraggiarne o al contrario ostacolarne l'attuazione. Secondo anni di vita: periodo in cui è possibile individuare i primi segni riconoscibili di.prosociali.Le tendenze prosociali del bambino piccolo si manifestano soprattutto di fronte alla sofferenza di un'altra persona. All'inizio del 2° anno di vita la sofferenza emotiva altrui suscita interesse e a volte tentativi di consolazione da parte dei bambini, dapprima di tipo fisico (abbracci, baci) e poi, verso la metà del secondo anno, assumendo più frequentemente la forma di conforto verbale, di aiuto (come, ad esempio, dare il biberon), di condivisione o di distrazione.I comportamenti di aiuto diventano mano a mano più complessi e organizzati al crescere dell'età, in funzione dello sviluppo cognitivo ed emozionale dell'individuo.In età scolare: la tendenza ad aiutare i compagni, ad offrire spontaneamente sostegno affettivo e a condividere giochi, curiosità ed esperienze si associa ad una maggiore probabilità di intraprendere un percorso scolastico di successo, contrastando inoltre tendenzedepressive e aggressive (Caprara et al., 2000).LA TEORIA DELL'ATTACCAMENTO
1969: J. Bowlby (1907-1990)
Nel primo volume della monografia "Attaccamento e perdita" propone la sua concettualizzazione dello sviluppo affettivo.
Bowlby definisce la relazione madre - bambino: relazione di attaccamento. Il legame madre - bambino è il risultato di un sistema di schemi comportamentali a base innata, il cui significato adattativo va rintracciato nella protezione dai predatori e dai pericoli offerta al piccolo da chi si prendeva cura di lui: la madre → predisposizione genetica innata all'attaccamento, il bambino nasce predisposto ad attaccarsi e quindi in possesso di un sistema di schemi biologico che gli consente che instauri questo legame e questa relazione.
Nel bambino esiste una predisposizione biologica alla relazione. Il bambino nasce biologicamente dotato di una serie di caratteristiche (il sorriso, l'aggrapparsi, il pianto) che facilitano larelazione con l'adulto. Il bambino costruisce così una relazione esclusiva e speciale con chi si prende cura di lui. Tale relazione si instaura grazie alla presenza di una figura stabile che si occupa del bambino e dei suoi bisogni. È una relazione che si costruisce nel rapporto specifico tra quel bambino e quella madre e richiede una vicinanza fisica. È una relazione che fonda anche le relazioni che si avranno in futuro. La relazione di attaccamento ha due fondamentali caratteristiche: 1. Primarietà della relazione: non è secondaria al bisogno di nutrirsi del bambino, ma è primaria, risponde ad un bisogno primario che è quello dell'accudimento. 2. Predisposizione biologica ad essa. Per la psicoanalisi: il neonato si trova in una fase di narcisismo primario, il suo interesse è concentrato sul suo corpo, che costituisce la fonte principale di piacere. Il legame affettivo con la madre nasce dal fatto che essa assicura al figlio.
La soddisfazione dei bisogni a cui egli non è in grado di provvedere da solo (soddisfazione legata al cibo, ma anche di natura sessuale, a partire dalle zone erogene). Secondo la prospettiva psicoanalitica classica "L'amore nasce dal bisogno, soddisfatto, di cibo" (Freud, 1938).
Per il comportamentismo: la soddisfazione di un bisogno primario (es. fame, sete, sonno; legate al funzionamento dell'organismo) costituisce un rinforzo primario: ad esempio il cibo è un rinforzo primario per il bisogno primario rappresentato dalla fame. Secondo la prospettiva comportamentista la madre funziona come rinforzo positivo poiché provvede alla soddisfazione di bisogni primari.
Nella prospettiva di Bowlby: il legame di attaccamento è dissociato dal nutrimento. Attaccamento non come riduzione di un bisogno fisiologico, ma come aumento della capacità di adattamento.
Nell'elaborazione della sua teoria sulla tendenza innata a ricercare la vicinanza
e il contatto di uno o più individui, Bowlby fu colpito da:- Studi di Lorenz sull'imprinting → aveva ipotizzato questo periodo critico alla nascita in cui il cucciolo riconosce la madre e si attacca ad essa, che è presente fisicamente
- Studi dei coniugi Harlow sulle scimmie rhesus
Persistenza e profondità del legame, non spiegabile in termini di apprendimento (ottica comportamentista) o di pulsione (ottica psicoanalitica).
Relazione individualizzata con la persona che si prende cura del bambino.
Attaccamento → Il legame madre-bambino è il risultato di un sistema di schemi comportamentali a base innata, il cui significato adattativo consiste nella protezione del piccolo dai predatori e dai
pericoli. Schemi comportamentali preprogrammati:
- prossimali: (succhiare, sorridere, aggrapparsi) → legati alla vicinanza del corpo della madre
- distali: (piangere, seguire)
I comportamenti hanno origine filogenetica (legata alla sopravvivenza della specie), ma l'approccio teorico è di tipo cognitivo (sarà sempre più importante l'elaborazione delle informazioni che provengono dall'ambiente)
PRECISAZIONI TERMINOLOGICHE
Sistema di attaccamento: sistema comportamentale di cui sono dotati gli esseri umani. Espressione teorica, non osservabile, che fa riferimento a un programma, un sistema di controllo (basato su specifici circuiti neurali) che mobilita e organizza diversi tipi di comportamenti orientati a mantenere la vicinanza con la figura di attaccamento.
Comportamento di attaccamento: comportamento osservabile che una persona mette in atto per ottenere o mantenere la vicinanza con la figura di attaccamento (es. piangere, sorridere, avvicinarsi, chiamare,
ma anche telefonare o scrivere una lettera, a seconda dell'età).
Legami di attaccamento (o più semplicemente attaccamento): legame affettivo, emotivamente significativo, di lunga durata, con una persona specifica: i sentimenti che una persona prova per un'altra.
Relazione di attaccamento: relazione in cui entrambi i partner hanno sviluppato attaccamento uno nei confronti dell'altro. Tali relazioni hanno natura diadica e interpersonale, non intraindividuale.
SVILUPPO DELL' ATTACCAMENTO
0 - 2 mesi: comportamenti di attaccamento a base innata (pianto, sorriso, aggrapparsi). Non si tratta di comportamenti intenzionali che però provocano l'avvicinamento e mantengono la vicinanza. Il bambino utilizza questi comportamenti non discriminando tra persone diverse. È l'adulto ad attribuire un significato particolare ai comportamenti messi in atto dal bambino, il significato che gli attribuisce e le risposte che offre → è
adall’adulto verso il bambino e sipartire da queste