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IL DOCENTE CHE SOSTIENE “caring”

- Accetta e rispetta con interesse per le caratteristiche dello studente

- Disponibile a fornire aiuto, ad ascoltare, fermarsi se vede se qualche bambino

vuole parlargli

- Capace di incentivare emozioni positive e di senso dell’umorismo perché questo

crea un clima disteso, fa sorridere, promuove il benessere ed elimina la tensione

- Incoraggiare, spronare al successo e aver eadeguate aspettative

- Capacità di interessare alla materia con passione, e attenzione ai feedback degli

studenti

- Uniformità di trattamento, verifiche accurate e puntuali

- Gestione della propria rabbia o aggressività

Il sostegno del docente contribuisce a un buon clima inclasse, un successo scolastico

degli allievi, competenza sociale: il docente è visto come un modello da imitare se

viene stimato, aumenterà quindi anche la propria competenza. Aumenta la percezione

della scuola come un ambeinte piacevole e sicuro che si ricollega al senso di

apprentenenza alla scuola, un fattore potente nel predire successo scolastico,

prosocialità. Il senso di appartenzna alla scuola è il grado in cui uno studente si sente

parte della comunità, quanto si sente accettato, integrato e sostenuto. 67

L’INSEGNANTI E LA RESILIENZA

Resilienza = capacità di adattarsi sgli eventi della vita, rispondere in maniera

efficacia alle condizioni di richio. Include la tenacia, la capacità di chiedere aiuto e

farne tesoro, la flessiblità di cambiare strategia quando non funziona e la capacità di

mettersi in discussione.

A livello scolastico gli studenti resilienti ottengono migliroi risultati scolastici,

frequentano volentieri la scuola e le attirbuiscono un grande valore. Spesso vengono

sovrastimate le capacità personali nell’ottenere un successo e sottostimato il scuole

degli insegnanti: gli isegnanti credono che la resilienza dipenda da caratteristiche

personali e familiari.

INTERVENTI PER AUMENTARE LA RESILIENZA A SCUOLA

1. Lavorare sulle credenze degli insegnanti di poter influire: spesso l’insegnanti

sottovaluta il potere che ha; egli è in grado di aumentare la resilienza degli

studenti.

2. Far in modo che gli studenti si sentino parte attiva della scuola, dando loro la

possibilità di partecipare alla pianificazione delle attività scolatiche

3. Dare fiducia nelle proprie capacità ed enfatizzare le risorse

4. Fornire cura e supporto

5. Aiutare a vedere le difficoltà come transitorie e risolvibili

6. Promuover emepatia, socialità, cooperazione, problem solving efficace

7. Creare legami forti

8. Creare un ambiente inclusivo

Sviluppare la resilienza degli insegnanti per poterla trasmetterla agli studenti!

LA VALUTAZIONE E I METODI PER LO STUDIO DELLO SVILUPPO SOCIALE E DEL DISAGIO

SCOLASTICO

La ricerca nella scuola e con i bambini e gli adolescenti è davvero necessaria? O ci

dice cià che in realtà ognuno sa ui bambini. Ciò che sappiamo fa parte del senso

comune e fornisce risposte in modo soggettivo. Seguiamo l’intuito, i preconcetti e

pregiudizi, l’esperienza personale. Ciò che fa la ricerca scientifica, invece, è dare

risposte in modo oggettivo, caratteristiche che la rendono quanto più obiettiva

possibile.

Alcune caratteristiche della ricerca:

Empirica: si basa su dati ottenuti da esperimenti o osservazioni

 Sistematica: segue un piano preciso, un metodo, un progetto

 Controllata: si riducono al minimo le spiegazioni alternative a un fenomeno (es.

 uso di gruppi di controllo)

Pubblica: le ipotesi, i metodi, i risultati sono al vaglio di tutti, in modo che la

 ricerca possa essere monitorata e replicata

Limiti della ricerca: i risultati di una ricerca e la loro interpretazione dipendono:

- Dalla teoria per interpretarli (es. l’aggressività secondo il comportamentismo o

la psicoanalisi)

- Dal metodo usato (es. Piaget: le tre montagne; aggressività osservata, self-o

peer report)

- Dal campione (es. fratelli/figli unici)

- Dalla cultura e dal tipo di educazione 68

- Dai vincoli etici

Dall’influenza del ricercatore (aspettative giudizi di valore.

Tuttavia... si cercano di ridurre al minimo gli elementi di criticità, è sempre

necessario chiedersi come sia stata condotta una ricerca, con quali gruppi, con

quali strumenti, se è replicabile. E’ comunque più obiettiva possibile e inoltre la

maggioranza di ricerche, alla fine della discussione dei risultati, c’è un paragrafo

sui limiti della ricerca.

Condurre una ricerca non è semplice. Perché?

- Caratteristiche dei fenomeni: molte variabili

- Caratteristiche dei soggetti: bambini e adolescenti, valutazione del singolo,

della relazione diadica o di un gruppo.

Quali sono gli strumenti più utilizzati?

- Questionari e interviste

Questionari di autovalutazione per me stesso, etero valutazione per qualcun altro.

Rilevano e percezioni dei soggetti, non la realtà obiettiva o soggettiva, ma

un’interpretazione personale della realtà. I dati sono mediati

Interviste domande aperte; consentono al soggetto di dire ciò che ritiene più

opportuno, di spaziare, di dire il suo punto di vista. Si possono rilevare aspetti inattesi,

maggiore variabilità individuale. Si possono rilevare aspetti inattesi, maggiore

variabilità individuale. C’è il rischio di andare fuori traccia, sono molte laboriose. I dati

sono comparabili, è più facile raccogliere dati e analizzarli, anche se si rischia di

perdere informazioni importanti.

Autovalutazione dei bambini utili per sapere la percezione individuale de bambino

(emozioni, vissuti, motivazioni ecc.); sono anonimi nella maggior parte delle ricerche,

sono applicabili in diversi ambiti di vita, è più semplice somministrarli e analizzarli.

Svantaggi: desiderabilità sociale, età (bambini piccoli – meglio la forma orale; e

adolescenti). La competenza linguistica e cognitiva ha un peso; un questionario per un

ragazzo con disturbi di lettura, un QI basso, se è straniero è più difficile da

somministrare. Un altro rischio è poca motivazione che fa rispondere a caso e risposte

di difficile interpretazione.

Questionari o interviste ad adulti

Uso con bambini piccoli

 Genitori: hanno relazioni strette e conoscenza continua nel tempo e in diverse

 situazioni (compagni, casa, spesa ecc)

Insegnanti: accurati per lievi cambiamenti, confronti con gli altri in base all’età,

 abilità di giudicare. Spesso hanno anni di esperienza con i bambini e sanno

valutare le abilità e capacità dei bambini.

Gli svantaggi possono essere la desiderabilità sociale, alcuni comportamenti restano

“nascosti” agli occhi dei genitori (es. l’aggressività relazionale, l’esclusione), elevato

coinvolgimento, poco attendibili in adolescenza e il rischio di una bassa motivazione;

una subcultura possono considerare “normali” alcuni comportamenti.

NOMINE DEI PARI 69

LEZIONE 4

IL CONCETTO DI SE’ è la risposta alla domanda “chi sono io?”. È il modo in cui ci

percepiamo, ci mostriamo agli altri, il modo personale di vedere e comprendere il

mondo. ciò che noi siamo o quello che noi pensiamo di essere, guida la nostra vita.

Tale concetto si sviluppa sulla base delle esperienze che abbiamo, dei feedback che

riceviamo e di pari passo con lo sviluppo cognitivo (più conosco il mondo, più conosco

me stesso). Strettamente associato all’autostima (valore che noi diamo al concetto di

sé, che è quindi la parte più oggettiva). Spesso si usano altri termini come immagine

di sé, percezione di sé, comprensione di sé, descrizione di sé.

Differenza con l’autostima

Ilo concetto di sé:

- aspetti cognitivi

- descrizione di sé

- percezione di competenza o attributi

autostima

- aspetti valutativi

- valore che si da as aspetti di se 70

- percezione dell importnaza che sdis da a competenze e attributi

non per forza coincidono

intorno a 6-7 anni, il concetto di sé diventa da … a.

- semplice  differenziato

I bambini più piccoli per descrivere se stessi e gli altri usano categorie assolute e

monocromatiche (buono o cattivo), quelli più grandi elaborano distinzioni e tengono

conto delle circostanze.

- Incoerente  coerente

I bambini piccoli sono più inclini a modificare il concetto di sé (oggi si descrivono in un

modo, domani nell’altro). Nei più grandi, esso è stabile e continuo nel tempo.

- Concreto  astratto

I bambini piccoli si concentrano sugli aspetti visibili ed esterni; i più grandi sugli stati

interiori e le caratteristiche psicologiche.

- Assoluto  comparativo

Mentre i bambini piccoli sono pervasi da egocentrismo, i più grandi si concentrano con

gli altri.

- Ottimistico  realistico

I bambini più piccoli si descrivono con tratti soprattutto positivi, i più grandi danno

descrizioni più realistiche che tengono conto di lati positivi e negativi.

- Pubblico  privato

I bambini piccoli non distinguono il comportamento pubblico dai sentimenti privati (il

pensiero è visibile, ciò che è vero lo dico e lo faccio). I grandi considerano quello

privato il “vero” sé. Più si cresce, più il bambino capisce che si può ingannare, che ciò

che si dice non necessariamente ciò che si pensa.

Influenze del concetto di sé :

Le relazioni con gli altri (popolarità, vittimizzazione, esclusione o rifiuto), competenze

(risultati scolastici, abilità sportive), il modo di affrontare sfide e difficoltà. In modo

simile all’autostima, tutto ciò ha un concetto bidirezionale: importanza di un buon

concetto di sé per avere successo, ma anche il successo porta a un migliore concetto

di sé.

Uno o più concetti di sé?

Anni ’60: costrutto unidimensionale: i bambini non sanno distinguere i diversi ambiti

Shavelsonn, Hubner e Stanton; Harter e Marsh i bambini sono in grasdo di distinguere i

vari domni e di darsi un giudizio.

È quindi un concetto multidimensionale, come l’autostima.

Il modello di Shavelson parte dal concetto di s globale, che si divide in concetto di sé

scolastico (comprende le aree delle materie scolastiche) e non scolastico (concetto di

71

sé sociale =pari e altri significativi; emotivo=stati emotivi particolari; fisico= abilità

fisica a aspetto fisico). È un modello gerarchico e multidimensionale. Tanto più ci si

allontana d

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Publisher
A.A. 2017-2018
116 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher brandamarta di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'educazione e dei processi di apprendimento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Gelati Carmen.