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In età evolutiva, per lo stato di dipendenza in cui nasce l'essere umano, i gruppi in cui nascono e

crescono gli individui non sono gruppi di pari. Non lo è la famiglia, che è quanto di meno paritario

esiste sulla faccia della terra: ognuno ha il suo posto, per diritto di nascita. Non lo è il gruppo classe,

in cui l'insegnante dà gli obiettivi e dirige il percorso. Non il gruppo sportivo, in cui la mitica figura

del "Mister/Coach", l'adulto, ha un posto preminente e condiziona la vita del gruppo. Tutti questi

gruppi hanno un'importante funzione per la crescita, naturalmente. Ma non sono gruppi di pari. Sono

gruppi in cui le dinamiche di competizione per l'attenzione dell'adulto sono prevalenti, in cui la

valutazione della propria efficienza e del proprio funzionamento è una faccenda tra i singoli bambini

e l'adulto, ed è quindi dal bambino tendenzialmente demandata all’adulto. 1

Si può affermare come nelle relazioni verticali i bambini mirano primariamente a mantenere la stima

e l'amore dell'adulto, e quindi potenziano quelle parti di sé che suppongono gradite all'adulto, ed

eliminano quelle che immaginano non gradite. Mentre nelle relazioni orizzontali l'interesse è più

mirato alla realtà che sperimentano, alla conoscenza di sé attraverso l'esplorazione del simile a sé, e

a procurarsi rassicurazioni dalle ansie abbandoniche attraverso l'unità gruppale, ad attingere

rifornimento di autostima per affrontare i diversi compiti evolutivi, a valutare negli altri diversi modi

possibili di essere, di risolvere i problemi, a provare attraverso le reazioni degli altri le conseguenze

dei propri comportamenti; a specchiarsi negli altri per trovarvi aspetti di sé che poi potranno essere

accettati, oppure rifiutati; in una parola a definire la propria identità.

Per i bambini è naturale e spontaneo ritrovarsi in gruppo perché risponde all’ esigenza innata

dell’esser umano di entrare in relazione col proprio simile, e ad esigenze specifiche di crescita nelle

diverse fasi evolutive.

Esempi di gruppi in infanzia

Asilo Jackson (Freud A.): un asilo sperimentale fondato da Freud A. a Vienna(1937) inteso come

luogo di accoglienza e cura, rivolto a bambini che, salvo un’eccezione, erano stati tolti ai genitori nei

primissimi mesi di vita, e non avevano avuto modo di sviluppare un rapporto privilegiato con l'adulto.

A seguito di vari trasferimenti di luogo, questi bambini stando sempre insieme, avevano sviluppato

un grado altissimo di relazione di gruppo. Perciò arrivati nella nursery hanno dovuto fare, in un certo

senso, il cammino inverso a quello che fanno naturalmente, quando lo fanno, i bambini cioè hanno

dovuto imparare ad investire affettivamente l'adulto per poterlo utilizzare nelle difficoltà della

crescita. A seguito di attività svolte, come il gioco libero (disegno, giochi con pupazzi etc.), si è potuto

osservare come il relativo disinteresse per l'adulto si accompagnasse ad un vissuto di tale unità tra i

membri del gruppo, da far sì che i bambini provassero la stessa intensità di emozioni per una cosa

buona o cattiva capitata a sé o all'altro membro del gruppo (Bobbio A.,2008).

Il lupo mangia frutta/ Nascondino/ Strega comanda colori etc. Tutti giochi in cui si può osservare

il desiderio di emergere e la paura di perdersi nel gruppo, tra spinte di isolamento e voglia di mostrarsi

come diverso agli occhi degli altri, o di provare la propria esistenza in quanto “controllore degli altri”.

Questi diversi momenti di bisogno fusionale, di essere insieme agli altri da un lato, e di bisogno di

sentirsi separato dall’altro, che sono due esigenze fondamentali e compresenti in tutto l’arco della

vita, saranno così gestite direttamente nel gruppo, e gli individui li potranno gestire utilizzando tutti

i canali comunicativi che hanno a disposizione, dal contatto fisico allo sguardo, al movimento, al

suono, ed infine alla parola. Questa capacità approfondita di relazione sarà strumento utile per tutta

la vita, perché il bambino sperimenta i suoi punti vulnerabili e i suoi punti di forza, vede negli altri in

che misura può essere compreso e farsi aiutare, ecc. Impara a valutare le sue possibilità di autonomia,

moltiplica ed accelera le sue possibilità di apprendimento.

Nella fase evolutiva successiva (gli anni della scuola elementare), un gruppo di pari si forma in

presenza di un adulto. Il "gruppo-classe" assorbe e soddisfa la quasi totalità dell'attrazione per il

gruppo, che caratterizza allora la dinamica psichica del bambino. Questo gruppo, organizzato

dall'adulto, privilegia i comportamenti di affiliazione, tradizionalmente funzionali all'apprendimento,

danneggiando spesso la creatività. Nonostante ciò, questo movimento è indispensabile per la

socializzazione permettendo, quindi, un adattamento alla realtà. Facilitando l'apprendimento,

l'insegnante è di aiuto alla scoperta del piacere del funzionamento dell'io. Tale aiuto è fornito

attribuendo a tale scoperta un ruolo di sostegno narcisistico. L’ adulto infatti in questa fase funge da

testimone, attraverso la sua presenza attenta ma non predominante, della possibilità per il gruppo di

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sopravvivere autonomamente, valorizzando le capacità soggettive di ognuno. Senza costringerli ad

assumere atteggiamenti adultomorfi per difendersi dall’ ansia di sentirsi abbandonati e non protetti

nel percorso di crescita.

Esempi di gruppi in età scolare

Gruppo Scout: prendiamo ad es. il momento comune in cui si prepara il pasto. I capi stanno per

conto loro, i ragazzi, divisi per "pattuglie" si apprestano a dividersi i compiti: c'è chi si occuperà' di

accendere il fuoco, chi si addentrerà nel bosco in cerca di legna. Le difficoltà comuni sono affrontate

in gruppo, con l'obiettivo di portare a termine con successo la missione, che in questo caso riguarda

anche la sopravvivenza di tutti (cibarsi). In situazioni di questo genere ogni individuo impara come è

visto dai suoi pari, quali abilità gli vengono riconosciute e quali no, ed è stimolato ad apprezzare le

abilità degli altri, e magari a cimentarsi una volta o l'altra in qualcuna di queste. Naturalmente

dev'essere un gruppo che mantiene una fiducia di base nelle risorse a sua disposizione. Nell'esempio

citato, se ad un certo punto la legna non si trova, la carne se l'è mangiata un cane di passaggio, è

piovuto nelle tende o i ragazzi hanno fame e sonno si verifica una situazione di angoscia e frustrazione

che può portare il gruppo ad autodistruggersi come nell'angosciante descrizione de "Il signore delle

mosche" di Golding W.

Il signore delle Mosche: un gruppo di giovani cadetti di un collegio deve sopravvivere su un’isola

deserta. Il loro aereo cade e il pilota è ferito gravemente. I ragazzi, rimasti senza adulti, insegnanti e

disciplina, dovranno cavarsela da soli.

All’inizio riescono ad organizzarsi con delle regole e l’elezione di un capo per l’esplorazione

dell’isola, essi sono uniti da un’alleanza solidale basata sulla speranza di essere salvati.

In seguito subentra la paura, su cui si fa spazio una nuova leadership, quella dei cacciatori.

La speranza di essere ritrovati viene minata, si precipita in un clima cruento dove regna la paura e la

violenza, la sopraffazione delle funzioni del pensiero e dei legami affettivi. Il gruppo si trasforma in

una banda primitiva e spietata. https://www.youtube.com/watch?v=3VDLEtgPCjY(film completo).

Porto questi due esempi a testimonianza di come l’esperienza di gruppo acquisti valore trasformativo

per gli individui che ne fanno parte solo se: c’è sufficiente tranquillità sulla sopravvivenza del gruppo

e se l’ambiente in cui si svolge ha caratteristiche riconosciute come degne di fiducia. Solo in questo

modo si svilupperà la soggettività dell’individuo in un percorso di crescita.

Il bambino con l’età scolare inizia ad allontanarsi dai genitori per vivere nella società, e non lo può

fare senza gli adulti. L’ adulto svolgendo una funzione non costrittiva (non esercitando cioè una

costrizione basata su esigenze proprie) permette al bambino di misurare continuamente, in sua

presenza, il cammino fatto e quanto ancora gli manca.

Il gruppo in adolescenza

Questa è la fase evolutiva in cui il gruppo si forma contro l'adulto. Così come i singoli individui in

adolescenza hanno bisogno di affermarsi contro l'identità dei genitori, il gruppo di adolescenti si

forma per affermare la propria diversità dall'adulto che gli sta vicino.

La perdita dell'infanzia e l'elaborazione di questo lutto mette l'adolescente a confronto con la

dimensione del tempo, che egli tende a negare e gli consente di comprendere le differenze tra passato,

presente e futuro. 3

In adolescenza il gruppo dei pari é il contenitore delle esperienze di passaggio dalla posizione infantile

a quella adulta. Nel momento in cui l'adolescente deve affrontare un cambiamento, che da una parte

desidera, ma dall'altra avviene suo malgrado, che subisce e che comunque gli viene imposto

dall'interno, per la maturazione sessuale del suo corpo e dall' esterno per le richieste dell'ambiente di

prestazioni adulte, egli è privo di un ancoraggio ad un mondo specifico: non appartiene più al mondo

infantile, e non ancora al mondo degli adulti. Si sente come uno straniero interno che vuole

affermare la sua diversità e al contempo pretende di essere integrato.

Il gruppo dei pari diventa perciò per lui un nuovo spazio transizionale che gli consente un nuovo

ancoraggio: all'interno di esso, nel contatto con i coetanei, egli può tollerare i sentimenti di

discontinuità e di solitudine, vivere esperienze di fusione, di identificazione, ricercare e costruire

nuovi modelli e valori generazionali, realizzare relazioni con l'altro sesso. La condivisione con gli

altri diviene fondamentale per la creazione di un’identità differenziata in quanto in questo periodo

l’adolescente mette in discussione le gratificazioni narcisistiche dell’infanzia, soprattutto quelle

provenienti dai genitori e dalle rappresentazioni parentali interne, e va alla ricerca di nuovi oggetti di

identificazione (Meltzer,1983).

Il gruppo di appartenenza primario (la famiglia) è il primo a trasmettere valori e norme, stabilendo

l’iniziale modo di rapportarsi al sociale, che ha bisogno però di integrarsi nel tempo con altre

esperienze ambientali e nuove figure di riferimento che possano aiutarlo a ri-definirlo come individuo

in crescita, secondo le sue necessit&

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliabert di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dei gruppi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Vita-Salute San Raffaele di Milano o del prof Visintini Raffaele.