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CULTURA
Predominanza della NATURA: Condivisione di una dotazione filogenetica condivisa. Differenze individuali sono spiegate come una diversa configurazione del patrimonio genetico.
Predominanza della CULTURA: attenzione ai processi di differenziazione che caratterizzano ogni cultura come unica. Non è possibile considerare la cultura una V.I. perché non esistono criteri o parametri che siano immuni da influenze culturali (non si può parlare di meta-cultura). Si innesta su questa base il COSTRUZIONISMO SOCIALE e l'Interdipendenza natura-cultura.
Ogni cultura trasforma la natura e l'adatta alle proprie esigenze, dall'altra parte la natura pone vincoli allo sviluppo di una cultura.
COME studiare la cultura? Prospettiva della PSICOLOGIA CULTURALE: Adotta un punto di vista EMICO (esamina dall'interno) si fondano sul metodo ETNOGRAFICO (osservazione partecipante, non intrusiva)
Prospettiva della PSICOLOGIA CROSS-CULTURALE: segue un approccio ETICO. Analizza i processi di
Comunicazione indipendentemente dalla cultura medesima. Cultura può essere concepita come una struttura organica e un processo continuo di diversi sistemi. Cultura come sistema di mediazione: ARTEFATTI (= elementi del mondo materiale che sono assunti nell'azione umana come modi per coordinarsi con l'ambiente fisico e sociale) Rapporto tra Soggetto> Oggetto. Cultura come sistema di conoscenza. La cultura non consiste nella somma di cose, di persone, comportamenti o informazioni. La cultura al pari della comunicazione è una realtà simbolica all'interno della mente dell'individuo e all'esterno nell'ambiente. Condividere conoscenze proposizionali ("che cosa si conosce") e procedurali ("come" si conosce). Le conoscenze sono SOCIALMENTE DISTRIBUITE tra le persone, gli attori e l'ambiente. La cultura è un insieme di frontiere (cioè di differenze) che ci consentono di PRODURRE UN SENSO.
(cfr.Bruner). Cultura come sistema di pratiche. Processi di riproduzione (cioè pratiche che vengono riprodotte es. scambi comunicativi) Processi di produzione: le pratiche culturali e discorsive non sono totalmente vincolate dal passato o dalla regolarità del contesto ma sono possibili e probabili deviazioni e variazioni.
Cultura come sistema di comunicazione. Culture occidentali individualiste sono caratterizzate da comunicazione a BASSA CONTESTUALIZZAZIONE. Culture orientali, collettivistiche, sono caratterizzate da comunicazione ad ALTA CONTESTUALIZZAZIONE
Universali comunicativi (Linguistica formale e grammatica universale di Noam Chomsky)
Diversità culturali dei sistemi di comunicazione (Ipotesi della relatività linguistica detta anche "Ipotesi Sarpin-Whorf")
Sistema adulto bambino assume diverse funzioni:
STRUTTURA di SUPPORTO (protoconversazioni)
ADULTO COME CORNICE DI RIFERIMENTO (Frame cornice di riferimento)
Format (sequenze interattive routinizzate)
2 diverse
Ipotesi per spiegare l'intenzione comunicativa
(Intenzione comunicativa RICHIESTIVA) (Intenzione comunicativa DICHIARATIVA)
Caratteristiche del gesto
Bambini:
- A diadico
- B distale
- C contatto visivo, alternanza dello sguardo
Primi non umani:
- A diadico
- B contatto
- C no distale
- D intenzione richiesta
Bambini con autismo:
- A triadico
- B contatto/distale
- C contatto visivo, alternanza dello sguardo
- D previa richiesta
Il gesto proto-dichiarativo
Secondo l'analisi di Baron-Cohen (1991), il gesto proto-dichiarativo è:
- Fondamentale per i comportamenti di attenzione reciproca condivisa
- Precursore dello sviluppo e della produzione di atti linguistici (forza illocutoria e deissi)
La deissi riguarda la prospettiva del parlante rispetto all'ascoltatore e include la deissi personale (io, tu), spaziale (qui, là) e dimostrativa (questo, quello).
Gesti + intento comunicativo
I gesti (indicare, mostrare, offrire, ecc.) + intento comunicativo sono cruciali per lo sviluppo della comunicazione intenzionale e sono precursori che pongono le basi per il passaggio
regolazione dell'attenzione condivisa (gesto).Regolazione dell'approccio all'oggetto (richiesta) (Studio di Mundy, 1995)
Lo sviluppo della comunicazione nel bambino
Chomsky sostiene che:
- La possibilità di generare frasi si basa su una competenza linguistica del parlante
- Il compito che il b.no affronta quando impara la lingua materna consiste nell'elaborare le regole della grammatica della propria lingua
- Si basa su un insieme di ipotesi programmate biologicamente per l'acquisizione del linguaggio che costituiscono una specie di meccanismo innato chiamato LAD (Language Acquisition Device) che può essere considerato una proprietà del cervello umano di essere adatto all'apprendimento del linguaggio
- Progressivamente questo sistema di regole si arricchisce fino a rispecchiare l'effettiva struttura della lingua.
IPOTESI INNATISTA
Piaget: sostanziale dipendenza dello sviluppo linguistico dallo sviluppo cognitivo
Il linguaggio poggia su capacità cognitive di base che
si è evoluto nel corso del tempo diventando uno strumento cognitivo. Il linguaggio permette di rappresentare concetti complessi e di sviluppare abilità cognitive come il pensiero astratto, la categorizzazione e il ragionamento. Secondo Vygotskij, le funzioni psichiche superiori hanno origine nell'interazione sociale e il linguaggio svolge un ruolo fondamentale in questo processo. Oltre a essere uno strumento di comunicazione, il linguaggio permette la formazione di strutture cognitive più avanzate e favorisce la memoria e l'apprendimento.con gli altri, progressivamente viene interiorizzato e trasformato in pensiero o linguaggio interiore. Posizione di Slobin (psicolinguista) Dedica maggior attenzione alle caratteristiche specifiche del sistema linguistico, in particolare a quelle morfosintattiche. Ritiene che lo sviluppo cognitivo sia necessario ma non sufficiente per lo sviluppo del linguaggio. METAFORA della SALA d'ASPETTO La porta d'ingresso è rappresentata dalle acquisizioni cognitive necessarie per una certa acquisizione linguistica mentre la porta di uscita è rappresentata dal padroneggiamento della forma linguistica appropriata. Il tempo passato nella sala d'aspetto è quello necessario per passare dalla capacità di concettualizzare un dato elemento esprimibile linguisticamente e la capacità di padroneggiare gli strumenti linguistici per esprimere quel concetto. Le 3 componenti principali coinvolte nello sviluppo del linguaggio sono: 1. Le caratteristiche del linguaggio, 2. Le caratteristiche cognitive, 3. Le caratteristiche sociali.Predisposizioni del bambino, Le caratteristiche dell'ambiente linguistico
Stili rappresentano gli estremi di una variazione continua piuttosto che categorie dicotomiche, sono stati caratterizzati da diversi autori:
Referenziale - espressivo (Nelson)
Nominale - pronominale (Bloom)
Analitico - Olistico (Peters)
Per quanto riguarda le variabili individuali Nelson chiama in gioco i diversi stili affermando che i b.ni referenziali sono più interessati al mondo degli oggetti e all'importanza di nominarli, mentre i b.ni espressivi sono più orientati verso le relazioni sociali e utilizzano il linguaggio per esprimere sentimenti e bisogni, oltreché per influenzare e controllare le persone.
Ulteriori fattori chiamati in causa:
Caratteristiche temperamentali
Approccio impulsivo/riflessivo alla soluzione dei problemi
Diversa capacità articolatoria
Soprattutto in ambito evolutivo è stato molto studiato lo stile impulsivo/riflessivo che misura
La tendenza della persona a inibire le riposte iniziali e a riflettere sull'accuratezza della risposta piuttosto che la tendenza a rispondere impulsivamente. Chi adotta uno stile impulsivo ha bassi tempi decisionali e generalmente maggiore tendenza a soluzioni precipitose e non ottimali, chi invece adotta uno stile riflessivo risponde in modo lento ed accurato. Le differenze tra bambini impulsivi e bambini riflessivi sembra essere connessa alle differenze legate alla preoccupazione rispetto all'errore; per evitare l'errore, i riflessivi prendono più tempo per considerare le soluzioni alternative; diversamente dagli impulsivi.
Presentazione di un esempio di analisi delle storie di vita. I teorici del corso della vita come narrazione (Cohler, 1982; McAdams, 1997) focalizzano l'attenzione non tanto sull'esistenza di un passato percepito nella sua coerenza, ma sul processo di REINTERPRETAZIONE del passato con l'obiettivo di sviluppare e conservare una storia coerente.
Invece di sottolineare l'aspetto della continuità, la prospettiva della narrazione punta sull'emplotment, cioè il processo grazie al quale la persona inserisce se stessa in qualità di protagonista in una narrazione significativa, produttiva e soddisfacente.
La narrazione di storie personali ci consente di portare ordine negli eventi talvolta caotici della nostra vita e proprio il desiderio di ordine e di coerenza può indurci a costruire le nostre vite in forma di racconto. "Ciascuno di noi è una biografia, una storia. Ognuno di noi è un racconto peculiare, costruito di continuo, inconsciamente da noi, in noi e attraverso noi - attraverso le nostre percezioni, i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre azioni, i nostri racconti" (Sack, 1985). In effetti, noi siamo le nostre storie.
Il metodo narrativo si propone quale strumento