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PROBLEMA DELLA SPECIFICITA’ DEL LINGUAGGIO E SUA EVOLUZIONE
Discusso da Chomsky, Hauser e Fitch, che propongono di distinguere tra:
Capacità di linguaggio in senso ampio (CLA)
Capacità di linguaggio in senso stretto (CLS), che comprende la capacità ricorsiva e i
meccanismi che sono in grado di generare coppie di suoni e significati.
La CLA include la CLS e le interfacce senso motoria (percezione ed articolazione dei
suoni), e quella intenzionale concettuale (organizzazione dei concetti e significato).
I tre teorici hanno parlato di adattamenti che hanno portato a queste due interfacce.
Inoltre, secondo loro la CLS si sarebbe evoluta per ragioni indipendenti dal linguaggio.
L’acquisizione del linguaggio
Avviene in modi e tempi identici, a prescindere dal modo in cui è espressa la lingua.
Per esempio la lingua dei segni si apprende nello stesso modo di quella orale.
3 mesi: Il bimbo produce suoni riflessi associati a stati di agitazione, di fame. Di pianto.
4 mesi: Si pensa che i suoni acquisiscano un controllo volontario.
FASE DELLA LALLAZIONE Produzione di suoni che consiste in sequenze di sillabe
senza significato.
Fase della prima parola (12-18 mesi)
Combinazione di due parole (18-24 mesi)
Fase dello sviluppo grammaticale e semantico (24- 36 mesi)
Il linguaggio è soggetto a periodi critici e sensibili, che si riferiscono a quei lassi di
tempo in cui l’apprendimento di una certa abilità avviene in modo ottimale. Dopodiché,
potrebbe non essere più possibile apprenderla in modo corretto. Secondo Lennenberg
tale periodo termina con la pubertà.
Gli adulti utilizzano il MAMMESE, una lingua diretta ai bimbi. È caratterizzato da una
prosodia esagerata, contiene ripetizioni, strutture semplificate, termini concreti. Le frasi
sono corte e le parole sono scandite più del dovuto. Questa lingua NON INCIDE
sull’acquisizione del linguaggio.
È l’ambiente a stimolare il bimbo nell’apprendimento del linguaggio, e anche laddove
l’input sia impoverito, si osserva che tuttavia il bambino sorpassa il modello. Quindi
anche se il genitore non fosse un modello valido, il bambino riuscirebbe comunque ad
imparare per conto suo.
Si è osservato che anche nel caso dei bambini non vedenti l’apprendimento avviene
nello stesso modo di quelli vedenti; da ciò si è dedotto che per far capire il significato
dei nomi non è condizione necessaria l’indicare e il mostrare le cose, come invece
pensava Locke.
Dibattito sull’acquisizione del linguaggio
Il linguaggio ruota intorno a due termini: INNATO e APPRESO. Pressoché tutte le
teorie riconoscono che sia innato, sorgono però dei conflitti su COSA SI DEBBA
RITENERE INNATO.
Innatisti Altre scuole
Ispirati da Chomsky, C’è una
gli esseri umani sono predisposizione al
dotati di una capacità linguaggio, MA che
del linguaggio. nasce da altri
meccanismi che
operano in altri
domini cognitivi.
L’approccio comportamentista
È del 1960 e sostiene la teoria che il linguaggio venga appreso per imitazione o tramite
il rinforzo casuale STIMOLO-RISPOSTA. Un sostenitore di questo approccio è Skinner,
il quale ne parla nella sua opera Il comportamento verbale.
Il rinforzo casuale stimolo-risposta è stato studiato prendendo come modello un
piccione, che premendo per caso un bottone ottiene del cibo. Da quel momento sa che
premendo quel bottone, otterrà del cibo.
Quindi secondo Skinner ogni volta che il bimbo produce espressioni corrette,
riceverebbe segni di assenso da parte dei genitori, mentre se sbaglia riceverebbe
segni di dissenso.
Questo però viene criticato da Chomsky, il quale dice che esiste la creatività, che ci
porta a creare frasi mai sentite; inoltre, i genitori non fanno molto caso alla forma e non
correggono i figli, quindi questi ultimi dovrebbero non rendersi mai conto degli sbagli e
non correggersi mai; invece, i bimbi riescono a correggersi comunque.
La teoria Cognitivo-Funzionalista
Sostiene che c’è una predisposizione innata ad apprendere il linguaggio, ma non c’è
una funzione specifica per elaborare l’input linguistico.
Tomasello sostiene che Il linguaggio si acquisisce su meccanismi generali di due
tipi:
1. Lettura delle intenzioni altrui: intuire ciò che gli altri vogliono dirci
2. Meccanismi estrattori di configurazioni (pattern): procedimenti basati sull’analogia,
che permettono al bambino di generalizzare.
Quindi: dall’apprendimento di espressioni specifiche deriva
un’analisi distribuzionale che permette di creare una conoscenza
astratta.
Teoria Emergentista
I principi della grammatica non sono codificati nel DNA, ma nascono per risolvere
problemi di comunicazione.
Prospettiva innatista
Gli esseri umani hanno una dotazione genetica che consente loro di apprendere il
linguaggio. La capacità di apprendimento consiste in una Grammatica Universale,
che è un sistema cognitivo che permette di acquisire il linguaggio, produrre e
comprendere un numero infinito di enunciati partendo da un numero finito. Quindi oltre
all’input, la GU contribuisce all’acquisizione del linguaggio.
Il bambino e l’acquisizione del linguaggio
Il sistema uditivo del feto è già ben sviluppato a 35 settimane di gestazione. Il neonato
è già predisposto ai suoni linguistici. A 2 giorni dalla nascita sa distinguere tra la lingua
materna e una lingua straniera. La sua discriminazione si basa su caratteristiche
acustiche generali. Dopo vari esperimenti si è arrivato a capire che il neonato
discrimina tra lingue sulla base di informazioni prosodiche (RITMO ED
INTONAZIONE); in particolare, il ritmo è sufficiente a discriminare tra lingue diverse.
A tal proposito, le lingue sono state organizzate in classi ritmiche dai ricercatori:
Lingue a isocronismo accentuale (ritmo basato sugli accenti, come nell’inglese e nel
- russo);
Lingue a isocronismo sillabico (ritmo basato sul fatto che le sillabe hanno più o
- meno la stessa durata, come nell’italiano, spagnolo e francese);
Lingue a isocronismo moraico (ritmo basato sulla Mora, unità subsillabica, come
- per il Turco ed il Giapponese).
I neonati discriminano quindi tra classi ritmiche di lingue, però quelle appartenenti alla
stessa classe ritmica per loro non sono distinguibili. Comunque già a 4 mesi non si
basano più solo sul ritmo, infatti entrano in gioco le sillabe e le vocali. Soprattutto
quest’ultime sono fondamentali, perché portatrici della maggior parte dell’energia del
segnale e sono più intense delle consonanti.
Per capire se i neonati discriminano tra lingue si usa la tecnica della suzione non
nutritiva che osserva il neonato mentre succhia; se si accorge di sentire una nuova
lingua succhia più forte; se continua a succhiare come prima, significa che non la
percepisce come nuova.
Il bimbo deve poi capire quali fenomeni formano parole. Alcuni studi hanno dimostrato
che ad un mese i bimbi sanno già distinguere coppie di vocali, mentre a sei mesi sanno
distinguere tutte le vocali della lingua a cui sono esposti. Riguardo alle consonanti, ad
un mese sanno distinguere tra PA e BA, cioè tra sillabe che variano per tempo di inizio
della sonorità (Voice Onset Time).
Il ritmo di una lingua dipende dall’organizzazione temporale delle sillabe, per il bambino
è l’unità di rappresentazione principale. Le lingue però non variano solo nel ritmo, ma
anche nell’insieme di suoni che formano le parole, quindi per progredire
nell’acquisizione di una lingua il neonato deve determinare quali fenomeni formano le
parole. Ritrovare le parole e percepirne i confini è un compito difficile per lui, questo
perché non ci sono indizi fisici che indichino dove finisce una parola, dato che nel
parlato le parole non sono separate da pause, inoltre esiste la coarticolazione (le
caratteristiche fonetiche di un suono sono influenzate dalle caratteristiche del suono
che lo precede e lo segue). Malgrado ciò, i bambini sono in grado di trovare le parole.
Segmentazione del parlato
Già a sette mesi i bambini sono capaci di segmentare il parlato, e per farlo utilizzano
diverse informazioni:
Forma tipica delle parole : fa riferimento alla struttura prosodica. La divisione in
classi ritmiche dipende dalla proprietà del sistema fonologico, per esempio la
struttura sillabica. Da questo si può determinare la lunghezza delle parole. In lingue
con un ristretto repertorio sillabico le parole saranno mediamente più lunghe che in
quelle con un ampio repertorio sillabico.
Essendo in grado di determinare la lunghezza di una parola, sarà possibile
determinarne i suoi confini dopo un certo numero di sillabe. Il bambino è in grado di
rappresentare le sillabe e contarle.
La posizione dell’accento : utilizzando la sua posizione, il bambino può fare ipotesi
su dove collocare un confine di parola.
Vincoli fonotattici : indicano quali sequenze di suoni sono legali all’interno di una
parola in una determinata lingua, e qual non lo sono, quali sequenze sono legali
all’inizio di una parola, quali alla fine. Ad esempio: conpaolo.
Regolarità distribuzionale : si tratta di un tipo di regolarità che fa riferimento
all’adiacenza tra due eventi linguistici. Il bambino si accorge che certe sillabe
concorrono molto più frequentemente di altre, e ipotizza che facciano parte della
stessa parola.
Il fenomeno della Lallazione
Avviene tra i sei e gli otto mesi e consiste nella ripetizione continua di sillabe. E’
caratterizzato dalle seguenti proprietà:
Organizzazione sillabica;
Uso di sottoinsieme di suoni presenti nelle lingue;
Assenza di un significato associato;
esistono due tipi di lallazione, i quali possono coesistere:
Canonica: sequenze della stessa sillaba (bababa);
Variata: sequenze di sillabe diverse (badaba).
All’inizio della lallazione i suoni prodotti dal bambino sono limitati, ma verso gli 8-10 mesi
questo fenomeno assume le caratteristiche della lingua a cui il piccolo è esposto. Inoltre, si
perde la capacità di discriminare suoni di lingue straniere.
Verso i 12 mesi si ha la produzione delle prime parole. La prima fase consiste
nell’inventarle (prendono il nome di protoparole), e sono usate per riferirsi allo stesso
oggetto.
Compaiono anche le parole legate al contesto, le quali assomigliano alle parole, ma
sono usate solo in circostanze determinate.
Infine ci sono le parole vere e proprie, che si riferiscono sempre al solito oggetto, hanno
suono simile a quello adulto e vengono usate in contesti diversi, con l’obiettivo di
comunicare qua