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MODELLI DI PSICOTERAPIA:
La psicoterapia è una professione in cui si trovano un infinito numero di teorie e tecniche diverse. Ogni scuola parte
da teorie che spiegano l’eziopatogenesi dei disturbi/disagi (TEORIA) in modo diverso e che di conseguenza si
collegano a fattori curativi/terapeutici differenziati (TECNICA).
Psicoterapia:
Il termine psicoterapia è ormai talmente diffuso sia a livello scientifico che divulgativo, da essere considerato un “fuzzy
set” , un insieme sfuocato che comprende numerosi significati non sempre esplicitati, le cui differenze spesso sono
confuse anche per gli operatori del settore. Già nel 1986 Katzin identificava all’interno di questa ampie definizioni più
di 400 tipi di psicoterapia. Come sostengono Roth e Fonagy (1996) nessuna rassegna riuscirà ad esaminarle e
confrontarle tutte.
Classificare le psicoterapie significa tener conto di numerose variabili sia di tipo teorico che metodologico spesso non
mutuamente escludentisi, ma strettamente connesse.
Alcune variabili da prendere in considerazione:
• la teoria su cui si fonda il modello psicoterapeutico;
• la metodologia di intervento che comprende il setting esterno (luogo, struttura dello studio),
• l’aspetto formale delle sedute (frequenza, durata, conclusione prefissata o meno)
• la modalità di lavoro all’interno delle sedute (struttura della relazione)
• tipologia di intervento da parte del terapeuta
• tipologia di partecipazione richiesta al paziente
Roth e Fonagy (1996) suddividono la psicoterapia in psicoterapia psicodinamica, psicoterapia comportamentale e
cognitivo-comportamentale, psicoterapia interpersonale, psicoterapia sistemica o strategica, psicoterapia supportiva
ed esperienziale, terapie di gruppo.
Eclettismo:
Eclettismo come mescolanza di interventi derivati da più approcci. Quindi non affronta il problema della teoria che
sorregge la diversificazioneLa teoria permette il legame con la tecnica e ne illumina il significato in termini di efficacia
dando un senso all’agire clinico (non si pone il problema di usare tecniche di psicoterapie diverse).
Integrazione:
Diversa dall’eclettismo. Per integrare bisognerebbe che i diversi statuti teorici fossero ben definiti e spesso non è così
Differenze tra eclettismo e integrazione:
1. tecnico (basato sulla tecnica) vs teorico (basato sulla teoria)
2. divergente (tiene conto delle differenze) vs convergente (focus sulle convergenze)
3. utilizza quello che già c’è vs creare qualcosa di nuovo combinando
4. collezione di diverse strategie di intervento vs miscela di interventi
5. non si interessa alla teoria della tecnica (empirico e ateorico) , ma solo all’efficacia vs importanza ai costrutti
teorici (più teorico che empirico)
6. somma di parti vs risultato è più della somma delle singole parti (-è un nuovo modello)
7. realistico (è plausibile che si possa fare questo tipo di integrazione) vs idealistico (difficile trovare comunanze
e convergenze perché ogni teoria dovrebbe avere confini precisi)
WHAT COULD WORK FOR US Cosa può funzionare in terapia: punti in comune tra i terapeuti a prescindere dalla
teoria di riferimento
1.
Condividere un piano terapeutico: Condividere obiettivi e condividere un’idea di sé formulazione del caso:
Tradurre una diagnosi in una comprensione unica e viva dei propri modi di sentire e pensare. Psicopatologia
del disturbo psichico Diagnosi e formulazione del caso Trattamento. La conoscenza che il clinico ha raggiunto
delle caratteristiche psicologiche del paziente, delle sue risorse e delle sue carenze, della sua motivazione,
dei suoi desideri, e del contesto in cui vive, permette al clinico di pianificare un intervento adeguato e
plasmato sulle esigenze e sugli obiettivi del singolo paziente, aumentando così la possibilità di un outcome
positivo. L’approccio teorico privilegiato dal clinico ovviamente influenza la formulazione del caso, ma è
sempre auspicabile non considerare le proprie teorie come immodificabili e perfette in ogni situazione.
2. Lavorare con le emozioni: Concetto di emozione come ponte tra scienza cognitiva e psicoanalisi , così come
anche tra mente e corpo. Le emozioni predispongono all’azione e la terapia insegna a conoscere/riconoscere
le emozioni (Feel your feelings) e a tollerarle prima di agireriuscire a controllare le emozioni per evitare che
influenzino il comportamento.
3. Lavorare con l’insight (processo che mette in relazione emozione e mente e permette di comprendere
qualcosa di se stessi; da solo però non basta): 1. Riconoscimento di patterns o connessioni; 2. Abilità di 26
osservare i propri processi interni, la personalità o la psicopatologia 3. Revisione delle credenze patogene 4.
Riconoscimento delle motivazioni del sé 5. Riconoscimento delle motivazione degli altri.
Criteri per la valutazione del grado di insight: Significatività nella storia personale del paziente, Motivazione
del sé, Centralità, Profondità, Convinzione.
L’insight dipende da alcuni fattori: Stile attaccamento, Conoscere il proprio sé, Mettere a fuco le strategie/
risposte (difese) automatiche, Comprendere come la propria storia personale le ha determinate e consolidate
in modo da far emergere le parti nascoste.
L’idealizzazione dell’insight: L’insight è necessario ma non sufficiente, deve accompagnarsi a un cambiamento
sostanziale nei pensieri nei sentimenti e nei comportamenti
4. Lavorare su pensieri e credenze: Il sé è una costruzione della nostra storia che si avvale di schemi che
rendono il mondo conoscibile e predicibile. Lavorare sul modo in cui si racconta dei pensieri sul sé, relazioni
e mondo e l’utilizzo che si fa di questo pensieroosservare come si usa il pensiero e cosa gli si attribuisce
come dimensione di investimento e quale ruolo gli si dà; è importante considerare gli schemi di sé per rilevare
problemi La terapia mette a fuoco gli schemi distorti, esagerati, quelli in bianco e nero, che non permettono di
vedersi in una posizione più sfumata, e considera quali si possono modificare e quali invece no secondo la
persona
tutti i terapeuti si concentrano sia sulle emozioni sia su pensieri e credenze. Quello che cambia è il modo in cui lo
fanno e le teorie che utilizzano per l’interpretazione e l’intervento terapeutico.
La terapia fa davvero la differenza?
Molti trattamenti sono riusciti a dimostrare la loro efficacia e ci sono molti dati a conferma. Ciò che manca e di cui si sa
meno riguarda “Cosa fa cambiare? Quali aspetti determinano il cambiamento all’interno della terapia?”.
scopo dei ricercatori: cercare di dare una spiegazione, inventando metodi e modelli, e trovare i fattori che generano
cambiamenti nelle terapie
Alcuni aspetti studiati per rispondere alla domanda “cosa genera il cambiamento”: 27
•Approccio terapeutico (Norcross et al, 2011 )
• Alleanza (Horvath et al, 2011; Safran & Muran, 2000)
• Fattore Paziente (Owen & Hilsenroth, 2011)
• Monitoraggio dei progressi (Clemence et al., 2005)
• Fattore terapeuta (Baldwin, Wampold & Imel, 2007)
Un primo passo: la manualizzazione?
Definire «cosa stiamo facendo» e «perché» è lo step necessario per comunicare e testare il proprio modello teorico e
clinicoesplicitare il lavoro clinico e renderlo chiaro anche per chi non è psicologo (rischio: diminuire la soggettività del
clinico)
Il manuale: il punto di vista di Bateman&Fonagy:
• Prima spiegano la tipologia di pazienti che puoi incontrare e poi spiegano come intervenire, sulla base del
funzionamento del soggettodoppio livello di intervento
• Costruisce le misure che permettono di chiarire le tecniche in modo puntuale e ripetibile.
• Questa logica non deve però mai diventare un approccio rigido ma dovrebbe consentire, anzi, più comprensione e
flessibilità
• Per es. Il PRETEND MODE è un concetto evolutivo che si traduce in un costrutto manualizzato quando si è in grado
di tradurre i “marker” che consentono un riconoscimento certo.
La pluralità dei modelli fa bene: non c’è un modello migliore. Il manuale forse aiuta a mettere in luce come “Ognuno
esplora legittimamente un aspetto della realtà del paziente e della coppia terapeutica”. Il modello unitario prevede,
invece, una visione del “più vero” del “migliore” come a significare che sia possibile conoscere la realtà ultima del
paziente che è inconoscibile (Migone, 2013).
ATTACCAMENTO: (importante per le conseguenze e per quello che ha permesso di fare e studiare)
La motivazione:
La motivazione è l'espressione dei motivi che inducono un individuo a compiere o tendere verso una determinata
azione.
Da un punto di vista psicologico può essere definita come l'insieme dei fattori dinamici aventi una data origine che
spingono il comportamento di un individuo verso una data meta.
La motivazione svolge fondamentalmente due funzioni: attivare e orientare comportamenti specifici. Nel primo caso si
fa riferimento alla componente energetica di attivazione della motivazione. Nel secondo caso si fa riferimento alla
componente direzionale di orientamento.
Il meccanismo motivazionale si esplica come continuo interagire di due elementi: Motivazioni biologiche innate, che
fanno riferimento a elementi fisiologici e Motivazioni psicologiche, il cui dispiegamento è avvenuto durante
l'esperienza (per capire perchè una persona ha fatto qualcosa si può studiare la causa fisiologica o psicologica).
Si distingue in: Motivazione intrinseca, o motivo, non sempre o pienamente consapevole alla coscienza del soggetto e
Motivazione estrinseca, quella che il soggetto dichiara verbalmente.
non esiste niente di casuale e tutto ha una motivazione, anche se non consapevole per l’individuo.
Per FREUD, da un punto di vista psicodinamico, la motivazione primaria era legata alla soddisfazione degli impulsi
biologici e la socializzazione era un fattore secondario. Solo dopo la soddisfazione infatti il bambino si interessa alla
madre o al padre (o a chi si occupa di lui) in quanto capaci di soddisfare il suo bisognoconcetto messo in discussione
dalle teorie recenti
Cambiamento nel concetto di motivazione: da nutrimento a accudimento
Apre le strade a nuove concettualizzazioni che si basano sul’interiorizzazione delle relazioni reciproche tra bambino e
caregiver. L’interesse si sposta dalle fasi psicosessuali (soddisfazioni impulsi) ai Bisogni evolutivi, Stili di attaccamento
e Relazioni oggettuali.
Studi provenienti dall’ETOLOGIA confermano questo cambiamento:
IMPRINTING: osservazioni etologiche mostrano come il le