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Dislessie periferiche della forma visiva della parola che comprende la lettura lettera per lettera,
dislessia attenzionale o alessia letterale (lettura di parole ma non delle lettera che la compongono)
e dislessia da neglect (errori nella parte iniziale o finale della parola, omissioni o sostituzioni).
Dislessie centrali disturbi nell’elaborazione del suono e del significato. Superficiali (deficit nella
lettura globale, devono sillabare. Il soggetto poiché non riconosce le parole globali deve ascoltarsi
mentre le pronuncia per capire cosa legge.); fonologica (possono leggere in modo globale le
parole a loro familiari ma non riescono a sillabarle, difficoltà nella comprensione di parole non
familiari); profonda (più errori visivi e semantici); diretta (capaci di leggere ad alta voce anche se
non capiscono il significato. La lettura globale e fonetica è conservata).
Disgrafia è il disturbo della scrittura.
Centrali: lessicali (utilizzo procedura fonologica, errori con parole irregolari); fonologica (procedura
lessicale intatta, errori con non-parole e irregolari); profonda (parafasia semantica e errori
ortografici); deficit del buffer grafemico.
Periferiche: disturbi nella selezione allografica (errori nella scelta del carattere), disgrafia da
neglect (errori nella parte sinistra delle parole).
Disturbi sui sistemi di numeri e calcolo.
Alessia/agrafia per i numeri.
Acalculia spaziale: difficoltà ad allineare i numeri per le operazioni.
Anaritmetria: difficoltà a effettuare operazioni di calcolo.
Basi biologiche della psicopatologia.
Disturbi d’ansia sono i più comuni disturbi psichiatrici caratterizzati da una espressione patologica
della paura.
I più comuni sono:
- Il disturbo di panico è caratterizzato da frequenti attacchi di panico senza causa
apparente e da un timore persistente di avere altri attacchi. L’attacco si caratterizza per
un senso di terrore accompagnato da palpitazione, dolore al torace, difficoltà a
respirare, tremore, sudorazione, prurito, nausea, capogiri, gelo o rossore. Si sperimenta
un’incrollabile paura di morire o di impazzire e si fugge dal luogo in cui ha avuto inizio
l’attacco, cercando assistenza medica al Pronto soccorso. È più comune l’insorgenza di
questo disturbo nelle donne. L’esordio della patologia si manifesta dopo l’adolescenza e
prima dei 50 anni. è probabile che la metà degli individui che soffrono di disturbo di
panico andrà incontro a una depressione maggiore e il 25% diverrà alcolista o
svilupperà problemi legati all’abuso di qualche sostanza.
- L’agorafobia è spesso legata al disturbo di panico, e consiste in un ansia irrazionale di
trovarsi in situazioni dalle quali è difficile fuggire, ad esempio: folle, aereo, nave,
ascensore, in auto o su un ponte.
- Disturbo da stress post-traumatico è una conseguenza di lunga durata di un trauma
(ferite psicologiche causate dall’essere stati testimoni di eventi scioccanti). I sintomi
possono essere: aumento dell’ansia, ricordi intrusivi, sogni o flashback delle esperienze
traumatiche, irritabilità e appiattimento emotivo.
- Disturbo ossessivo – compulsivo si caratterizza per la presenza di ossessioni
(pensieri ricorrenti e intrusivi o impulsi che la persona percepisce come non appropriati,
grotteschi o proibiti e per questo motivo generano una forte ansia), e di compulsioni
(comportamenti ripetitivi o atti mentali stereotipati eseguiti per ridurre l’ansia associata
alle ossessioni). Si presenta con uguale incidenza negli uomini e nelle donne. Si
manifesta nei giovani adulti e i sintomi fluttuano in base ai livelli di stress.
Per i disturbi d’ansia vi è una predisposizione genetica, però possono avere radici anche negli
eventi stressanti della vita. L’ansia è la risposta a qualcosa che si giudica come minaccioso, uno
stressor. Questa risposta può essere accentuata dall’esperienza o inibita. Una persona normale
apprende le risposte agli stressor e riesce a fronteggiare lo stress. Il disturbo ansioso è
caratterizzato dalla comparsa di una risposta inadeguata allo stress sia quando lo stimo non è
presente sia quando è presente ma non immediatamente minaccioso.
Per comprendere l’ansia, bisogna capire come la risposta da stress sia regolata dal cervello.
Lo stress è regolato dall’asse ipotalamo – ipofisi – surrene che a loro volta sono regolati
dall’amigdala e dall’ipocampo.
L’amigdala riceve informazioni ascendenti dal talamo e discendenti dalla corteccia prefrontale.
Queste informazioni sono elaborate dai nuclei basolaterali dell’amigdala che li trasmetto al nucleo
centrale. Il nucleo centrale si attiva e origina la risposta da stress perché attiva l’asse ipotalamo-
ipofisi-surrene. Stimola la secrezione da parte dei neuroni dell’ipotalamo di CRH (corticotropina)
che stimola il rilascio di ACTH (adrenocorticotropo) nell’ipofisi anteriore, che viaggia nel circolo
sanguigno fino alla ghiandola surrenale dove stimola il rilascio di cortisolo. A questo punto si attiva
l’ippocampo che grazie alla presenza di recettori glucocorticoidi capta il cortisolo in eccesso e
inibisce l’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, per prevenire il rilascio eccessivo di cortisolo
che potrebbe portare problemi al soggetto.
I disturbi d’ansia sono correlati a un’iperattività dell’amigdala e a una ridotta attività dell’ippocampo.
Entrambe queste strutture ricevono informazioni elaborate dalla neocorteccia prefrontale, infatti nei
soggetti con disturbi d’ansia si registra una notevole attivazione della corteccia prefrontale.
Terapie per i disturbi d’ansia.
- Psicoterapia che consiste nell’esporre gradualmente il soggetto agli stimoli minacciosi
rafforzando il concetto della non pericolosità. L’obiettivo è modificare le connessioni
cerebrali così che gli stimoli reali o immaginati non evochino più la risposta da stress.
- Terapie farmacologiche. I farmaci usati sono chiamati ansiolitici e agiscono sulla
trasmissione sinaptica. I più usati sono le benzodiazepine e gli inibitori della
ricaptazione della serotonina. Le benzodiazepine (valium) sono usati per trattare l’ansia
acuta. Si legano a un sito del recettore GABA A, e rendono il GABA più efficace
nell’aprire il canale e produrre inibizione. È curioso notare come a questo sito di azione
si leghino anche l’etanolo, che è il principio attivo delle bevande alcoliche, infatti chi
assume alcol sperimenta meno ansia e questo è un motivo per cui i soggetti che
soffrono di disturbi d’ansia fanno abuso di alcol. L’effetto del GABA sopprime
l’iperattività dei circuiti cerebrali coinvolti nella risposta da stress. Gli inibitori selettivi
della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono utilizzati nel trattamento dei disturbi
dell’umore ma possono essere usati anche nel trattamento del disturbo ossessivo
compulsivo. I loro effetti si sviluppano lentamente, occorrono settimane. Questi farmaci
prolungano l’azione della serotonina impedendone la ricaptazione e si creano modifiche
strutturali o funzionali del sistema nervoso che portano a un aumento di recettori
glucocorticoidi dell’ippocampo, potenziando la risposta a feedback.
Disturbi affettivi o disturbi dell’umore.
- Depressione maggiore è caratterizzata dalla diminuzione del tono dell’umore e
dell’interesse nelle attività quotidiane. Questi sintomi devono essere presenti ogni
giorno per almeno due settimane e non devono essere associati alla perdita di una
persona cara. Si possono presentare altri sintomi come la mancanza di appetito (o
aumento), insonnia o ipersonnia, stanchezza, sentimenti di preoccupazione e di colpa,
diminuzione della capacità di concentrarsi e pensieri ricorrenti di morte. La malattia ha
un decorso cronico e in assenza di terapia tende a ripresentarsi negli anni. un’altra
forma di depressione è chiamata disturbo distimico e si presenta con andamento
fluttuante. Questo disturbo ha un’incidenza maggiore nelle donne.
- Disturbo bipolare consiste in episodi di mania e depressione. La mania è un periodo
caratterizzato da un umore elevato, espansivo e irritabile. Gli altri sintomi sono eccesiva
autostima, ridotta necessità di sonno, percezione che i propri pensieri volino, aumento
dell’eloquio, distraibilità, aumento dell’attività diretta verso un obiettivo, ridotta capacità
di giudizio che porta la persona a compiere comportamenti avventati (spese eccessive
in divertimenti, promiscuità sessuale, comportamenti offensivi). Vi sono due tipi di
disturbo bipolare. Il disturbo bipolare di tipo 1 caratterizzato da episodi di mania con o
senza depressione. Il disturbo bipolare di tipo 2 con episodi di ipomania e di
depressione maggiore. Ha la stessa incidenza negli uomini e nelle donne.
Basi biologiche dei disturbi dell’umore.
La depressione è una conseguenza di un deficit nel sistema monoaminergico cioè si verifica una
diminuzione del rilascio di serotonina e noradrenalina. Meno serotonina riduce la produzione di
recettori glucocorticoidi dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Meno recettori per il CRH, più cortisolo
in circolo. Infatti l’aumento dell’ansia e associato a un aumento dei sintomi depressivi. Il numero
dei recettori è anche influenzato da fattori genetici predisponenti e dalle esperienze nella prima
infanzia.
Alcuni studi dimostrano che nelle persone con disturbi d’ansia vi sia una maggiore attività della
corteccia cingolata anteriore (stati emotivi interiori) che è connessa con l’asse ipotalamo-ipofisi-
surrene.
Terapie per i disturbi affettivi.
- Terapie elettroconvulsive che consistono nell’indurre crisi epilettiche nel lobo
temporale del soggetto, precedentemente anestetizzato. Vantaggio è l’effetto rapido di
sollievo, da usare in soggetti dove il rischio suicidario è alto. Svantaggio è la perdita
della memoria di eventi accaduti fino a 6 mesi prima della terapia e la difficoltà a
immagazzinare temporaneamente le nuove informazioni. I vantaggi e gli svantaggi
sono probabilmente connessi alla stimolazione dell’ippocampo.
- Psicoterapia usata nel trattamento di depressione lieve o moderata con lo scopo di
aiutare i pazienti depressi a superare la visione negative di sé e del proprio futuro.
- Farmaci antidepressivi divisi in tre gruppi: composti triciclici (imipramina) che
bloccano la ricaptazione della noradrenalina e della serotonia; SSRI come la fluoxetina
che agiscono solo sui terminali serotoninergici; inibitori selettivi della ricaptazione della
serotonina e della noradrenalina (venlafaxina); inibitori delle MAO (fenelzin