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C. 6 HANICAP PSICHICO NELL’ADOLESCENZA
Difficoltà di apprendimento e disabilità nella scuola dell’obbligo
Tra le situazioni di difficoltà che possono provocare nell’insegnante insicurezza e disagio; impegno
richiesto a scuola superiore dall’apertura ai portatori di handicap (legge 104 del 92), sostituisce
all’ottica assitenzialistica quella dell’integrazione. Però l’integrazione del portatore di handicap non
si risolve automaticamente con l’inserimento a scuola: rischio di caricare la scuola dell’onere
principale nella gestione e riabilitazione del minore con problemi, quando i suoi limiti di
competenze nel processo riabilitativo sono ancora d stabilire. Lo scopo della legge è il recupero
funzionale del minore e superare l’emarginazione (rendere il soggetto il + possibile autonomo).
Problemi di apprendimento/comportamento possono manifestarsi al 1° contatto con scuola (a volte
sono gli insegnanti ad accorgersene per primi), oppure si manifestano tardivamente in età evolutiva
dopo uno sviluppo normale.
Necessità di un’accurata diagnosi e prognosi che coinvolga operatori di + discipline x formulare il
piano educativo individualizzato. L’osservazione clinica deve proseguire nel t con controlli
periodici dei risultati conseguiti x correggere lacune e errori; lavoro complesso che coinvolgere +
professionalità, sul modello della ricerca-azione.
Ancora non ci sono conoscenze certe su cause di molti disturbi o insufficienze. Possibili cause:
- carenze socioculturali: necessità d’intervento psicopedagogico (stimolare e recuperare
l’attitudine all’apprendimento)
- carenze affettive: la scuola interviene con modelli identificatori secondari e l’esperienza di
nuove relazioni significative, le difficoltà gravi devono essere integrate con l’opera di diversi
specialisti
- difetti intellettivi: riconducibili a cause diverse (genetico, endocrino, traumatico, metabolico,
tossico), spesso legate all’alterazione di altre funzioni psichiche
- altri disordini psichici: x es. autismo infantile, indebolimento della relazione interpersonale,
inadeguato senso d’identità, comportamenti non integrati spesso aggressivi, esperienze
percettive anormali, gravi alterazioni del linguaggio/motricità
il recupero è possibile a determinate condizioni:
- + l’handicap è lieve + è possibile una risoluzione
- + precocemente è individuato + è possibile la correzione
- Il successo è legato a completezza del programma che deve esser calibrato sui bisogni
individuali
Difficoltà di apprendimento e disabilità nella scuola superiore
Esordiscono patologie tipiche di quest’età come psicosi o peggiorano patologie già presenti e non
risolte: l’insegnante è spesso il 1° a riconoscere il problema clinico attraverso il calo del rendimento
scolastico. Riprendere la scuola dopo fase acuta della malattia o no? Decidere analizzando caso x
caso: di solito è meglio ridimensionare il progetto orientandolo verso l’acquisizione di competenze
in attività lavorative (l’integrazione lavorativa x gli psicotici è + agevole rispetto a studi condotti
forzatamente o inapplicabili in futuro x deterioramento intellettivo). Il portatore di handicap può
regredire quando le stimolazioni ambientali sono insufficienti o inadatte rispetto alla capacità di
apprendimento.
Il percorso riabilitativo: luci e ombre
Riabilitazione: deve essere una responsabilità di un’equipe multidisciplinare che studierà caso x
caso percorsi, luoghi, mezzi + adatti = continua revisione critica:
- individuare in ognuno le risorse residue sfruttando le + sviluppate x avviare ulteriori progressi
negli aspetti + deboli
- importanza del lato affettivo della personalità: sentimento d’inferiorità può essere accentuato da
esperienze precedenti, clima familiare, interazione con perosne significative, atteggiamenti di
iperprotezione o rifiuto inconscio
- valutazione approfondita dell’ambiente e ricerca di collaborazione
La scuola è uno dei luoghi deputati spazialmente e temporalmente al programma riabilitativo x le
opportunità che offre esperienze di stimolazione sotto il profilo cognitivo e affettivo.
C. 7 FUNZIONE NORMATIVA E PERSONALITA’ DIFETTUALI.
Difetti di struttura e organizzazione borderline
Dal DSM IV: una modalità pervasiva d’instabilità delle relazioni interpersonali, autostima e umore
e una marcata impulsività che iniziano nella 1° età adulta e sono presenti in una varietà di contesti.
L’importanza della funzione educativa consiste nella possibilità di esercitare dall’esterno
un’imposizione di limite, quando ancora non si è stabilita un’autonoma finzione di sé.
Diverse cause che possono agire già nei primissimi anni di vita (x es. carenze relazionali o eventi
tramatici). Alcune patologie ad esordio adolescenziale derivano dal difetto della funzione normativa
o di contenimento che nella famiglia tradizionale è prevalentemente affidata la padre; la mancanza o
inadeguatezza della figura paterna potrebbe condurre a una incompleta costruzione del limite
(borderline). Le modificazioni sociali e di struttura familiare del 60 hanno portato a una caduta del
principio di autorità e ruolo paterno. Entrambi i genitori devono avere la capacità d’imporre regole
oltre che amare.
In particolare in adolescenza: pulsione sessuale/aggressiva + intense, devono indirizzarsi ad oggetti
adatti x raggiungimento della maturità psicosessuale e autoaffermazione (altrimenti break-down).
Devianza e dipendenza
Se l’adolescente non ha imparato, con un sistema di regole interiorizzate, a modulare i desideri e a
indirizzarli a scopi socialmente utili, esprime attraverso il corpo le carenze di strutturazione.
Patogenesi tipica: personalità dipendete che ha bisogno di trovare un appoggio sostitutivo alla
funzione normativa che gli è mancata (x es. perversioni, alcool, droghe, antisocialità). Il gruppo
deviante funge da sostituto alle figure genitoriali mancanti xchè dà appoggio, conferme, identità.
Si ritrovano costantemente immaturità sessuale (non è indirizzata all’altro sesso, spesso
omosessualità latente nella delinquenza minorile) + aggressività (impulsiva, non usata
costruttivamente).
Personalità con difetti di maturazione nevrotica o al limite possono ancora ricevere un impulso alla
costruzione di senso da una scuola che si pone come struttura che connette e che promuove lo
sviluppo del sentimento sociale.
Prevenzione della devianza minorile nella scuola
Difficilmente la scuola si è confrontata col problema della devianza xchè solitamente è preceduta
dall’abbandono scolastico.
Prevenzione: in campo di devianza – dipendenza è difficile xchè l’adolescente ha in sua natura il
desiderio di sfidare l’adulto e dimostrare l’immunità al pericolo (x es. l’informazione data sotto
forma di lezione non ha risultati, anzi sollecita curiosità). Le proposte educative non devono essere
mirate alla correzione di comportamenti specifici ma allargate alla costruzione del senso della vita
con esperienze significative da fare in 1° persona (apprendimenti guidati in piccoli gruppi,
laboratori, atelier.
Quando i comportamenti antisociali si sono affermati, la scuola non può + far nulla, la competenza
passa ad altre agenzie.
Insuccesso e abbandono scolastico producono un danno irreversibile: lo sviluppo cognitivo non si
completa xchè vengono meno modelli e strumenti. L’intervento educativo deve agire in un’ottica di
prevenzione del disagio attraverso la valorizzazione e utilizzazione delle risorse potenziali x
interrompere il ciclo della carenza di autostima, scoraggiamento, insuccesso, abbandono.
C. 8 I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
Le sindromi adolescenziali assumono spesso come punto di scarico e manifestazione il corpo (è
l’oggetto d’attenzione preminente a causa delle trasformazioni morfologiche e funzionali, è il luogo
dove si esprime il controllo, veicolo di maturazione).
Aspetti patogenetici dei DCA
1. di carattere culturale: importanza della società occidentale x magrezza associata a bellezze,
efficienza. Attività, successo; modello che si è imposto man mano che la donna è venuta ad
occupare ruoli competitivi con l’uomo. L’ideale estetico è legato a una molteplicità di
contenuti culturali. I DCA devono essere considerati disturbi etnici
2. ambiente familiare: la ragazza è vulnerabile alle sollecitazioni culturali contraddittorie xchè
le sue esperienze relazionali, soprattutto con madre, sono state disturbate e non hanno
permesso la costruzione di un io ben strutturato (autostima precaria, identità immatura),
famiglia invischiata – fusionale + falso sé
Prevenzione
Il riconoscimento precoce è essenziale xchè l’intervento tempestivo può essere risolutivo, molto +
che in età successive (ripresa sviluppo).
Responsabilità scuola soprattutto quando i genitori non sono culturalmente attrezzati o
psicologicamente disposti x riconoscere e affrontare la crisi.
Necessità di un’educazione in senso ampio, come contributo alal costruzione di personalità mature
dal punto di vista cognitivo e affettivo. Fin dall’infanzia prevenzione attraverso una crescita sana,
un ambiente affettivo partecipe, con stabili riferimenti di sicurezza e contenimento, figure
genitoriali che permettano un’identificazione strutturante.
Le istituzioni come scuola svolgono un ruolo vicariante: permettono nuove identificazioni con
figure adulte positive + incremento autostima attraverso un processo d’incoraggiamento (indirizzare
l’adolescente verso nuove mete autorealizzative, investimenti affettivi, interessi sociali).
C. 9 LE CONDOTTE SUICIDARIE IN ADOLESCENZA
Suicidio, tentato suicidio, parasuicidio
Numericamente i suicidi riusciti in adolescenza sono pochi. Necessità di collaborazione con
ambiente familiare ed educativo x prevenzione primaria e secondaria (con 1° tentativo già
compiuto).
In adolescenza è difficile distinguere suicidio, tentato suicidio, parasuicidio (individuare la volontà
di uccidersi rispetto ad un’azione dimostrativa). L’adolescente non ha una consapevolezza ben
definita della morte: i confini tra comportamenti leciti e pericolosi sono sfumati (x es. un giovane
può correre un rischio anche fatale a cui non corrisponde una reale intenzione di morire, ma solo x
dimostrare il suo disagio).
Psicopatologia
2 situazioni diverse:
tentativi dimostrativi: desideri