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TIPI DI RIABILITAZIONE

• Riabilitazione in acqua

O idrochinesi-terapia, consente di facilitare l'esecuzione di esercizi per l'equilibrio e il recupero di una motilità attiva, grazie al galleggiamento e alla spinta dell'acqua. Tramite la stessa è inoltre possibile il recupero delle escursioni articolari e il recupero del tono-trofismo. In caso di spasticità l'approccio deve essere particolarmente cauto e centrato unicamente su esercizi di rilassamento muscolare mantenimento dell'articolarità.

• Riabilitazione occupazionale

Mira al recupero delle autonomie funzionali possibili dunque un'autonomia parziale o completa nella vestizione, nell'igiene e nella cura personale, soprattutto negli spostamenti e nella mobilità.

• Riabilitazione urologica

Per i primi giorni dopo la rimozione del catetere, sono opportuni cateterismi ad intermittenza, qualora il paziente non urina spontaneamente, e controlli del residuo post-minzionale.

mediante il bladder scanner.
  • Riabilitazione foniatrica
Il training respiratorio include il "clapping" toracico, il drenaggio delle secrezioni bronchiali, l'elicitazione della tosse e gli esercizi di espirazione forzata. Il paziente infatti arriva in riabilitazione non ancora in grado di alimentarsi a causa di deficit delle strutture preposte all'agglutinazione, alla presenza di dispositivi come il sondino naso-gastrico e la cannula tracheale e deficit neurologici, cognitivi e comportamentali. Tale programma riabilitativo deve tener conto della gravità e della complessità del disturbo di coscienza e fluttuazioni della vigilanza e responsività, dunque il compito del terapista è quello di attivare l'intervento logopedico il prima possibile, favorendo una deglutizione sicura e prevenendo rischi di aspirazione.
  • pazienti con disturbo deglutitorio grave: si inizia un percorso di alimentazione mista, intesa come nutrizione enterale ed
inizio di alimentazione orale. I primi tentativi sono limitati allasomministrazione di boli esclusivamente semisolidi o semiliquidi.
• paziente poco collaborante: si propone l'utilizzo di stimolazioni passive della muscolatura oro-facciale e stimolazione di movimenti di tali strutture, al fine di aumentare l'attenzione selettiva ela consapevolezza del distretto, la motivazione la collaborazione. È inoltre necessario specificareche l'astensione dall'alimentazione l'integrazione con nutrizione enterale permette di prevenire ilmanifestarsi di problematiche, come ad esempio infezioni, malnutrizione e disidratazione.
• pazienti responsivi: l'obiettivo è favorire una deglutizione sicura, prevenendo l'aspirazione conun'attenta valutazione e appropriate strategie di compenso, come ad esempio le posture facilitanticome il capo flesso in avanti, il capo flesso lateralmente o il capo ruotato lateralmente.
• pazientisufficientemente collaboranti: con recupero spontaneo facilitato e disfagia lieve, per i quali è importante costituire una dieta ricca ma con alcune restrizioni. In tal contesto è fondamentale trattare l'argomentazione dell'ambiente familiare, in quanto rappresenta il principale supporto assistenziale: il familiare sarà infatti sin dall'inizio coinvolto nell'elaborazione del piano assistenziale con il logopedista, e quest'ultimo avrà il dovere di informare la famiglia circa l'entità del disturbo disfagico, le modalità di intervento riabilitativo, i rischi di un'alimentazione impropria e del training deglutitorio. - Riabilitazione cognitivo-comportamentale Due fattori sono indicati con fondamentali: la comunicazione, intesa come necessità di far circolare tra gli operatori informazioni rilevanti, e l'interdisciplinarietà, intesa come esigenza di un linguaggio comune tra le figure professionali.
  • QAVQ: questionario delle attività della vita quotidiana: viene utilizzato per valutare le limitazioni che il disturbo di consapevolezza arreca nello svolgimento delle attività quotidiane.
  • QEC: questionario di efficienza comportamentale: viene compilato dal riabilitatore sulla base delle informazioni ricavate dai colloqui con la famiglia e dall'osservazione diretta della condotta sul paziente.
  • QCS: questionario della consapevolezza: riassume le valutazioni fatte dai familiari, dagli operatori e dal paziente stesso, ponendoli a confronto.
  • LIVELLI DI FUNZIONAMENTO COGNITIVO (LCF) Anzitutto si possono distinguere in tal modo:
    • Livelli 1,2,3 - fase acuta
    • Livelli 4,5,6 - fase post-acuta precoce
    • Livelli 7,8 - fase post-acuta tardiva
    Non necessariamente tutti i pazienti attraversano con sequenzialità i vari livelli. 1. Stadio di non

    Responsività: Fase che appartiene alla rianimazione, in cui il paziente è completamente non responsivo a qualsiasi stimolo ed è ricoverato nei reparti di terapia intensiva.

    Si hanno due distinti livelli di trattamento: uno generale inteso a prevenire possibili complicanze, è uno specifico inteso a recuperare la vigilanza e lo stato di coscienza.

    In quanto al fattore delle stimolazioni sensoriali sia una molteplicità di opinioni, in particolare Woods afferma che tale tecnica non sia propriamente utile, in quanto le lesioni diffuse della sostanza bianca non consentono un'efficace ricezione degli stimoli, in quanto la rapida successione dell'intensità degli stimoli potrebbe suscitare assuefazione o inibizione e infine perché gli stimoli dovrebbero essere non intensi e non presentati in successione rapida.

    In tal contesto le figure che intervengono sono medici, infermieri professionali e fisioterapisti.

    2. Stadio di responsività

    generalizzata aspecifica (stato vegetativo e risposta generalizzata) Troviamo una risposta in costante e non finalizzata, uguale per ogni tipo di stimolo e ritardata. La risposta maggiormente precoce è quella al dolore.

    3. Stadio di responsività specifica (minima responsività e risposta localizzata) Il paziente inizia ad eseguire ordini semplici (chiudere gli occhi, stringere la mano, stendere un arto), in maniera incostante e fluttuante, può fissare e seguire con lo sguardo e può essere in grado di usare oggetti in maniera funzionale.

    In tal contesto per monitorare il recupero della responsività si può far ricorso alla scala CRS. L'équipe riabilitativa deve dunque:

    • parlare con frasi brevi e semplici, spiegando ogni manovra, e usando un tono di voce normale,
    • fornire spiegazioni sul contesto e informazioni sull'orientamento,
    • evitare stimoli eccessivi, favorendo la presentazione di stimoli personali (oggetti,
    responsività localizzata-disinibizione: in questo stato il paziente può manifestare agitazione psicomotoria o inerzia/confusione agitata. È importante rassicurare i familiari e prendere in considerazione i seguenti comportamenti del paziente: 1. Stato confusionale con agitazione psicomotoria: il paziente è iperattivo e presenta agitazione sia motoria che verbale. Può manifestare aggressività verbale e fisica verso se stesso, oggetti o altre persone, poiché non riesce a distinguere le persone o le cose. Tre problemi particolarmente importanti in questo stato sono i gravi deficit attentivi, la confabulazione e l'anosognosia (totale inconsapevolezza dello stato di malattia). 2. Stato di inerzia/confusione agitata: in questo stato il paziente può manifestare una sorta di "blocco" o inerzia, con difficoltà a muoversi o a rispondere agli stimoli esterni. Può anche essere confuso e agitato. È importante fornire al paziente il tempo di riposo e di rispondere, coinvolgerlo in semplici attività di cura del proprio corpo e fare attenzione a ciò che si dice in sua presenza, poiché può comprendere più di quanto si pensi.

    totale inerzia e inibizione comportamentale: il paziente è caratterizzato da inerzia e passività nei confronti degli stimoli esterni, dunque è necessario proporre più volte la richiesta per ottenere delle risposte, comunque confusionarie e disorientate. Tutte le funzioni cognitive sono deteriorate in questo stadio.

    In entrambi i casi il paziente tende ad ignorare quanto avviene attorno a lui o ad analizzarlo in maniera superficiale, poiché si presenta incapace di analizzare le informazioni, agisce senza un obiettivo preciso ed è incapace di stabilire delle relazioni logiche tra gli eventi, oltre ad essere totalmente dipendente anche nelle attività quotidiane più comuni. Proprio per questo è necessario:

    • fornire spiegazioni sul contesto,
    • fornire informazioni sull'orientamento persona-spazio-tempo,
    • evitare stimoli eccessivi,
    • non costringere il paziente e non contenerlo, non sgridarlo,
    • coinvolgerlo in

    semplici attività a lui familiari (riguardanti il proprio corpo oppure familiarizzare con oggetti portati da casa),

    Dettagli
    Publisher
    A.A. 2021-2022
    14 pagine
    SSD Scienze mediche MED/25 Psichiatria

    I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pelatino99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psichiatria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Pistoia Annalisa.