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PROTEINE
Le proteine sono polimeri di amminoacidi. Esse svolgono ruoli differenti e fondamentali negli
organismi viventi.
Gli amminoacidi hanno una struttura anfipatica. In acqua si trovano nella forma di
zwitterioni, ossia hanno carica netta neutra ma presentano nella loro struttura delle cariche.
Gli amminoacidi possono essere divisi in vari gruppi in base alle loro caratteristiche chimico-
fisiche: idrofobi non polari, polari non carichi, polari carichi con catene basiche e polari
carichi con catene acide. Gli amminoacidi presenti nelle carene polipeptidiche biologiche
sono nella dorma di L-amminoacidi. Le molecole con caratteristiche di amminoacidi sono
moltissime ma solo 20 sono codificabili dagli organismi viventi.
Alcuni amminoacidi fungono da precursori di molecole biologiche importanti come alcuni
neurotrasmettitori. Ad esempio il GABA deriva dall’acido glutammico. La dopamina si
ottiene dall’amminoacido tirosina.
- Il gruppo –OH degli amminoacidi può subire fosforilazioni (ad es. avviene in serina e
treonina).
- Gli amminoacidi possono essere carbossilati. La carbossilazione consiste nell’aggiunta
di CO2. Sulla molecola amminoacidica carbossilata ci saranno due gruppi COO- che
possono attrarre il Calcio. Si ha una chelazione del calcio con formazione di un reticolo
che è ad esempio implicato nella coagulazione del sangue.
Per quanto riguarda le PROTEINE, per catene costituite da massimo 10 amminoacidi si parla
in realtà di peptidi. Con oltre 10 amminoacidi si parla di polipeptidi. Nelle catene peptidiche
gli amminoacidi sono legati dal legame peptidico. Esso ha parziale carattere di doppio legame
per cui non vi può essere rotazione intorno al legame C-N. Rotazioni sono invece possibili
sui carboni α: i gruppi laterali possono disporsi quindi in cis e in trans. È favorita la
conformazione trans in quanto garantisce una minore repulsione tra i gruppi R.
In qualsiasi polimero si hanno due estremità che devono essere caratterizzate. Nei
polipeptidi le estremità si differenziano come ammino-terminale (N-terminale) e carbossi-
terminale (C-terminale). Il residuo N-terminale è il residuo numero uno nella catena. Sulle
due estremità possono avvenire reazioni come acetilazione e formilazione.
STRUTTURA PROTEINE
Per quanto riguarda la struttura delle proteine, si distinguono quattro livelli differenti.
Struttura primaria
Consiste semplicemente nella sequenza amminoacidica che contraddistingue la catena
polipeptidica.
Struttura secondaria
La struttura secondaria è determinata dalla disposizione spaziale dello scheletro carbonioso
della catena polipeptidica. In particolare alcune regioni della catena possono disporsi
seguendo particolari schemi. La struttura secondaria si riferisce alla disposizione spaziale di
residui amminoacidici adiacenti in un segmento di un polipeptide. Tutte le biomolecole
tendono ad assumere la struttura più stabile possibile che è quella ad energia potenziale
minore. Due strutture secondarie sono particolarmente stabili: l’α-elica e il foglietto β.
- α-elica: è una struttura formata da una spirale regolare che ha sempre lo stesso angolo
tra i carboni α. Tutti gli avvolgimenti sono destrorsi e gli angoli sono di 100°. La
distanza tra i carboni α è di 100 A. Sono presenti 3,6 residui per ogni giro dell’elica e
la distanza tra un giro e l’altro è di 5,4 A. L’α-elica è stabile poiché con questa
conformazione l’ossigeno si trova in corrispondenza con il gruppo NH
dell’amminoacido sottostante. In questo modo è favorita la formazione di legami
idrogeno con la distanza di legame ottimale. I legami idrogeno saldano l’elica
rendendola fissa e stabile.
Questa struttura si ha in condizioni fisiologiche. Quando non si trova in queste
condizioni la proteina denatura e non è più funzionale. Tuttavia essendo una struttura
molto stabile è necessaria molta energia per la denaturazione. I gruppi R sono rivolti
tutti verso l’esterno dell’elica. La prolina “altera” i parametri caratteristici dell’elica in
quanto ha una struttura bloccata. Questi punti di “interruzione” sono necessari per il
corretto ripiegamento della proteina.
- Foglietto β: può essere parallelo o anti-parallelo. Si formano legami idrogeno tra
catene affiancate. In quello parallelo le catene hanno lo stesso verso, in quello anti-
parallelo verso opposto. L’anti-parallelo è più stabile poiché non ci sono forzature nella
formazione dei legami idrogeno.
Per essere nella loro struttura tridimensionale, le catene devono ripiegarsi. I ripiegamenti sono
detti loop e sono segmenti senza struttura secondaria. Sono costituiti da massimo 4
amminoacidi. Quando sono piccoli servono solo a dare un ripiegamento minimo. Possono
però essere più lunghi e in questo caso possono svolgere funzioni biologiche importanti ad
es. ancoraggio alla membrana plasmatica.
Struttura terziaria
La struttura terziaria è determinata dalle interazioni a lungo raggio tra i gruppi laterali degli
amminoacidi. Queste interazioni stabilizzano la struttura e determinano la disposizione
tridimensionale della proteina. Le interazioni implicate sono soprattutto legami deboli, l’unica
interazione covalente è costituita dal ponte disolfuro (S-S). Il numero di ponti S-S è
determinato geneticamente ed essi si formano durante il ripiegamento grazie a particolari
proteine chiamate chaperonine. La formazione dei ponti è una reazione redox reversibile.
Possono essere presenti sia ponti intercatena sia ponti intracatena.
Per far sì che le proteine assumano la loro forma “matura” possono essere necessari dei tagli
proteolitici. Ad esempio l’insulina è sintetizzata inizialmente come precursore inattivo. Varie
proteasi eseguono tagli proteolitici mirati che determinano la formazione della proteina
fisiologicamente attiva.
Struttura quaternaria
La struttura quaternaria è determinata dall’unione di più catene peptidiche differenti, che
determina la formazione della proteina biologicamente attiva. Dal punto di vista biologico
questa struttura porta una serie di vantaggi. Una proteina formata da più “moduli” può essere
più facile da trasportare, più facile da riparare in caso di errori, più stabile, più essere
regolabile in maniera più semplice e più fine. Un esempio tipico di proteina a struttura
quaternaria è l’emoglobina, costituita da quattro catene differenti.
ESEMPI DI PROTEINE FIBROSE
Le proteine fibrose hanno catene disposte in lunghi fasci o foglietti.
CHERATINE
Sono varie proteine che presentano elementi comuni ed alcune differenze, in particolare per
quanto riguarda la distribuzione.
Le α-cheratine si ritrovano nei mammiferi. Le β-cheratine sono diffuse in uccelli e rettili.
Sono la principale componente degli strati cornei epidermici.
Si associano in dimeri che formano a loro volta i protofilamenti. Essi associandosi formano
microfibrille le quali a loro volta vanno a costituire il filamento proteico.
Nelle singole catene vi sono 7 residui amminoacidici ripetuti. Si crea un lato tutto formato da
amminoacidi apolari e quindi completamente idrofobico. Si viene a formare il cosiddetto
avvolgimento coiled-coil a causa dell’adesività di queste sequenze.
FIBROINA DELLA SETA
Costituita da foglietti β anti-paralleli. Anch’essa ha una sequenza di 7 amminoacidi ripetuta.
È importante la glicina nella sua struttura.
COLLAGENO
È la proteina più abbondante nei vertebrati. Forma fibre insolubili e resistenti.
È una tripla elica. Vi sono vari tipi di collagene. Il più frequente è il tipo I.
Si alternano gli amminoacidi Gly-Pro oppure Leu oppure Ala- Hyp
(Hyp = idrossiprolina ossia prolina idrossilata)
Quando è presente la prolina come amminoacido centrale possono esserci solo 3 residui per
giro di elica quindi si forma un’elica che non rispetta i parametri dell’α-elica.
L’idrossilazione della prolina permette la formazione di legami idrogeno tra le tre eliche che
costituiscono la proteina che sono così saldate tra loro. Per l’idrossilazione della prolina serve
l’acido ascorbico (vitamina C) oltre che l’enzima prolil-idrossilasi.
Sono presenti degli interstizi nelle catene in cui precipita idrossiapatite nelle ossa.
ELASTINA
Simile al collageno ma con una struttura più elastica. Permette alle cellule di modificare la
propria morfologia. Sono molecole che si associano con legami covalenti intermolecolari
(crociati). Ad es. tra due residui amminoacidici questo tipo di legami permette movimenti dei
vari frammenti di elastina. Non è strettamente una proteina fibrosa.
ESEMPI DI PROTEINE GLOBULARI
Le proteine globulari hanno la possibilità di variare la dimensione a differenza ad es. del
collageno che ha una struttura fissa. Con le proteine globulari si possono avere varie “forme
finali”.
ACTINA
Varia la sua lunghezza in base alla fase di vita della cellula.
Altre proteine globulari formano il capside dei virus.
Due proteine globulari importantissime e molto ben caratterizzate sono la mioglobina e
l’emoglobina.
MIOGLOBINA
Il ruolo fisiologico della mioglobina è il trasporto di ossigeno all’interno dei muscoli. La
presenza di mioglobina, così come di emoglobina, è fondamentale in quanto l’ossigeno è poco
solubile nel sangue e quindi verrebbe trasportato in quantità molto ridotta e con scarsa
efficienza in assenza di tali traportatori.
La mioglobina è formata da 153 residui amminoacidici. Nei muscoli è comunque presente
anche emoglobina, ma la presenza di mioglobina è fondamentale data la richiesta più elevata
di O per una maggiore produzione di ATP. L’affinità della mioglobina per l’O è molto
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maggiore rispetto a quella dell’emoglobina: in questo modo la mioglobina rappresenta una
sorta di “trappola” per l’ossigeno. Essa sottrae l’ossigeno in circolo all’emoglobina e ne
assicura l’elevata presenza nei muscoli.
Struttura
È formata solo da α-eliche. È presente una struttura chiamata EME, responsabile del legame
con l’ossigeno. Per la sintesi del gruppo EME la molecola di partenza è la porfirina che è un
anello a 5 cicli con azoto. È una struttura aromatica. Gli anelli sono tenuti insieme da gruppi
–CH. Dalla porfirina si forma la protoporfirina IX che presenta sostituenti: 2 gruppi vinilici,
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4 metilici, 2 propionici che sono gli unici carichi. Con l’inserimento di Fe (ferroso) si forma
3+
l’EME. Se il Fe si trova come Fe