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∂E ∂E ∂D ∂V
d
c c
− + + = Q α
dt ∂ α̇ ∂α ∂ α̇ ∂α
1 ∂J (α) ∂c 1 ∂c L ∂β
2
eq 3
2
J (α) α̈ + α̇ + r α̇ + k ∆θ + m g cos β = C(t)
eq 1 T T 3
2 ∂α ∂α R ∂α 2 ∂α
T
2.5 Equazione del moto linearizzata
L’equazione del moto si rende lineare facendo in modo che le forme di
energia, che poi andranno derivate, siano quadratiche.
Per l’energia cinetica e la funzione dissipativa questa operazione è semplice,
infatti: 1 2
≈ J (α ) α̇
E E = eq 0
c c 0 2
1 2
≈
D D = R (α ) α̇
eq 0
0 2
poichè se si considerassero anche i termini di primo grado dello sviluppo
in serie le forme di energia cesserebbero di essere quadratiche.
d ∂E ∂E
c c
⇒ − = J (α ) α̈
eq 0
dt ∂ α̇ ∂α
∂D = R (α ) α̇
eq 0
∂ α̇
Per l’energia potenziale invece lo sviluppo arriva fino al secondo ordine
quindi va calcolata la derivata seconda del potenziale:
∂V ∂∆θ ∂h
T G3
= k ∆θ + m g
T T 3
∂α ∂α ∂α
2 2 2
∂ h
∂ V ∂ ∆θ ∂∆θ 2
T T G3
⇒ = k ∆θ + k +m g =
T T T 3
2 2 2
∂α ∂α ∂α ∂α
2 2
1 ∂ c ∂c L ∂β
1 ∂ β
2 2
h i
−
= k ∆θ + k +m g cos β sin β
T T T 3
2 2
R ∂α R ∂α 2 ∂α ∂α
T T
14
2 2 2
∂ V ∂ ∆θ ∂∆θ ∂ h
2
T T G3
= k ∆θ + k +m g
T T 0 T 3
2 2 2
∂α ∂α ∂α ∂α
0 0 0 0
2
1 ∂ V
∂V 2
−
≈ −
(α α ) +
V V + (α α )
0 0
0 2
∂α 2 ∂α
0 0
dove nella linearizzazione il primo termine è una costante e quindi non
rientra nell’equazione di moto, il secondo lo si calcola proprio in α = α e
0
quindi è nullo per definizione di equilibrio statico, infine la derivata seconda
del potenziale è stata appena calcolata. −
Per comodità si definisce la perturbazione ᾱ = α α :
0
2
∂ V
∂V
⇒ = ᾱ
2
∂α ∂α ᾱ=0
Infine, siccome tutte le forze costanti sono state riportate nel potenziale,
vale: ≈
Q Q (α ) = C(t)
α α 0
che già era lineare.
˙ ¨
≡ ≡
Sapendo che ᾱ α̇ e ᾱ α̈ l’equazione di moto linearizzata riferita alla
perturbazione diventa: 2
∂ V
¨ ˙ ᾱ = Q (α ) (11)
J (α ) ᾱ + R (α ) ᾱ + α 0
eq 0 eq 0 2
∂α 0
15
2.6 Analisi della risposta del sistema
La frequenza propria e il fattore di smorzamento del sistema linearizzato
sono: '
f 4.81 Hz
'
h 3.212 %
Invece la forzante ha la seguente forma:
C(t) = C cos (Ωt + ψ)
0
Nelle simulazioni seguenti vengono fatti variare C , Ω, ψ e il vettore delle
0
◦
condizioni iniziali Si ricorda che α = 30 .
x0. 0
80 200
non lineare
70 linearizzato 150
α(0) = α0 + pi/4 α(0) = α0 + 3*pi/4
60
50
[deg] [deg] 100
40
disco disco
30 50
del del
20
rotazione rotazione 0
10
0 -50 non lineare
-10 linearizzato
-20 -100
0 1 2 3 4 5 0 1 2 3 4 5
tempo [s] tempo [s]
Figura 2: Moto libero, α̇(0) = 0
Per quanto riguarda l’omogenea, il primo grafico mostra che la risposta del
sistema linearizzato approssima molto bene quella non lineare, nonostante
la distanza dall’equilibrio sia rilevante. Tra le due l’unica differenza è che la
non lineare non mantiene costante la frequenza di oscillazione.
34
Nel secondo grafico invece la perturbazione è di π e il sistema non lineare
trova un altro equilibrio, seguendo inoltre un andamento non sinusoidale. È
evidente che la linearizzata non è più accettabile, ma effettivamente ci si è
allontanati molto dall’intorno dell’equilibrio.
16
80 80
non lineare non lineare
70 70
linearizzato linearizzato
60 60
50 50
[deg] [deg]
40 40
disco disco
30 30
del del
20 20
rotazione rotazione
10 10
f=1 f=3
0 0
-10 -10
ψ=0 ψ=0
-20 -20
0 1 2 3 4 5 0 1 2 3 4 5
tempo [s] tempo [s]
80
80 non lineare
non lineare 70
70 linearizzato linearizzato
60
60 50
50 [deg]
[deg] 40
40 disco
disco 30
30
del del 20
20
rotazione rotazione 10
10 f=4.81 f=4.81
0 0
ψ=0
-10 -10 ψ=90°
-20 -20
0 1 2 3 4 5 0 1 2 3 4 5
tempo [s] tempo [s]
Figura 3: Moto forzato, Ω = 2πf
I valori tenuti fissi in ogni grafico sono i seguenti:
• C = 70 N m
0 π
• α(0) = α +
0 4
• α̇(0) = 0 17
La forzante introduce varie irregolarità nella risposta e l’andamento è frutto
della somma tra soluzione particolare e omogenea, ma perlomeno nei primi
due grafici la linearizzata segue bene la non lineare.
Imponendo la frequenza della forzante pari alla frequenza propria del
sistema si rilevano ampiezze di oscillazione notevoli anche superato il
transitorio iniziale, che tenderebbero all’infinito se non ci fosse un elemento
dissipativo. In ogni caso è verificato che entrambe le sinusoidi assumono la
frequenza della forzante. ◦
Le oscillazioni a regime hanno un’ampiezza minore di 20 per la non lineare
◦
mentre la linearizzata è attorno ai 30 . Questa discrepanza può essere
causata da alcuni contributi, che nascono quando il sistema non è a
◦
α = 30 , presenti nel sistema non lineare e invece non inclusi nella
linearizzata che ha tutte le componenti calcolate all’equilibrio.
◦
Sfasando di 90 la forzante si vede che le armoniche della particolare si
sommano in modo diverso con quelle dell’omogenea e quindi non si osserva
più un punto di inversione, ovvero un punto in cui è netto il passaggio dal
transitorio a regime. 18
3 Due gradi di libertà ,J ,L
m D
3 3 3
G
3
N r
G 1
m ,J A
1 1 1 B
V
U k
s T
r
k 2 y α
m ,J ,R
2 2 O x
C
L’attuatore impone il moto dell’asta di massa m , della molla di rigidezza k
1
e dello smorzatore di parametro r , pertanto la rotazione α del disco non ha
2
influenza su questi elementi. Allo stesso modo l’attuatore non ha effetto sul
moto del disco di massa m .
2
Invece l’asta AD e il gruppo molla-smorzatore connesso risentono
dell’azione combinata dei due gradi di libertà ed in seguito sarà quindi
necessario procedere con una chiusura vettoriale che comprenda sia α sia s.
19
3.1 Scrittura delle forme di energia in variabili fisiche
1 T
ẏ [m] ẏ
E = m
c m
2
· · · · · · · · ·
m 0 0
1
V ..
G 1
0 J .
1
w
1
. ..
.
V . m .
G 2
2
con ẏ = e [m] =
. ..
m
w ..
2
J .
2
V
..
G
3
. m 0
w 3
3 · · · · · · · · ·
0 0 J
3
1 T
ẏ [r] ẏ
D = s
s
2
˙
∆l r 0
1 1
con ẏ = e [r] =
s ˙ 0 r
∆l 2
2 1 T T
−
V = y [k] y P y
k k P
2
∆θ k 0
T T
con y = , [k] = ,
k ∆l 0 k
y m g
P 1
1
y m g
y = e P =
P 2
P
2
y m g
P 3
3
Come si vede dal vettore P le uniche forze costanti che rientrano nel
potenziale sono i pesi. Pertanto il vettore y , che rappresenta gli
P
spostamenti dei punti di applicazione delle forze costanti nella direzione
della forza, non sarà altro che l’abbassamento dei baricentri.
20
Infine: T
~
~ ·
δL = F(t) δS F
" #
~ ~
δθ C(t)
~ ~
C
con δS = e F(t) =
F ~ ~
N (t)
δS N
Si definiscono i seguenti vettori contenenti le coordinate libere per
procedere con l’approccio matriciale:
α α δα α̇ α̈
0
x = , x = , δx = , ẋ = , ẍ =
0
s s δs ṡ s̈
0
Nella prossima sezione si valutano i legami cinematici con i due gradi di
libertà α e s, linearizzandoli però direttamente nell’intorno della posizione
di equilibrio: ◦
30
x = x =
0 0.8
dove s = 0.8 m è la lunghezza dell’attuatore all’equilibrio.
0
Per E , D e Q si è già visto nella sezione ad un grado di libertà che la
c
linearizzazione è semplice: ≈
E E
c c 0
≈
D D 0
≈
Q Q 0
Per quanto riguarda il potenziale, invece, per trovare una forma quadratica
lo sviluppo in serie deve arrivare al secondo ordine.
Nei casi in cui i legami cinematici fossero lineari si potrebbe direttamente
linearizzare anche il potenziale infatti rimmarrebbe solo [K ], ma purtroppo
I
non è questo il caso. 1 ∂ ∂V
∂V T
h i
T
− − −
≈ | (x x ) + (x x ) (x x ) (12)
V V + 0 0 0
0 ∂x 2 ∂x ∂x
0 0
∂V ∂y ∂y P
k
T T
−
= y [k] P
k
∂x ∂x ∂x
∂ ∂V ∂y ∂y ∂ ∂y ∂ ∂y
T T T T
k k k P
T T
−
= [k] + y [k] P
k
∂x ∂x ∂x ∂x ∂x ∂x ∂x ∂x
21
Tutti i termini si calcolano poi nella posizione di equilibrio andando a
definire la matrice di rigidezza:
∂ ∂V T
h i
[K] = = [K ] + [K ] + [K ]
I II III
∂x ∂x 0 (13)