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Sostenere la diversità

1.1 Associazione Amici per la pelle

Amici per la pelle è un'associazione no profit nata a Torino nel 2017 con l'intento di aiutare e accompagnare le famiglie immigrate in Italia nel percorso di socializzazione e integrazione all'interno del territorio d'accoglienza. Il nostro operato ha l'obiettivo di promuovere la partecipazione alle attività da noi organizzate, finalizzate alla conquista di Empowerment, alla condivisione delle storie personali e instaurazione di rapporti amicali tra persone di culture differenti.

La nostra associazione si compone di 30 volontari, tra cui rientrano educatori per la prima infanzia, educatori socio-culturali, psicologi e pedagogisti che, collaborando con il Comune di Torino, si occupano di condurre una serie di interventi all'interno delle istituzioni scolastiche pubbliche di primo e secondo grado, con l'obiettivo di sensibilizzare gli

studenti sui temi dell'immigrazione, valorizzare le altre culture e favorire l'inclusione di bambini e ragazzi stranieri. Nelle scuole di primo grado gli operatori organizzano giochi e attività per stimolare la curiosità dei bambini sugli usi e costumi di un'altra cultura, parlando di cibo, giochi, feste e abbigliamento tipici di altri paesi. Nelle scuole di secondo grado, invece, i nostri volontari organizzano incontri durante i quali gli studenti possono confrontarsi tra loro attraverso l'aiuto dell'educatore sull'attuale situazione migratoria italiana e soddisfare proprie curiosità in merito alla situazione politica dei paesi da cui proviene la maggior parte delle persone straniere. Inoltre, all'interno delle scuole dell'obbligo, i nostri volontari organizzano corsi di sostegno linguistico a favore degli studenti stranieri in difficoltà con la lingua italiana. La nostra associazione si dedica anche all'organizzazione

Di eventi e manifestazioni culturali, all'interno di alcuni quartieri della città metropolitana di Torino, pubblicizzati attraverso i social media e volantini distribuiti all'interno delle scuole. Tra le attività proposte sono incluse la lettura di libri all'interno delle biblioteche, l'allestimento di piccoli spettacoli teatrali in spazi predisposti dal comune e incontri dedicati alla narrazione delle storie personali, durante i quali si vuole agevolare l'incontro tra famiglie italiane e straniere con l'obiettivo di creare momenti di coesione, condivisione e favorire la costruzione di una rete di sostegno a cui le famiglie possano appoggiarsi nei momenti di difficoltà.

1.2 Promuovere l'inclusione

La nostra ricerca nasce dalla volontà di capire se all'interno dei servizi per la prima infanzia della città di Torino sia garantita, da parte delle educatrici, un'attenzione particolare al tema dell'integrazione.

La città oggi conta la presenza di 132.000 residenti stranieri, il 15,2% della popolazione residente, di cui 9.043 bambini dagli 0 ai 4 anni. Essa si rivolge direttamente al Comune di Torino che in base ai risultati stabilirà se intervenire in questi contesti attraverso la proposta di progetti di inclusione. Gli sponsor italiani che hanno sostenuto il nostro progetto a livello finanziario sono: la Chicco, Clementoni, Toys Center, Benetton, Brums e Iperbimbo. L'indagine da noi condotta si è svolta durante l'anno accademico 2019/2020 all'interno di alcuni asili nido comunali della città di Torino col fine di indagare i metodi e le attività adottate dalle educatrici per l'infanzia a favore dell'inclusione dei bambini stranieri e delle loro famiglie. Il progetto è stato condotto da quattro nostre volontarie: Alice Petrone, educatore socio culturale, Federica Rinella e Eleonora Vallory, educatrici per la prima infanzia e Rebecca Renzone.psicologa infantile, le quali hanno consegnato all'interno degli istituti presi in esame, i questionari, in forma cartacea, indirizzati alle educatrici ma anche alle famiglie straniere, che sono state incluse nel progetto vista la nostra volontà di conoscere anche le loro percezioni rispetto agli atteggiamenti e i modelli messi in atto dalle educatrici nei loro confronti. La ricerca, di tipo descrittivo, è stata svolta nell'arco temporale di tre mesi attraverso un metodo quantitativo e si è posta il fine di: - indagare quali siano i metodi e le attività proposte ai bambini e genitori per favorirne una migliore inclusione. - capire se i modelli proposti favoriscano concretamente l'integrazione del bambino e della sua famiglia. - conoscere il punto di vista dei genitori, indagando su come percepiscano l'approccio delle educatrici nei loro confronti. - capire se negli asili nido indagati siano presenti buoni livelli di inclusione. La nostra indaginesarà presentata durante i corsi di aggiornamento dedicati alle educatrici per la prima infanzia e organizzati dal Comune di Torino, nei quali il Nido verranno distribuite a tutti i partecipanti le brochure da noi create. Il nido d'infanzia comunale di Torino si rivolge a bambini e bambine dai 3 mesi ai 3 anni d'età, garantendo un progetto pedagogico educativo definito dal coordinamento pedagogico e dai collegi docenti di ciascun nido. Le educatrici hanno il compito di promuovere esperienze finalizzate alla cura, ad una crescita serena e allo sviluppo dell'identità dei bambini incoraggiando l'instaurazione di relazioni significative con i pari e con gli adulti. I bambini nella fascia d'età 3-12 mesi sono sempre inseriti in una sezione loro dedicata mentre quelli tra i 12 e 36 mesi sono suddivisi in sezioni, la cui. Fonte: Statistiche demografiche di Torino

composizione dipende da ciascun nido.Il tempo di frequenza può essere breve con l'uscita stabilita entro le 13,30 o lungo con l'uscita entro le 16,30 dal Lunedì al Venerdì per un periodo di tempo che vada Settembre a Giugno di ogni anno scolastico, escluse le festività. Il progetto pedagogico assunto da ciascun nido prevede che le esperienze educative siano progettate anche all'esterno della struttura, nei quartieri cittadini, mercati e biblioteche. La relazione con le famiglie si concretizza attraverso le riunioni con i genitori, i colloqui individuali e i momenti di aggregazione tra famiglia e nido che aiutano a costruire un rapporto di dialogo e confronto che consente una migliore conoscenza tra i genitori dei bambini. Inoltre è sempre disponibile un educatore che comunichi con la famiglia per dare informazioni sull'andamento della giornata.

Servizi per la prima infanzia equi e di qualità:

  1. Nel 1989 viene approvata la
Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che colloca il minore nella condizione di essere considerato un cittadino titolare di diritti ampi e complessi. Essa si fonda su quattro principi fondamentali che dovrebbero orientare l'agire professionale di educatori, pedagogisti, insegnanti e chi lavora nei sistemi scolastici con bambini e ragazzi. Il primo principio, quello della non discriminazione, afferma che "i bambini sono soggetti universali di diritti, senza alcuna distinzione di genere, appartenenza etnica, religiosa o linguistica o di status sociale." Fonti: 1. [http://www.comune.torino.it/servizieducativi/03/nidicomunali/index.html] 2. [http://www.comune.torino.it/progettoqualita/pdf/carta_nidi_infanzia_web.pdf] 3. Lorena Milani, 2019, Trame di costruzione della cittadinanza, riflessioni a 30 anni dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza Oggi il principio di non discriminazione si è tradotto in.

quello di inclusività, collocato anche come quarto obiettivo all'interno dell'Agenda for Sustainable Development 2030, nella quale viene evidenziato come i sistemi educativi debbano porsi la maggiore finalità di "fornire un'educazione di qualità, equa, inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti." Questo si traduce nell'assicurare ai bambini e ragazzi un accesso ampio ed equo all'interno di contesti di apprendimento che siano più democratici e sicuri nei quali accogliere tutti gli alunni nelle loro diversità di razza, cultura, etnia, orientamento sessuale, religione, capacità fisica e mentale. "Dalla strategia di Lisbona del 2000 ai successivi obiettivi Barcellona 2013, gli stati membri sono sollecitati ad attivare misure per sviluppare servizi di qualità per i bambini nella fascia 0-6 anni e garantire opportunità più eque e inclusive.

.

”Queste linee guida rispondono ai cambiamenti demografici nella struttura dellafamiglia, nella partecipazione delle donne al mondo del lavoro e nella diversitàetnica, culturale e linguistica che si sta affermando sempre più in Europa.

I documenti evidenziano come sia fondamentale porre una particolare attenzioneai primi anni di vita degli individui poiché determinanti per il futuroapprendimento e per lo sviluppo di competenze e attitudini. Una maggiore qualitàdei servizi per la prima infanzia risponde a questa esigenza con la possibilità diinfluire sul futuro successo scolastico degli individui, incidendo notevolmente sulfenomeno della dispersione scolastica, sull’inclusione sociale e sviluppo positivo8di se .

In Italia la percentuale di minori stranieri è tra le più alte in Europa, circa il 21%della popolazione residente straniera al 2017 e il 9% della popolazione minorilepresente sul territorio.

Gli alunni di cittadinanza

Non italiani iscritti nel sistema scolastico sono il 9,4% del totale degli iscritti, con notevoli disparità tra regioni e province. Solo in Pimonte essi rappresentano il 12,79% del totale della popolazione scolastica. Questi dati mettono in luce come il sistema italiano sostenga l'inclusività, riconoscendo il diritto all'istruzione e la gratuità del servizio a prescindere da nazionalità, religione, lingua e condizione dei genitori. D'altra parte questo avviene in modo differente a livello territoriale, evidenziando

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
29 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 96REBECCA di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Tirocchi Simona.