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CORTE DI STRASBURGO - GRANDE EUROPA
Ma il ruolo della Corte, qui, è un ruolo di rilievo, effettivo; un esempio recentissimo del mese scorso riguarda il fatto che la Corte di Strasburgo ha comunicato allo Stato polacco il ricorso di un giudice -molto noto in Polonia- del tribunale regionale di Varsavia, il quale si è rivolto alla Corte stessa lamentando i tanti procedimenti disciplinari subiti. Il giudice è molto noto in Polonia perché negli ultimi anni si era occupato di casi penali di notevole rilievo mediatico, importanti anche per il coinvolgimento di politici, ed era stato, forse proprio per questa sua delicata attività, oggetto di ben 7 procedimenti disciplinari, avviati secondo nuove regole che attribuiscono un potere particolare al ministro della giustizia per la nomina di un delegato alla disciplina nei procedimenti disciplinari contro i magistrati. Al giudice erano stati frapposti degli
Ostacoli, come quelli riguardanti la presenza del difensore, era stato vittima di una campagna mediatica denigratoria, ed era stato fatto oggetto di messaggi d'odio, di lettere anonime. Di tutto ciò il giudice si è lamentato ricorrendo a Strasburgo, lamentando la violazione dell'art 8, che riguarda il diritto al rispetto della vita privata, e si è lamentato della violazione di tale articolo in combinato disposto con l'articolo 13, per la mancanza di un rimedio giurisdizionale effettivo che tuteli la propria reputazione e il proprio diritto di libertà d'espressione. La procedura è avviata, senza risposta, ma comunque questo è un caso in cui si può verificare la tenuta del sistema di protezione e, in un caso del genere, si può anche verificare come corte possa "difendere" l'indipendenza del potere giudiziario, sotto attacco del potere politico. Esempio che riguarda la grande Europa.
DELL'UE DI LUSSEMBURGO - PICCOLA Europa
Tuttavia, la tenuta del nostro sistema dipende anche dalle risposte che la Corte di Giustizia dell'UE, la Corte di Lussemburgo, su quesiti che i giudici nazionali possono rivolgerle. Un altro esempio recente, risalente al 28 maggio 2020, riguarda il fatto che l'ufficio del giudice di pace di Lanciano ha sottoposto una questione pregiudiziale alla Corte di giustizia, proprio relativamente alle misure emergenziali italiane, relativamente a quei provvedimenti che hanno prorogato, e stanno prorogando, lo stato di emergenza nazionale per covid, provvedimenti che hanno finito per paralizzare la giustizia civile e quella penale fino a 31 gennaio 2021. Il giudice di pace di Lanciano si è rivolto alla Corte di giustizia dell'UE, ha formulato una domanda di pronuncia pregiudiziale, domandando se, effettivamente, questi provvedimenti siano in linea con le garanzie che emergono dal trattato dell'UE, dal trattato sul funzionamento dell'UE,
E anche dalla Carta dei diritti fondamentali dell'UE: il giudice teme che ci possa essere una violazione dell'indipendenza della magistratura, del giusto processo, dei diritti connessi alla dignità delle persone alla libertà, alla sicurezza e all'uguaglianza davanti alla legge. Il rinvio si può leggere sul sito ufficiale della Corte di Strasburgo. Esempio che riguarda la piccola Europa.
Anche questo può essere un esempio attualissimo che riguarda quello che abbiamo definito sistema effettivo di protezione dei diritti all'interno del continente europeo. Si hanno quindi due esempi, il primo riguardante la grande Europa, il secondo la piccola Europa.
CEPEJ - Comitato del consiglio d'Europa sull'efficacia e la qualità della giustizia. Ottime informazioni si possono avere, poi, esaminando il rapporto di un altro organo, che è collegato al Consiglio d'Europa, così come lo è il Cpt: acronimo CEPEJ, e si tratta del
Comitato del consiglio d'Europa sull'efficacia e la qualità della giustizia.
Questo comitato effettua una sorta di monitoraggio generale (perché si occupa dell'andamento della giustizia penale, ma non solo), e cerca di fotografare le grandi tendenze presenti nel continente e cerca poi, in maniera più dettagliata, di analizzare la situazione paese per paese. Questa commissione del Consiglio d'Europa, proprio pochi giorni fa - la notizia è del 22 ottobre -, ha presentato il suo rapporto, come fa tendenzialmente ogni due anni, e ha pubblicato le schede specifiche Paese per Paese, e una base di dati interattiva che può essere consultata da tutti sul sito della commissione stessa, e che rappresenta le grandi tendenze dei Paesi membri del Consiglio d'Europa.
Le tendenze principali servono per capire le politiche criminali e quella che è, in generale, l'atmosfera che si respira nel continente, e i rapporti sono consultabili,
In lingua inglese e francese, e sono molto sostanziosi, dicentinaia di pagine.
Alcune tendenze emerse dall'ultimo rapporto effettuato, pubblicato il 22/10, sono:
- il Comitato dedica una parte alle spese, al budget per la giustizia di ogni paese, e nota che vi è stato, soprattutto rispetto al 2018 e anche agli anni precedenti, un leggero aumento spese dedicate alla giustizia, suddivise per tribunali, pm e difesa d'ufficio. In particolare, segnala lo sforzo, in alcuni Paesi, per garantire l'accesso a giustizia anche tramite forme di difesa d'ufficio.
- Il Comitato nota come sia stabile il numero di giudici professionali;
- Esamina, all'interno della magistratura, la differenza di genere, che tendenzialmente è rispettata, mentre le statistiche mostrano come la professione d'avvocato è ad appannaggio del sesso maschile.
- A proposito di avvocati, si nota consistente aumento degli
avvocati in proporzione a numero di abitanti.- Mentre aumentano avvocati, diminuiscono del 10% i tribunali, sempre rispetto al 2018- Un elemento molto importante è quello delle cd "TIC", cioè "tecnologie di informazione e comunicazione": la commissione nota come ci sia uno sviluppo della comunicazione elettronica e come si siano estese le pratiche di procedura a distanza, tramite, magari, video/teleconferenza, e il covid ha sicuramente favorito lo sviluppo di una tendenza già in atto da tempo.- Altri dati riguardano le performance dell'intero sistema giudiziario: ad apparire più efficaci sono, in generale, i tribunali di seconda e di terza istanza, mentre meno efficaci sono i tribunali di prima istanza.- Un altro dato significativo che emerge riguarda le domande di asilo che impegnano, quanto a numeri, le giustizie di tanti paesi (Germania, Austria, Belgio, Francia, Spagna e Italia).- Quanto all'Italia, poi, il Comitato nota
che i processi, ancora una volta, hanno spesso una durata irragionevole.29-10-20; Giovedì / Lezione 16 e 17
LO STATO DI SALUTE DEI DIRITTI
Attraverso lo studio di provvedimenti, rapporti e di materiali vari, di fonti che sono diverse da quelle normative e che siamo abituati a studiare in maniera rigorosa, attraverso un esame di tutta questa documentazione diversa, si riesce a cogliere l'atmosfera e, soprattutto, lo stato di salute dei diritti in Europa e in Occidente, tendendo sempre conto delle differenze tra grande e piccola Europa.
Carenza di una Commissione nazionale per i diritti umani, ennesima inadempienza da parte dell'Italia, portando ad esempio un
Si può, a riguardo, accennare all'ecomunicato del 27 ottobre: in un rapporto dell'agenzia per i diritti fondamentali dell'UE, acronimo FRA, si denuncia la situazione che riguarda solo 5 stati dell'UE, che, al momento, sono carenti di un'autorità per la promozione e la tutela dei diritti.
Nonostante questi Stati abbiano firmato una risoluzione dell'Assemblea Generale dell'ONU (risoluzione risalente a 1993) che impone l'istituzione di una Commissione nazionale per i diritti umani. Dunque, l'agenzia dell'UE lamenta l'inadempienza di questi 5 stati, tra cui l'Italia (nonostante la firma della risoluzione, infatti, non hanno provveduto a istituire una commissione nazionale per i diritti umani). Questa è una carenza notevole, ed è una carenza proprio dell'Italia e di Malta, perché altri paesi, come l'Estonia, la Repubblica Ceca e la Romania, in un modo o nell'altro, hanno istituzioni nazionali che potrebbero ottenere un accreditamento presso le Nazioni unite e, quindi, potrebbero comunque già avere un sistema di commissioni abbastanza simile a quello che viene richiesto dall'agenzia dell'Unione Europea, per cui i due Stati peggiori sono l'Italia e Malta. Non si tratta di un
Discorso semplicemente teorico che non ha alcuna conseguenza pratica, ma anzi, l'agenzia dell'UE mette in luce quanto la presenza di Commissioni nazionali all'interno di singoli Stati sia fondamentale anche, e soprattutto, in questo periodo di pandemia, di emergenza sanitaria e, a riguardo, l'agenzia fa degli esempi, richiamando casi di Francia, Germania e Polonia, per dimostrare che le commissioni a tutela dei diritti umani istituite in questi paesi hanno lavorato bene per risolvere il problema drammatico attuale, sul rapporto tra la libertà dei singoli e la tutela della salute pubblica e dei singoli.
La mancanza di una commissione italiana, quindi, è grave proprio perché non è possibile effettuare un controllo rigoroso in una situazione di emergenza. Addirittura, la FRA sottolinea come l'Italia abbia vari comitati, commissioni, osservatori, garanti (esiste anche il garante nazionale dei diritti di persone private di...
Penale Europea - Giulia Barattini V Annolibertà), una serie di enti e istituzioni, ma come, comunque, questa costellazione sia inaccettabile, perché si ha una suddivisione di compiti e ruoli che non fa bene alla tutela dei diritti: ci vorrebbe qualcosa di più. Infatti, al momento, sono state presentate in Parlamento due proposte istitutive di un organismo, come richiesto dalle Nazioni Unite (a seguito firma del 1993), e da una sollecitazione forte proveniente dall'UE. Vedremo, poi, se ci sarà un'istituzione di una Commissione diritti umani come richiesto da nazioni unite e UE. Digitalizzazione della giustizia Inoltre, il controllo, di questi tempi, è molto penetrante, di estremo rilievo, anche per delle situazioni che si presentano per prima volta: si pensi alle discussioni che ci sono state in Italia, e non solo, per quelle app che possono essere scaricate, e che portano a un tracciamento dei contatti per verificare un'eventualesituazione di immunità o contagio da covid. A livello internazionale, infatti, si discute del contrasto tra diritti individuali, sicurezza, e problemi che app di questo tipo possono far sorgere per la privacy delle persone.