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EDUCARE PZ A RIDURRE FATTORI DI RISCHIO DI INFEZIONE ASSOCIATI A CV INTERVENTI PER RISOLVERE STASI FECALE ATB + ANTIDOLORIFICO PROBIOTICI es, lactobacillus (riequilibrio della flora batterica riducendo la colonizzazione patogena)

La ritenzione urinaria, invece, è stato nel quale la persona è soggetta a incapacità cronica diurinare, cui fanno seguito svuotamenti involontari. Le caratteristiche definenti di questo stato sono la distensione vescicale con globo vescicale e distensione sovra pubica, perdite di urine per rigurgito, un residuo urinario elevato (= o > 100cc), lo stato confusionale e/o agitazione e la pollacchiuria / disuria.

I fattori di rischio sono: ostruzioni intrinseche o estrinseche (stenosi post flogosi, ipertrofia prostatica, tumori) neurologici (lesioni midollo, ictus), psicologici (privacy), iatrogene (farmaci anticolinergici = IPERTONO MUSCOLATURA PROSTATICA; post chirurgiche / anestesia), gravidanza e situazionali (immobilità).

Da questi possono anche derivare diverse complicanze quali calcolosi vescicale, IVUo alterazioni della funzionalità renale. Gli interventi da attuare in casi di ritenzione urinaria cronica sono:
  • Determinare i fattori contribuenti per ridurli
  • Favorire la minzione spontanea efficace (posizione, delicata compressione, semicupi, abluzioni calde, lettura, musica, acqua corrente, movimento, controllo dolore)
  • Istruire sui metodi di svuotamento vescicale (cateterismo a intermittenza, ecc...)
Mentre quelli da attuare in caso di ritenzione urinaria acuta sono:
  • Determinare i fattori contribuenti per ridurli
  • Favorire la minzione spontanea efficace (posizione, delicata compressione, semicupi, abluzioni calde, lettura, musica, acqua corrente, movimento, controllo dolore)
  • Eseguire il cateterismo estemporaneo per drenare le urine e decomprimere la vescica
  • Concordare con il medico il piano di ripresa della minzione spontanea
Incontinenza urinaria: L'incontinenzaè la perdita involontaria di urine attraverso il meccanismo sfinterico, dimostrabile oggettivamente, in luoghi e/o tempi inappropriati, tali da costituire un problema igienico sociale. Rappresenta un sintomo, un segno ed una patologia. Questo problema è in grado di condizionare la vita in quanto riduce l'autonomia e l'autostima della persona, assume risvolti medici, igienico-sociali e psicologici e rappresenta un aumento della spesa per la sanità. L'incontinenza urinaria colpisce prevalentemente gli anziani, soprattutto le donne (circa il 40% donne, tra i 40 e i 50 anni, ha manifestato almeno una volta un problema d'incontinenza - circa il 55% donne dopo i 60 anni presenta perdita involontaria di urina) anche se solo 1 utente su 10 si rivolge allo specialista. L'incontinenza maschile, invece, è secondaria ad interventi chirurgici o traumi (es. dopo la prostatectomia radicale il 23% degli uomini rimane incontinente). Alcuni studi hanno

provato a quantificare i costi portati da questo problema, identificando sia in Europa (uno studio del 2005) che in USA (uno studio del 2004) un costo approssimativo medio di circa, rispettivamente, 528€ e 480€ per paziente/anno; solo quello statunitense ha stimato in modo significativo i costi indiretti, identificando un valore indicativo medio di altri 337€. Il costo sociale della patologia in Europa era stimabile nel 2000 in circa 16 miliardi di Euro l'anno (solo costi diretti); lo studio statunitense stimava una cifra pari a 14 miliardi di Euro. È interessante confrontare questo importo con la stima del 1995 dei costi sociali annui negli USA, in miliardi di Euro, di altre patologie: 6,4 per il cancro al seno, 7,7 per i disturbi alimentari, 11,3 per l'influenza, 12,6 per l'artrite, 18,2 per l'ictus, 19,3 per il fumo. È possibile anche verificare l'andamento di questo problema con il passare degli anni: 2000 ITALIA: dati

epidemiologici sono scarsi e frammentati (dati IU tratti da Nord Europa e America). Una persona con IU spende circa £654.000 all'anno per acquisto di pannoloni, creme ed altri presidi. Costo medio per la collettività è di £928.000 annue per ogni incontinente. Si PRESUME che in Italia ci siano più di 3.000.0000 di persone con incontinenza. 2005 realtà locale (Asti uff. protesica) spesa annua 210.000 euro escludendo creme e presidi. Popolazione CONOSCIUTA: 3130 persone. SCONOSCIUTI Si presume che il numero degli incontinenti al servizio sociosanitario siano la maggioranza. L'INCONTINENZA, NON PUO' ESSERE CONSIDERATA UNA FISIOLOGICA PARTE DEL PROCESSO D'INVECCHIAMENTO! Ci sono diversi tipi di incontinenza urinaria: Incontinenza da sforzo o da stress DEFINIZIONE: stato nel quale la persona è soggetta ad una immediata perdita involontaria di urine con l'aumento della pressione intraaddominale (ridere, starnuti, correre,

sollevare oggetti pesanti…

SINTOMI: gocciolamento con l’aumento della pressione addominale; pollachiuria, urgenza minzionale

FATTORI CORRELATI: obesità, gravidanza, età avanzata, anomalie congenite, body building

Incontinenza da urgenza

DEFINIZIONE: stato nel quale la persona è soggetta ad una immediata perdita involontaria di urine associata a un forte e improvviso desiderio di urinare (pressione detrusore > pressione uretrale)

SINTOMI: urgenza minzionale seguita da incontinenza

FATTORI CORRELATI: infezioni, traumi, interventi chirurgici, lesioni neurologiche, post cateterismo a permanenza, eccessiva assunzione di liquidi o di sostanze quali alcool, caffeina…

Incontinenza mista o totale

DEFINIZIONE: stato nel quale la persona è soggetta ad una perdita di urine continua e imprevedibile, in assenza di distensione della vescica e di consapevolezza della ripienezza vescicale

SINTOMI: flusso costante di urina in momenti imprevedibili, nicturia,

insuccesso dei trattamenti per l'incontinenza, mancata consapevolezza dell'incontinenza

FATTORI CORRELATI: quelli delle 2 precedenti

Incontinenza da sovra riempimento o riflessa

DEFINIZIONE: stato nel quale la persona è soggetta ad una prevedibile e involontaria perdita di urine senza alcuna sensazione di bisogno di emissione di urine o di ripienezza vescicale

SINTOMI: Contrazioni vescicali non inibite, riflessi involontari che producono fuoriuscite spontanee di urina e perdita totale o parziale dello stimolo

FATTORI CORRELATI: compromessa conduzione degli impulsi al di sopra dell'arco riflesso secondaria a: trauma/infezione/tumore del midollo spinale

Incontinenza funzionale

DEFINIZIONE: stato nel quale la persona è soggetta a incontinenza per la difficoltà o l'incapacità di raggiungere in tempo il bagno

SINTOMI: incontinenza prima o durante il tentativo di raggiungere il bagno

FATTORI CORRELATI: Fisiopatologici: ictus, sclerosi multipla

parkinsonismo…Farmaci: sedativi, diuretici, miorilassanti, immunosoppressori…Situazionali: ridotta mobilità, barriere ambientali, confusione mentale…Secondo la letteratura il ruolo dell’infermiere, rispetto al problema dell’ incontinenza urinaria è fon-damentale e si realizza, all’ interno di una equipe multidisciplinare, nell’ ambito dell’accertamento,della diagnosi e del trattamento.

Gli interventi che l’infermiere deve attuare in caso di incontinenza urinaria sono diversi:

  1. Determinare la presenza di fattori contribuenti
  2. Accertare il modello funzionale
  3. Ridurre/eliminare i fattori di rischio quali:
    • Obesità
    • Parto
    • Atrofia e Invecchiamento
    • Esiti anestesia
    • Post cateterismo e manovre invasive
    • Farmaci miorilassanti, sedativi, ipnotici, antipsicotici, diuretici
    • Post – chirurgia (prostatectomia)
    • Enuresi in età pediatrica
    • Donne con prolasso organi pelvici
    • Infezioni basse vie urinarie
    • Fumo
Famigliarità:
  1. Utilizzo di presidi per l'incontinenza quali:
    • P. rettangolari: i meno indicati per la ridotta capacità assorbente e poco anatomici.
    • P. sagomati per i. leggera: sono studiati anatomicamente per la donna, simili a quelli da ciclo, ma più assorbenti; si indossano con la propria normale biancheria.
    • P. sagomati per i. medio grave: sono i più diffusi, diverse misure, si possono usare con la propria biancheria o con mutanda elastica.
    • Mutandine assorbenti elasticizzate: assorbente incorporato in una mutandina monouso che si indossa con biancheria normale.
    • P. mutandina con chiusura laterale: da riservare solo per persone allettate.
    • P. mutandina con chiusura laterale: solo per soggetti allettati e poco usato.
    • Coni assorbenti.
    • Urocondomo.
  2. Cateterismo intermittente o a permanenza.
  3. Sviluppare un programma di rieducazione del pavimento pelvico finalizzato a potenziare le fibre muscolari residue e a rafforzare le strutture del piano.

perineale.Il criterio fondamentale di inclusione è la motivazione del paziente alla risoluzione del problema; prima di iniziare prima di iniziare il trattamento riabilitativo, è indispensabile quantizzare il grado di incontinenza della persona tramite diario minzionale, pad test, questionari sulla qualità di vita e test pubo-coccigeo. Successivamente, si può iniziare il percorso riabilitativo facendo capire al paziente la composizione del suo pavimento pelvico…

A. MUSCOLO PUBORETTALE

B. MUSCOLO PUBOCOCCIGEO

C. MUSCOLO ILEOCOCCIGEO

D. MUSCOLO ISCHIOCOCCIGEO

E. MUSCOLO PIRIFORME

F. FASCIA RETTOVAGINALE

G. MUSCOLO OTTURATORIO INTERNO…

e utilizzando determinati strumenti per il recupero e il riacquisto della forza delle strutture del piano perineale; questi possono essere:

Counselling

Bladder training (esercizi vescicali) un insieme di norme comportamentali finalizzate a ripristinare il controllo della funzione urinaria. Es: evitare di bere almeno a partire da

un monitor i segnali elettrici prodotti dalla muscolatura del pavimento pelvico durante gli esercizi. L'obiettivo di queste terapie è quello di migliorare la funzionalità del pavimento pelvico, che può essere compromessa da diverse condizioni come l'incontinenza urinaria o fecale, il prolasso degli organi pelvici o il dolore pelvico cronico. Durante il trattamento, è importante tenere un diario minzionale per monitorare la frequenza e la quantità delle minzioni. Inoltre, è consigliato sforzarsi di prolungare l'intervallo tra le pipì, in modo da allenare la muscolatura del pavimento pelvico a trattenere l'urina. La chinesiterapia (fkt) è una serie di esercizi che mirano a far acquisire al paziente una maggiore consapevolezza della muscolatura del pavimento pelvico. Questi esercizi possono essere eseguiti sotto la guida di un fisioterapista specializzato. La sef (elettrostimolazione funzionale) è una tecnica che utilizza una piccola sonda vaginale collegata a un dispositivo per controllare la stimolazione elettrica della muscolatura del pavimento pelvico. Questa tecnica è passiva e consiste nell'applicazione di stimoli elettrici per migliorare l'attività muscolare. Il biofeedback, invece, utilizza delle piccole sonde introdotte nella vagina per permettere al paziente di osservare su un monitor i segnali elettrici prodotti dalla muscolatura del pavimento pelvico durante gli esercizi. Questo permette al paziente di avere un feedback visivo sulla corretta attivazione dei muscoli del pavimento pelvico. Queste terapie possono essere utili per migliorare la funzionalità del pavimento pelvico e ridurre i sintomi legati a condizioni come l'incontinenza urinaria o fecale. È importante consultare un professionista specializzato per valutare la necessità e la modalità di utilizzo di queste terapie.
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
16 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher _MorphinE_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Principi di infermieristica generale ed assistenza di base II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Durizzotto Valentina.