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Profilo professionale dell'infermiere

D.M. 739/94 art.1 punto 5 (Profilo professionale)

L'infermiere "garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche e si assume la totale responsabilità derivante dall'esercizio delle competenze acquisite in merito"

Costituzione art. 13

"La libertà personale è inviolabile"

"Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizioni di legge"

Codice Deontologico dell'infermiere 2009

art. 20 "L'infermiere ascolta, informa, coinvolge l'assistito e valuta con lui i bisogni assistenziali, anche al fine di esplicitare il livello di assistenza garantito e facilitarlo nell'esprimere le proprie scelte"

art. 22 "L'infermiere conosce il progetto diagnostico-terapeutico, per le influenze che questo ha sul percorso assistenziale e sulla relazione con l'assistito"

Per prelievo venoso si intende effettuare la puntura

di una vena per raccogliere un campione di sangue allo scopo di eseguire indagini chimiche, morfologiche, batteriologiche del sangue o cercare sostanze in esso contenute. Le indagini di laboratorio permettono di:
  • Valutare lo stato di salute della p.a. controllando la normalità dei valori
  • Rilevare problemi latenti
  • Fornire indicazioni sullo stadio di una malattia
  • Stimare l'attività del processo patologico in atto
  • Misurare gli effetti e le risposte ai trattamenti o dosare alcuni farmaci
LE SIGLE PIÙ COMUNI
  • EMS: esame emocromocitometrico
  • PT: tempo di trombina
  • PTT: tempo di tromboplastina parziale
  • INR: international normalized ratio
  • AT III: antitrombina III
  • sGOT: siero glutammico ossalacetico transferasi
  • sGPT: siero glutammico piruvico transferasi
  • AST: aspartato transferasi
  • ALT: alanina transferasi
  • γGT: gamma glutammin transpeptidasi
  • CPK: creatinfosfochinasi
  • VES: velocità di eritrosedimentazione
  • LDH: latticodeidrogenasi
Bisogna sempre controllare la

prescrizione medica per il tipo di esame da effettuare e sapere il motivo per cui si effettua. In alcuni test è necessario soddisfare specifiche condizioni per avere una misura precisa degli elementi del sangue come il digiuno (per glicemia, insulinemia, test di tolleranza al glucosio ed enzimi epatici) e il punto di picco e minimo (per farmaci, ormoni..).

La vena ideale è stabile, retta, palpabile e prominente; è elastica e rimbalza alla palpazione mentre, al contrario, le vene rigide, dure, nodose, che rotolano facilmente, sono difficili da pungere.

Le sedi di un prelievo possono essere diverse: vena basilica, vena cefalica, vena mediano basilica, vena mediano cefalica ma si può effettuare anche in sedi alternative come le vene del dorso della mano (vene metacarpali) e le vene degli arti inferiori (grande e piccola safena, arco venoso dorsale del piede…). Ci sono però, dei soggetti in cui il reperimento di una vena aggredibile potrebbe essere

difficoltoso; questi sono, ad esempio, i bambini, gli anziani, gli obesi, i tossicodipendenti, gli ipotesi e i chemioterapici. Negli arti plegici non si devono effettuare prelievi perché il tono muscolare è ridotto. È essenziale ricordare che non bisogna praticare prelievi nelle zone in cui sono presenti ematomi (lesione della parete vasale), infusioni in corso che portano a risultati alterati, mastectomia (ridotto drenaggio linfatico) e fistole arterio-venose che portano a sanguinamento. Altre zone in cui non bisogna praticare i prelievi sono:

  • Plegie/paresi (a causa del ridotto tono muscolare)
  • Flebiti (infiammazioni venose)
  • Traumi/fratture
  • Edemi
  • Suture chirurgiche

Anche i rischi che derivano dal prelievo sono molti e tra di essi possiamo ricordare: la rottura dell'avena, ematomi in pazienti con problemi di coagulazione, flebiti, puntura accidentale di vasi arteriosi, lesioni di nervi e sincope. Prima di fare il prelievo ci sono diverse

raccomandazioni generali come l'identificazione del paziente, il lavaggio sociale delle mani, l'utilizzo dei Dpi e il corretto smaltimento di aghi e taglienti. Qui di seguito troviamo elencato tutto il materiale necessario per il prelievo: Il laccio emostatico è un dispositivo esistente in diversi materiali (gomma, tessuto, nitrile -> latex free) e il suo utilizzo ha lo scopo di individuare la vena prima della puntura per il prelievo. E' ormai noto che l'applicazione del laccio può alterare diversi esami di laboratorio se mal applicato (eccessiva pressione e durata della stasi); infatti è raccomandato non applicarlo se le vene sono ben visibili e palpabili. Se risulta necessario, va tenuto il meno possibile (non oltre il minuto). Deve bloccare solo il ritorno venoso e quindi il polso distale deve essere presente. Serve a dilatare le vene rendendole più visibili/palpabili, ma soprattutto le mantiene "piene" affinché non

collassino aiutando anche a stabilizzarle. Si posiziona 5-10 cm al di sopra della zona prescelta e va sanificato. Le provette di cui parleremo in seguito possono essere monouso o sterili e hanno dimensioni variabili e un codice colore che le identifica. Sull'etichetta devono contenere tutte le informazioni necessarie quali:

  • data di scadenza
  • tipo di additivo
  • quantità di sangue da prelevare
  • indicatori di riempimento
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
8 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher _MorphinE_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Principi di infermieristica generale ed assistenza di base II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Durizzotto Valentina.