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Principi di inferenza per le applicazioni turistiche

(6 CFU)

Prof: G. Tonini Anno 2015/2016

Definizioni Introduttive

  1. TURISMO = Fenomeno definito da dimensioni (multidimensa idea (OMT, organizzazione

mondiale del turismo)

  • caratterizzato da:
  • Spostamento sul territorio, che prevede un viaggio e l’alloggio in luoghi diversi da quelli abitualmente frequentati
  • una durata ben delimitata che deve essere inferiore a 24h ed inferiore 1anno almeno un pernottamento

➡ se è < 24 h = escursionismo

➡ se è > 1 anno = movimento migratorio

(trasferimento residenza)

• Un motivo principale che può essere la vacanza,

il lavoro o altro, purché

lo spostamento non l’attività lavorativa

implichi un trasferimento sia remunerata

di residenza nel luogo di origine e non nel luogo di destinazione del viaggio.

2) TURISTA: colui che si sposta sul territorio,

facendo un viaggio (24 h > 1 anno) e

pernottando in luoghi diversi da

quelli abitualmente frequentati

per motivi di vacanza o di lavoro

(non retribuito nel luogo di destinazione).

Ci soffermiamo sulla dimensione temporale:

Componenti temporali della domanda turistica, e

non analizzeremo il fenomeno in termini economici

legati alla spesa turistica, bensì in termini fisici,

di arrivi e presenze.

3) ARRIVO: si ha ogni volta che un cliente chiede

alloggio in un esercizio ricettivo.

(Turista = arrivo → un turista può dare luogo a più

arrivi, perché magari il suo viaggio

comprende più tappe)

4) PRESENZA = PERNOTTAMENTO

corrisponde al pernottamento, cioè al numero

delle notti trascorse da un turista in

una struttura ricettiva.

n° presenze = durata viaggio presenze

media arrivi,

per t = 1 ➔ x1 = 2 + 1 . 1 = 3

per t = 2 ➔ x2 = 2 + 1 . 2 = 4

per t = 3 ➔ x3 = 2 + 1 . 3 = 5

per t = 4 ➔ x4 = 2 + 1 . 4 = 6

2o esempio numerico di xt = β0 + β1 t

Si tracci il grafico di xt = β0 + β1 t nei punti in cui:

  • β0 = 10 e β1 = -2, per t = 0, 1, 2, 3, 4

per t = 0 ➔ x0 = 10 + (-2) . 0 = 10

per t = 1 ➔ x1 = 10 + (-2) . 1 = 10 - 2 = 8

per t = 2 ➔ x2 = 10 - 2 . 2 = 10 - 4 = 6

per t = 3 ➔ x3 = 10 - 2 . 3 = 10 - 6 = 4

per t = 4 ➔ x4 = 10 - 2 . 4 = 10 - 8 = 2

Schema inferenziale serie - processo tramite la funzione di autocovarianza/autocorrelazione (qnd standardizzata)

  • Modelli/processi lineari
  • Gaussiani
  • Stazionari e invertibili (ergodici)

Il processo stocastico genera serie osservato

Relazioni bionivoche

Funzione teorica di autocovarianza/autocorrelazione

Stima statistica

  1. Serie storica osservata
  2. Calcolo numerico

Stima della funzione autocovarianza/autocorrelazione

Scrittura:

  • lettere: ordine funzionale (alfabetico)
  • numeri: ordine di illustrazione (0(z-n))

Analisi delle serie storiche con modelli stocastici

10/11/15

L'analisi moderna delle serie storiche si basa sul modello di natura stocastica. In tale contesto si danno le seguenti definizioni di serie storica, di processo e di modello stocastico.

  1. Definizione di serie storica o temporale
  2. La serie storica, indicata con {xt, t = 1, 2, ..., n}

è una successione di numeri reali ordinati secondo il tempo t ed è generata dal processo Xt.

per t1 = 1, 2, 3, ..., n + 1, n, si ha dunque la serie Xt, cioè

X1, X2, X3, ..., Xn, Xn

2) Requisito dell'invertibilità

L'invertibilità consiste nella possibilità di esprimere un processo Xt, mediante le v.c. precedenti Xt-k, per k = 1, 2, 3, ...

In senso restrittivo Xt è un processo invertibile se esiste una successione di costanti {c0, c1, c2, ...} e un processo WN at tale per cui ...

Xt = c0 + c1Yt-1 + c2Xt-2 + ... + at

dove l'uguaglianza va intesa in media quadratica.

L'invertibilità è strettamente legata alla invertibilità dei processi, in quanto si basa sulla possibilità di approssimare il processo Xt con una funzione convergente delle v.c. Xt-k (che procedono ...

3) Requisito dell'ergodicità

L'ergodicità di un p.c. consente di inferire su alcune funzioni-momento del processo stesso partendo da una serie osservata.

INFERIRE e GENERALIZZARE

L'ergodicità equivale nel caso dei processi alla proprietà della consistenza degli stimatori nel caso delle v.c.

A questo proposito si ricorda che θ̂n (t.n.c) (= stimatore) ... è uno stimatore consistente nel parametro θ se essa converge in media quadratica alla costante θ, cioè se E(θ̂n - θ)2 → 0, per n → +∞

L'ergodicità è questa cosa che è quella, sei scusato non è giusto.

Per non avere risultati nulli utilizziamo quadrato

Vedi dettagli

5) La matrice di Toeplitz (di ordine m) associata

alla funzione autocorrelazione di un processo

stazionale é semidefinito positiva.

L’ACF perde in campo piú ristretto = 0,5 e = 0,5.

Calcolata detta funzione di autocorrelazione globale

di un processo stocastico combinazione lineare

da processi white noise

Reminder: Process white noise (Rumore Bianco) At è caratterizzato da:

  1. E (at ) = 0
  2. Var (at ) = E (at)2 = σ2 < ∞ ⇒ E costante
  3. Cov (at , at-k ) = E (at at-k ) = ϱ(k) = 0, ∀ k ≠ 0
  4. at = at - μ = Ust (at)

Calcolata un funzione lineare di autocorrelazione globale ϱ(k) per seguente processo stocastico combinazione lineare dai processi WN:

Zt = at + 2 at-1 + 3 at-2

  • 3 white noise a tempi diversi organizzati in relazione lineare

per k = 0, ϱ(0) : E (Z2) = E ((∑t at - 2at-1+3at-2)2 )

= E (at-2at-1+3at-2) (at - 2at-1 +3at-2) =

E (at)2 2E (at -at-1 ) - 3E (at - at-2 ) +

-2E (at - at-1 ) + 4E (at-1-1t-2 ) - 6E (at-1- at-2-at ) +

3E (at-1 - at-2 - at ) - 6E (at-2 - at-1 - at-1)+ 9E (at-2 )2 =

E (at)2 + 4E (at-1 )2 +9E (at-2 )2 =

σ2 + 4σ2 + 9σ2 = 14σ2 → denominatore di ACF

  • T
  • T

Sempre σ 2 perde la varianza = costante, nm cambino nel tempo

Nell’interpretare il correlogramma va usata una certa

cautela, tenendo conto che:

  • È possibile avere quadrim, vedere significativo ai
  • p(k) senza che ciò implichi necessariamente una
  • ACF diiviesa olà 0, cioè senza che X
  • sicomire la stima detta ACF e Parbardere autnococrelata
  • è possible! lau ciao sun lavage ai p(k) delle terenei
  • pariesete an che /e stime ale p(k) ottenute ai tag
  • sarecseli e successivi ai X.

Funzione di autocorrelazione parziale

La funzione di autocorrelazione parziale è setoto

proposta ora alle ze Rimada in qualche muera.

  • Il tale limile possimie su/fotta che la ACF gelobaler (k)
  • tiere conto hon solo della carreaziohe di distracol
  • mo amche di quelle normallis seculua ai tutti i tag
  • Infineci a la z civemo cluer ai

Ad esempio. (p(2) zicle a misulare io auxiliariono lineare

seinai ai tag 1 tra x e x-1: inole tria x e

(di cui i termini di autocicale ra/vme

  • o. Vicensa, ld. suizion le autuorarele suoi poesizzu non
  • Esrea di datu limile
  • inter funzione sn nota onche con l’arcisono PaCF (Podriz
  • Au bo cree lemo Function j e Initialel co na (k) vi

Defincizione senaificsta al 7t(k) Nel (procesc Sia dioni ia

X con funzione aud

autojcorrelazione parzizale

7t(k) inlo (k) io 1

(e) correlazione linee tra

Se.jer X

Dettagli
A.A. 2015-2016
59 pagine
8 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-S/01 Statistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carla.aguillonlopez di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Principi di inferenza per le applicazioni turistiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Tonini Giovanni.