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SFALDATURA (non sempre presente) Essa rappresenta la presenza (o possibile presenza
all’interno della roccia) di piani (meglio detti giaciture) di debolezza, passanti fra atomi con legami
deboli, con bassi numeri di coordinazione o elevate distanze atomiche. I vari piani sono legati fra
loro da forze di Van der Waals. Nelle tecniche per individuare queste giaciture vengono addirittura
utilizzati coseni direttori. Questi piani sono giaciture di rottura preferenziale a taglio e a trazione. Un
esempio di minerale che presenta sfaldatura è la grafite. L’iso-orientamento di minerali sfaldabili si
riflette in una anisotropia meccanica della roccia (basta guardare per esempio le rocce scistose).
Le dimensioni dei cristalli sfaldabili influenzano molto la resistenza.
Cristalli più grandi Piani di sfaldatura più ampi Maggiore probabilità di innesco di una superficie
di rottura (esempio marmo).
Caratteristiche meno importanti nel nostro corso sono il colore, la lucentezza (metallica o non
metallica) e lo splendore (vitreo, madreperlaceo, ceroide). In una stessa composizione chimica vi
possono essere più classi di simmetria (polimorfismo). Per esempio la CaCO3 può dare calcite o
aragonite (i gusci delle vongole, dopo anni, si trasformano in calcite). Esistono anche miscele di
minerali con stessa struttura e composizione chimica diversa. Per esempio l’albite e l’anortite. I
feldspati e i plagioclasi sono quasi sempre miscele di specie, in particolare isomorfe.
Proprietà fisiche.
DUREZZA di questa ne esistono 3 sottocategorie.
-alla scalfitura scala di Mohs (scala relativa, utile quindi se bisogna fare confronti)
-all’indentazione
-all’abrasione
DENSITÁ (del minerale) [Milligrammi al metro cubo]. Si misura il peso del minerale polverizzato
attraverso una bilancia analitica, che ha una precisione al decimillesimo di grammo; dopodichè si
misura il volume della polvere, attraverso un picnometro, che può essere ad elio (il più utilizzato)
o a liquido. Il rapporto fra peso e volume misurati dà la densità. Ci interesseranno i feldspati, i
feldspatoidi, il quarzo e le femiche, ossia quelle che hanno presente ferro e magnesio che fanno
alzare la densità poiché di peso maggiore. Ci interesserà anche la densità del vetro vulcanico e
della silice amorfa. Vedremo che vi sarà un elemento che sconvolgerà la densità della roccia, che
pertanto non può essere misurata in altri modi, come ad esempio la densità del solido o densità dei
grani.
CARATTERISTICHE PETROGRAFICHE
La caratteristica petrografica che più ci interesserà delle rocce è la TESSITURA, ossia la
caratteristica che rappresenta i rapporti geometrici fra i costituenti mineralogici (disposizione e
dimensioni). Solo nelle rocce ignee è lecito confondere tessitura con struttura. Le tessiture
principali sono:
AFANITICA Come dice il nome stesso, ad uno studio macroscopico (quindi a occhio
nudo) non si vedono i costituenti. Una tessitura afanitica la hanno, per esempio, i sanpietrini.
FANERITICA Al contrario della afanitica, qui è possibile distinguere a occhio nudo tutti i
costituenti mineralogici. In particolare possono essere evidenziate due sottocategorie. Si può
parlare di tessitura faneritica equigranulare (granitoide) o di tessitura faneritica saccaroide (marmi,
gesso). Una roccia con quest’ ultima tessitura, se rotta, ha i cristalli che sembrano zucchero.
PORFIRICA Questa è una tessitura in cui la massa di fondo è afanitica, ma nella qualle è
possibile distinguere qualche cristallo.
CLASTICA Tessitura che ci dice che la roccia è costituita da insieme di frammenti. Essi
derivano da rocce preesistenti disgregate da agenti esogeni (erosione o altri fenomeni). La