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P N
t t1 t2 tn
(1+i) (1+i) (1+i)
Si dice prezzo o corso secco del titolo, il prezzo di esso senza tenere conto degli
interessi maturati fino al momento della compravendita(→ prezzi quotati dal mercato).
Il rateo di interessi invece rappresenta la quota della cedola maturata al momento della
compravendita: bisogna osservare di quanto è già maturata la cedola in data 0. Per
calcolare il rateo si utilizzano le seguenti formule, in cui si indica con p il periodo
trascorso tra la data 0 ed il momento della compravendita:
nel caso annuo si usa la seguente formula ; in quello semestrale invece
rateo=N⋅γ⋅p
N⋅γ⋅p . Si può quindi dire che il corso tel quel è dato dalla somma di corso
rateo= 2
secco e rateo. Se non c'è il rateo, per avere il valore del pagamento effettivo, devo
attualizzare la prima cedola e la somma di cedola, premio di rimborso e valore
nominale. Inoltre, se il rateo è 0, corso tel quel e corso secco coincidono. Il tasso di
rendimento lordo effettivo è il TIR dell'operazione, quindi il punto in cui la funzione DCF
si annulla.
Tasso di rendimento di un BOT
I BOT (buoni ordinari del tesoro), sono dei titoli di stato con delle scadenze al massimo
di un anno, che vengono generalmente messi all'asta ogni sei mesi o ogni anno; può
inoltre capitare, in situazioni di necessità, che vengano messi all'asta anche ogni tre
mesi. A scadenza si riceve un valore nominale (N), mentre a data zero si paga un
prezzo (P), che può essere quello fissato all'asta (→ cosiddettoprezzo di emissione),
oppure può dipendere dalla legge della domanda e dell'offerta.
Bisogna considerare che un BOT non è del tutto privo di rischio, come si può vedere dal
suo grafico: il rischio è evidente soprattutto se si vuole vendere il BOT prima della
scadenza; inoltre c'è anche un rischio di credito, ossia di non essere ripagati dallo stato.
Tassi di rendimento LORDI a scadenza ( )
r 0
( − )
N P N
Semplice
– =
r P=
o (1+rt )
( )
P⋅T
√ N
T
Composto
– −1
r 0 P
Tassi di rendimento semplice di compravendita ( )
r t
0,
Quando si acquista in data 0 pagando P e si vende in una data t precedente alla data T
di scadenza, pagando , un prezzo noto solo al momento della vendita. Dopo la
P t
chiusura dell'operazione si può osservare il tasso di rendimento del titolo.
(P −P )
t
=
r ot ( P⋅t)
Tasso di rendimento di un BOT acquistato in t e tenuto fino alla scadenza T r t
( − )
N P N
t
= =
r P t
t [ −t )] [1+r⋅(T −t )]
Pt⋅(T
NB : Sui BOT si pagano delle tasse. Le imposte possono essere pagate all'emissione
oppure al rimborso. L'aliquota fiscale α è stabilita dallo stato.
L'imposta da pagare è α⋅(N −P)
Tassi di rendimento NETTI a scadenza ( )
n 0
a) All'emssione (N − )
P '
=P+α⋅( −P)
P ' N =
n 0 ( )
P '⋅T
b) Al rimborso (N −P)
'
=N −α⋅(N −P )
N ' =
n 0 ( )
P⋅T
Scelte finanziarie
Per valutare se un investimento è vantaggioso o meno, bisogna prendere in
considerazione un investimento di riferimento: si parla quindi di una convenienza in
termini relativi. L'investimento di riferimento è il modo in cui impiegherebbe i soldi il
potenziale investitore se non nell'investimento considerato; questo investimento di
riferimento è descritto attraverso il tasso annuo di riferimento ed è detto Costo
opportunità del capitale proprio, ed è il distributore della liquidità necessaria.
Nel caso di investimenti autofinanziati, il soggetto ha tutte le risorse necessarie per
avviare l'investimento, quindi la sua ricchezza iniziale è maggiore rispetto a quanto è
richiesto dall'investimento. Per procedere con la valutazione, il principio fondamentale
è quello di massimizzazione della ricchezza finale: si calcola la ricchezza dell'investitore
nella data futura n nel caso in cui intraprenda l'investimento e nel caso in cui non lo
faccia: se la ricchezza in questa data è maggiore di zero, l'investimento è conveniente.
La ricchezza in data n è il DCF calcolato in x=i, quindi si può dire che l'investimento è
conveniente se VAN(i) > 0. Dal segno di VAN(i) si capisce se l'investimento è conveniente
o meno, mentre guardando il valore numerico si trova l'extra ricchezza.
NB: Attualizzando l'extra ricchezza si ottiene il valore del VAN calcolato in i, mentre
capitalizzando il valore del VAN calcolato in i, si trova l'extra ricchezza.
Se sono prese in considerazione più opportunità di investimento, si calcolano tutti i VAN
con i rispettivi tassi e poi si ordinano le opportunità: più alto è il VAN, migliore è
l'investimento.
Nel caso di investimenti parzialmente autofinanziati, la convenienza o meno
dell'investimento dipende anche dalle condizioni di finanziamento della banca: bisogna
quindi valutare l'investimento tenendo conto del finanziamento e si valuta I+F.
I+F è conveniente se : il VAN osservato in questo caso è detto adjusted
(i)>0
VAN (I +F )
present value ed è il VAN aggiustato tenendo conto del finanziamento.
Assiomi probabilità
Per probabilità si intende la plausibilità di un evento; l'insieme dei possibili risultati è Ω
ed ogni suo sottoinsieme è un evento. Due particolari eventi da prendere in
considerazione sono , ossia l'evento impossibile, ed Ω, ossia l'evento certo.
∅
Le probabilità sono numeri positivi, compresi tra 0 e 1; si può dire quindi:
0 < P(x) < 1
La funzione di probabilità di un evento, è una funzione definita nell'algebra di eventi e a
valori in R (=> P:A → R), con le seguenti proprietà.
1. P(A) > 0 per ogni evento A appartenente all'algebra
2. P(Ω) = 1
3. Se A e B appartengono all'algebra e sono due eventi incompatibili (cioè se il
verificarsi di uno esclude l'altro), allora ( ( (
P A∪B)=P A)+P B)
Conseguenze degli assiomi della probabilità
Le conseguenze delle tre proprietà fondamentali della probabilità sono:
̄
1. ( )=1− (
P A P A)
2. (∅)=0
P
3. Se A è contenuto in B, allora P(A) < P(B)
4. ( ( ( (
P A∪B)=P A)+ P B)−P A∩ B)
5. ( ( (
P A/ B)=P A)− P A∩B)
Assiomi algebra di eventi
Se Ω è un insieme di risultati elementari, si dice algebra di eventi un insieme A di eventi
tale che: ;
• A≠0
Se due eventi A e B appartengono all'algebra, appartengono ad essa anche le
• ̄ ̄
unioni degli eventi ( ) ed i loro complementari ( e ).
A∪ B A B n
Per studiare le probabilità, non si probabilizzano tutti gli eventi possibili ( ), ma
2
solamente quelli che devono appartenere all'algebra di eventi, cioè i singoli eventi, le
unioni ed i complementari.
Eventi indipendenti e correlati
Si prendono in considerazione due eventi: A, evento condizionato e B, evento
condizionante. Si osserva poi la probabilità di A, sapendo che si è verificato B:
Se P(A/B)>P(A), si dice che A è positivamente correlato con B, ossia il verificarsi
– dell'evento condizionante B ha aumentato la probabilità dell'evento condizionato
A;
Se P(A/B)<P(A), si dice che B è negativamente correlato con A, ossia il verificarsi
– dell'evento condizionante B ha diminuito la probabilità dell'evento condizionato A;
Se P(A/B)=P(A) si dice che gli eventi sono indipendenti.
–
Teorema di Bayes
Il seguente teorema quantifica l'effetto di aumento o diminuzione della probabilità.
[ (
P B/ A)] La probabilità che si verifichi un evento A, sapendo che si è
( ⋅
P A/ B)= P ( A) P ( B)
verificato un evento B è data dalla probabilità dell'evento A, moltiplicata per il fattore
correttivo, che è la probabilità che si verifichi l'evento B, sapendo che si è verificato A,
diviso la probabilità che si verifichi l'evento B.
Numeri aleatori
I numeri aleatori possono essere di due tipi: discreti, ossia con un numero finito di esiti
possibili, oppure continui, ossia con un numero infinito di esiti possibili in un intervallo.
Una funzione X definita in Ω e a valori in R si dice numero aleatorio solo se è misurabile
rispetto ad un'algebra di eventi. La funzione viene osservata rispetto ad uno spazio di
probabilità, formato da una tripletta, in cui sono compresi l'insieme dei risultati
elementari (Ω), l'algebra di eventi (A) e la probabilità di tutti gli eventi. Se in questo
spazio di probabilità l'algebra di eventi è misurabile, allora x è un numero aleatorio. X si
dice misurabile rispetto ad un'algebra A prefissata se i valori dell'insieme che mi da
esito minore o uguale ad x, appartengono all'algebra per ogni x appartenente ad R
ω∈Ω: (ω)≤ ∈A∀
X x x∈ R
E' detta funzione di probabilità di un numero aleatorio la funzione che associa ad ogni
esito di un numero aleatorio X la probabilità di osservare quell'esito.
Funzione di densità
I numeri aleatori continui sono descritti dalla funzione di densità di probabilità, che è
una funzione definita in R e a valori in R che soddisfa le seguenti proprietà:
1. La funzione di densità è maggiore o uguale a zero per ogni x appartenente ad R,
quindi è una funzione non negativa;
2. La funzione di densità soddisfa la condizione di normalizzazione, secondo cui la
probabilità che l'esito sia tra meno infinito è più infinito è uno
+∞
∫ ( =1
f x)dx
−∞
La funzione di densità di probabilità viene utilizzata anche per osservare quale
probabilità c'è che l'esito sia compreso tra due possibili risultati:
b
∫
(a≤x≤b)= (
P f x)dx
a
Funzione di ripartizione
La funzione di ripartizione Fx di un numero aleatorio è la probabilità che l'esito del
numero aleatorio non sia superiore ad un dato x.
Fx:R→ R
( ( ⩽
Fx x)=P X x)∀ x∈R
La funzione di ripartizione è una funzione a gradini, non negativa e non decrescente;