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ISTIGAZIONE INTERNA ALLA CORRUZIONE PROPRIA
Elemento psicologico del reato, discorso è identico a quello precedentemente fatto, qui si coglie il dolo specifico in maniera esplicita" PER INDURRE UN PUBBLICO UFFICIALE". Non è configurabile istigazione alla corruzione susseguente. Quindi TRATTAMENTO SANZIONATORIO, vale a maggior ragione la pena accessoria dell'interdizione di cui all'articolo del 317 bis, sarà spesso configurabile la attenuante interdizione perpetua, o incapacità di contrattare con la p.a. Valgono le del 323 bis, ma visto che il reato è monosoggettivo non si applica. Ma la pena è parametrata a quella stabilita dal 319, reclusione da 6 a 10 anni, però ridotta di un terzo. Per la istigazione esterna alla corruzione propria prevista dal 2 comma del 322, l'articolo prevede la reclusione da 4 anni a 6 anni e 8 mesi, come vediamo elevato rigore sanzionatorio previsto.
per la corruzione propria, si riverbera anche sull'istigazione alla corruzione. ISTIGAZIONE INTERNA ALLA CORRUZIONE terzo e quarto comma art 322 Proviene dall'interno della pubblica amministrazione, istigazione interna alla corruzione impropria, terzo comma del 322 e istigazione interna alla corruzione propria 4 comma art 322. Bene giuridico tutelato, ottica buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, in un caso del genere si tratta di un reato di pericolo, poiché il buon andamento e imparzialità sono poste in pericolo, ma la mancata accettazione da parte del destinatario dell'istigazione fa sì che sia solo un pericolo che non sia un'offesa, il problema è diverso se uno si basa sulla fiducia nei confronti della pubblica amministrazione. Il fatto che un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio si faccia "sotto" per farsi corrompere, cagiona un danno concreto a tale fiducia, nonviene accolta ma lui fa perdere la ducia nei confronti della p.a. E da questo punto di vista si pone appunto il problema della Rato di danno, soggetti attivi con gurabilità o meno di un danno. reato proprio commissibile da un pubblico u ciale o incaricato di pubblico servizio, naturalmente intendendo per tali i soggetti di cui al 322 bis del codice penale al 1 Condotta comma, ma questo lo diamo per scontato. consiste nel sollecitare una promessa o DAZIONE di denaro o altra utilità. Ma si pone il problema di distinguere la istigazione interna alla corruzione rispetto alla tentata concussione e tentata induzione indebita. Completiamo l’argomento della lezione precedente ossia il delitto all’’istigazione alla corruzione. Abbiamo detto che è delitto previsto all’art 322 codice penale, no al 1990 l’art 322 era strutturato su due commi entrambi avevano per soggetti attivi i privati. Soggetto privato che cercava di istigare pu o incaciato di pubblico servizio,
o per far compiere un atto dei suoi poteri, o per compiere un atto contrario ai doveri d'u cio. L'istigazione non deve esser accolta l'o erta o la promessa di denaro non deve essere accolta altrimenti siamo nell'ambito della corruzione vera e propria. Nel 1990 con la lege 86 sono stati introdotti il 3 e 4 comma, avente come soggetti attivi pu o incaricato di pubblico servizio. Prima si chiamava tentativo di corruzione ma la scelta poneva dei problemi sistematici per coloro che ritengono che la corruzione sia un reato a concorso necessario, quindi la regola generale è contenuto nel 115 che prevede la non punibilità per istigazione non accolta, e per punire queste ipotesi occorreva una norma che prevedesse l'istigazione da parte del pu. così è stato fatto nel 1990 e il legislatore da un unico nomen iuris alle 4 fattispecie previste nel 322. Quindi parla genericamente di istigazione alla corruzione ma poi la dottrina si è incaricata di di- La prima ipotesi è quella proposta dal giurista che ha previsto due corruzioni del privato: attiva e passiva di incaricato di pubblico servizio.
- La seconda ipotesi è quella di Pagliaro, che ha proposto una distinzione tra l'istigazione alla corruzione passiva del privato e l'istigazione alla corruzione attiva del pubblico ufficiale e dell'incaricato di pubblico servizio.
- La terza ipotesi è quella che ha creato confusione in dottrina e presso gli studenti, suggerendo di cambiare l'interpretazione nominalistica tenendo conto della provenienza dell'istigazione.
- Infine, in quest'ottica, i primi due commi del 322 prevedono ipotesi di istigazione esterna alla corruzione, proveniente dall'esterno della pubblica amministrazione.
Secondo comma
una corruzione per l’esercizio delle funzioni. istigazione esterna 3 comma 4 alla corruzione propria. istigazione interna alla corruzione impropria, e
comma istigazione interna alla corruzione propria e si riferisce al 319.
Istigazione esterna alla corruzione
fi ff ffi fi ffi ff fi ffi ff fi figiuridico:
Bene siamo in presenza di reati di pericolo, poiché tale tipo di istigazione mette in pericolo il buon andamento e l’imparzialità della pa , per il profil bene giuridico sia la ducia nella pubblica amministrazione perché gia di per se il fatto che qualcuno si avvicini al pubblico u ciale istigandolo alla corruzione può portare alla consumazione del delitto di corruzione. In queste due ipotesi di condotte istigazione esterna si è
In presenza di reati di pericolo. Le sono promessa o offerta di denaro o altra utilità dai quali abbiamo parlato offerta abbondantemente in precedenza. Porre la cosa a disposizione di altre persone e la promessa non deve essere accolta. Problema molto importante. In base al tipo di elemento psicologico si può fornire un altro interrogativo: è ammissibile istigazione alla corruzione susseguente? Questa risposta si deve fondare sull'analisi dell'elemento psicologico del reato. È chiara la proiezione nel futuro, nel compimento di un atto futuro che si coglie dal tenore testuale. Si tratta di un'ipotesi di dolo specifico, facendo assurgere la fattispecie a compimento di atti contrari ai doveri d'ufficio. Per l'istigazione alla corruzione occorre fare un'analisi testuale e sistematica del 322 se il secondo comma prevede una fattispecie a dolo specifico, un'ipotesi più grave rispetto al 1 comma. Si può ben dire che per 3 e 4 comma che in ogni
caso queste forme di istigazione riguardano forme di corruzione antecedente. Continuando in tema di istigazione, è esterna alla corruzione quindi primi due commi, abbiamo visto che in ogni caso con gurabile l'interdizione di cui al 317 bis del codice penale. Il sanzionatorio è basato sul richiamo alle pene previste rispettivamente per il 1 comma all'art 318, mentre per il secondo comma al 319 con una riduzione ssa di un terzo. Con il graduale aumento operato sopratutto con la legge 190 del 2012 n69 del 2015 e con l'ulteriore carico della legge spazzacorrotti è lievitato notevolemente il trattamento sanzionatorio. Per quanto riguarda l'istigazione alla corruzione impropria reclusione da 2 anni a 5 anni e 4 mesi, istigazione esterna corruzione propria da 4 anni a 6 anni e 8 mesi. Istigazione interna alla corruzione impropria. Oggettività giuridica se si parte dall' che normalmente viene presa in considerazione in dottrina e.giurisprudenza queste ipotesi di istigazione che provengono dall’interno della pa, possono essere considerati reati di pericolo, messo in pericolo imparzialità e buon andamento. Discorso cambia qualora si volga mente alla ducia nei confronti della pubblica amministrazione, perché la condotta di un pu, che sollecita al privato la dazione di denaro o altra utilità cagiona un vulnus alla ducia della pa. Questo pone dei problemi per quanto riguarda la configurabilità del tentativo dell’ipotesi di istigazione. A differenza delle due ipotesi di istigazione esterna, si è in presenza di reati propri, in quanto soggetti attivi sono pu e incaricato di ps. La riforma del 2012 ha esteso l’ambito dei soggetti attivi perché prima di questa riforma soggetto attivo era solamente incaricato di ps o pubblico impiegato oltre a pu. Quindi oggi fa riferimento anche a tutti i soggetti equiparati dal 322 bis. tipica consiste nel
Sollecitare una promessa o dazione di denaro significa richiedere con insistenza al Privato. Tuttavia, è necessario limitare la portata di questa espressione. Dobbiamo considerare il rapporto di corruzione e tentata concussione e tentata induzione indebita. Vediamo le differenze tra queste 3 ipotesi.
Si ha tentata concussione se il comportamento del soggetto si basa su una minaccia di un male ingiusto. La minaccia in sé integra la condotta della concussione. Qualora non venga accolta la pressione esercitata con la minaccia, si sarà in presenza di tentata concussione.
La tentata induzione indebita deriva dal disposto dell'articolo 319 quater e 56 del codice penale, ed è caratterizzata dall'abuso delle qualità o dei poteri che si concretizza con una richiesta perentoria reiterata e insistente, creando una pressione superiore a quella rappresentata dalla mera sollecitazione.
Terminologia utilizzata dalle sezioni unite della cassazione nel 2014: l'istigazione alla corruzione.
Vediamo 3 e 4 comma art 322, nella sollecitazione manca la prevaricazione e secondo la cassazione il pubblico ministero si rapporta in modo paritario con l'istigatario dell'azione. In ogni caso può anche accettarsi la teoria di andaca che indica il sollecitare come richiedere con insistenza. Adesso dobbiamo chiederci un'altra cosa fondamentale che ha impegnato le sezioni unite della cassazione. L'art 322 in tutti i suoi 4 commi non prende mai in considerazione esplicitamente il 319 ter, che disciplina la corruzione in atti giudiziari. L'art 322 cpè applicabile anche all'istigazione e corruzione in atti giudiziari? Due sono le risposte possibili. Una basata sul tenore letterale che non prende in considerazione il 319 e una di carattere estensivo che partendo dalla considerazione che il 3