Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 14
Preparazione compitini Linguistica Ita Pag. 1 Preparazione compitini Linguistica Ita Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 14.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Preparazione compitini Linguistica Ita Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 14.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Preparazione compitini Linguistica Ita Pag. 11
1 su 14
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Parte Terza: Frasi complesse e subordinate

Una frase viene definita complessa quando contiene due o più predicati. Ad esempio: "Ci è andata quando è arrivato lui". Non vanno considerati come predicati i verbi che sono al servizio di altri verbi, come i verbi ausiliari/modali (morfologici, modali e aspettuale). Ad esempio: "Oggi non posso venire da te" è una frase semplice.

Una frase subordinata (o dipendente) è una proposizione che dipende da un'altra proposizione e non ha autonomia sintattica se considerata da sola. È retta da preposizioni, locuzioni avverbiali o congiunzioni. La frase a cui si lega la subordinata è detta reggente. Se una frase reggente non è retta a sua volta da nessun'altra frase, si può dare il nome di principale. Ad esempio: "Il ministro ha promesso di risolvere rapidamente il problema". Vi sono frasi subordinate che sono connesse al predicato della frase che le regge, le...

Il testo fornito può essere formattato utilizzando i seguenti tag HTML:

  1. Subordinate nucleari: frasi necessarie per completare la valenza del predicato della reggente. E si distinguono in soggettive, oggettive ed interrogative indirette.

  2. Subordinate circostanziali: frasi che modificano il predicato della reggente o tutta la reggente. Esse coincidono con gli elementi extra nucleari della frase semplice subordinate che trovano posto all'interno di un sintagma nominale, preposizionale, aggettivale. Si distinguono in:

    1. Subordinate relative
    2. Subordinate completive del nome e dell'aggettivo
  3. Subordinate soggettive: frasi che hanno la funzione di soggetto del predicato della reggente. Esempio: mi rincresce di non poter venire. I verbi che reggono questo tipo di frase sono: accadde, avviene, bisogna, conviene, sembra ecc. Esempio: Bisogna rientrare sempre entro la mezzanotte. Verbi dichiarativi usati nella costruzione del si impersonale (si dice, si narra, si racconta) o al passivo (è stato detto, è stato fatto).

sono state raccontate)Esempio: Anticamente si diceva che la terra fosse piatta. Espressioni impersonali come è bello, va bene, fa bene, cioè formate dalla terza persona singolare dei verbi essere, andare, fare, stare, qualificata da un aggettivo o un sostantivo. Esempio: È bene che oggi restiate a casa. Vanno considerate come soggettive anche le frasi iniziali di costruzioni che esprimono identità. Esempio: Fare certe scelte significa correre rischi importanti. OGGETTIVE: Una proposizione subordinata si dice oggettiva quando l'intera proposizione può considerarsi come un complemento oggetto. O meglio sono frasi che completano la valenza del verbo reggente. Esse si distinguono in: oggettive dirette (corrispondono ad un costituente nominale nucleare della frase semplice. Esempio: desidera leggere un romanzo di Calvino.), ed oggettive indirette (corrispondono ad un costituente preposizionale nucleare della frase semplice. Esempio: si è accorto di aver.

La proposizione oggettiva viene retta da verbi sempre nella forma transitiva attiva che indicano:

  1. una affermazione o dichiarazione (dire, affermare, narrare, scrivere, telefonare, rispondere, spiegare, negare, ripetere, riferire, promettere, dichiarare, ecc.).
  2. Esempio: Luigi afferma che la Terra è rotonda.

  3. un ricordo o una percezione dei 5 sensi (ricordare, dimenticare, capire, accorgersi, sentire, udire, vedere, ascoltare, ecc.).
  4. Esempio: Ti ricordo che oggi è il compleanno di Alessandra.

  5. un giudizio o un parere (credere, ritenere, pensare, sapere, supporre, sospettare, ecc.).
  6. Esempio: Luigi ritiene che la Terra sia rotonda.

  7. una volontà o un desiderio (volere, desiderare, ordinare, comandare, proibire, vietare, permettere, augurare, sperare, preferire, ecc.
  8. Esempio: Luigi vuole che Alessandra resti con lui.

INTERROGATIVE INDIRETTE: le subordinate nucleari (soggettive e oggettive) si dicono subordinate interrogative indirette quando esprimono una domanda

in forma indiretta. Esse dipendono da verbi di valore interrogativo (domandare, chiedere, dire, narrare, ecc.). La proposizione interrogativa indiretta è sempre di forma esplicita.

Esempio: Mi chiedo se sarà all'altezza (interrogativa indiretta oggettiva); è da chiedersi se sarà all'altezza (interrogativa indiretta soggettiva).

Le interrogative indirette si dividono in:

  • globali (introdotte dalla congiunzione "se". Dal punto di vista del loro significato esse hanno solitamente come risposta "sì" oppure "no")
  • esempio: mi ha chiesto se avessi ancora un po' di tempo;
  • alternative (introdotte da "se". Esse comunicano esplicitamente le alternative da prendere in considerazione nella risposta. Articolate dalle congiunzioni o, oppure ecc.)
  • esempio: mi ha chiesto se ci fossi andato io o se ci dovesse andare lui.
  • Parziali (introdotte da espressioni interrogative, pronomi o aggettivi ad esempio: chi,

Le interrogative indirette sono domande che vengono fatte in modo indiretto, utilizzando frasi subordinate. Queste domande possono essere introdotte da parole interrogative come "che cosa", "come", "quando", "dove", "perché", "quale/i", "quanto/a/e/i", "con chi", "per che cosa", "fino a quando" eccetera.

Ad esempio: mi chiedo chi glielo abbia detto; mi ha domandato per chi voto.

Le interrogative indirette possono essere costruite sia con un verbo all'infinito (esprime un significato modale, di necessità, possibilità o impossibilità dell'evento, ad esempio: mi chiedo se stare ancora ad ascoltarlo), sia con un verbo temporalizzato.

Per quanto riguarda il loro significato, le interrogative indirette esprimono una domanda (mi chiedo se verrà) o un dubbio (non so se verrà).

La differenza di significato tra le interrogative dirette e indirette è fondamentale: le prime permettono di far compiere al parlante un atto linguistico diretto, mentre le interrogative indirette sono utilizzate per riportare, raccontandola, una domanda che è stata fatta, viene fatta o sarà fatta dal parlante o da un'altra persona.

SUBORDINATE CIRCOSTANZIALI:

non ho abbastanza tempo. Le circostanziali temporali sono introdotte da congiunzioni subordinanti come "quando", "se", "perché" o locuzioni congiuntive subordinanti come "dato che", "a meno che". Esempio: Non riesco a studiare quando non ho abbastanza tempo.

Sono molto stanco; vengo anch'io, a meno che tu non preferisca andarci da solo.

CIRCOSTANZIALI CON L'INFINITO: a sentir voi, io non studierei mai, è famoso per aver rifiutato il premio Nobel. I loro introduttori possono essere preposizioni semplici oppure locuzioni. Si comportano come le circostanziali temporalizzate, possono precedere o seguire la reggente o essere inserite al loro interno.

CIRCOSTANZIALI CON IL GERUNDIO: possono essere costruite con il gerundio semplice e composto.

Ho imparato a conoscerla frequentandola fuori dal lavoro; avendola incontrato ieri per la prima volta, non so molto di lui.

Il gerundio semplice descrive un evento contemporaneo a quello descritto nella reggente, mentre, il gerundio composto descrive un evento anteriore a quello descritto nella reggente.

CIRCOSTANZIALI CON IL PARTICIPIO: la forma più ricorrente è il participio passato: Arrivato Marco, Michela si mise in disparte. Il participio presente invece si riscontra solo in vari casi.

Soprattutto nel linguaggio politico e amministrativo: Fermo restante l'obbligo di denuncia in caso di illecito, il dirigente non ha obblighi ispettivi.

SUBORDINATE CAUSALI: Le frasi causal sono quelle che indicano il motivo di ciò che è espresso dalla reggente: Non ti richiamai perché ero molto arrabbiato. Nella forma esplicita la causale è introdotta da congiunzioni subordinative come poiché, giacché, perché, siccome e da locuzioni congiuntive come dato che, dal momento che, in quanto che, e al il verbo prevalentemente al modo indicativo: L'imputato fu assolto perché non aveva commesso il reato. Nella forma implicita ha il verbo al gerundio, al participio passato e all'infinito, introdotte da preposizioni come di, per, a: Essendo lui un appassionato di vela, va spesso al mare.

SUBORDINATE FINALI: Essa completa il significato della reggente, indicando il fine o lo scopo per il quale si compie l'azione che questa esprime.

Lo pregammo che venisse subito. La proposizione finale può essere di forma esplicita con nesso logico: affinché, perché, che, e verbo al modo: congiuntivo presente o imperfetto. Lo aspetto affinché possiamo andare in palestra insieme. Nella forma implicita ha: nesso logico: per, di, a, e verbo di modo: infinito Mi sono alzata presto per prendere il treno delle 6, 30.

SUBORDINATE CONSECUTIVE: indica la conseguenza o l'effetto di un'azione espressa nella proposizione reggente. Ho letto così tanti libri che mi si incrociano gli occhi.

SUBORDINATE CONDIZIONALI: è una proposizione subordinata che indica la condizione, cioè l'ipotesi, da cui dipende l'avverarsi di ciò che si afferma nella proposizione reggente: Se sarai promosso, ti regalerò una bici nuova.

SUBORDINATE CONCESSIVE: Si dicono subordinate concessive le proposizioni che esprimono un fatto o un giudizio contrastante con l'enunciato della proposizione reggente.

Con la proposizione concessiva si concede che un fatto si verifichi, nonostante una o più circostanze contrastanti. Pur essendo in volo da alcuni secondi, gli acrobati dell'aria non hanno ancora aperto i loro paracadute.

SUBORDINATE TEMPORALI: La proposizione subordinata temporale, indica quando si verifica, se è verificato o si verificherà quanto detto nella reggente. La temporale svolge, rispetto alla reggente la stessa funzione che il complemento di tempo svolge rispetto al predicato: infatti completa il significato della reggente, indicando il tempo in cui si svolge l'azione che questa esprime. Al suo arrivo tutti balzarono in piedi. - quando egli arrivò

SUBORDINATE COMPARATIVE: Si dicono subordinate comparative quelle che stabiliscono un confronto tra due elementi o situazioni. La reggente esprime un termine di paragone, mentre la subordinata introduce il termine con cui si confronta. Il mio cane è più grande di quello del vicino. - di quello del vicino

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
14 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Samma00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Tavosanis Mirko.