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IL POTENZIALE D'AZIONE
Un'altra importante funzione per le cellule del nostro organismo è quella di
comunicare. La comunicazione avviene sì attraverso gli scambi, ma ci dev'essere
anche un modo tramite il quale il messaggio può scorrere all'interno del nostro
organismo. Questo mezzo è il potenziale d'azione, che si instaura sul potenziale di
membrana.
Per capire l'importanza del potenziale d'azione basta pensare che un individuo viene
definito morto quando non si registrano più potenziali d'azione a livello delle cellule
cardiache. Quando i potenziali d'azione non si generano più a livello delle cellule
nervose non possiamo più avere attività.
Il potenziale d'azione è una rapida depolarizzazione della membrana che permette la
comunicazione tra le cellule. Abbiamo un potenziale d'azione soltanto in quelle che
vengono definite "cellule eccitabili", che sono i neuroni, le cellule muscolari e le cellule
ghiandolari. E' indispensabile perché permette una trasmissione rapida di informazioni
su lunghe distanze, attraverso fibre nervose e muscolari, nonché il controllo delle
risposte degli effettori, come la contrazione muscolare, il rilascio dei trasmettitori etc.
E' dunque alla base di tutte quelle che sono le nostre funzioni.
Il potenziale d'azione si può registrare e attivare sia nelle cellule nervose, sia nelle
cellule muscolari (quindi a livello sia del muscolo striato, sia del muscolo liscio).
Sappiamo che tutte le cellule hanno un potenziale di riposo, o potenziale di
membrana; quando io parlo di depolarizzazione significa che sto andando verso valori
meno negativi. Il potenziale d'azione è quello che ha un andamento più rapido di tutti i
potenziali.
Dunque il potenziale d'azione è una rapida variazione di membrana che segue
cronologicamente lo stimolo, ma non è indipendente da esso. Posso anche definire il
potenziale d'azione come una rapida depolarizzazione seguita dal ritorno al valore del
potenziale di membrana. Per potersi generare, dunque, il potenziale d'azione ha
bisogno di qualcosa che mette in moto dei processi che permetteranno poi la
generazione del potenziale d'azione. E' dunque la conseguenza di una perturbazione a
livello della membrana; questa perturbazione avviene cronologicamente, ma non
segue poi la caratteristica dello stimolo stesso, ha invece tutto un suo andamento
temporale.
Per parlare di potenziale d'azione dovremmo parlare di canali, in questo caso canali
voltaggio dipendenti. Lo stato dei canali del potenziale d'azione è uno stato che
cambia in seguito a una variazione di voltaggio. Un altro termine utilizzato è quello di
permeabilità.
Per quel che riguarda i valori, il punto di partenza è il potenziale di riposo. Partendo dal
potenziale di riposo abbiamo:
- depolarizzazione, se si va verso valori più positivi;
- eccedenza o overshoot, se si supera lo 0;
- ripolarizzazione, se si torna verso i valori di partenza;
- iperpolarizzazione, se si va verso valori più negativi rispetto al potenziale di riposo.
Il potenziale d'azione non ha lo stesso andamento nel tempo in tutte le cellule
eccitabili: c'è sempre una prima fase rapida di depolarizzazione, seguita da un ritorno
al potenziale di riposo, che può essere molto rapida (come avviene nella cellula
nervosa, in cui dura dagli 0 fino ai 2 millisecondi), oppure un po' più lenta (come
succede nella cellula muscolare striata, in cui dura 5 millisecondi); nella cellula
cardiaca avviene ancora più lentamente.
Il valore di depolarizzazione si genera in un punto della cellula e poi tende a diminuire
nello spazio e nel tempo; sono utili per comunicazioni in spazi molto ridotti. I potenziali
d'azione sono invece delle depolarizzazioni ampie, sempre della stessa ampiezza, che
possono viaggiare su lunghe distanze.
Esiste la possibilità di spiegare queste variazioni di potenziale attraverso la legge di
Ohm, che dice che l'intensità della corrente è uguale al rapporto tra il potenziale e le
resistenze.
I potenziali graduati riflettono l'intensità dello stimolo che li ha generati: maggiore è
l'intensità, maggiore è il valore della variazione di potenziale. Si parla di flusso locale e
di corrente come di un'onda di depolarizzazione che si sente maggiormente nel punto
in cui si genera e poi si estingue. Il potenziale locale si ha quando si ha una variazione
in positivo verso i lati della membrana che però poi si perde. Il potenziale graduato si
può vedere dunque come una variazione del potenziale di membrana che io risento
nello spazio e nel tempo, ma che è locale ed elettrotonica. E' come se sentissi la
variazione del potenziale in un punto e poi questa variazione viene a diminuire nello
spazio e nel tempo.
Abbiamo due grafici, con in ascissa sempre il tempo, e in ordinata nel grafico superiore
una variazione della corrente, nel grafico inferiore il valore in onda quadra del
potenziale di membrana in Millivolt. Quando si parla di stimolo esso si indica sempre
con un'onda quadra, che sta a indicare che ciò che io applico, ossia la corrente, è
come se durasse un certo tempo e poi smettesse. Si va a vedere che cosa succede se
introduco una corrente con una determinata durata e una determinata intensità,
intensità data dall'altezza dell'onda quadra. Se si introduce con la stimolazione una
corrente di questa entità, si ha una variazione del potenziale di membrana che, pur
seguendo un tempo, porta a una fase di depolarizzazione, una fase costante e un
ritorno alle condizioni originarie. Ho dunque avuto una variazione del potenziale di
membrana, che poi però ritorna ai valori di partenza. Questo è un potenziale locale
elettrotonico.
Se io invece introduco una corrente che ha la stessa durata, ma che è di intensità
maggiore, nella prima fase lo stimolo mi segue, ma poi, quando l'entità della
depolarizzazione arriva ad un valore più positivo di circa 15 Millivolt, si dice che supero
il valore soglia e questo fa sì che si generi una risposta attiva. Il potenziale locale viene
detto anche passivo, il potenziale d'azione viene detto attivo perché si ha un consumo
energetico. Dunque, per generare un potenziale d'azione bisogna introdurre una
quantità di corrente che superi il valore soglia.
Una volta che il potenziale d'azione si è generato, se applico uno stimolo sempre della
stessa durata ma di intensità superiore, non cambio la forma e l'ampiezza del
potenziale d'azione, ma al limite riesco ad avere più potenziali d'azione. Aumento
dunque non l'intensità del potenziale d'azione, ma la sua frequenza, quindi il numero
di potenziali d'azione nell'unità di tempo.
Il potenziale d'azione è dunque una risposta tutto o nulla: ho una risposta in cui si
supera il valore soglia, e quindi si genera il potenziale d'azione, oppure, se non si
superano i valori soglia, ho soltanto dei potenziali locali. Il potenziale d'azione dunque
non varia in ampiezza, ma in frequenza.
Quello che mi porta alla generazione del potenziale d'azione è che, nel momento in cui
io ho un ingresso di cariche, queste si distribuiranno nello spazio e nel tempo; se
l'ingresso non supera la soglia io ho delle risposte più o meno ampie, ma che
dipenderanno da quanto il flusso si risente, e andranno anche a diminuire; se invece
ho la generazione del potenziale d'azione in un punto, questo si propagherà in tutti i
punti con la stessa ampiezza. Nel potenziale elettrotonico, dunque, io ritrovo nello
spazio e nel tempo valori sempre più bassi; nel potenziale d'azione, invece, troviamo
una capacità di rigenerazione sempre con gli stessi valori.
Altra caratteristica del potenziale d'azione è la refrattarietà: il potenziale d'azione non
cambia la propria ampiezza perché durante la generazione di un potenziale d'azione
non se ne può generare contemporaneamente un altro. Si parla di:
- refrattarietà assoluta quando, anche se si cerca di rigenerare un altro potenziale
d'azione, nonostante la stimolazione non si riesce a generarne un altro;
- refrattarietà relativa quando, se applico un'intensità di stimolo elevato verso la fine
del primo potenziale d'azione riesco ad averne un altro, ma riesco a ottenere un altro
potenziale d'azione con una quantità di corrente in ingresso superiore rispetto a quella
che era servita per generare il primo potenziale.
Il potenziale d'azione dipende anche, come abbiamo detto, dalla presenza di canali
voltaggio dipendenti per il sodio e per il potassio. Andiamo a spiegarlo.
Poiché la permeabilità della membrana cellulare per il sodio a riposo è molto bassa, il
sodio non riesce ad andare secondo gradiente.
Quando porto con uno stimolo il potenziale di membrana da -70 a -50 Millivolt, cambia
la permeabilità della membrana, perché si aprono i canali voltaggio dipendenti per il
sodio. Il sodio, che era più concentrato all'esterno della cellula rispetto all'interno, e
che non riusciva a passare perché i suoi punti di passaggio erano chiusi, riesce ad
entrare perché si aprono appunto i canali voltaggio dipendenti. L'ingresso del sodio
porta ad una rapida depolarizzazione, ecco perché nel potenziale d'azione,. dopo il