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Paul Cézanne e gli impressionisti

Pur vivendo quasi sempre a Aix-en-Provence, trascorse diversi periodi a Parigi dove ebbe modo di venire a contatto con i pittori impressionisti quali Pissarro, Degas, Renoir, Monet e gli altri. Egli, come gli altri impressionisti, si vedeva rifiutare le sue opere dalla giuria del Salon. E così anche egli partecipò alla prima mostra che gli impressionisti tennero nello studio del pittore Nadar nel 1874. A questa mostra egli espone la sua famosissima opera "La casa dell'impiccato a Auvers". La sua aderenza al movimento fu però sempre distaccata. La sua pittura seguiva già agli inizi un diverso cammino che la differenziava nettamente da quella di un Monet o di un Renoir. Mentre questi ultimi erano interessati solo ai fenomeni percettivi della luce e del colore, Cézanne cerca di racchiudere nella sua pittura anche i fenomeni dell'interpretazione razionale che portano a riconoscere le forme e lo spazio. Ma, per far ciò, egli non ricorse mai.agli strumenti tradizionali del disegno, del chiaroscuro e della prospettiva, ma solo al colore. La sua grande ambizione era di risolvere tutto solo con il colore, arrivando lì dove nessun pittore era mai arrivato: sintetizzare nel colore la visione ottica e la coscienza delle cose. Egli disse infatti che "nella pittura ci sono due cose: l'occhio e il cervello, e entrambe devono aiutarsi tra loro". Da questa sua ricerca parte proprio la più grande rivoluzione del ventesimo secolo: la pittura cubista di Picasso. Con il cubismo si perde completamente il primo termine della sintesi di Cézanne (visione-coscienza), per ricercare solo quella rappresentazione che ha la coscienza delle cose. Perdendosi il primo termine il cubismo romperà definitivamente con il naturalismo e la rappresentazione mimetica della realtà per introdurre sempre più l'arte nei territori dell'astrazione e del non figurativo. In Cézanne tutto ciò

è però ancora assente. Egli non perde mai di vista la realtà e il suo aspetto visivo. Come per i pittori impressionisti, egli è del tutto indifferente ai soggetti. Li utilizza solo per condurre i suoi esperimenti sul colore. Ed i suoi soggetti sono in realtà riducibili a poche tipologie: i paesaggi, le nature morte, i ritratti a figura intera.

I paesaggi sono, tra la produzione di Cezanne, quella più emozionante e poetica. Vi dominano i colori verdi, distesi in infinite tonalità diverse, tra cui si inseriscono tenue tinte di colore diverso. Sono paesaggi che nascono da una grande sensibilità d’animo e che cercano nella natura la serenità e l’equilibrio senza tempo.

Le nature morte di Cezanne sono quasi sempre dominate dalla frutta. Inconfondibili sono le sue mele che, come perfette sfere rosse, compaiono un po’ ovunque. In questi quadri gli elementi si pongono con grande libertà, cominciando già a

mostrare le prime volute rotture con la visione prospettiva. Cezanne è interessato solo ai volumi non allo spazio. Tanto che egli affermò che tutta la realtà può essere sempre riconducibile a tre solidi geometrici fondamentali: il cono, il cilindro e la sfera. Questa sua attenzione alla geometria solida ritorna anche nei suoi ritratti a figura intera, tra cui spiccano le composizioni delle Grandi Bagnanti. La sua tecnica pittorica è decisamente originale ed inconfondibile. Egli sovrapponeva i colori con spalmature successive, senza mai mischiarle. Per far ciò, aspettava che il primo strato di colore si asciugasse per poi intersecarlo con nuove spalmature di colore. Era un metodo molto lento e meticoloso, per certi versi simile a quello di Seurat e dei neoimpressionisti che accostavano infiniti e minuscoli puntini. Cezanne è, tuttavia, molto lontano dai risultati e dagli intenti dei puntinisti. Egli non ricercava una pittura scientifica.

Bensì poetica. La sua rimane però una pittura molto difficile da decifrare e spiegare. Ma basti il giudizio di Renoir che di lui disse: "Ma come fa? Non mette neanche due macchie di colore su una tela, senza fare una cosa eccezionale!"

La sua ricerca fu estremamente solitaria e scevra di clamori. Anche per il suo carattere schivo e introverso condusse una vita molto ritirata nella sua Aix-en-Provence. La sua attività di pittore è del resto contraddistinta da una insoddisfazione perenne. Egli si sentiva sempre alla ricerca di qualcosa che non riusciva mai pienamente a raggiungere. La sua riscoperta e rivalutazione avvenne solo negli ultimi anni della sua vita. Nel 1904, due anni prima della morte, il Salon d'Automne espose le sue opere dedicandogli un'intera sala. Dal 1906, anno della sua morte, la sua eredità venne ripresa soprattutto dai cubisti che in Cézanne videro il loro precursore.

I giocatori di carte

Anche i rapporti tra gli

Le arti sono trasformate in schemi geometrici. Le braccia flesse dei giocatori infatti sono articolate a formare dei triangoli.

La montagna Sainte-Victoire

Numerose sono le tele che Cézanne ha dedicato alla montagna Sainte-Victoire, soprattutto negli ultimi anni della sua vita. Si può quindi ritenere che, in questi quadri, è racchiusa molto la sua ricerca pittorica. L'immagine è ottenuta solo con il colore che viene steso a piccoli tocchi con direzioni diverse. Prevalgono nel basso i toni arancio e verde, mentre il profilo della montagna è della stessa tonalità azzurrina del cielo in cui si staglia. Ma il verde ritorna anche nel cielo, come riflesso capovolto della terra verso l'alto.

Il quadro ha un'idea compositiva molto semplice. Una linea orizzontale, a due terzi dalla base, definisce l'orizzonte dividendo il quadro in due parti distinte e separate. Nella parte inferiore il colore definisce la multiforme varietà dei campi coltivati.

deglialberi e delle case inserite tra essi. Nella parte superiore domina, quasi come unsimbolo totemico, l'inconfondibile profilo della montagna.Di per sé, il soggetto non ha una forma precisa. Non può essere trattatovolumetricamente ma solo spazialmente. Sono quindi elementi imprescindibili dellarappresentazione la luce e l'aria. E qui il colore che stende Cezanne sembracompiere il miracolo: socchiudendo gli occhi, ed allontanandosi dal quadro,l'immagine si forma nella nostra percezione come dotato di vera luce e di vera aria.Ma la visione è ferma, immobile, dotata di una sua precisa staticità che rende questoquadro del tutto diverso dai quadri impressionisti. Non c'è la ricerca dell'attimofuggente né la rappresentazione della mobilità della luce. Gli oggetti non vibrano nési sfaldano. Ogni cosa è al suo posto con un ordine ed un equilibrio ben precisi.Eppure il quadro tende ad una

rappresentazione quasi astratta. Le macchie sono colori puri che non permettono la riconoscibilità di un oggetto preciso. Le macchie di colore hanno valore solo nel loro mutuo rapporto. Da qui all’arte astratta il passo è molto breve. Un percorso simile lo svolgeranno molti astrattisti del XX secolo: dalla forma alla stilizzazione segnica. Cezanne cercava invece una diversa costruzione dell’immagine: dalla forma al colore-luce, senza però perdere la forma. E per questo, egli non divenne mai un pittore astratto pur anticipando anche questo sviluppo dell’arte del Novecento.

Paul Gauguin (1848-1903), pittore francese, è stato uno dei protagonisti del post-impressionismo. Egli incarna un altro archetipo di artista: l’artista che vuole evadere dalla società e dai suoi problemi per ritrovare un mondo più puro ed incontaminato. Egli, al pari di tutti gli altri artisti e poeti francesi di fine secolo, vive sullo stesso piano.

la sua fonte di reddito stabile, Gauguin decise di dedicarsi completamente alla pittura. Abbandonò la sua famiglia e partì per la Bretagna, dove si immerse nella cultura e nelle tradizioni locali, trovando ispirazione per le sue opere. Successivamente, intraprese numerosi viaggi in Polinesia, dove trovò un ambiente ancora più affascinante e selvaggio. Qui dipinse alcune delle sue opere più famose, caratterizzate da colori vivaci e temi esotici. Nonostante il successo artistico, la sua vita personale fu segnata da difficoltà finanziarie e problemi di salute. Morì nel 1903, lasciando un'eredità artistica di grande valore.l’agiatezza economica si aggravarono anche i suoi problemi familiari. La moglie ritornò presso la sua famiglia d’origine in Danimarca. Gauguin la seguì cercando di lavorare in Danimarca ma, seguendo la sua vocazione artistica, abbandonò il lavoro per dedicarsi solo alla pittura. Ritornò in Francia e i rapporti con la moglie divennero solo epistolari. Si trasferì in Bretagna, a Pont-Aven, nel 1885, dove divenne capofila di una nuova corrente artistica chiamata «scuola di Pont-Aven» e che egli definì «sintetista». Nel 1887 andò a Panama e in Martinica. L’anno dopo era di nuovo a Pont-Aven. Nel 1888 trascorse un periodo anche ad Arles dove dipinse insieme a Vincent Van Gogh. Ruppe con il pittore olandese per ritornare a Pont-Aven. Nel 1891 andò per la prima volta a Tahiti, trattenendosi tre anni. Fece ritorno a Pont-Aven, ma per poco. Nel 1895 si trasferì nuovamente nei mari del Sud e non fece.

Più ritorno in Francia. Morì nel 1903 nelle Isole Marchesi.

La pittura di Gauguin è una sintesi delle principali correnti della pittura francese di fine secolo. Egli partì dalle stesse posizioni impressioniste. Superò l'impressionismo per ricercare una pittura più intensa sul piano espressivo. Fornì, dunque, soprattutto per i suoi colori forti ed intensi, stesi a campiture piatte, notevoli suggestioni agli espressionisti francesi del gruppo dei "Fauves". Ma, soprattutto per l'intensa spiritualità delle sue immagini, diede un importante contributo a quella pittura "simbolista", che si sviluppò in Francia ed oltre, in polemica con il naturalismo letterario di Zola e Flaubert e con il realismo pittorico di Courbet, Manet e degli impressionisti. Il suo contributo al "simbolismo" avvenne attraverso la formazione del gruppo detto "scuola di Pont-Aven".

Fonte di ispirazione per

questa pitturaerano le vetrate gotiche e gli smalti cloisonné medievali. Prendendo spunto da essi ipittori di Pont-Ave
Dettagli
A.A. 2021-2022
19 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher BlackDragon22110 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Amato Gianluca.