vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
FATTORI LIMITANTI: L’ASSORBIMENTO LA DEPOSIZIONE AL SITO PRESCELTO
Mentre la Dissoluzione e la Permeabilità gastrointestinale sono i parametri fondamentali che
controllano la velocità ed il grado di assorbimento del p.a. per via orale, tali aspetti hanno minore
rilevanza nel caso degli aerosol con alcune differenze sito-dipendente
Negli aerosol, la Deposizione del p.a. al sito d’azione precede sia la Dissoluzione che la
Permeabilità attraverso le membrane del f.
La permeabilità della mucosa polmonare è molto più alta rispetto alla mucosa intestinale, offrendo
quindi una ridotta resistenza al trasporto di sostanze. Inoltre la dissoluzione è meno importante (a
meno che non venga introdotto volontariamente in formulazione un elemento in grado di
controllarla) in caso di composti solidi poiché le preparazioni sono polveri molto fini caratterizzate
da un’elevata area superficiale specifica.
In aggiunta agli aspetti biofarmaceutici, la biodisponibilità per via inalatoria richiede, che la dose
di farmaco venga depositata nelle vie respiratorie inferiori, il che significa che il farmaco deve
essere formulato in “forma respirabile” (che corrisponde a particelle dal diametro di 1-5micron).
DEPOSIZIONE: processo attraverso il quale le particelle inspirate vengono catturate nel tratto
respiratorio e andrà poi a condizionare i processi successivi.
Le caratteristiche del tratto respiratorio sono diverse. Il diametro dei tubi dell’apparato respiratorio
diventa sempre più piccolo, infatti si dice in linea generale che particelle con diametro:
>5micron non vanno oltre la trachea
2-5 micron arrivano ai bronchi
circa 2micron arrivano ai polmoni
<<2micron le particelle vengono esalate nuovamente all’esterno
Meccanismi di deposizione
Perché si fermano le particelle?
•Precipitazione elettrostatica (attrazione tra cariche di segno opposto indotte) muco può
il
essere carico e quindi attrarre le molecole di carica opposta
•Diffusione
•Intercezione blocco legato alle dimensioni (dimensione delle particelle paragonabile al raggio
delle vie aeree, facilità di contatto, soprattutto per fibre e particelle allungate)
•Sedimentazione
•Impatto meccanismo più importante
IMPATTO
Le particelle vengono trasportate da un flusso d’aria. L’aria inalata segue un cammino tortuoso e
ogni volta che il flusso d’aria inalata cambia direzione le particelle generalmente tendono a
mantenere la propria traiettoria. Se le particelle posseggono un momento sufficiente, non
seguiranno il flusso d’aria ma impatteranno contro gli ostacolo.
È un processo che va studiato e condiziona lo studio delle particelle.
L’impatto inerziale avviene quando la velocità della particella è troppo elevata o la particella è
troppo grande per compiere un cambio improvviso di direzione. Ovviamente dipende anche dalla
tortuosità del percorso.
Sedimentazione
È importante ma un po’ meno dell’impatto. Le particelle che seguono il flusso e non vanno
incontro ad un impatto si depositeranno sotto l’effetto della gravità.
Diffusione
Riguarda solo le particelle molto piccole (<1µm). le particelle che arrivano agli alveoli diffondono
attraverso essi.
Tutte queste osservazioni vengono fuori da anni e anni di studi, e l’impegno di varie case
farmaceutiche.
Oggi questi dispositivi, MDI, DPI,ecc, permettono con uno spruzzo stare subito bene, basta pensare
ai malati di BPCO o asma.
Se il farmaco si deposita nella gola non solo perdiamo una certa dose, ma se poi beviamo o
mangiamo il farmaco lo trasportiamo nello stomaco
Uno dei parametri per descrivere un diametro del farmaco è l’MMAD che sta per “media del
diametro riferito alla quantità che sto somministrando”. Però è una media e i valori possono essere
discostanti dalla media e per questo possiamo avere problemi di deposito in altre zone del tratto
respiratorio. Quindi il diametro ottimale deve averlo la maggior parte delle particelle.
Molto importante è la respirazione del paziente al momento dell’inalazione. Vi è una notevole
differenza di quantità di farmaco inalato con la variazione dell’intensità e il modo del respiro.
Questo è un loro limite.
Il miglior modo per ottimizzare il passaggio dell’aerosol nell’oro-faringe e vie centrali ed aumentare
la deposizione polmonare, è di inalare lentamente il farmaco erogato in particelle piccole.
“small and slow”
QUANTITA’ E SITO DI DEPOSIZIONE AI POLMONI DIPENDONO DA
- PAZIENTE
-CARATTERISTICHE FISICHE DELL’AEROSOL:
Dimensione particelle dae(diametro aereodinamico)
Densità
Forma
Carica elettrica
igroscopicità
IL PROCESSO DELL’INALAZIONE (slide non letta)
1 Aereosolizzazione e somministrazione della formulazione
Dosaggio
2 Deposizione dell’aereosol al sito di assorbimento (cattura nel tratto respiratorio naso, polmone
ecc per contatto con uno spazio umido a causa di fenomeni di impatto e sedimentazione)
3 Assorbimento del farmaco (dopo dissoluzione e permeazione)
Dimensioni ottimali per raggiungere il target: oltre 30 m
fosse nasali, laringe e faringe 20-30 m
trachea 10-20 m
bronchi e polmoni 3-10 m
bronchioli terminali meno di 3 m
canali alveolari e alveoli polmonari
Dae diametro aerodinamico
Per classificare le particelle in base alla loro dimensione è stato introdotto il concetto di “diametro
sferico equivalente” ma quello più utile nella tecnologia degli aerosol, e sicuramente il fattore che
influisce maggiormente sulla deposizione nel tratto respiratorio, è il “diametro aerodinamico” delle
particelle stesse definito come il diametro di una sfera di densità unitaria che ha la stessa velocità
di sedimentazione (velocità che controlla i meccanismi di deposizione) della particella in esame.
Questo perché le particelle hanno forma irregolare ed è impossibile determinarne il diametro per
questo si ipotizza il diametro di una sfera che ha le stesse caratteristiche della particella.
La definizione di dae tiene conto anche della forma e della densità della particella.
Il dae è un diametro equivalente Deq, èerò un Deq è complesso da come siamo abituati a vederli
e infatti la definizione di diametro aereodinamico è questa: dipende dal diametro-volume della
particella moltiplicato per ρ/ρ dove indicano le densità e poi va moltiplicato per (chì) che è il
0
fattore di forma (è 1 per una sfera) il tutto sotto radice quadrata (o elevato alla un mezzo):
Diametro aerodinamico delle particelle (dae): diametro di una sfera a densità unitaria che ha la
stessa velocità di sedimentazione (velocità che controlla i meccanismi di deposizione) della
particella in esame.
dae= dv ( ) 1/2
0
dove d è il diametro volume e dv1/ d
=
v St
è la densità della particella nostra
è la densità unitaria della sfera che io considero come riferimento
0
è un fattore di forma che è pari a 1 per una sfera.
Queste sono due tipi di particelle ottenute tramite lavorazione differente. Le dimensioni sono
differenti. Se io mi attenessi al diametro geometrico dovrei dire che queste particelle sono le
migliori per andare nel polmone (fig a sinistra) perché hanno un diametro intorno ai due micron
invece quelle a destra dovrebbero essere le peggiori perché sono troppo grandi. Invece non è
così perché le particelle a destra sono bucate e quindi sicuramente avranno una densità minore
quindi magari queste sono meglio di quelle a sinistra.
Oppure se parto da particelle diverse, stesso farmaco, di cui il volume è diverso possono avere
stesso Dae poiché la densità è diversa.
Forma
In linea di massima un prodotto cristallino non va bene per via orale poiché sono più coesivi, vanno
meglio più gli amorfi. Perché ci rifacciamo sempre alla sfera? La sfera va bene perché di per se è
più scorrevole come forma e quindi è chiaro che per via polmonare va bene però forme
frastagliate possono andare bene lo stesso.
Le fibre normalmente sono meno scorrevoli degli altri, però alcune fibre vanno bene per la via
polmonare.
Umidità
Una particella pesante per l’umidità non va bene per la via polmonare, quindi il contenuto deve
essere basso, però sull’umidità ci si può lavorare.
Determinato il diametro medio di tutta la polvere questo non basta, perché c’è il concetto di
dose. Nel device siamo sicuri di cosa abbiamo messo, cioè la dose, e siamo sicuri che l’erogazione
ne espelle quella dose, ma quanta di quella dose effettivamente giunge al polmone o al target? Il
Dae non può bastare. E quindi a livello industriale dobbiamo tener conto di altri fattori come la
frazione respirabile che indica la % della dose che effettivamente entra nel circolo polmonare e
per tale determinazione esistono delle apparecchiature banalissime alcune e altre più complesse.
La dose da nebulizzare sarà uguale alla dose al polmone (dose che vogliamo che giunga al
polmone)/(la frazione respirabile x la frazione emessa).
Apparecchiature
I nebulizzatori classici, quelli grandi, funzionano sul principio di Bernouille: in una regione di elevata
velocità dell’aria esiste una zona di depressione adiacente. Negli atomizzatori un getto d’aria
compressa provoca depressione in un condotto comunicante con il prodotto che a sua volta risale
il condotto e viene a contatto con il getto d’aria che ne provoca l’atomizzazione.
Esistono vari tipi di nebulizzatori e sono importanti tutte le parti di essi. Pero sono scomodi questi
nebulizzatori perché sono grandi.
Oggi abbiamo altri dispositivi, come l’oper-vent che non
solo riduce i tempi e forma particelle più piccole rispetto
ai nebulizzatori classici.
Nel Breath-enhanced si richiede l’aiuto del paziente
per respirare bene.
Quindi i nebulizzatori erogano aerosol, cosiddetta “nuvola”, a velocità contenuta e il pattern
respiratorio del paziente ne determina la velocità. Pattern respiratorio del paziente che tranne
nell’ultimo caso deve essere comunque normale.
Esistono anche i vaporizzatori che sono più semplici, come quelli che si mettono in casa per
spargere oli essenziali.
Pressurizzati
Sono confezionati sottopressione. L’aerosol pressurizzato funziona sempre allo stesso modo ma non
è