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IL TRATTATO DI PARIGI

(CECA).• Il trattato promuoveva la concorrenza, proibendo le barriere al commercio oltre a tutte le pratiche discriminatorie e restrittive.

Due ragioni principali:

  1. Desiderio di ridurre il potere economico della Germania.
  2. La realizzazione che la libera concorrenza, tutelata dalle autorità antitrust nello stile americano, era il modo migliore di promuovere un efficiente funzionamento del mercato.

Articolo 65: Proibisce gli accordi e le pratiche che cercano di impedire, restringere o distorcere la normale concorrenza all'interno del Mercato Comune.

Articolo 66: Affronta il tema delle fusioni e concentrazioni tra le imprese delle industrie del carbone e dell'acciaio. Il consenso veniva dato solo dall'Alta Autorità a condizione che la nuova entità non avesse un potere di mercato eccessivo.

L'Articolo 66 ha dato inizio a un lungo dibattito sulle fusioni, in particolare se devono essere valutate solo in virtù dei loro

effetti sulla concorrenza (Germania e Regno Unito) oppure’ anche in base a considerazioni di politica industriale e sociale (Francia).’

IL TRATTATO DELLA COMUNITÀ EUROPEA

Il Trattato della Comunità Europea (Trattato di Roma), firmato a Roma nel 1957, si occupa ancheesso della concorrenza (Articoli 85-94), riprendendo i temi del Trattato di Parigi.

L’articolo 3(1)(g) prevede “l’istituzione di un sistema in grado di garantire che la concorrenza nonsia falsata nel mercato interno”.

L’articolo 12 sottolinea l’intento di evitare discriminazioni su base nazionale.

La concorrenza non era un fine a sé stante, ma invece un mezzo per promuovere il progressoeconomico ed il benessere sociale dell’Europa.

LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLA NORMATIVA EUROPEA

Le principali disposizioni della politica antitrust europea si trovano:

  1. Negli Articoli 81 e 82 del Trattato sull’Unione Europea (Trattato di Maastricht) (art. 85-86
  2. nelTrattato di Roma)2. Nel Regolamento 139/2004 (Council Regulation EC No 139/2004)(Merger Regulation).Gli articoli 81-82 sono “direttamente applicabili” dalle corti nazionali. Attuati a• livello europeo da DG Concorrenza che agisce seguendo le direttive del Commissario Europeo• livello nazionale dalle autorità garanti della concorrenza e dalle corti nazionali.

    ARTICOLO 81

    Divieto di tutti gli accordi e le pratiche che possono impedire, restringere o falsare laconcorrenza all’interno del mercato unico (fissare prezzi, controllare la produzione, ripartiremercati, ecc.).

    Affronta le relazioni sia orizzontali che verticali.

    Articolo 81(3): nessun tipo di accordo è proibito per sé. Il divieto può essere rimosso qualora lasua rimozione contribuisca “a migliorare la produzione o la distribuzione dei prodotti o apromuovere il progresso tecnico e economico”.

    ARTICOLO 82

    Affronta l’abuso di posizione dominante.Divieto di

    comportamenti di sfruttamento (es. prezzi eccessivi) e pratiche escludenti (es. prezzi predatori), contratti di esclusiva, rifiuto di trattare, tying/bundling, da parte di un'impresa che gode di una posizione dominante nel mercato. Per la sua applicazione bisogna innanzitutto stabilire: 1. L'esistenza di una posizione dominante e, in secondo luogo, 2. Un comportamento abusivo da parte sua. POSIZIONE DOMINANTE Nel caso Hoffman - LaRoche, uno dei primi casi esaminati alla luce dell'articolo 82, la Corte Europea di Giustizia ha fornito una definizione della posizione dominante: La posizione dominante [...] si riferisce alla posizione di potere economico di un'impresa, che le consente di limitare la concorrenza sul mercato rilevante, poiché le dà il potere di comportarsi in larga misura indipendentemente dai suoi concorrenti, dai suoi clienti e dai consumatori. Difficile tradurre questa definizione in termini economici precisi. Alcuni criteri quantitativi possono essere utilizzati per valutare la posizione dominante di un'impresa, come ad esempio la quota di mercato, la capacità di fissare prezzi o di influenzare le condizioni di mercato. COMPORTAMENTO ABUSIVO Una volta stabilita l'esistenza di una posizione dominante, è necessario valutare se l'impresa si sta comportando in modo abusivo. Alcuni esempi di comportamenti abusivi includono: - Prezzi eccessivi: l'impresa sfrutta la sua posizione dominante per fissare prezzi molto alti, al di sopra dei livelli di mercato. - Pratiche escludenti: l'impresa adotta pratiche che escludono o limitano l'accesso dei concorrenti al mercato. - Contratti di esclusiva: l'impresa stipula contratti che impediscono ai concorrenti di accedere a determinati canali di distribuzione o fornitori. - Rifiuto di trattare: l'impresa rifiuta di fornire beni o servizi a determinati concorrenti o clienti. - Tying/bundling: l'impresa obbliga i clienti ad acquistare un prodotto o servizio indesiderato insieme a quello desiderato. Questi sono solo alcuni esempi di comportamenti abusivi che possono essere adottati da un'impresa che gode di una posizione dominante. La valutazione di un comportamento come abusivo dipende dal contesto specifico e dalle conseguenze che ha sulla concorrenza e sul mercato.

    chiariti dalla giurisprudenza: un’impresa con una quota del 40% del mercato rilevante, anche se non in posizione di monopolio, può essere dominante.

    ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE

    Sempre nel caso Hoffman – LaRoche la Corte Europea di Giustizia ha fornito la definizione dell’abuso di posizione dominante: [un comportamento] che, attraverso il ricorso a pratiche diverse da quelle che determinano il normale operare della concorrenza, ha l’effetto di impedire il mantenimento del grado di concorrenza esistente nel mercato o la sua crescita. Comportamenti abusivi riguardano soprattutto pratiche escludenti. Eccezioni: discriminazione di prezzo ritenuta importante per l’integrazione europea, interventi contro prezzi considerati troppo alti. Difficile applicare l’articolo 82: casi molto più rari rispetto all’articolo 81.

    POLITICHE EUROPEE IN MATERIA DI FUSIONI

    Fino al 2004, il Regolamento 4064/89, frutto di un lungo e intenso dibattito, regolava le

    fusioni.Il Consiglio dell'Unione Europea adottò il 20 gennaio 2004 il nuovo Regolamento 139/2004(Council Regulation EC No 139/2004).Il regolamento proibisce fusioni ed acquisizioni che ridurrebbero in modo significativo lacompetizione nel mercato unico.Per essere analizzata dalla Commissione una fusione deve superare alcune soglie di grandezza.Il principio di base è quello della sussidiarietà: la Commissione valuta le fusioni che presentanouna dimensione comunitaria. Le altre sono lasciate alle autorità locali.Principali caratteristiche delle procedure:

    1. Scadenze brevi e rigide per minimizzare l'incertezza per le imprese.
    2. Valutazioni ex-ante contribuiscono all'efficienza economica del mercato.
    3. Il criterio di valutazione è stato profondamente modificato nel 2004Fino al 2004, veniva richiesta la dimostrazione della creazione o del rafforzamento di una o posizione dominante come precondizione per poter individuare effetti dannosi

    Sulla concorrenza. Con la riforma del 2004, il criterio si sposta direttamente agli effetti sulla concorrenza, o senza vincolare la valutazione alla dimostrazione di una posizione dominante.

    PRINCIPALI OBIETTIVI DELLA LEGISLAZIONE EUROPEA

    Oggi i principali obiettivi della legislazione europea sono l'efficienza economica e l'integrazione del mercato europeo. "La politica della concorrenza è un mezzo per stimolare l'efficienza industriale, l'allocazione ottima delle risorse, il progresso tecnico e la flessibilità nell'adeguarsi ai cambiamenti ambientali" (EC, Report on Competition Policy 1999).

    Allo stesso tempo, le normative antitrust tengono conto anche di ragioni sociali. Per esempio: Fanno eccezioni per cartelli di crisi, in cui le imprese si impegnano in riduzioni di capacità produttiva e di output che beneficiano la società. La concorrenza può essere sacrificata quando i suoi costi sociali sono troppo.

    Un altro elemento della politica europea è l'importanza accordata alle piccole e medie imprese.

    NORMATIVA ITALIANA

    Il 10 ottobre 1990 il Parlamento approvò la legge n. 287, introducendo la prima legislazione antitrust in Italia.

    La normativa riprende tutti gli aspetti rilevanti della legislazione europea, in linea con gli articoli 81 e 82.

    Viene istituita l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: ente amministrativo indipendente incaricato ad applicare la legge antitrust.

    L'Autorità è composta da un presidente e quattro commissari nominati su proposta dei presidenti della Camera e del Senato, per un mandato di 7 anni.

    Detiene poteri di indagine, di istruttoria e di sanzione in materia di intese e abuso di posizione dominante. Può anche vietare fusioni che risultano incoerenti con la legislazione italiana/europea.

    Lezione 4 INTRODUZIONE

    L'obiettivo fondamentale delle politiche antitrust è la

    massimizzazione del benessere sociale. In generale, esiste una relazione inversa tra potere di mercato e benessere sociale STATICO (es. monopolio poco desiderabile). Però attenzione: In contesti dinamici un certo grado di potere di mercato può essere beneficiale, poiché dà incentivi alle imprese di investire e innovare. Infatti, le politiche antitrust1. Non devono per forza massimizzare il numero di imprese2. Hanno il principale compito di difendere la concorrenza per aumentare il benessere sociale, non per proteggere i concorrenti.

    DIVERSI TIPI DI (IN)EFFICIENZA

    La perdita di benessere sociale è legata a vari tipi di inefficienza:

    1. Inefficienza allocativa statica
    2. Inefficienza produttiva statica
    3. Inefficienza dinamica

    POTERE DI MERCATO: UNA DEFINIZIONE:

    La capacità delle imprese di fissare prezzi superiori al costo marginale/incrementale.

    DEFINIZIONE

    Il potere di mercato è misurato dalla differenza fra prezzi praticati da

    un’impresa e i suoi costi marginali. In mercati oligopolistici esiste (quasi) sempre un certo potere di mercato. Poiché la sua misurazione precisa è molto difficile, le politiche antitrust si occupano di situazioni dove il potere di mercato è ritenuto “sufficientemente ampio”.

    1. INEFFICIENZA ALLOCATIVA

    CONTESTO STATICO: Assumiamo che la tecnologia (struttura dei costi) sia data e che sia la più efficiente possibile. L’efficienza allocativa richiede che le risorse siano allocate nel modo più efficiente e corrisponde alla massimizzazione del benessere sociale. Prezzi al di sopra del costo marginale producono un surplus dei produttori più alto ma non abbastanza per compensare la perdita del surplus dei consumatori. L’effetto aggregato è tale per cui il benessere totale scende a causa dell’aumento del prezzo.

    SURPLUS TOTALE/BENESSERE SOCIALE

    La somma del surplus del consumatore e quello del produttore è il

    ere sociale causata dal potere di mercato.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
84 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher scast_00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politiche della concorrenza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Athanasoglou Stergios.