Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
(FESR).
5. Lotta contro la perdita di biodiversità terrestre, ripristinando i servizi ecosistemici, (FESR e FEASR).
6. Miglioramento delle condizioni di fruizione del patrimonio naturale nelle aree di attrazione (FESR).
7. Miglioramento delle condizioni di fruizione del patrimonio culturale, nelle aree di attrazione (FESR).
8. Riposizionamento competitivo delle destinazioni turistiche (FESR).
Una serie di altre azioni per la difesa della biodiversità, per il ripristino dei servizi ecosistemici, per lo sviluppo
della politica marittima integrata ecc. sarà finanziato dal FEAMP attraverso l’apposito PON.
Crescita sostenibile, politica energetica.
La questione energetica è stato il motore dell’integrazione europea sin dall’istituzione della CECA ma, a causa
delle diverse esigenze degli Stati membri, la politica energetica è rimasta una competenza esclusivamente
nazionale fino al 1992, quando il Trattato di Maastricht ha introdotto la libera circolazione di beni e servizi,
compresi gas ed elettricità. Le molte difficoltà nel passare a una politica energetica sovranazionale
dipendevano dalla riluttanza degli Stati membri a superare il monopolio integrato dei loro settori energetici,
e per la mancanza di infrastrutture di connessione. L’azione legislativa europea è rimasta modesta fino a
quando il Trattato di Lisbona ha ufficialmente riconosciuto la politica energetica come competenza
concorrente, determinando una svolta nel processo di liberalizzazione e uniformazione del mercato energetico
europeo. Gli obiettivi della politica energetica europea per secondo tre linee guida: competitività, sicurezza e
sostenibilità dell’approvvigionamento. L’Unione Europea è povera di fonti di energia di origine fossile, ma la
sua economia è la terza per consumo di fonti energetiche: tale sproporzione rende l’Unione Europea
profondamente dipendente dall’approvvigionamento da Paesi terzi. In un simile contesto l’Unione e gli Stati
membri si impegnano a garantire un buon livello di sicurezza energetica, da intendersi come la garanzia di una
continua disponibilità di energia ad un prezzo sostenibile; questo attraverso l’efficienza energetica e il
miglioramento delle interconnessioni. In una prospettiva globale, il ruolo delle fonti di energia rinnovabile
resterà limitato al 17% del totale, a causa dell’attuale scarsa competitività e dell’inerzia generata dagli
investimenti nello sfruttamento di fonti fossili. In tale contesto l’Unione si presenta come leader nello sviluppo
delle energie rinnovabili: la scarsità di risorse fossili e l’attenzione posta sulla tutela dell’ambiente si sono
tradotti in politiche che ne hanno sostenuto lo sviluppo.
Occorre trattare distintamente le cinque principali fonti energetiche:
1. Petrolio. Oltre a essere usato come carburante, è materia prima per migliaia di prodotti della vita
quotidiana, e per questo motivo il settore petrolchimico è difficile da riconvertire. Per la generazione di
elettricità e del riscaldamento domestico si prevede una tendenza al ribasso della domanda, a causa della
concorrenza esercitata da altre fonti energetiche più economiche e meno inquinanti e alla maggiore
sensibilità dei cittadini al risparmio energetico. Il mercato europeo è rifornito principalmente dalla Russia
(34%) e dalla Norvegia (11%).
2. Gas naturale. Utilizzato per la produzione di energia elettrica, per la produzione di calore e il
riscaldamento, per la cottura dei cibi e in alcuni casi anche come carburante per i veicoli. Mentre nella
produzione industriale e nella generazione di energia elettrica la domanda è generalmente stabile nel
tempo, il settore del riscaldamento subisce ingenti variazioni stagionali, ponendo sotto stress gli impianti
destinati alla produzione e al trasporto di questa risorsa. Il gas è inoltre preferito rispetto al carbone e al
petrolio per il suo minor impatto sull’emissione di gas effetto serra. La forma gassosa rende più difficile il
suo trasporto, perché avviene principalmente attraverso gasdotti; questo fa sì che il mercato sia
geograficamente segmentato. L’approvvigionamento del mercato europeo avviene principalmente via
tubo dalla Russia, dalla Norvegia e dal Nord Africa; dal 2010 l’Europa ha fatto sempre più affidamento sul
gas russo, aumentando la sua dipendenza da un singolo fornitore, con conseguenze negative sulla
sicurezza energetica, soprattutto per i Paesi che possono contare solo su questa fonte.
3. Carbone. Costituisce solo il 12% del paniere energetico europeo, ma è la seconda fonte a livello mondiale;
questo per la diffusione dei giacimenti, l’abbondanza delle riserve, la relativa facilità di trasporto e
l’affidabilità dei prezzi. Tutto questo consente di produrre energia elettrica a basso costo, per cui è
ampiamente impiegato nelle economie emergenti; tuttavia, l’alto tasso di emissione di gas serra ne frena
l’utilizzo nelle aree con politiche di tutela ambientale e di riduzione delle emissioni. Le vantaggiose
caratteristiche di questa risorsa spingono però verso lo sviluppo di tecniche che ne riducano le esternalità
negative, che comunque sono molto costose.
4. Termonucleare. È il 14% del paniere energetico europeo, nettamente superiore alla media mondiale. Il
primo vantaggio dell’energia nucleare è quello di generare grandi quantità di energia a partire da una
misura ridotta di combustibile; inoltre, l’offerta di uranio soddisfa pienamente la domanda,
mantenendone il prezzo nettamente al di sotto delle altre fonti fossili. Ad un basso costo del combustibile
corrispondono però altissimi costi fissi per l’implementazione e la manutenzione delle centrali, che rende
proficua solo la produzione di energia su larga scala. I principali fattori negativi della produzione di energia
attraverso centrali termonucleari sono il rischio di incidente nucleare e la gestione delle scorie, che
rendono invisa all’opinione pubblica la costruzione di nuove centrali.
5. Fonti rinnovabili. Fonti che non richiedono lo sfruttamento di una fonte naturale esauribile per la
produzione di energia, con un tasso di emissioni inquinanti molto ridotto o addirittura nullo, che
forniscono un importante contributo alla decarbonizzazione del settore energetico. Tuttavia le fonti
rinnovabili soffrono generalmente di due importanti limiti, che ne ridimensionano la portata: costi elevati
e discontinuità della produzione.
a. L’energia idroelettrica è la fonte energetica più abbondante e con la tecnologia più consolidata. La
maggior parte dell’energia deriva da impianti a bacino o a serbatoio, in cui l’attività di produzione può
essere programmata e adattata al variare della domanda. Il grande limite di questo settore è l’esigenza
di un particolare assetto idrogeologico adatto ad ospitare l’impianto.
b. L’eolico sfrutta l’energia cinetica del vento, purché sia di una velocità di 11-90 km/h e con intensità
costante. Questo rende la produzione di energia inaffidabile dal punto di vista della continuità; per
questo motivo i parchi eolici sono spesso affiancati da centrali alimentate da fonti fossili.
c. L’energia solare può essere sfruttata attraverso impianti fotovoltaici, concentrazione termodinamica
e impianti termici. Anche questa fonte di energia dipende dalle condizioni metereologiche ed è
inaffidabile dal punto di vista della continuità della produzione.
d. Le biomasse sono la frazione biodegradabile dei prodotti di origine biologica, provenienti
dall’agricoltura e dalla pesca. Partendo da un insieme così ampio di materiali, la convenienza dello
sfruttamento delle biomasse è legato le caratteristiche del territorio, alla disponibilità della materia
prima e i suoi relativi costi. Anche se le biomasse non presentano gli stessi tassi di emissioni dei
combustibili fossili, possono ugualmente generare esternalità negative altrettanto dannose per
l’ambiente, tra le quali la deforestazione o la riduzione del terreno agricolo utilizzato a fini alimentari.
e. L'energia geotermica sfrutta in modo diretto l’energia contenuta nel fluido geotermico e può essere
utilizzata sia per produrre elettricità, sia per il riscaldamento. Il vantaggio di tali impianti è la loro
indipendenza da fattori climatici e stagionali, anche se tale fonte può comportare il rilascio di elementi
inquinanti nell’ambiente.
f. L’energia generata dal moto ondoso e dalle maree ha una diffusione circoscritta. a causa delle
particolari caratteristiche richieste per la costruzione dell’impianto, gli alti costi e le numerose
difficoltà tecniche.
Gli alti costi delle fonti rinnovabili rendono antieconomico il loro sfruttamento rispetto alle fonti fossili; questo
rende necessaria l’implementazione di meccanismi di incentivazione da parte delle autorità pubbliche. A
partire dal Trattato di Maastricht elettricità e gas possono circolare liberamente attraverso le reti europee:
dovrebbe dunque essere possibile acquistare e vendere liberamente elettricità e gas ovunque, ma tale
mercato è ostacolato dalla presenza di numerose normative nazionali che garantiscono l’accesso privato alle
reti agli operatori nazionali e dalla distanza fisica delle reti di connessione in un mercato di 500 milioni di
consumatori. L’Unione Europea si propone dunque di stimolare la concorrenza all’interno di tale mercato
unico, realizzando una rete energetica adeguata: migliori interconnessioni, maggiori capacità di stoccaggio
dell’energia e incorporazione della microproduzione individuale, grazie all’installazione delle cosiddette smart
grids, dove scorrono energia ed informazioni. Relativamente al gas, la prima norma è la direttiva con l’obbligo
di spacchettamento delle imprese verticalmente integrate e la regolazione delle parti, che impone che la
titolarità delle reti di trasporto sia separata dalle titolarità degli operatori nelle altre fasi della filiera,
garantendo l’accesso alla rete ai soggetti terzi. Nel settore dell’energia elettrica, il primo intervento è stato la
direttiva che ha imposto ai gestori delle reti di consentire ad un altro operatore comunitario di usufruire della
sua rete in condizioni di parità; la direttiva successiva che ha consentito agli utenti di maggiori dimensioni di
cambiare operatore, scegliendo nel mercato libero europeo. Una comunicazione della Commissione del
gennaio 2014 ha fissato gli obiettivi per il 2030: ridurre le emissioni del 40% rispetto al 1990, impiego di fonti
rinnovabili pari al 27% del totale e aumentare l’efficienza energetica fino al 30%. Infine, l’alto livello di
dipendenza dell’Unione dalle importazioni fa della sicurezza energetica un punto cardine: sul piano