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SPERANZE, ILLUSIONI E DELUSIONI DI UNA MEDIA POTENZA (1956-1989)

1. Neo-atlantismo e alternativa mediterranea. Il disegno di coloro che si richiamano al "neo-atlantismo" cosiddetto (termine coniato dal Ministero degli Esteri, Pella, nel 1957) è complesso e ambizioso. Non si tratta solo di rivendicare una maggiore presenza italiana sullo scacchiere mediterraneo, ma di sfruttare le crescenti difficoltà che potenze come la Francia e la Gran Bretagna incontrano nel salvaguardare le rispettive zone di influenza per cercare di sostituire una nostra azione diplomatica più aperta al dialogo con i popoli arabi dell'area mediterranea e medio-orientale.

I principali punti di riferimento di tale politica sono, oltre al presidente della Repubblica, Gronchi, il Fanfani e soprattutto il presidente dell'Eni (Ente Nazionale Idrocarburi) Enrico Mattei, rappresentante Dc. Mattei è l'elemento chiave di questa politica estera.

In verità, è parallela. Egli

Mira ad estendere l'influenza dell'industria petrolifera dello Stato nell'area mediterranea e per perseguire i suoi obiettivi non esita ad entrare in rotta di collisione con le famose "Sette Sorelle", cioè con il cartello delle grandi compagnie americane estrattrici e venditrici di greggio.

La decisione del presidente egiziano Nasser di nazionalizzare il canale di Suez, viene accolta con prudenza dal governo italiano, il quale assume un atteggiamento contraddittorio quando le truppe anglo-francesi, insieme a quelle israeliane, intervengono contro l'Egitto.

Il nostro governo dapprima prende le distanze da Londra e da Parigi e punta ad una internazionalizzazione della crisi, poi si astiene alle Nazioni Unite quando viene presentata una risoluzione che chiede il ritiro degli anglo-francesi dal Canale.

In realtà la crisi di Suez è destinata ad incidere profondamente sugli assetti politici internazionali ed europei.

Con il ritiro precipitoso degli anglo-francesi dalla guerra in Egitto, la situazione in Europa si deteriora ulteriormente a causa del bipolarismo russo-americano. Alcuni sostenitori del neo-atlantismo, in particolare in Francia, vedono l'opportunità di trarre vantaggio dalla sconfitta britannica a Suez e cercano di stabilire un'alleanza privilegiata tra Roma e Washington. In questa direzione si muove Gronchi, dopo aver incontrato Nixon al Quirinale. Tra le iniziative della stagione neo-atlantica, si può citare il tentativo franco-tedesco-italiano di rafforzare la cooperazione nel campo nucleare, con l'obiettivo di creare una bomba atomica comune. Questo accordo segreto, firmato a Parigi nel 1957 dai tre ministri della Difesa (Chaban-Delmas, Strauss e Taviani), però svanisce quando il generale de Gaulle torna al potere e decide di agire autonomamente nel campo nucleare. Nello stesso periodo, il presidente dell'Eni (Mattei) sviluppa la sua strategia di...

Penetrazione nel Medio Oriente con l'accordo petrolifero sottoscritto a Teheran (1957) che attribuisce al paese produttore di greggio il 75 per cento dei benefici.

In realtà la politica neo-atlantica sarà legata strettamente alla figura di Mattei e ne seguirà le sorti quando il potente "petroliere senza petrolio" scomparirà dalla scena nell'incidente aereo di Bascapè.

Passi incerti per l'apertura a sinistra. Il quadriennio 1958-62 è contrassegnato da una forte instabilità nei rapporti tra Est-Ovest che si ripercuote sullo scenario politico italiano ora accelerando ora frenando la marcia verso lo storico incontro tra cattolici e socialisti. Le elezioni legislative del 1958 determinano la vittoria della Democrazia Cristiana e portano alla guida del governo Amintore Fanfani. Sin dall'inizio egli esprime l'idea di una correzione di rotta della politica estera italiana e di far convivere le due anime:

quella legata all'atlantismo (L'atlantismo è una visione della politica internazionale fondata sul Patto Atlantico. Costituisce il presupposto della NATO, il patto strategico-militare che lega l'Europa e gli USA.) e quella neo-atlantica, che punta ad una maggiore cooperazione con le nazioni dell'area mediterranea. con l'assassinio

Il primo banco di prova è costituito dalla grave crisi scoppiata in Iraq del re e del successivo sbarco dei marines in Libano. Fanfani concede agli americani il permesso di utilizzare l'aeroporto di Capodichino per il trasporto delle truppe in Medio Oriente e intanto vola a Washington dove presenta un piano economico volto ad aiutare i paesi arabi. Ma l'iniziativa degli ambienti politici americani che accusano Fanfani di "voler allentare i vincoli della Nato per accattivarsi le simpatie degli Stati arabi" suscita inquietudine in Italia.

Nello stesso periodo, Fanfani si trova a fronteggiare numerosi

problemi a seguito del tentativo di costituire un "direttorio tripartito" (Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna); generale De Gaulle tentativo volto a riservare a queste nazioni un ruolo prioritario in seno all'Alleanza atlantica. La proposta gollistica viene osteggiata dal governo italiano e tedesco. Sul fronte italiano si allontana la prospettiva dell'incontro tra cattolici e socialisti, voluta dallo stesso Fanfani. Torna in campo Gronchi con una missione a Mosca, che ha anche lo scopo di favorire la penetrazione dell'Eni in URSS. Ma il risultato è negativo. Nel 1960 il timone governativo passa di nuovo nelle mani di Fanfani, che un anno dopo vola a Mosca in visita ufficiale da Kruscev ma non ci sono risvolti positivi. Walter Ubritich dà il via a quella mostruosa opera edilizia che è il Muro di Berlino, destinato a mantenere la divisione della Germania per un altro trentennio. Il fatto nuovo durante

Il Fanfani-bis alla Casa Bianca del giovane John Con l'avvento dell'amministrazione dell'ostilità americana F. Kennedy. democratica cade il muro d'azione di sostegno americana procede con gradualità nei confronti del centrosinistra. Naturalmente L'obiettivo chiaro: l'ingresso dei socialisti e non senza contrasti. strategico americano è molto nell'area governativa significa maggiore stabilità politica in Italia ma anche e soprattutto la marginalizzazione del Partito Comunista. 293. Centro sinistra e politica estera. Le vicende che portarono alla formazione di un governo organico di centrosinistra, indicano una momentanea ma significativa inversione di tendenza rispetto alla dinamica della lunga guerra fredda. Gli indirizzi internazionali del gruppo dirigente democristiano, Fanfani in testa, sono tutti orientati a creare le condizioni favorevoli per raggiungere all'avvento di un incontro tra cattolici e socialisti anche.

grazie Giovanni XXIII. Nel 1958 l'attenzione del mondo politico italiano si concentra sull'atteggiamento del generale De Gaulle appena ritornato al potere. De Gaulle non accetta la logica di Jalta e quindi vuole imporre progressivamente il ruolo di "un'Europa terza forza" tra gli Stati Uniti e Unione Sovietica. In quest'ottica spinge per una maggiore cooperazione tra "i Sei" (riferendosi ai paesi costitutivi - ovvero Italia, Germania, Francia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi - della Comunità Economica Europea, entrata in vigore il 1 gennaio del 1958), tendendo la mano anzitutto all'Italia. Ma Fanfani diffida di De Gaulle, soprattutto quando quest'ultimo entra in rotta di collisione con il governo britannico, il quale avanza la candidatura nel Mercato Comune Europeo. Fanfani, invece, si mostra favorevole a tale ingresso. Successivamente Fanfani è costretto a lasciare il timone delcomando ad Aldo Moro; ministro degli Esteri diviene Saragat. Il nuovo presidente americano, Lyndon Johnson, successore di Kennedy, dà il via libera ad un megaprestito di un miliardo di dollari al nostro paese che si aggiunge al finanziamento di 225 milioni di dollari del Fondo Monetario Internazionale. Due significative boccate di ossigeno per l'economia italiana. La Francia, principale potenza agricola della comunità, non vuole rinunciare a fare del Mercato comune un'area privilegiata per i propri prodotti. L'Italia è penalizzata dalle prime intese agricole, la proposta di "unione politica" ed è intenzionata a porvi rimedio con accordi più favorevoli. Da qui l'avanzata da Saragat e con il tentativo della Commissione di Bruxelles di far approvare un progetto di revisione del regolamento finanziario del Fondo agricolo che prevedeva la creazione di "risorse per la comunità" e quindi un rafforzamento dei poteri dellaCommissione.proprie” Il piano si scontra con la dottrina gollistica contraria a qualsiasi principio di sopranazionalità: De Gaulle annuncia che È la “crisi della sedia vuota”, la più grave nella storia della Comunità. Ma a metà degli anni 60 un altro grande focolaio di crisi emerge sullo scenario internazionale ed è destinato ad influenzare anche la politica estera italiana: il conflitto nel Sud-Est asiatico con l’intervento militare americano a fianco del regime di Saigon contro il Viet Nam del Nord. Fanfani promuove varie iniziative per proporre mediazioni e per cercare di ridimensionare la crisi nel Sud-Est asiatico anche allo scopo di evitare una diffusione dei sentimenti anti-americani nel nostro paese. In verità, dopo la scomparsa di Mattei, la politica estera italiana nel Mediterraneo aveva perso aggressività, ma gli interessi economici.nei paesi arabi e soprattutto in Egitto erano assai rilevanti della "guerra dei sei giorni", mentre tutti i governi occidentali (ad eccezione della Francia) si mostrano solidali con Israele, il nostro governo mantiene una posizione equidistante. Un altro argomento rischia di creare dissapori e divergenze tra Roma e il principale alleato: le pressioni americane perché il nostro paese aderisca al Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp). Si tratta di un patto raggiunto da Stati Uniti, Urss e Gran Bretagna ma osteggiato da Francia e Cina, che mira a consolidare lo status quo e impedire che altri paesi possano dotarsi di armi atomiche. Adesione italiana al trattato nel gennaio 1969. Comunque, complessivamente, il bilancio del primo quinquennio di centrosinistra non registra un peggioramento nei rapporti con gli Stati Uniti. Un decennio di declino. Nelle elezioni del 1968 il verdetto è una doccia fredda per i socialisti. La guida

Il potere dell'esecutivo passa nelle mani di Mariano Rumo.

Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
37 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ninja13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle relazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Izzo Alberto.