Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CALCOLO DEL PIL PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
I servizi prodotti dalla PA non vengono venduti e di conseguenza non si può stabilire il prezzo di mercato. Perciò non è possibile calcolare il valore aggiunto come differenza tra il valore della produzione a prezzo di mercato e il valore dei beni intermedi utilizzati. Si calcola in modo diverso, cioè sommando gli stipendi dei dipendenti pubblici e gli ammortamenti.
Il valore della produzione si ottiene sommando il valore aggiunto e gli acquisti di beni intermedi.
NB: dal punto di vista della domanda finale - la PA concorre alla formazione dei consumi finali nella misura dei consumi pubblici e alla formazione degli investimenti lordi nella misura degli investimenti pubblici:
PIL = C(privati e pubblici) + I(privati e pubblici)
NB: dal punto di vista dell'utilizzo dei redditi - la PA concorre alla formazione dei consumi finali nella misura dei consumi pubblici e alla formazione del risparmio nella misura degli investimenti pubblici.
servizi provenienti dall'estero. Esportazioni (X): vendite all'estero di beni e servizi prodotti in Italia. Trasferimenti correnti (TC): flussi di denaro tra paesi che non sono legati a transazioni commerciali, come ad esempio gli aiuti internazionali o le remittanze dei lavoratori emigrati. Bilancia commerciale (BC): differenza tra il valore delle esportazioni e il valore delle importazioni. Bilancia dei pagamenti (BP): registro di tutte le transazioni economiche tra un paese e il resto del mondo in un determinato periodo di tempo. Saldo della bilancia dei pagamenti: differenza tra le entrate e le uscite di denaro di un paese rispetto al resto del mondo. Tasso di cambio: rapporto tra il valore di una valuta e il valore di un'altra valuta. Flussi finanziari: movimenti di denaro tra paesi per investimenti, prestiti o altre operazioni finanziarie. Investimenti diretti esteri (IDE): investimenti effettuati da imprese straniere in un paese. Debito pubblico: somma di denaro che un governo deve a creditori interni o esterni. Deficit di bilancio: differenza tra le entrate e le spese di un governo in un determinato periodo di tempo. Surplus di bilancio: differenza positiva tra le entrate e le spese di un governo in un determinato periodo di tempo. Inflazione: aumento generale e sostenuto dei prezzi dei beni e dei servizi in un'economia. Tasso di interesse: costo del denaro preso in prestito o guadagnato su un investimento. Politica monetaria: azioni intraprese dalla banca centrale per controllare la quantità di denaro in circolazione e influenzare l'economia. Politica fiscale: azioni intraprese dal governo per gestire le entrate e le spese pubbliche al fine di influenzare l'economia. Crescita economica: aumento della produzione di beni e servizi in un'economia nel tempo. Occupazione: numero di persone che lavorano o sono alla ricerca di lavoro. Disoccupazione: situazione in cui le persone in età lavorativa sono senza lavoro e cercano attivamente un'occupazione. Sviluppo sostenibile: sviluppo che soddisfa le esigenze del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare le proprie esigenze.servizi prodotti all'estero
Esportazioni (X): vendite all'estero di beni e servizi prodotti in Italia.
Economia aperta significa che la produzione interna non viene destinata esclusivamente ai consumi o agli investimenti del paese; i consumi e gli investimenti interni (inclusi gli acquisti di beni intermedi da parte delle imprese) possono avere per oggetto beni e servizi prodotti al di fuori del paese.
A questo punto, si può dire che in un'economia aperta la coincidenza tra domanda finale, valore aggiunto e reddito nazionale non è più garantita. Nel caso dell'economia aperta si può dire che il PIL è composto dalla somma dei consumi finali interni, investimenti lordi ed esportazioni, ai quali vengono sottratte le importazioni.
Come è già stato detto un'economia aperta porta a importazioni ed esportazioni, generando così un flusso monetario internazionale. Se noi al PIL, che viene inteso come una somma di
emergenti o informali: tutte le attività che non sono regolari o non vengono rilevate tramite iscrizioni o transazioni ufficiali. Queste attività spesso sfuggono alla tassazione e possono includere lavoro nero, contrabbando, evasione fiscale, ecc. Una volta identificate tutte le attività da includere nel calcolo del PIL, bisogna valutare il valore monetario di ciascuna di esse. Questo può essere fatto utilizzando diversi metodi, come ad esempio il metodo del valore aggiunto o il metodo del reddito. Il metodo del valore aggiunto consiste nel calcolare la differenza tra il valore delle vendite di un'azienda e il valore dei beni e servizi acquistati da altre aziende per produrre tali vendite. In questo modo si ottiene il valore aggiunto dell'azienda, che rappresenta la sua contribuzione al PIL. Il metodo del reddito, invece, consiste nel calcolare il reddito generato da tutte le attività economiche di un paese. Questo reddito può essere suddiviso in diverse categorie, come ad esempio i salari, i profitti delle imprese, gli interessi, le rendite, ecc. Una volta calcolato il valore monetario di tutte le attività economiche, si può procedere al calcolo del PIL. Il PIL rappresenta il valore totale di tutti i beni e servizi prodotti all'interno di un paese in un determinato periodo di tempo, solitamente un anno. Il calcolo del PIL è un'operazione complessa che richiede la raccolta di una vasta quantità di dati e l'applicazione di metodi statistici. Tuttavia, è un indicatore fondamentale per valutare la dimensione e la crescita dell'economia di un paese, nonché per prendere decisioni politiche ed economiche.informale: in uno stato non viene rilevata tutta l'attività economica. Uno di questi casi è l'attività informale che tiene conto del fatto che non tutta l'attività lavorativa delle persone viene messa a disposizione delle aziende e non tutti i beni che vengono consumati da questa vengono fornite dalle imprese. Un esempio può essere il volontariato, i beni che una famiglia si autoproduce. Attività sommersa: queste attività fanno parte dell'economia irregolare del paese. In questo caso si parla di attività che di per sé non sono illegali, ma vengono tenute nascoste in violazione di alcune norme perché così gli agenti ottengono un vantaggio economico. Esempi: l'evasione fiscale, evasione di non transizione, lavoro in nero. Attività criminali: si parla di attività che già di per sé non sono legali. All'interno del PIL si considera ora anche l'attività.criminale dal 2010 quando è stato istituito il SEC, che considera come attività illegali quelle con scambi volontari come contrabbando, prostituzione e traffico di droga. Lo calcola tramite delle stime, quindi si ha un valore abbastanza dubbio, anche perché si tratta di attività che sono tenute nascoste. Dal 2015 al 2018 secondo l'ISTAT si hanno avuto percentuali molto alte riguardo l'incidenza delle attività sommerse nel PIL. Tutte queste stime vengono create tramite lo studio della circolazione del denaro, poiché vengono usati i contanti per non lasciare traccia; ci si basa sulla differenza tra il reddito e la spesa finale. Nel 2020 forse questa incidenza si è abbassata perché per un periodo di tempo le persone compravano solo con bancomat ma magari dal punto di vista del lavoro è successo l'opposto. Il settore con un indice più alto è quello dell'agricoltura. Nel settoredovremmo considerare altri indicatori per valutare l'efficienza della pubblica amministrazione. - Distribuzione del reddito: il PIL non tiene conto della distribuzione del reddito all'interno di un paese. Potrebbe essere che il PIL aumenti, ma la maggior parte della ricchezza vada a pochi individui, lasciando la maggioranza della popolazione in condizioni di povertà. Pertanto, è necessario considerare anche altri indicatori, come l'indice di Gini, per valutare l'equità nella distribuzione del reddito. - Sostenibilità ambientale: il PIL non tiene conto dell'impatto ambientale delle attività economiche. Potrebbe essere che un aumento del PIL sia dovuto a un aumento della produzione industriale, ma questo potrebbe comportare un aumento dell'inquinamento e della distruzione dell'ambiente. Pertanto, è necessario considerare anche indicatori ambientali, come le emissioni di gas serra o la quantità di rifiuti prodotti, per valutare la sostenibilità dell'economia. - Benessere sociale: il PIL non tiene conto di altri aspetti del benessere sociale, come la qualità dell'istruzione, la salute della popolazione o il livello di sicurezza. Potrebbe essere che il PIL aumenti, ma nel contempo ci sia un peggioramento di questi altri indicatori. Pertanto, è necessario considerare anche altri indicatori sociali per valutare il benessere complessivo di una società. In conclusione, il PIL è un indicatore importante per valutare l'andamento economico di un paese, ma ha dei limiti e non può essere considerato l'unico indicatore di benessere. È necessario considerare anche altri indicatori per avere una visione più completa e accurata della situazione economica e sociale di un paese.Si ha un aumento del benessere ma non si ha un aumento del PIL- Non tiene conto delle produzioni negative come inquinamento perché magari si può avere un aumento del PIL ma d'altra parte non abbiamo un aumento del benessere- Valutazione del tempo libero: se si ha un aumento di produzione perché la gente lavora di più, non è detto che questo aumento economicamente positivo, porti anche ad un aumento di benessere- Distribuzione del PIL: il valore del PIL pro capite non tiene conto di come è distribuito il reddito nella popolazione- Introduzione delle attività criminali nel PIL
PIL NOMINALE E PIL REALE
PIL nominale: valore della produzione di beni e servizi finali realizzata in un dato periodo di tempo valutata ai prezzi di quel periodo, o a prezzi correnti. Questo può variare per due motivi:
- Variazione delle quantità prodotte
- Variazione dei prezzi di mercato
Sono due fenomeni interessanti ma devono essere presi singolarmente.
Per isolarli si utilizza il PIL reale: valore della produzione di beni e servizi finali realizzata in un dato periodo di tempo valutata a prezzi costanti; in questo caso si fa riferimento ai prezzi esistenti in un anno particolare che viene chiamato anno base. Se voglio confrontare la produzione finale del 2005 con quella del 2007, utilizzo i prezzi del 2005 così mi concentro solamente sulla variazione di produzione. Il Pil nominale che ha avuto un tasso di crescita più elevato significa che c'è stato un aumento dei prezzi (inflazione).
OSSERVAZIONI DELL'ESEMPIO
Nel 2005 è giusto che PIL nominale e PIL reale corrispondano perché in questo caso il 2005 è utilizzato come anno base. Calcolando il PIL reale, si capisce realmente se l'aumento del PIL nominale è dato più dall'aumento della produzione o dall'aumento dei prezzi. Un altro strumento per capire meglio l'andamento del PIL reale è quello del
numero indice. Questo indice si crea così:
- Divido il livello del PIL (in base al 2005, in questo caso) che trovato nei tre anni per il livello del PIL osservato nell'anno 2005
- Moltiplico i risultati per 100
L'indice mi dà subito la misura di quello che calcolo. Io posso cambiare l'anno base, ma ovviamente cambiano tutti i valori quindi è meglio prendere come riferimento il numero indice. Ora non si usa più un anno base secco ma si usa tipo una finestra dei prezzi che cambia ogni anno perché se cambio anno base dovevo rifare la storia. Con questo nuovo sistema non serve farlo.
TASSO DI INFLAZIONE
Tasso molto importante indica il livello di crescita nel tempo dei prezzi. Questo livello medio dei prezzi può essere calcolato in due modi:
- Attraverso il deflatore del PIL, che dipende dal rapporto tra PIL nominale e PIL reale, che non è altro che il rapporto tra PIL a prezzi correnti e PIL a prezzi costanti.
Una stretta relazione tra PIL reale, PIL nominale e il deflatore. Infatti il deflatore si calcola come:
D = PIL / PIL -> PIL D X PIL2006.2005 2006 2006 2005 2006 2006= 2005 2006 2005
Si può quindi riassumere che il PIL nominale non è altro che il PIL reale moltiplicato per il deflatore.
Il deflatore fornisce una misura del tasso di variazione dei prezzi dei beni e servizi inclusi nel PIL.
Y: PILt=anno£Y= PIL in termini monetari£Y = Y x Pt t t
Pi greco rappresenta il tasso di inflazione.
G= tasso crescita PIL reale.
N=tasso crescita PIL nominale
- Attraverso alcuni indici dei prezzi: si concentra solo su alcuni beni e servizi, al contrario del deflatore che li considera tutti. Gli indici dei prezzi si dividono in indici elementari e indici complessi.
- Gli indici elementari si riferiscono ad un unico bene (si calcola come l'indice prima espresso)
- Gli indici complessi si riferiscono ad un paniere di beni e servizi, vengono calcolati solitamente con una media