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I – IL RUOLO ECONOMICO DELL’INFORMAZIONE: EFFICIENZA E FALLIMENTO INFORMATIVO
1. Caratteristiche di una economia di first-best.
Abbiamo costruito nel modulo precedente un modello teorico in cui, dati i fondamentali, era possibile per
la collettività perseguire obiettivi di efficienza e di giustizia sociale (vincolo di sopravvivenza).
Se questo modello può essere risolto, l’economia realizza un assetto di first-best.
Una economia di first-best è un sistema economico che realizza sia un obiettivo di efficienza che di giustizia
sociale (minimale) attraverso il coordinamento di Mercato.
Da questa definizione possiamo trarre due conseguenze normative.
1. Questo implica, sulla base del primo teorema del mercato, che se non vi sono impedimenti alla
compatibilità tra efficiente uso delle risorse (realizzata attraverso il Mercato) e giustizia sociale, lo
Stato non debba intervenire né per ragioni di efficienza né di equità.
2. Ma un’economia di first-best è compatibile, in base al secondo teorema del mercato, con un
secondo tipo di implicazione: se il Mercato risulta essere inefficiente oppure si ottiene una
distribuzione delle risorse ingiusta, lo Stato può correggere l’eventuale inefficienza oppure
modificare una distribuzione iniziale delle risorse non desiderabile solo attraverso politiche di first-
best (ad esempio, utilizzando la sola tassazione lump-sum).
Ma non è sempre possibile: da un lato, la tassazione lump-sum richiede, l’impossibilità che gli operatori
possano reagire alla sua applicazione e dunque risulta utilizzabile con difficoltà, in pratica; dall’altro, che le
diverse forme di intervento pubblico per correggere il fallimento di mercato risultino distorsive dei processi
decisionali e dunque possano non rendere possibile un obiettivo di efficienza. Dunque l’economia di first-
best potrebbe non essere realizzabile.
Infatti, il Mercato è in grado di perseguire in modo automatico l’efficienza solo se valgono le ipotesi
teoriche standard:
• Assenza di fallimenti di mercato,
• Concorrenza perfetta, 32
• Mercati completi,
• Perfetta informazione.
L’economia di first-best si realizza infatti in casi molto particolari e dunque dobbiamo prendere in
considerazione assetti economici di “second-best” per il perseguimento dell’efficienza e/o della giustizia
sociale (seppure a livello di sopravvivenza).
Il fatto di constatare che difficilmente si realizza nell’economia un assetto di first-best apre la strada alla
necessità di analizzare meglio la natura della violazione delle ipotesi standard che è riconducibile ad un
problema informativo. Dobbiamo tenere presente che il processo di diffusione dell’informazione è
rilevante in tutte le ipotesi standard.
Il ruolo dell’informazione nella formazione dei processi decisionali sarà l’oggetto del presente modulo
che è dedicato alla presenza di fallimento informativo come ragione che giustifica l’intervento pubblico
con finalità di efficienza.
Nel prossimo modulo dovremo invece introdurre la possibilità che si verifichi un trade-off tra efficienza
ed equità e dunque la collettività dovrà decidere quali ipotesi di giustizia sociale intende perseguire,
seppure a scapito di una minore efficienza.
Analizziamo ora le caratteristiche tecniche di una economia di first-best che pongono una questione di
fallimento informativo.
2. L’intervento pubblico per ragioni di efficienza
Concentriamo ora l’attenzione sui contesti in cui il Mercato non è in grado di perseguire l’efficienza.
Sappiamo infatti che il primo teorema del mercato (della mano invisibile) garantisce un equilibrio efficiente
solo se valgono particolari condizioni teoriche standard. Se il Mercato non funziona, possiamo ipotizzare
un intervento pubblico per ragioni di efficienza, anche se noteremo come il fallimento informativo sia di
difficile soluzione.
Lo Stato può intervenire utilizzando quattro strumenti; i primi tre influenzano direttamente il Mercato
mentre l’ultimo produce solo effetti indiretti. Si tratta di:
Regolamentazione,
Ø Finanziamento (sussidi alla produzione),
Ø Produzione diretta,
Ø Trasferimenti monetari (sussidi al consumo).
Ø
Occorre valutare quale strumento sia più appropriato rispetto a ciascuna delle quattro circostanze in cui
si ha la violazione delle ipotesi per l’efficienza di Mercato: assenza di fallimento di mercato, concorrenza
perfetta, mercati completi, informazione perfetta.
1. L’ASSENZA DI FALLIMENTO DEL MERCATO.
Il fallimento di mercato può assumere tre forme:
I. Presenza di beni pubblici puri
Il bene pubblico puro presenta le caratteristiche tecniche di non rivalità e non esclusione dal
consumo che ne rendono impossibile la produzione di mercato, dato che i consumatori non sono
incentivati a manifestare la propria disponibilità a pagare (problema del free-rider). Si tratta dunque
di un problema di informazione privata che non può essere acquisita.
Per garantirne la fornitura, è necessaria la produzione da parte dello Stato anche se non è possibile
fare emergere la reale disponibilità a pagare; ciò è causa di inefficienza anche dopo l’intervento.
II. Presenza di esternalità
Si ha una esternalità quando la funzione di utilità o di produzione di un soggetto economico è
interrelata con quella di altri operatori che ne traggono costi o benefici senza che vi siano
compensazioni di mercato. 33
Il Mercato tende a produrre esternalità negative in quantità superiori a quelle ottimali ed esternalità
positive in quantità inferiori a quelle efficienti. Sono possibili correttivi che non richiedono
l’intervento pubblico diretto:
a) Il Mercato può internalizzare le esternalità
b) Lo Stato può definire legalmente i diritti di proprietà (poi scambiati dagli operatori).
Se questo non fosse possibile, potremmo avere una attività dello Stato di regolamentazione delle
esternalità che interessano la collettività oppure l’introduzione di tasse (o sussidi) pigouviani.
Ma, le tasse pigouviane sono distorsive perché lo Stato non riesce ad acquisire informazioni
complete sull’entità dei danni creati o di quelli subiti.
La scelta del correttivo più opportuno, sia privato che pubblico, dipende dalle caratteristiche
tecniche dell’esternalità oltre che dagli effetti, più o meno generali, sulla collettività.
I servizi sanitari e di education sono interessati anche dalla presenza di esternalità generalizzate che
li avvicinano al bene pubblico (sono beni meritori).
III. Presenza di rendimenti di scala crescenti
La presenza di rendimenti di scala crescenti è spesso una conseguenza tecnica dell’innovazione che
rende possibile produrre con costi decrescenti. Ne consegue che il costo medio di produzione sia
superiore a quello marginale e quindi l’impresa concorrenziale non riesce a coprire i costi fissi.
Infatti l’impresa concorrenziale, applicando la regola: prezzo = costo marginale, avrebbe delle
perdite.
Nel lungo periodo, tende a crearsi un mercato di monopolio, se l’impresa innovatrice fosse unica,
oppure potrebbe cessare la produzione del bene, se venisse imposto ai produttori di seguire la regola
di concorrenza perfetta.
L’innovazione tecnologica è una particolare forma di informazione nella sua accezione di nuova
conoscenza che rappresenta il fondamento della crescita economica e dunque non dovrebbe essere
disincentivata anche se potrebbe portare ad una violazione della concorrenza.
La soluzione potrebbe essere triplice:
a. Produzione privata sussidiata (lo Stato copre la differenza tra il prezzo di concorrenza ed il
costo medio);
b. La nazionalizzazione della produzione (si creano i cosiddetti monopoli naturali pubblici);
c. Una produzione mista.
Quella più opportuna deve essere valutata caso per caso e modificata se cambiano i fondamentali
dell’economia.
Tutti i casi di mancato funzionamento del Mercato descritti non richiedono necessariamente l’intervento
diretto dello Stato, con la sola eccezione della fornitura dei beni pubblici puri. In generale, potrebbe essere
sufficiente regolamentare l’economia.
2. L’IPOTESI DI CONCORRENZA PERFETTA
La concorrenza perfetta deve realizzarsi in tutti i mercati (compreso quello del capitale) e garantisce che
gli agenti siano price-taker e che i beni vengano scambiati in base al valore d’uso.
La concorrenza impedisce la concentrazione del potere economico e rende disponibile per l’insieme dei
consumatori il maggior numero di beni al minor prezzo possibile. È importante che questa sia garantita
anche nei casi in cui la fornitura di beni e servizi avvenga con la presenza di aziende pubbliche e/o di soggetti
privati accreditati.
L’esistenza di barriere all’entrata impedisce il realizzarsi della concorrenza e lo Stato può intervenire
regolamentando i monopoli e gli oligopoli; rendendo i mercati contendibili si costringono le imprese a
comportarsi come se i mercati fossero concorrenziali e dunque a ricreare le condizioni di efficienza.
Lo Stato può imporre, in termini generali, un prezzo massimo al monopolista, sussidiare le produzioni
oppure prevedere legislazioni anti-trust.
Si noti però che molte barriere all’entrata hanno ragioni di natura tecnologica e sono legate alla diffusione
dell’innovazione che nella fase iniziale viene tutelata attraverso i brevetti. In questo contesto, si colloca un
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problema di natura informativa in quanto l’attività innovativa dell’impresa è legata al concetto di
conoscenza.
La conoscenza, soprattutto quella tecnica legata anche all’attività di ricerca, rappresenta una dimensione
dell’informazione che ha caratteristiche sia di bene privato che di bene pubblico (non puro).
È infatti costosa da acquisire e dunque deve essere adeguatamente remunerata, ma una volta che si è
diffusa può essere utilizzata (quasi) gratuitamente da chiunque. Se non fosse tutelata (con i brevetti)
verrebbero meno gli incentivi ad innovare e ciò sarebbe un freno per la crescita e per le nuove “scoperte”.
Si pensi alla rilevanza di questa problematica per le scoperte in campo medico in cui la dimensione di
interesse collettivo è più evidente, ma anche per i “nuovi” canali di diffusione delle informazioni che
utilizzano la cosiddetta IT (information technology).
Queste tecnologie hanno reso immateriale la natura di molti mercati, hanno consentito di costruire reti di
mercati globali e di allargare il grado di concorrenza internazionale, ma pongono anche problemi nuovi di
concentrazione di poter