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Il PIL come indicatore di crescita economica
Visitare sito lavoce.info. L'argomento di oggi è una continuazione della lezione di mercoledì, dove abbiamo parlato del PIL, e abbiamo visto che questa è la misura della crescita economica dei Paesi. Questa idea però è contestata e criticata, in particolare ci sta un filone di pensiero che dice che il PIL non sarebbe una rappresentazione del benessere del sistema economico. Anche se utilizzato da tutti i paesi, come indicatore di crescita e quindi come indicatore di aumento del benessere dei paesi, c'è chi dice che sarebbe necessario guardare ad altre variabili per capire se un sistema economico ha un certo livello di benessere. Dicevamo che il PIL va osservato in un certo periodo di tempo. La crescita è un concetto che riguarda l'evoluzione del PIL. In particolare noi dovremmo guardare almeno due periodi di riferimento (due anni o anche di più) per vedere se un paese sta crescendo e in quale misura sta crescendo.
È quindi importante il confronto tra due diversi dati del PIL, almeno due anni. Tra un anno e l'altro si ha crescita se c'è stata un'evoluzione, un aumento del PIL. Il PIL deve essere misurato, deflazionato (togliere l'effetto dell'inflazione) ed è importante che la misurazione avvenga secondo dei criteri standard, cioè che nei due anni sia stato utilizzato lo stesso metodo per calcolare il PIL (metodologia contabile). In Europa vi è una uniformità nella metodologia contabile per calcolare il PIL, che permette di confrontare i dati relativi a tutti i paesi. È un indicatore il PIL, che può avere diverse specificità, ad esempio PIL di una regione, o del sud, centro o nord Italia. Quando parliamo di crescita, parliamo in generale del PIL annuale, quindi del PIL nazionale. Noi con il PIL misuriamo la produzione all'interno di un paese. In pratica misuriamo quelli che sono gli scambi che avvengono tra gli.Stiamo misurando la produzione del paese, ma anche e soprattutto gli scambi che avvengono nel paese. Ci sono diversi metodi per calcolare il PIL, abbiamo parlato del metodo del valore aggiunto, come quel metodo che mette in evidenza il contributo dei singoli settori produttivi. Ma il PIL può essere visto anche dal punto di vista distributivo, come quella somma che viene poi distribuita agli agenti economici sotto forma di retribuzioni. Quindi noi stiamo parlando di tre agenti economici fondamentali: le imprese, le famiglie e il settore pubblico. Queste tre entità contribuiscono a formare il PIL, a generare il PIL come misura di crescita economica. Noi misuriamo attraverso il PIL gli scambi che avvengono tra questi settori, entità.
In particolare dobbiamo dire che le imprese acquisiscono i fattori produttivi, esiste uno scambio tra le famiglie e le imprese che riguarda i fattori produttivi, e le imprese pagano i fattori produttivi attraverso le retribuzioni.
Ciò significa che le famiglie danno alle imprese capitale e lavoro. Capitale attraverso i loro risparmi, ma anche lavoro, perché costituiscono quell'insieme di persone, lavoratori, che direttamente partecipano al processo produttivo e in cambio ricevono dalle imprese una retribuzione. Il PIL registra questo scambio che avviene tra famiglie e imprese. Quindi l'attività produttiva dell'impresa misurata dal PIL, si basa sul contributo delle famiglie attraverso lo scambio di fattori produttivi.
Le imprese producono dei beni che vengono venduti alle famiglie, un ulteriore scambio, le imprese forniscono beni e servizi alle famiglie, le quali pagano per ottenere questi beni e servizi.
Lo stesso avviene per il settore pubblico, il settore pubblico è un settore che contribuisce al sistema economico esattamente come le imprese. Esistono scambi tra imprese e settore pubblico, fattori produttivi contro retribuzione e beni contro prezzo. Il PIL registra tutti questi scambi.
Quindi la P di pil, PRODOTTO, rappresenta tutti questi scamSHAPE * MERGEFORMATobiettivo delle politiche economiche è la crescita e far crescere il pil. Se noi vogliamo che un sistema economico produca di più, che ci sia crescita economica dobbiamo agire su una o più di queste variabili. Noi tratteremo degli strumenti di politica economica, ricordandoci che questi agiscono in questo quadro, si può agire sulle imprese o sulle famiglie, visione classica o keynesiana (vedi lezione 1). Questo è molto importante per capire le politiche economiche che riguardano il mercato del lavoro o dei capitali. A questo schema, che è uno schema classico, si è aggiunta una variabile, quella dell'ambiente. Ambiente inteso come una variabile chiave nella crescita economica. In questa lezione tratteremo del tema dello sviluppo sostenibile. Lo sviluppo economico deve essere completato dall'aggiunta dello sviluppo sostenibile. Noi siamo attualmente sottoposti.Ad un limite fortissimo, che è lo sviluppo sostenibile. Lo sviluppo sostenibile costituisce un limite alle politiche economiche che possono essere applicate in un paese. Non si tratta di essere ecologisti, ma oramai l'ambiente è diventato una variabile economica, un vincolo fortissimo per le politiche economiche. Noi ad esempio con l'adesione al protocollo di Kyoto abbiamo ora un impegno molto importante, fondamentale per le nostre industrie nazionali. Quindi l'ambiente viene indicato in molti libri come una variabile che interagisce con gli agenti economici; io preferisco inserirlo nel quadro dei fattori produttivi, al cui interno ci sono le materie produttive, l'energia, il petrolio; un campo molto importante per l'economia perché riguarda l'esaurimento delle risorse, e quindi la sostenibilità dello sviluppo. In tutti i mercati, quindi nello scambio di beni e servizi, c'è questo problema che riguarda l'ambiente.
Non abbiamo quindi bisogno di sottolineare l'esistenza di questa entità, ma dobbiamo immaginarci che all'interno di tutti questi scambi, sia di quelli dei mercati, sia di quelli dei fattori produttivi esiste il problema ambientale che influenza le politiche economiche. In che modo? Allora guardiamo nella realtà facendo un'analisi da economisti. Noi fino a poco tempo fa parlavamo di crescita e di sviluppo e mettevamo questi obiettivi per far crescere sempre di più il pil. A questo obiettivo non si poneva alcun limite, in passato non c'era nessuno che si preoccupava che la crescita potesse raggiungere un limite. C'era in realtà chi si preoccupava, intendo quelle teorie che guardavano con preoccupazione alla crescita della popolazione. C'era chi diceva che la popolazione cresceva troppo e che alla fine ci sarebbe stato un esaurimento delle risorse, ma questo riguardava solo il fatto della scarsità delle risorse. A questa ideaadesso se ne è sostituita un'altra, fondamentale per le politiche economiche, che è quella dello sviluppo sostenibile. Noi ci dobbiamo preoccupare che la crescita che caratterizza i sistemi economici sia compatibile con la crescita che si potrà avere nel futuro. Il concetto di sviluppo sostenibile riguarda il fatto che dobbiamo garantire la crescita anche alle generazioni future. Cioè la crescita di oggi non può non tener conto della possibilità di lasciare alle generazioni future le stesse possibilità di crescita. In pratica questo è un discorso di lungo periodo, quindi i governi possono occuparsi del breve periodo, della crescita dei sistemi economici, ma nel lungo periodo occorre che questa crescita sia possibile anche per le generazioni future. Quindi esiste un problema di sviluppo sostenibile, sostenibilità, che non è legato alla nostra visione di breve periodo, ma ad una visione di lungo periodo. SVILUPPOSOSTENIBILE: queste due parole, sviluppo sta ad indicare che comunque obiettivo delle politiche economiche rimane la crescita, crescita del pil, mentre la sostenibilità riguarda il fatto che la crescita sia compatibile con la crescita delle generazioni future.
Questo non è un discorso solo di tipo ecologico, ma è un discorso economico. Perché la scelta della politica economica non può prescindere dal concetto dello sviluppo sostenibile.
Questo concetto nasce alla fine degli anni 80, è stato espresso in moltissime conferenze internazionali, alle quali ha aderito l’Italia, ha aderito l’Europa, la famosa conferenza di Rio per esempio è volta a definire cosa si intende per sviluppo sostenibile e a cercare di misurare attraverso degli indicatori di sostenibilità quali siano le ipotesi di crescita sostenibile. Si tratta di variabili economiche, variabili misurabili. Non è più un qualcosa che riguarda le conferenze.
internazionali ora, ma è un impegno per tutti i paesi. Come influenza, lo sviluppo sostenibile, le scelte di politica economica e gli strumenti che andremo ad utilizzare?
Allora un motivo molto importante è che la produzione debba avvenire rispettando l'ambiente, rispettando quella che è la preservazione dell'ambiente, e in particolare il risparmio energetico, il risparmio nell'uso delle risorse, che sappiamo saranno poi in via di esaurimento. Ci sono degli obblighi ben precisi che riguardano le emissioni di sostanze inquinanti, la produzione e il riciclaggio di rifiuti. Non sono quindi solo cose teoriche, ma ben presto dovranno essere messe in pratica da tutti.
In pratica, quindi, abbiamo questo impegno attraverso il quale le imprese devono sfruttare il meno possibile l'ambiente, cercare di risparmiare energia, cercare di costruire impianti in modo tale che ci sia questo risparmio energetico, una riduzione dell'emissione delle sostanze inquinanti.
ambientale, che rappresenta l'inquinamento, e dall'altra parte c'è il reddito o il PIL, che rappresenta la produzione economica di un paese. Secondo la curva di Kuznets, inizialmente l'inquinamento aumenta insieme alla crescita economica. Questo perché lo sviluppo industriale e l'aumento della produzione comportano un maggiore utilizzo di risorse naturali e l'emissione di sostanze inquinanti. Tuttavia, una volta raggiunto un certo livello di sviluppo economico, la curva si inverte e l'inquinamento inizia a diminuire. Questo avviene perché i paesi iniziano a investire in tecnologie più pulite e sostenibili, ad adottare politiche ambientali più rigorose e a sensibilizzare la popolazione sull'importanza della sostenibilità. Quindi, secondo Kuznets, c'è una relazione a forma di U tra inquinamento e reddito. Inizialmente, l'inquinamento aumenta con la crescita economica, ma una volta raggiunto un certo livello di sviluppo, l'inquinamento inizia a diminuire. Questo modello è stato oggetto di dibattito e critiche, ma ha contribuito a mettere in evidenza l'importanza di un approccio sostenibile allo sviluppo economico.ssioni di gas serra, l'inquinamento atmosferico, la gestione dei rifiuti, la conservazione delle risorse naturali e la tutela della biodiversità. Inoltre, l'impatto ambientale può essere valutato anche considerando l'uso di energia e acqua, l'efficienza dei processi produttivi e la sostenibilità delle attività umane. Per misurare l'impatto ambientale di un'attività o di un prodotto, vengono utilizzati diversi indicatori e metodologie. Ad esempio, l'analisi del ciclo di vita (ACV) permette di valutare l'impatto ambientale di un prodotto o di un servizio lungo tutto il suo ciclo di vita, dalla produzione all'uso e allo smaltimento. Altri indicatori comuni sono l'impronta ecologica, che misura la quantità di risorse naturali necessarie per sostenere uno stile di vita o un'attività, e l'impronta carbonica, che misura le emissioni di gas serra prodotte da un'attività o da un prodotto. La valutazione dell'impatto ambientale è fondamentale per promuovere la sostenibilità e adottare pratiche più eco-friendly. Attraverso la misurazione e la riduzione dell'impatto ambientale, è possibile contribuire alla salvaguardia dell'ambiente e alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Inoltre, l'adozione di politiche e strategie sostenibili può portare a vantaggi economici, come la riduzione dei costi energetici e la creazione di nuove opportunità di business nel settore delle energie rinnovabili e delle tecnologie green. In conclusione, l'impatto ambientale è un concetto complesso che riguarda l'influenza delle attività umane sull'ambiente. La sua misurazione e valutazione sono fondamentali per promuovere la sostenibilità e adottare pratiche più eco-friendly, contribuendo così alla salvaguardia dell'ambiente e alla mitigazione dei cambiamenti climatici.