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B
(δ )
u
Utilità marginale sociale di A e B: saggio marginale di sostituzione sociale. Passare da C a
D è un miglioramento sociale nel senso paretiano. Il passaggio ad E invece è un
miglioramento collettivo non paretiano poiché il benessere di B è diminuito.
Lo strumento della funzione sociale è complicato, poiché ricco di problemi: oltre alla
difficoltà di conoscere le utilità, come si può valutare che un passaggio da C a N sia
meglio o peggio?
Secondo il primo teorema fondamentale dell’economia del benessere in un contesto di
equità generale ogni configurazione di concorrenza perfetta è un ottimo paretiano: perciò
non si può migliorare il benessere della collettività senza peggiorare il benessere di
qualcun altro. Quali sono le condizioni?
1 ogni soggetto è un Price Taker, ovvero nessuno ha potere di mercato.
2 Non vi sono esternalità negative o positive
3 i diritti di proprietà sono assegnati e non vi sono costi di transazione
4 i mercati sono completi
5 L’informazione è completa e simmetrica (assenza di opportunismo).
1 Ogni soggetto è un Price Taker: Il motivo è che ognuno cerca di sfruttare le condizioni
migliori possibili. Negazione di tale ipotesi è parte della realtà imprenditoriale, poiché si
cerca di fare il meglio per avere sconti o per aumentare i profitti. Il progresso tecnico
stesso è basato sul potere di mercato.
2 non vi sono esternalità negative o positive: Le esternalità sono ovunque, perché
qualsiasi cosa si faccia ha effetti su altri anche se non intenzionali. Dal punto di vista della
politica economica le esternalità sono quelle che violano dei diritti di proprietà, e in quanto
tali più che esternalità possono essere definiti reati. Se arrivo e c’è l’aria con un certo
inquinamento e qualcuno, che arriva dopo di me, la inquina, è come se rubasse quell’aria
pulita appropriata attraverso il concetto di prima proprietà lockiano,e perciò deve pagare
per l’inquinamento prodotto. Questa non è un’esternalità, ma è un furto, poiché è un
mancato rispetto dei diritti di proprietà. Tutte le altre sono effetti non intenzionali, un effetto
indesiderato, e non si ha il diritto che viene violato. L’ipotesi di assenza di esternalità di
effetti positivi o negativi è impossibile.
3 I diritti di proprietà sono assegnati e non vi sono costi di transazione: il motivo per cui è
necessaria la definizione di diritti di proprietà è per evitare la proprietà collettiva. Se ho una
certa risorsa il mio obiettivo è di massimizzare tale risorsa, se non è mia, cercherò di
sfruttarla il più possibile. Se un lago è di proprietà del pescatore, questi non butterà le
bombe perché poi non potrà più pescarvi e non sarebbe conveniente: se non fosse suo
non gli importerebbe poiché potrebbe sempre cambiar lago. Il diritto di proprietà quindi
viene visto con fine efficientistico.
Costi di transazione: Sono tutte le spese di informazione su un bene prima che avvenga lo
scambio, sia che questo sia efficace e venga fatto, sia che no. Alcuni studiosi pensano che
l’economia sia lo studio di come si riducono i costi di transazione. Quindi tale ipotesi è
assurda.
4 I mercati sono completi: Significa che ogni bene o servizio è oggetto di transazione di
mercato. Ciò è impossibile perché vi sono elementi psicologici che non hanno mercato.
Per esempio la casa in cui siamo nati ha un valore maggiore rispetto a quello di un
estraneo perché ci sono elementi affettivi che non hanno valore di mercato. In molti beni
c’è questo tipo di ragionamento, come il rifiuto di comprare un bene perché viene da un
Paese particolare. Il mio valore può essere zero perché non lo voglio prendere, a dispetto
del valore di mercato. Dato che questa avversione non ha mercato, l’ipotesi è assurda.
5 L’informazione è completa e simmetrica: l’informazione non può essere completa.
Per specializzazione è normale che uno ne sappia più di altri su certi argomenti. Il mondo
si regge su questo, anche perché l’informazione non può essere completa. L’informazione
asimmetrica è un bene, ma bisogna distinguere la truffa da quella dovuta alla
specializzazione. Se si pensa al mercato dei bidoni (market of Lemons) se il venditore ha
volontariamente tralasciato caratteristiche, si parla di truffa (maggiori costi di transazione
per spese giuridiche eccetera). Strumento per minimizzare i costi di transazione è la
garanzia, per cui si può pagare di più per minimizzare i costi di transazione. Quindi i limoni
non esistono più ma esiste il rischio di impresa.
Se le condizioni vengono violate, a cosa serve il primo teorema dell’economia del
benessere?
Essendo in un mondo neo-classico l’obiettivo è la raffigurazione del mondo ideale, dove
tutto è in equilibrio: l’idea classica dell’equilibrio generale è quella di avere un mondo
ideale con concorrenza perfetta e studiarlo, e cercare di avvicinare il mondo reale a quello
ideale. Quindi la concorrenza perfetta è il benchmark, cioè l’obiettivo a cui ci si deve
avvicinare per avere risultati ottimali.
La qualità della politica economica viene misurata dalla capacità di avvicinarsi all’obiettivo
che ci si è posti nel modello ideale.
La visione classica e socialista è una visione costruttivista, in quanto si ha in testa un
obiettivo ideale, anche se lo si vuole raggiungere con strumenti diversi. Il liberista invece
critica la visione di mondo ideale, in quanto gli individui dinamicamente creano un mondo
che migliora sempre perché altrimenti non si scambierebbe: quindi la politica economica
non serve a nulla.
Perché la domanda è definita derivata? Consideriamo la domanda derivata del lavoro, che
deriva dalle condizioni di ottimo (la domanda di lavoro è la richiesta di lavoro dell’impresa):
un datore di lavoro assumerà finché il valore della produzione marginale del lavoro è
uguale al salario, cioè il costo del lavoro. Se il valore della produzione marginale del lavoro
è quanto ricavo vendendo ciò che il lavoratore produce,il salario è il costo. Se il primo è
maggiore del secondo, allora assumo perché incasso più di ciò che mi costa, se invece è
uguale sono indifferente tra assumerlo o meno, viceversa se inferiore lo mando via. Ciò lo
posso scrivere:
LX
f p =w
X
dove δ x
LX
f = δ L
e x è il bene prodotto dai vari fattori produttivi, f è la produzione marginale del fattore
L
LX
lavoro, f p è il valore della produzione marginale del lavoro. Quindi quando la condizione
X
è rispettata, allora sono indifferente.
Se in squilibrio, io ssumerò o licenzierò finché non varrà la condizione di uguaglianza.
Bisogna però assumere di essere Price Taker sia per quanto riguarda i prezzi P che i
salari W. La domanda di lavoro è derivata perché è derivata dalla condizione di
uguaglianza, quindi perché deriva dal rispetto delle condizioni di equilibrio.
Quando il salario era in w si era in equilibrio. Se il salario scende (io sono Price Taker)
1
allora mi conviene non rimanere in B ma sarò portato ad assumere, quindi aumenterà L e
la situazione di disuguaglianza diventa una di uguaglianza (In C).
Se si scende ancora si arriva in D. Se si uniscono tutti punti sia la domanda derivata di
lavoro, che è derivata dal rispetto delle condizioni di equilibrio del lavoratore.
Dato un altro produttore di un bene Y, si avrà
Ly
f p =w
y
e si avrà w=w =w se i produttori sono entrambi in equilibrio, per cui
x y
LX Ly
f p = f p
X y Ly LX
e quindi p : p = f : f
X y
Questa condizione vale se il mercato dei fattori produttivi è in equilibrio. Cioè il prezzo
relativo dei beni è uguale al rapporto delle produttività marginali di un singolo fattore nei
due settori. Tale rapporto si chiama SMT, saggio marginale di trasformazione.
p / p = SMT
X y
Si parla di equilibrio quando gli operatori non hanno interesse a cambiare il loro
comportamento. Questo è stabile quando mi trovo in squilibrio e questo mette in moto un
meccanismo che mi riconduce all’equilibrio; instabile se trovandosi in squilibrio si mettono
in moto meccanismi che mi allontanano l’ulteriormente dall’equilibrio.
L LX Ly
La curva è concava perchè le f sono decrescenti: se x sale, f scende e scende y, sale f .
Può essere letta come curva di trasformazione, cioè come trasformo Y in X, oppure come
massimizzo Y dato X su frontiera delle possibilità produttive. Tutti i punti sulla curva sono
efficienti nel senso di Pareto. Se fossimo all’interno sarebbe paretianamente inefficiente
perché non sto producendo il massimo che posso. Tutti punti sulla frontiera tra M e N sono
paretianamente superiori a C.
Lezione 7 politica economica 8/10
L’idea secondo cui una configurazione di concorrenza perfetta sia un ottimo paretiano è
una visione statica. Quando però Ci avviciniamo a una condizione di concorrenza perfetta
seguiamo dei percorsi paretianamente non accettabili. Si consideri per esempio la
situazione di un monopolista: Questo produce un bene e i concorrenti non riescono a
stargli dietro (per esempio Microsoft). Se si vuole obbligare questo ad avvicinarsi a un
equilibrio di concorrenza perfetta lo possiamo costringere a ridurre il prezzo o ad aprire i
codici cosicché gli altri possono copiarli e ripianare il gap tecnico. Per i neoclassici
entrambe le due strade portano a una configurazione simile alla concorrenza perfetta, ma
la procedura non è paretianamente accettabile, poiché abbiamo peggiorato la posizione di
Microsoft costringendolo a ridurre il potere di mercato.
La verità statica che osserviamo è una situazione d’arrivo che non considera ciò che è
successo prima. Quindi anziché premiare l’impresa che ha ottenuto un’innovazione, che
ha spostato dunque la frontiera delle possibilità produttive, la puniamo facendola rientrare
nella vecchia frontiera. In questo modo non si raggiungono dei miglioramenti paretiani,
perché peggioriamo la condizione di uno degli individui. Questa è la riprova della staticità
del modello classico.
La frontiera non dipende dai prezzi, ma solo dai fatto