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Un membro del partito si suppone che non abbia alcun tipo di vita privata, ma che tutti i tuoi
pensieri ed emozioni sono diretti all’esterno. L’atteggiamento ascetico e puritano verso il sesso in
Oceania è uno dei modi per forgiare le emozioni del pensabenista modello. Winston, trovandosi a
riflettere sul proprio infelice matrimonio con una donna che gli era sempre stata estranea, pensa
che il fine ultimo del partito è togliere qualsiasi piacere all'atto sessuale. Una commissione
nominata dal Partito ha il compito di approvare tutti i matrimoni fra i membri del partito. L’unico
scopo ammesso e riconosciuto del matrimonio consisteva nel procreare figli a beneficio del Partito.
I rapporti sessuali dovevano essere considerati come una sorta di operazione minore, disgustosa.
Il desiderio è uno psicoreato. La cosa migliore della sua breve storia con Julia, è l'aver compiuto
assieme a lei quell’atto di ribellione. Il loro amplesso era stato una battaglia. L'attimo di godimento,
una vittoria. Era un colpo inferto al partito. Era un atto politico. Tutta la forza di Julia, la sola da cui
trae la sua ribellione al Partito, risiede nella sua sessualità. Ella è una ribelle soltanto dalla vita in
giù. Julia non crede nella rivolta organizzata, o nell'esistenza della Fratellanza. Le dottrine del
partito la annoiano. Secondo Winston, Julia non si ribella contro l'autorità del partito ma
semplicemente lo evita, come un coniglio scansa un cane. L’astinenza sessuale produceva
l’isterismo, un fenomeno da favorirsi, perché lo si poteva facilmente trasformare nell’infatuazione
per la guerra e nell’adorazione dei capi. Il Partito ha fatto altrettanto con “l'istinto filiale”. Mentre i
genitori vengono spinti ad essere fieri dei propri figli, i figli vengono messi contro i genitori. La
famiglia era divenuta in effetti un prolungamento della psicopolizia.
Se il rigido puritanismo sessuale di Oceania mira a costringere le emozioni dei membri del partito,
la Neolingua cerca di incanalare il pensiero. Fine della Neolingua era di rendere impossibile ogni
altra forma di pensiero. Il linguaggio era lo strumento per antonomasia dell’intellettuale, e
difenderlo era il suo credo più grande. Egli doveva impegnarsi particolarmente nel compito di
allargare le possibilità di espressione e di pensiero del linguaggio, variandone i diversi livelli di
significato, contro l’uso ridotto e discriminante. Gli intellettuali di Oceania fanno esattamente il
contrario. Se l’intento della neolingua è semplificare e ridurre, in ogni campo della vita, è normale
che il suo obiettivo primario sia il linguaggio dei politici: le parole B sono parole composte; la parola
singola psicoreato ad esempio, comprendeva tutte le parole e le idee radunate attorno ai concetti
di uguaglianza e libertà, mentre le parole che richiamavano concetti come oggettività e
razionalismo si risolvevano nell’unica parola archepensare. Un'altra categoria di parole B sono gli
eufemismi politici, il cui significato era quasi esattamente l'opposto di quel che poteva apparire: ad
esempio Minipax (Ministero della Pace/Guerra).
L'appendice sulla neolingua costituisce uno dei momenti maggiori in cui 1984 si esprime come
commedia. il tono stravagante e beffardo, molto diverso da quello del libro di Goldstein, ne rivela
l'intento satirico. Il bersaglio è palese: quel giornalese che, ad Orwell, sarebbe risultato familiare.
Orwell si preoccupò per tutta la vita delle relazioni che intercorrono tra linguaggio, verità e politica.
Egli accettava il fatto che il linguaggio governava il pensiero e che un pensiero limpido è il primo,
necessario passo verso la rigenerazione della politica. La lingua inglese possedeva una flessibilità
e una semplicità invidiabile, ma proprio perché è così facile da usare è altrettanto facile farne un
cattivo uso. Il linguaggio politico, ovunque, è uno strumento per far sì che la menzogna sembri
verità, è diventato una massa di eufemismi, di manipolazioni. L’appendice della neolingua richiama
l’attenzione su certe tendenze che avevano portato alla formulazione definitiva di quei principi. Una
di queste era la tendenza ad abbreviare frasi e parole (Nazi, Comintern), particolarmente evidente
nei paesi e nelle organizzazioni di tipo totalitario. I teorici della neolingua notarono che abbreviato
in questo modo un nome, si restringe e si altera sottilmente il suo significato, eliminando molte
associazioni di idee che altrimenti li sarebbero connesse. Noi viviamo in un mondo di eufemismo
ufficiali, di acronimi che uccidono il pensiero, come NATO, GATT, MIRV, che vengono usati
liberamente, nella scrittura come nella conversazione. Il nuovo mondo dei computer sta
rapidamente dando il suo contributo alla neolingua, che va aggiungendo sia quello della pubblicità
e della televisione. La neolingua è in se stessa parte è prodotto di un sistema filosofico che in
realtà comprende tutti gli altri e che in archelingua si chiama controllo della realtà è in neolingua
bispensiero. Bispensiero sta a significare la capacità di condividere simultaneamente due opinioni
palesemente contraddittorie e di accettarle entrambe. Il procedimento deve essere conscio ma
anche inconscio. Il bispensiero è la tecnica mentale che imparano tutti i membri del partito e che
consente loro di negare e restare ugualmente consapevoli di qualunque verità o realtà oggettiva.
Richiede la dislocazione permanente del senso della realtà, per cui viene a mancare un punto di
riferimento oggettivo del mondo esterno attraverso il quale giudicare la verità. Nessun membro del
partito deve essere in grado di stabilire dei paragoni con i modelli di vita reale del passato. La
ragione più importante per questo riassetto del passato è la necessità di salvaguardare l’infallibilità
del partito. E questo significa non soltanto riscrivere continuamente discorsi, statistiche e
informazioni, ma anche non ammettere mai che vi sia mai stato un mutamento della dottrina o
nelle direttive politiche. Inoltre, il bis pensiero si accerta che coloro che eseguono personalmente le
falsificazioni lo facciano in modo accurato e metodico e né rimuovano allo stesso tempo il ricordo.
Ci sarà un momento in cui Winston scorgerà un significato diverso, più ricco di speranza, delle
visioni da formiche dei prolet, con quella loro memoria limitata ma concreta e le concrete emozioni
che vi stanno dietro. una conoscenza più formale sarà sempre necessaria per poter avere un
minimo grado di certezza sul passato. C'è un gusto per la propria abilità nel lavoro, nell'inventare
una figura puramente mitica come quella del compagno Ogilvy. Lo stesso piacere che Winston
ricava dalla accuratezza con cui il suo dipartimento altera i documenti in modo tale da poter
dimostrare che l’Oceania è sempre stata in guerra con l’Estasia. La memoria è qualcosa a cui
aggrapparsi, ma rimane ugualmente solo memoria, che il partito può facilmente schiacciare. La
realtà esiste solo nella mente e la mente è controllata dal partito. Egli scrive nel diario: la libertà
consiste nella libertà di dire che due più due fanno quattro. O'Brein però lo costringerà ad
accettare che due più due fanno 5. È il primo passo cruciale verso la riabilitazione di Winston, la
cui caparbia ostinazione, dice O'Brein, lo ha condotto ad essere un pazzo. “Qualsiasi cosa il partito
ritiene che sia vera, è vera. È impossibile vedere la realtà se non attraverso gli occhi del partito.
Noi controlliamo la materia perché controlliamo lo spirito”. L’estremismo di O'Brein suggerisce che
l’Oceania ha già varcato la soglia ultima di quella controllata pazzia di cui parla Goldstein. In
filosofia, religione, in etica, in politica, due e due fanno 5, ma se si deve usare un fucile o un
aeroplano, devono fare quattro. La neolingua non ha un termine per scienza, e non c’è nulla nel
suo vocabolario per esprimere il pensiero empirico. La scienza in neolingua viene sempre
compresa nel termine Socing. La manipolazione incontrastata della realtà appariva ad Orwell
come un fattore integrante di ogni ideologia totalitaria. Le farneticazioni di ubrain costituiscono
forse un’esagerazione al riguardo ma si tratta solo di una questione di gradi. Le menzogne e le
distorsioni della guerra civile, sia da parte dei fascisti che dei loro avversari, convinsero Orwell che
il totalitarismo distrugge la possibilità stessa di una spiegazione oggettiva della storia, perché non
accettano la nozione di neutralità dei fatti. Dalla guerra in Spagna Orwell trasse la sua intuizione
più profonda di quello che definì il bispensiero degli intellettuali sia di destra che di sinistra. Egli
aveva constatato la gran mole di atrocità che venivano raccontate da ambo le parti e quella
propensione a credergli o meno, unicamente in base alle predilezioni politiche. Ben più grave era il
fatto che in ogni momento la situazione può rovesciarsi all’improvviso, e le storie atroci che ieri
erano indiscutibilmente vere possono oggi diventare delle menzogne ridicole, tutto questo a causa
di un mutamento sulla scena politica. Tecnica tipica del bispensiero era di indirizzare il proprio odio
in una qualsiasi direzione in virtù di un semplice avviso. Nel movimento comunista internazionale
Orwell vedeva l'espressione massima di questo pensiero. Ogni comunista è tenuto a mutare le
proprie convinzioni di base. Non era soltanto la storia, rivoluzionaria e post rivoluzionaria, ad
essere continuamente riscritta. C'erano anche gli improvvisi mutamenti nella linea politica, e nelle
alleanze che la politica estera Sovietica imponeva ai comunisti di tutto il mondo. Prima del 1935, la
fase della rivoluzione mondiale, i comunisti dovevano assumere una posizione per cui tutte le
democrazie parlamentari borghesi erano delle mistificazioni. Con l’ascesa della potenza tedesca
giunse il pericolo del Fronte Popolare, durante il quale ai comunisti dell’Occidente arrivo l’ordine di
diventare buoni patrioti e di accettare le democrazie parlamentari come alleati nella lotta di tutto il
mondo contro il fascismo. Ci fu quindi il patto Nazi sovietico del settembre 1939, e dunque un’altra
volta faccia. I nazisti diventavano alleati del popolo russo. Nel giugno del 1941 la Germania invase
la russia, così che all’ordine del giorno ci fu il sentimento antinazista e guerrafondaio. Un simile
elemento di bispensiero era parte necessaria all’atteggiamento dell’Occidente verso l’Unione
Sovietica. Prima degli anni 30, il comunismo sovietico era messo al bando e temuto più del
fascismo. So