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Quindi, questi interessi a cui rinuncia lui, avrebbe potuto impiegare questi €100.000
per avere un reddito in forma sotto forma di interessi. Il costo opportunità è, appunto,
dell'acquisto della libreria, dell'impiego del capitale in quel modo, e sono, appunto, gli
interessi a cui lui rinuncia, che avrebbe potuto ottenere impiegando, appunto, su
capitale nell'acquisto di attività finanziarie. Quindi, anche gli interessi sul capitale di
proprietà dell'imprenditore, che formalmente lui non paga a se stesso, quindi non
rientra nei costi di produzione effettivi, quindi, dal punto di vista contabile, da un
punto di vista economico, vanno considerati parte elementi di costo. Quindi, sia il
salario dell'imprenditore, perché, per esempio, in questo caso, l'imprenditore che fa il
libraio dovrebbe pagare a se stesso un salario, non lo paga di fatto perché, quindi,
non c'è uno sborso monetario, quindi, dal punto di vista contabile, non c'è un costo,
però, dal punto di vista economico, sì. Quindi, è ancora una volta, qual è il costo
opportunità del suo lavoro di libraio, e il salario che avrebbe potuto ottenere
lavorando da qualche altra parte, come nel caso dell'ingegnere di prima. Quindi, sia il
salario dell'imprenditore, sia gli interessi sul suo capitale, sono voci di costo, costo
opportunità, che devono essere considerati correttamente in un'analisi economica
dei costi.
Un'altra importante tipologia di costi sono i cosiddetti costi sommersi o
irrecuperabili, che in inglese si chiamano sunk costs, che sono, appunto, spese che
sono state effettuate e non sono più recuperabili. Esempi sono, per esempio, quasi
tutte l'acquisizione di beni di investimento, spese di ricerca e sviluppo, che una volta
effettuate non possono più essere recuperate. Per esempio, se uno sviluppa un
farmaco, un'impresa farmaceutica spende tanto, come avviene di solito, per
sviluppare una nuova medicina contro i tumori, e indipendentemente dal fatto che
questa ricerca ha successo o meno, perché può anche succedere che molti soldi
vengano spesi in direzioni che poi non si rivelano fruttuose, quindi sono, nel senso
che, ad esempio, non si riesce a sviluppare una particolare medicina o cose del
genere, queste spese, appunto, che sono state effettuate, quindi, per mettere in piedi
i laboratori, pagare il personale qualificato, eccetera, tutte queste spese non possono
essere più recuperate. Quindi, queste compaiono, quasi tutte le decisioni di
investimento sono di questo tipo, l'investimento è un'attività incerta, i cui risultati si
possono poi apprezzare e valutare solo in un'ottica di lungo periodo, nel corso di più
anni. 67
Queste, e questo è uno dei motivi per cui gli investimenti sono molto rischiosi e sono
una delle categorie più complesse dell'analisi economica perché dagli investimenti
dipendono crescita di un'impresa, ma anche dell'intera nazione, e sono, appunto, le
decisioni più strategiche che l'imprenditore può fare perché un conto è gestire,
diciamo, la quotidianità, pagare i fornitori, pagare i dipendenti, i salari dei dipendenti,
eccetera, un altro conto, invece, acquistare un nuovo macchinario, i cui risultati in
termini di produzione si possono avere soltanto nell'arco di parecchi anni. Ora, tutte
queste spese, appunto, come beni di investimento, sono spese che, appunto,
compaiono, i costi compaiono nei conti effettivi sostenuti dall'impresa, ma una volta
effettuate non dovrebbero poi più influenzare le decisioni dell'impresa stessa. Nel
senso che, una volta sostenuti, non hanno più possibilità, non hanno un impiego
alternativo come i costi opportunità e quindi non devono più costituire un vincolo per
le decisioni future dell'impresa, cioè, non c'è un utilizzo alternativo, per esempio, di un
macchinario che è stato comprato per un motivo ben preciso. Se questo, se l'utilizzo
di questo macchinario viene meno per qualche motivo, perché, ad esempio, l'impresa
non vuole più produrre un certo tipo di beni, si lancia in una nuova tipologia di
produzione, un nuovo tipo di prodotto, allora quello che ha speso per quel vecchio
macchinario non può più essere recuperato e quindi, però, è anche giusto che non
debba più influenzare le decisioni sul futuro dell'impresa, cioè, quali sono i settori
nella quale concentrarsi nel futuro.
Quindi, questa è la differenza rispetto a quello che chiamiamo, per esempio, costo
fisso. Adesso, di cui ci occuperemo tra breve. Qui abbiamo un esempio di che cosa
si intende per costo sommerso. Quando un'impresa paga €500.000 per un'opzione
che dà il diritto a comprare uno stabile, il costo dello stabile è 5 milioni per un totale
di 5 milioni e mezzo, però poi, a un certo punto, l'impresa trova un altro stabile che
costa €250.000. Quale sarebbe la decisione corretta? È chiaro che i €500.000 pagati
per l'opzione non devono essere un vincolo per la decisione d'impresa. Quindi,
effettivamente, vale la pena di comprare il costo dello stabile, €5 milioni, come
dicevo, siamo in una fase, appunto, di definizione della tipologia di costi. Si
differenzia a seconda anche di un importante sotto un importante aspetto. Un conto
sono i costi fissi e un altro conto sono i costi variabili. In genere, il prodotto totale è
funzione dei fattori di produzione, sia variabili, sia di quelli fissi. Abbiamo già
incontrato questa distinzione quando abbiamo parlato di fattori produttivi. Quando
c'è la produzione di breve periodo e quando, appunto, il capitale è fisso e soltanto il
lavoro può essere variato.
Allora, in relazione a questa distinzione, possiamo anche distinguere tra costi fissi e
costi variabili. E il costo fisso è appunto quello dato, da, ad esempio, da prendiamo
una pizzeria. Il costo dei locali, il costo di manutenzione, il costo del forno, il costo di
manutenzione del forno, questi sono, canoni di assicurazione, l'aspetto
amministrativo, se c'è un contabile, quindi, un numero minimo di dipendenti
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dell'azienda, per esempio, un impiegato o, non so, un pizzaiolo, che rimane,
indipendentemente dal fatto che, che deve essere pagato, indipendentemente dal
fatto che, che si producano, che si mettano pizze o meno. Poi, abbiamo i costi
variabili. I costi variabili sono appunto i costi dei fattori di produzione variabile. Come
tipicamente sono le materie prime, il numero dei camerieri, quindi, materie prime, la
farina, la mozzarella, l'energia elettrica, oppure legna, se c'è il forno a legna, il numero
di camerieri che, sabato, domenica, può aumentare, per esempio, se c'è più gente nel
locale, e così via. Questi sono tipici costi variabili. Quindi, essenzialmente, i costi fissi
non variano al variare della produzione, cioè, indipendentemente da quanto si
produca, devono essere pagati, invece, i costi variabili variano con la produzione.
Quindi, ora, questa distinzione è importante perché, perché, i costi fissi, ad esempio,
sono quelli che l'impresa deve sostenere per il solo fatto di essere attiva, anche se
non si produce nulla. Questo è una è molto importante questa distinzione in un'ottica
in relazione al passaggio del tempo, cioè, per esempio, nel breve periodo, quasi tutti i
costi di produzione sono fissi. Molti costi di produzione sono fissi, nel senso che
possono essere variati soltanto, difficilmente, per esempio, se un'azienda ha tanto
personale e vuole, e vuole, eh, vuole produrre di meno, vuole ridurre l'impiego del
lavoro, nel brevissimo periodo, è difficile farlo. In un'ottica un po' più di medio periodo
è più facile. Quindi, il costo fisso diventa, al passare del tempo, via via, eh, variabile.
Ad esempio, un'impresa, in lungo periodo, per definizione, può essere chiusa, e quindi
il costo fisso cessa di essere tale.
Cioè, a un certo punto, il locale, la pizzeria, che vada male e che non ha più clienti e
vuole chiudere, nel breve periodo, è difficile chiuderlo da un giorno all'altro. Quindi,
bisogna pagare, comunque, i costi fissi, che sono, appunto, l'affitto del locale, il costo
di manutenzione, e l'impiegato e, eccetera, ma in un'ottica di lungo periodo, il locale
può essere, il contratto d'affitto può essere chiuso, se, se di proprietà, il locale può
essere venduto, il forno può essere venduto, e tutti gli altri. Quindi, in un'ottica, è
quella che chiamiamo il lungo periodo, non esistono più fattori fissi, appunto, di
produzione, come abbiamo già detto, ma anche il capitale diventa variabile, quindi
può essere una impresa totalmente dismessa e chiusa. Quindi, la distinzione con i
costi sommersi è che i costi sostenuti non sono più, in questo caso, i costi sostenuti
non sono più recuperabili, e anche la cessazione dell'impresa non è che porta al
recupero di questi costi. Invece, i costi fissi possono sparire, in un lungo periodo,
quando per l'impresa diventa possibile cessare totalmente l'attività. Grazie. Le
prossime lezioni preciseremo ancora meglio queste categorie.
Settimana 6 - Lezione 1: Costi di produzione - Parte 2 69
Buongiorno a tutti. Allora oggi faremo un ulteriore approfondimento dell'analisi dei
costi di produzione, in particolare completeremo la nostra analisi dei costi di breve
periodo facendo la distinzione tra costo marginale e costo medio. Cos'è il costo
marginale? Il costo marginale è il costo che l'impresa sostiene per produrre un'unità
addizionale di prodotto, quindi Delta CV, costo variabile su Delta Q, che appunto
abbiamo detto pari a 1. Dato che i costi fissi non influenzano il costo marginale,
possiamo anche scrivere Delta CT, quindi variazione del costo totale fratto Delta Q,
che abbiamo detto essere pari a 1.
Cos'è invece il costo medio totale? Il costo per unità di prodotto, detto anche costo
unitario, praticamente è la somma dei costi fissi e costi variabili medi, quindi costo
fisso fratto Q, costo variabile fratto Q. Chiaramente la somma è il costo medio totale.
Quindi abbiamo questa semplice espressione per il costo unitario.
L'analisi dei costi con il seguente esempio numerico di funzione di costo. Cos'è la
funzione di costo? La funzione di costo è una relazione tra costo e produzione, cioè
vale a dire come variano i costi al variare delle unità prodotte. Qui appunto mettiamo
l'accento su un esempio numerico, vedete una tabella che quindi non dal punto di
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
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